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Piano Concerto - Forum pianoforte

Differenza Fra Analogico E Digitale


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Si, come esistono sintetizzatori analogici e sintetizzatori digitali.

I primi si differenziano da questi ultimi per la generazione e il processamente del suono generato,

negli analogici viene generata una forma d' onda per mezzo di un oscillatore, la stessa poi viene filtrata da

un filtro che consente di tagliare le frequenze alte, un filtro passa-basso ( low-pass filter ), le frequenze basse ( high-pass filter ),

questi i filtri più "semplici", poi ce ne sono altri, ma di solito nel sintetizzatore analogico tipico degli anni 60/70, c'è un solo filtro

ed è quello passa-basso, che ne determina sostanzialmente il timbro.

Negli analogici non si possono ricreare i suoni tipici dei sintetizzatori digitali ( che si rifanno a codici numerici, quindi a tavole sonore

preimpostate e come si dice, "congelate" in una memoria rom, non modificabile, il che si differenzia dalla memoria ram, che si solito

serve per poter caricare nuovi suoni che devono comunque essere salvati su un banco ( un sorta di magazzino ) apposito, oppure su

floppy ( se sono di dimensioni ridotte ), fino a qualche anno fa su jomega zip ( dischi rigidi removibili da 100 mb e più circa ), su hard disk,

ultimamente su micro sd card fino a 32/64 gb ecc..

Nei sintetizzatori digitali è possibile avere una varietà di suoni maggiore, che di solito vengono classificati in base al protocollo standard midi, cioè 127 suoni con inizio dai timbri di pianoforte, pianoforte elettrico, ecc.., per coprire diciamo ogni strumento acustico, fino ai suoni prettamente sintetici ( anche se quelli acustici sempre sintetici sono, perchè appunto campionamenti, riproposizione del timbro di uno strumento acustico ad esempio, registrato in tutta la sua estensione, con qualità specifiche, khz, bit, durata, loop ecc.. con dei parametri che da sempre sono un problema, come ad esempio l' attacco del suono, la risonanza nel suono del pianoforte, o anche di uno strumento ad arco, e moltri altri ), questi 127 suoni rimandano ai 127 parametri standard midi, che coprono appunto i parametri per la modifica della "percezione del suono", non come sintesi in senso stretto ( sintesi sottrattiva, tipica dei synth analogici, sintesi additiva, fm ed altre ), ma come modifica dei parametri se cosi vogliamo definirli, di esecuzione, attacco, decadimento, rilascio ecc.., solo che vengono, alcuni di questi, definiti in maniera specifica, ad esempio la forza con cui si preme sul tasto del pianoforte viene chiamata "velocity", quindi non velocità di esecuzione ma potrei dire intensità dell' attacco, che comunque non è la stessa cosa ).

Sintetizzando, la differenza trà segnale analogico e digitale stà nel fatto che nell' analogico il segnale è continuo, senza interruzioni, e modificando la posizione di un potenziometro, sia esso della risonanza del filtro che del cutoff ( taglio del valore della soglia, della frequenza del filtro in questo caso ), si possono coprire tutti i valori, nel digitale invece questi sono "pre-impostati", e appunto il range si muove trà questi punti specifici, ecco perchè soprattutto quando si parla di filtro analogico e digitale la differenza si avverte sempre, meglio ancora se alla base c'è la generazione analogica anzichè quella digitale con filtro analogico, quindi un ibrido.

Comunque sembra semplice ma non lo è, e mi rendo conto che se lo spiego io non si riesce a comprendere molto bene, ci vuole qualcuno che lo sappia spiegare meglio e in modo più esaustivo, ho la sensazione di aver girato intorno all' argomento.

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Di la verità

Quando ho letto il primo post, il primo pensiero è stato verso i due diversi tipi di approccio e ai limiti del digitale rispetto all'analogico.

 

Di la verità, potevo risparmiarmi tutto quel casino che ho scritto vero? :wacko:

Hai ragione, il fulcro della domanda è quello, però per spiegare le cose mi incarto sempre, anzi non ho introdotto altri argomenti che

non centrano con questo altrimenti non se ne usciva, vedo con piacere che avrei potuto fare l' insegnante, mi avrebbero capito al volo :ph34r:

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Di la verità

 

 

Di la verità, potevo risparmiarmi tutto quel casino che ho scritto vero? :wacko:

Hai ragione, il fulcro della domanda è quello, però per spiegare le cose mi incarto sempre, anzi non ho introdotto altri argomenti che

non centrano con questo altrimenti non se ne usciva, vedo con piacere che avrei potuto fare l' insegnante, mi avrebbero capito al volo :ph34r:

 

Io ho trovato interessante il tuo intervento, invece sono curioso sul "fulcro della domanda" ... che probabilmente ho toccato inconsapevolmente :wacko:

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sono curioso sul "fulcro della domanda" ... che probabilmente ho toccato inconsapevolmente :wacko:

 

Dato che non è mia la posso spendere "sereno" :); c'è chi sostiene che sono di migliore fattura i lavori creati passando dall'analogico piuttosto che con il digitale ... e parzialmente condivido.

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  • 1 month later...
  • 2 months later...

Piccolo contributo.

Analogico significa che la generazione del suono è fatta usando aggeggi che generano elettricamente qualcosa di analogo ad un'onda di pressione sonora (che è quello a cui è sensibile il nostro orecchio).

Digitale (dall'inglese digit=cifra numerica) significa che la generazione avviene con aggeggi che interpretano lunghe serie di numeri.

Le due tecnologie hanno ognuna pregi e difetti (come tutto in questo mondo).

Quella digitale ha preso piede ed oggi è imperante perché è più comoda.

 

Il giradischi con il braccio e la testina, produceva delle onde elettriche a partire dalla vibrazione della puntina nel solco, l'amplificatore e l'altoparlante portano il tutto a pressione acustica verso le nostre preziose orecchie.

La vibrazione è analoga alla pressione.

Il CD invece parte da una lista di numeri per produrre la stessa cosa.

 

Ecco la differenza tra analogico e digitale.

Spero di essere stato chiaro e sintetico...

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  • 3 weeks later...

In alternativa pensa ad un orologio con le lancette: quello è analogico, segna OGNI istante; quello con le cifre (digitale, appunto) segna le 11:01, le 11:02 e così via. non segna momenti intermedi.

È quella che viene definita (mi pare) la differenza tra una funzione "continua" e una "discreta": una comprende tutti i valori, l'altra procede per "gradini", senza valori intermedi.

È una definizione un po' grossolana, ma data l'ora... :)

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Doc, hai preso un esempio difficile che può rendere l'idea e mi riferisco al fatto che tu ti fermi alle lancette ma non è quello il delta. Ci sono orologi digitali con le lancette...e quindi puoì vedere "scorrere" il tempo in ogni suo attimo.

 

Quello che cambia fra digitale e analogico è il sistema che c'è dietro di produzione del risultato "visivo", cioè, a parità di lancette, da una parte hai una meccanica e dall'altra hai elettronica...che poi si sia cambiato nel tempo anche il sitema di rappresentazione passando ai numeri, non sposta la differenza sostanziale fra i "congegni" ... che è quello che ha senso paragonando una logica analogica a quella digitale.

 

Te che ne dici? Tenendo conto di questo, come infileresti il tuo discorso?

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mmm... in realtà il discorso che facevo era più riferito al concetto di analogico/digitale, non ai congegni (esistono sintetizzatori analogici e digitali ma sono entrambi elettronici);

era giusto per rappresentare (grossolanamente) il concetto, per esempio un basso elettrico tastato può essere definito "digitale", un detastato "analogico".

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Forse un esempio più azzeccato può essere la differenza tra un disco in vinile e un CD: nel primo un crescendo viene riprodotto meccanicamente, passando per tutta la gamma della dinamica, nel secondo i dati, per poter essere riprodotti elettronicamente vengono convertiti in numeri (digit), quindi avrai una serie di valori (1,2,3,4 ... etc) più o meno completa a seconda (0,1 0,2 0,3 ... etc) della definizione che vuoi ottenere e dello spazio che vuoi occupare con i dati. In pratica qui il crescendo procede a "scatti", ma il nostro orecchio lo percepisce comunque continuo per un limite della nostra percezione (ma questo è un altro discorso).

Qui mi riallaccio ancora al discorso di Piccinesco: un sintetizzatore digitale può sì riprodurre il suono di qualsiasi strumento anche acustico, perché attraverso dei campionamenti "fotografa" il suono e lo converte in numeri, ma incontra dei problemi nel riprodurre suoni complessi come quello di un pianoforte, perché per riprodurre esattamente tutte le note ognuna con tutti i tipi di attacco, decadimento e dinamica possibili dovrebbe immagazzinare una quantità enorme di dati e utilizzare giga di memoria.

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Scusate ma ... pianoforte versus clavinova?

 

beh, qui la differenza è evidente. è chiaro che il clavinova non è in grado di riprodurre esattamente tutte le sfumature del suono dell'acustico, in compenso gode dei vantaggi offerti dall'elettronica (manipolazione del suono, varie interfacce, varie regolazioni... ingombro ridotto...).

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un sintetizzatore digitale può sì riprodurre il suono di qualsiasi strumento anche acustico, perché attraverso dei campionamenti "fotografa" il suono e lo converte in numeri, ma incontra dei problemi nel riprodurre suoni complessi come quello di un pianoforte, perché per riprodurre esattamente tutte le note ognuna con tutti i tipi di attacco, decadimento e dinamica possibili dovrebbe immagazzinare una quantità enorme di dati e utilizzare giga di memoria.

...ma tutto o quanto è veramente percepibile dall'orecchio?

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Il vero suono campionato in analogico lo si sente solo con un vinile, punto ! Campionare in analogico significa registrare direttamente su vinile, tanti spostamenti vengono fatti dalla membrana del microfono in campo continuo, tanti solchi vengono fatti dalla puntina di registrazione sul vinile (in campo continuo). Registrare in modo digitale e poi riversare il contenuto su vinile è comunque un prodotto digitale analogizzato... E quindi sempre digitale.

La differenza c'è ed entro certi limiti si sente. Se poi parliamo di campioni e di pianoforti acustici allora lì non c'è storia, che c'entra ? Come parlare della propria voce e poi risentirsi registrati. Percepiamo il suono non solo attraverso le orecchie ma attraverso tutto il nostro corpo. I microfoni simulano le orecchie umane non certo il corpo. Questa è una motivazione del perché la nostra voce registrata ci sembra tanto diversa da quella reale. Negli strumenti il discorso non fa differenza. Registrare un pianoforte e sentire di nuovo il suo suono registrato è cosa completamente diversa. Ecco perché spesso il suono dei pianoforti in post produzione viene colorato con un po' di riverbero, proprio perché si cerca di far assomigliare quel suono registrato a quello che noi percepiamo nel momento in cui stiamo suonando che tiene conto anche dell'ambiente (allo stato totale) che ci circonda.

Ascoltare un cd o un vinile è ormai pratica normale ma nessuno immagina il lavoro enorme che c'è dietro la sua realizzazione, analogica o digitale che sia...

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devo aggiungere che poco tempo fa un mio allievo poco più che ventenne è venuto a casa e, vedendo i vinili, mi ha chiesto "mi faresti ascoltare un LP? non ne ho mai sentito uno...", in quel preciso istante mi sono guardato allo specchio e mi sono reso conto di essere un brontosauro...

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