Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Stockhausen - Klavierstuck


Tiger
 Share

Recommended Posts

Va be pianista è una parola grossa!! i miei studi dell'antologia pianistica sono agli inizi.

In passato ho provato ad ascoltare qualcosa di liszt e non è bruttissima ma il senso di sospensione senza nessun punto di riferimento mi da fastidio all'ascolto. Ho un senso di strana sofferenza :(...cmq grazie per i consigli.

 

...prova con:

Karlheinz Stockhausen - Tierkreis, for piano

Link to comment
Condividi su altri siti

@Rotore grazie l'ho ascoltata.

Dimmi una cosa tu ascolti di solito questa musica?che emozione ti da?? ti faccio queste domande perché la mia sensazione ascoltando questo brano è di completa indifferenza emotiva.

 

... è un annetto che ci do dentro grazie ai tanti stimoli di diversi forumisti, la parola emozione o è troppo specifica o è troppo vaga o è troppo poco.

Io sono concorde con coloro che dicono che il fatto che ti lasci indifferente non può essere un parametro di valutazione...c'è chi non sopporta Mozart, chi Chopin ... per cui siamo nella soggettività più estrema.

 

Ascolta...ascolta e ascolta...è musica che alla fine scava dentro, magari no nel modo come credi tu o vuoi cercare tu ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

Io sono concorde con coloro che dicono che il fatto che ti lasci indifferente non può essere un parametro di valutazione...

Qual'è il parametro di valutazione(o il tuo)?

Ascolta...ascolta e ascolta...è musica che alla fine scava dentro, magari no nel modo come credi tu o vuoi cercare tu ;)

Cosa intendi che scava dentro, potrei sentire che la musica suonando mi entra dentro provocandomi sensazioni piacevoli o sto fuori strada?

Può essere che la "sensazione oggettiva" già la provi e che o non ci faccio caso, o non è quello che cerco dalla musica. ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

  • 5 months later...

Stasera a Firenze, i klavierstucke di Stockhausen

 

Un evento passato quasi inosservato, io ne ho avuto notizia per caso solamente ieri.

 

Alla galleria dell'Accademia, un pianista si cimenterà nell'esecuzione dei primi 11 klavierstucke di Stockhausen.

 

Ingresso libero.

Link to comment
Condividi su altri siti

  • 1 year later...

Quanti pianisti l'anno studiati o conoscono quest opera?

 

Pollini - Stockhausen - Klavierstück IX (Live 2002)

 

 

Io li trovo molto innovativi nel gesto strumentale, guardate le espressioni del viso di Pollini...a caccia di sonorità...

 

Affascanante, qualcuno può approfondire l'argomento?

 

Io ho trovato anche questa versione

 

http://www.youtube.com/watch?v=ny8ZXXRBIns

Link to comment
Condividi su altri siti

qualcuno può approfondire l'argomento?

 

il Klavierstücke IX (1956), prima opera aleatoria è uno dei più celebri pezzi del repertorio pianistico contemporaneo (con la Terza Sonata di Boulez...ottimo Xenakis (utente)), una rete in movimento di possibilità in cui si effettuano le scelte, come la mappa di una città, in cui un percorso definito da frecce guida l’esecutore alla scelta delle cellule, o formanti. Nel Klavierstücke IX troviamo delle cellule, diciannove, ripartite in modo irregolare su un foglio di grande formato, e quindi tutte visibili dal pianista: “Il musicista guarda senza intenzione il foglio e comincia con il gruppo che vede per primo; lo suona scegliendo a piacere velocità, intensità di base e tipo di attacco”. Quando il primo gruppo è terminato, legge le indicazioni seguenti, riguardanti la velocità, l’intensità di base e il tipo di attacco, poi volge il proprio sguardo senza intenzione su un altro gruppo e lo suona secondo quelle tre indicazioni. L’indicazione ‘volgere il proprio sguardo senza intenzione da gruppo a gruppo’ significa che il musicista non deve mai legare fra loro dei gruppi determinati o saltarne altri” (Prefazione alla partitura). Contrariamente alla Sonata di Boulez, non è obbligatoria alcuna particolare concatenazione, e il pezzo è concepito come un percorso variabile all’interno di un “tutto”, nello stesso modo in cui un compositore ha esplorato la vita interiore di un suono: “Se concepisco un pezzo costruito esattamente come è organizzato il suono, ne seguirà naturalmente che gli elementi che compongono il pezzo potranno essere permutati, cambiati, messi sottosopra, senza che il carattere del pezzo ne venga modificato”.

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Premesso che mi ero perso il topic :)

 

Affascanante

 

a me non piace proprio, non mi trasmette niente.

 

Due pareri completamente contrastanti :)

 

 

Avete consigli come impararla ad apprezzare??

 

A quanto già detto posso dire che magari si può intanto iniziare a fare un passo indietro pensando ai Klavierstücke I-IV (1952-1953). Il primo Klavierstück, per esempio, si basa sul processo di composizione per gruppi. Con gruppo, Stockhausen intende “un numero determinato di suoni legati per mezzo di proporzioni apparentate a una qualità empirica superiore […]. Noi concentriamo il nostro ascolto sull’assieme e ne riceviamo un’impressione globale, in cui i particolari sono sufficientemente distinti perché non si instauri alcuna relazione che sia più importante di un’altra (dal che, tra l’altro, derivano i grandi intervalli e la differenza degli elementi in uno spazio-tempo minimo)”.

E’ ciò che il compositore definisce “ascolto e composizione strutturali”. Perché “ciò che resta nella memoria è il modo in cui i suoni sono messi assieme e in cui appaiono nel gruppo, più che per quanto attiene all’ordine del particolare, il singolo intervallo, il rapporto temporale isolato. Tutto ciò che è composto deve se possibile partecipare a pari titolo al processo formale, niente deve predominare, come la melodia che potremmo canticchiare o il ritmo che potremmo battere […]: Per lo stesso motivo, gli intervalli e gli accordi sono mantenuti in sospeso e a un vicino grado di efficacia”.

Di conseguenza l’immagine sonora si imprimerà, laocoontianamente, nella nostra percezione in modo tanto più pregnante “in quanto impressione strutturale”.

 

Secondo me questa è la chiave di lettura, non ci si può avvicinare a questi brani cercando quegli elementi che vengono di fatto negati e tipici di altre estetiche. Bisogna immergersi in questo (all’epoca o per noi) nuovo mondo e la strada migliore secondo me è comunque anche di provare a suonare questi brani, suonarli cercando di trasmettere qualcosa, far appunto imprimere questa immagine sonora iniziale e le sue modificazioni…solo allora proveremo piacere anche noi.

Giusto per capirci, non si può andare in Giappone aspettandosi di ascoltare opere che si basano il loro sviluppo sulla speculazione; probabilmente ascolteremo opere basate sulla circolarità.

 

Qualcuno parlava di Chopin, il preludio op 28 n. 4. Chi non l’ha studiato o provato a pasticciare? Sappiamo tutti che li il motore non sono di certo le sonorità stockhauseniane, ma se l’interprete non investe un po’ di tempo a curare ogni ribattuto, un brano di pochi secondi rischia di stufare dopo 3 battute :).

Studiare questo brano (sempre di Chopin intendo), soprattutto agli inizi, vuol dire investire diverse ore per cercare di dare un senso, un fascino (ottimo Pio) a quegli accordi che altrimenti sarebbero una pizza. Rispostandoci un attimo sui Klavierstück di Stockhausen, bisognerebbe metterci la stessa passione…solo così avremmo dei benefici. Alla fine si tratta di maturare una nuova modalità d’ascolto, una volta fatto questo…il resto sarà in discesa.

  • Like 3
Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...