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Piano Concerto - Forum pianoforte

L'uso del termine "materiale" durante l'analisi


AbateFaria
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Apro questo topic in quanto sarei curioso di sapere cosa ne pensate dell'utilizzo di questo termine (materiale) durante l'analisi di composizioni non propriamente novecentesche o attuali (diciamo precedenti).

 

Poi si può allargare il discorso magari cercando di capire da quando si è iniziato ad usarlo e perchè, etc.

 

Grazie a chiunque volesse contribuire.

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penso vada bene, l'importante è specificare a quale materiale ci si riferisce. Ovviamente un termine simile richiama alla mente l'idea che ci sia un materiale, cioè, che il compositore prenda un elemento e lo tratti in modo particolare, a sé. Se preso in modo così largo, è un concetto flessibile e adattabile a molte cose: un tenor liturgico è materiale, un color è materiale, una figura retorica è materiale. Quando arriviamo alle grandi forme classiche e romantiche, poi, per "materiale" possiamo intendere materiale motivico, quindi le strutture melodiche, armoniche, ritmiche o espressive che stanno alla base dello "scorrimento" di una composizione

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Magari sbaglio ma per me il termine materiale è indicatissimo nel caso di musica concreta, il concetto di materiale legato al “suono” è più novecentesco che ottocentesco (o precedenti), per cui non lo trovo perfettamente idoneo.

 

Nel senso che il discorso di Thallo sta in piedi, ma secondo me si utilizza un termine che all’epoca non veniva accostato all’ambito musicale.

Uno potrebbe dire “Materiale Melodico” e dare una connotazione specifica al termine materiale, ma in realtà sembra si tratti di un “prodotto” grezzo o semi lavorato, invece la melodia è un prodotto già “finito”.

 

Per cui perché con chiamare un determinato inciso, periodo, melodia già con il proprio nome?

 

Non so, che ne dite?

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Da quanto ne so, il concetto di materiale deriva dalla filosofia di Adorno. Ha connotati storicistici: lo stato del materiale, il rapporto fra oggettività e soggettività del materiale, ecc... è una chiave interpretativa che in Adorno vale per Stravinskij VS Schönberg (dove era Schönberg ad aver interpretato adeguatamente lo stato del materiale), come per Mahler, come per Beethoven...

 

Riguardo alla possibilità di applicarlo OGGI alla musica pre Novecento: si tratta di un anacronismo. In quanto tale è accettabile, basta che lo utilizziamo sapendo che di un anacronismo si tratta.

 

A tal proposito segnalo Sara ZURLETTI, Il concetto di materiale musicale in Th. W. Adorno, Il Mulino, Bologna 2006. Leggendolo, ho avuto l'impressione che il concetto sia talmente sfuggente e variegato che alla fine non si capisce bene dove si va a parare.

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A tal proposito segnalo Sara ZURLETTI, Il concetto di materiale musicale in Th. W. Adorno, Il Mulino, Bologna 2006. Leggendolo, ho avuto l'impressione che il concetto sia talmente sfuggente e variegato che alla fine non si capisce bene dove si va a parare.

 

Non lo conoscevo, grazie per la segnalazione. Dici che è il caso di investire qualche euro?

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Non lo conoscevo, grazie per la segnalazione. Dici che è il caso di investire qualche euro?

Mah ... io lo ho preso in prestito in biblioteca :)

Semplificando molto, dato che Adorno è asistematico, il tentativo di sistematizzare un suo concetto conduce quasi inevitabilmente a una serie di vicoli ciechi. Ad Adorno evidentemente non interessava definire in modo univoco il concetto di materiale, e quindi questo studio si deve limitare a registrare le sue diverse connotazioni nelle diverse occorrenze, senza poter ricondurre il tutto a una definizione monolitica (che in quanto tale non sarebbe stata accettabile per lo stesso Adorno).

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Bell'intervento Red, solo che non ho ben inquadrato come si infila l'anacronismo nell'utilizzo di un termine "moderno" ad un repertorio passato. Mi sbaglierò, ma di solito l'anacronismo non segue il percorso perfettamente contrario?

Semplicemente, voglio dire che è legittimo applicare il concetto di materiale a Josquin o a Beethoven o a Mahler, ma sappiamo che loro non ragionavano in base a questo concetto. Non lo "concepivano" proprio.

Diverso il caso dei compositori del secondo dopoguerra (in particolare quelli dell'area di Darmstadt): loro conoscevano il concetto adorniano di materiale. Anzi, nello specifico caso di Donatoni, l'idea di materiale desunta da Adorno è stata al centro di sue importanti riflessioni (vedi in particolare Q​uesto e Il sigaro di Armando).

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