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Piano Concerto - Forum pianoforte

Cadute E Flessioni Sulla Tastiera


maquieto
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Salve a tutti. Io apro questa discussione perchè sembra che nessuno sappia o conosca questo tipo di studio e impostazione tecnica. Voi che ne dite? Io ho studiato in questo modo per anni e la cosa mi ha dato ottimi risultati a rispetto del suonare un pò a caso che facevo da piccolo. Cadute e flessioni, varianti sul pezzo, scatti di metronomo per la velocità, nocche del 4° e 5° dito che devono essere ben fuori come quelle degli altri, scala di peso etc etc. Sono giusti questi parametri? Esistono anche altri sistemi validi? Fatemi sapere e parliamone un po. Ciao.

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Non mi trovo molto d'accordo con questi metodi. Specialmente con le varianti (immagino ti riferisca a variare la ritmica della frase in tutte le combinazioni ritmiche), per lo meno a me non sono mai servite e comunque non ho mai visto miglioramenti nell'uguaglianza e pulizia delle note. E' comunque interessante parlarne. Se per flessioni parli di flessioni di tempo ovvero i respiri, mi trovi concorde. Molto difficili da eseguire per restare nel tempo ma utilissimi per la resa finale. Sentiamo cos'ha da dire anche Paolo.

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Ciao Simone. Quello che in effetti dici sul variare la ritmica delle frasi ha una sua verità. Anche io le ho sempre eseguite non notando i miglioramenti ma avendo una grande fiducia nel mio maestro osservavo le regole. Hanno una loro utilità ma mi è sempre servito molto il capire bene ogni frase (inizio e fine) e l'andamento melodico in senso di sviluppo, accanto naturalmente alla ripetizione. Penso che studiare a piccole porzioni di frasi concluse renda meglio in un certo senso e magari mandando a memoria subito, che ne dici?

Per quanto riguarda invece le cadute e le flessioni erano proprio cadute sulla tastiera fatte con uno slancio dell'avambraccio e successivamente portando un dito alla volta sui tasti per poi far cadere il palmo rilassato sui tasti e flettere di nuovo il dito riportandolo nella precedente posizione. Si tratta della tecnica Vitale che è un pò in contrasto con la classica tecnica del Martelletto. Una abitua ad appoggiarsi con il peso di braccio, avambraccio e spalle sui tasti slanciando le dita prima di percuotere il tasto utilizzando le velocità in tre gruppi diversi ( LENTO e PESANTE-BRILLANTE-PIANO e VELOCE ) mentre l'altra ( che tra l'altro non conosco) penso che si limiti a premere i tasti spingendo su di essi o una cosa del genere. Se trovi qualcosa su questa tecnica fammi sapere dato che a me ha dato una grossa mano in fatto di qualità. Ciao e grazie per la disponibilità.

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Ma guarda, senza pretesa di voler avere la ragione dalla mia parte, mi sento di dirti questo... Penso che la tecnica non sia come le religioni dove un fedele ne sceglie una e segue i suoi riti. Che Vitale con la sua scuola di tecnica di braccio e gli altri fautori "martelletto" o meglio dell'articolazione, siano ottimi didattici del pianoforte è scontato, però credo che ognuno poi la tecnica se la costruisce e la interpreta un po' a modo suo. Come già detto anche in altre discussioni ognuno di noi ha la sua anatomia di mano, i suoi rami nervosi ed i suoi tendini che differiscono anatomicamente l'uno dall'altro. Il suo atteggiamento mentale, la sua capacità di apprendimento ecc. Ciò che può andar bene per uno non è detto che vada bene per un altro, di conseguenza il "segreto", se così vogliamo chiamarlo è eseguire determinati passaggi tecnici nella naturalezza posturale, di braccio, di spalla, di mano e di dita. In alcuni caso è meglio articolare, in altri cercare il fondo del tasto, suonare sullo scappamento, tenere il polso alto o basso, tenere il peso della spalla nel cantabile. Insomma dipende molto anche dal tipo di suono che si ricerca. I libri di tecnica sono dei manuali, bisogna conoscerli ma non si deve vivere la tecnica come il nome del padre quando si entra in chiesa, due ore di tecnica prima di suonare ! Era Liszt se non sbaglio che si scaldava suonando il Clavicembalo ben temperato di Bach. La tecnica è racchiusa in ogni brano che suoniamo. La chiave è dunque secondo me l'essere il più possibile naturali. Se si è naturali con il corpo e con l'atteggiamento fisico nei confronti dello strumento ne risulterà un'esecuzione naturale, rilassata e di qualità. Non si deve strafare... Basta ascoltare Rubinstein. Sotto le sue mani tutto sembra semplice.

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