Gennarino Postato Novembre 2, 2012 Report Share Postato Novembre 2, 2012 Fino a quanto queste due componenti (melodia e armonia) sono veramente legate? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Carlos Postato Novembre 2, 2012 Report Share Postato Novembre 2, 2012 Direi fino a... sempre! L'armonia c'è, sempre, anche se non è scritta/suonata può esserci armonia senza melodia, ma non il contrario. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
rstrauss Postato Novembre 2, 2012 Report Share Postato Novembre 2, 2012 Aggiungo anche che l'armonia è al servizio della melodia, la supporta, la completa e la arricchisce ... in cambio la melodia da all'armonia quella varietà/fantasia/ricchezza ecc. che da sola non avrebbe. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zazza Postato Novembre 2, 2012 Report Share Postato Novembre 2, 2012 Aggiungo anche che l'armonia è al servizio della melodia, la supporta, la completa e la arricchisce ... in cambio la melodia da all'armonia quella varietà/fantasia/ricchezza ecc. che da sola non avrebbe. Come infileresti nel discorso la riarmonizzazione di una melodia? (stavo pensando agli standard dei jazzisti, ma non solo). Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zedef Postato Novembre 3, 2012 Report Share Postato Novembre 3, 2012 E' un rapporto in continuo ripensamento. E' vero, come altri hanno scritto, che c'è un legame stretto tra le 2 componenti a tal punto che una melodia, in un sistema tonale classico, ha già intrinseci alcuni basilari fondamenti armonici e questo deporrebbe a favore di una innatezza sistematica di tale rapporto. Ma è pur vero che la medesima linea si presta a moltissime soluzioni armoniche per cui questa "necessità" non è più così scontata (tra parentesi: la prova più bella, a mio parere, del IV di composizione è proprio il lied nel quale si può dare prova delle proprie capacità armoniche. A tale scopo io, ma non solo credo, oltre all'armonizzazione vera e propria lascio piena libertà, rimanendo nello stile e nell'atmosfera, nell'introduzione, nell'eventuale interludio e nella coda.. spesso escono delle icone davvero pregevoli che miniano ulteriormente il lied). Io credo che, ove nella melodia non vi siano chiari segnali di modulazione e quindi di mutazione delle funzioni originali, esistano dei livelli di progressiva complessità (partendo dai pilastri funzionali e arrivando agli accordi secondari se non oltre) in cui le libere scelte armoniche posso dare significati diversi alla melodia. 2 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zedef Postato Novembre 3, 2012 Report Share Postato Novembre 3, 2012 E' un rapporto in continuo ripensamento. E' vero, come altri hanno scritto, che c'è un legame stretto tra le 2 componenti a tal punto che una melodia, in un sistema tonale classico, ha già intrinseci alcuni basilari fondamenti armonici e questo deporrebbe a favore di una innatezza sistematica di tale rapporto. Ma è pur vero che la medesima linea si presta a moltissime soluzioni armoniche per cui questa "necessità" non è più così scontata (tra parentesi: la prova più bella, a mio parere, del IV di composizione è proprio il lied nel quale si può dare prova delle proprie capacità armoniche. A tale scopo io, ma non solo credo, oltre all'armonizzazione vera e propria lascio piena libertà, rimanendo nello stile e nell'atmosfera, nell'introduzione, nell'eventuale interludio e nella coda.. spesso escono delle icone davvero pregevoli che miniano ulteriormente il lied). Io credo che, ove nella melodia non vi siano chiari segnali di modulazione e quindi di mutazione delle funzioni originali, esistano dei livelli di progressiva complessità (partendo dai pilastri funzionali e arrivando agli accordi secondari se non oltre) in cui le libere scelte armoniche posso dare significati diversi alla melodia. Mi si è incasinato il discorso :D Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
rstrauss Postato Novembre 4, 2012 Report Share Postato Novembre 4, 2012 Come infileresti nel discorso la riarmonizzazione di una melodia? (stavo pensando agli standard dei jazzisti, ma non solo). Il rapporto è sempre quello ... cambiano solo i valori in campo. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Gennarino Postato Novembre 7, 2012 Autore Report Share Postato Novembre 7, 2012 Ok, grazie per i primi interventi. Una domanda a caso, ma una qualsiasi melodia gregoriana? Che legame stretto avrebbe con l'armonia? Potrà sembrare banale, ma perchè pensando ad una melodia dovrei per forza pensare all'armonia? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Carlos Postato Novembre 7, 2012 Report Share Postato Novembre 7, 2012 Una domanda a caso, ma una qualsiasi melodia gregoriana? Che legame stretto avrebbe con l'armonia? Potrà sembrare banale, ma perchè pensando ad una melodia dovrei per forza pensare all'armonia?Noi nasciamo e moriamo circondati dall'armonia tonale. Può sembrare banale, ma è così. Quindi dobbiamo fare uno sforzo per non pensare, ad esempio, ad un Kyrie gregoriano in ambito tonale. E lo sforzo è aggravato dal fatto che quel sistema di scrittura, ovvero il gregoriano, prelude proprio all'avvento del sistema tonale, e quindi alla nascita dell'armonia, tant'è che finalis e repercussio di quell'ipotetico Kyrie saranno tonica e dominante di un futuro Kyrie a quattro voci scritto alcuni secoli più tardi; c'è quindi un'evoluzione verso l'armonia che da lì parte e trae ispirazione.Se tu avessi chiesto, per dire, «ma una qualsiasi serie dodecafonica?» sarei stato onestamente più in difficoltà, perché quel tipo di scrittura è nato proprio con lo scopo di superare la dialettica tipica del sistema tonale. Armonizzare la serie che sta alla base del Concerto per pianoforte op. 42 di Schönberg è probabilmente un'impresa impossibile, mentre "armonizzare" il Kyrie di cui sopra, lasciando perdere la non pertinenza storica di tale operazione, non presenterebbe poi chissà quale difficoltà, anzi: quella musica si muove in ambiti davvero molto ristretti, e i cardini di quel linguaggio sono ben lontani dalla complessità raggiunta anche solo da un preludio di Bach, quindi non sarebbe difficile individuare un accompagnamento da sottoporgli; tant'è che, purtroppo, una delle prove del corso di organo (complementare? non ricordo più...) è o era proprio l'armonizzazione estemporanea di una melodia gregoriana, cosa aberrante da un punto di vista filologico, ma non così complicata, fermo restando il carattere ancora decisamente modale di quella musica. Tutto ciò per dire che il "non pensare all'armonia" quando ci si trova di fronte ad una qualsiasi linea melodica è, a mio parere, un'operazione che va fatta in maniera razionale e premeditata, contrastando la naturale tendenza a sottoporre un accompagnamento armonico, semplice o meno che sia, a qualsiasi cosa assomigli anche lontanamente ad una "melodia". Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
modale Postato Novembre 8, 2012 Report Share Postato Novembre 8, 2012 Nell'ambito della armonia tonale, la melodia è regina e muove tutta la impalcatura armonico melodica. Ma se procediamo verso altri sistemi musico-armonici l'importanza della melodia è delimitata dalla crescente prevalenza della armonia alla quale la melodia si sottopone. Parlo dei sistemi armonici modali e di quelli intervallari. Vi propongo l'ascolto, a tal proposito di un "canto" da me composto ed eseguito ove la melodia è poco presente in quanto traccia predisponente alla armonia bensì tutto parte dalla armonia e la melodia è una conseguenza di essa, o meglio è un tutt'uno con essa. Chiaramente non ci troviamo nell'ambito di una composizione tonale bensì puramente modale ed a tratti cromatico-intervallare. http://www.divshare.com/download/17808067-7f4 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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