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Piano Concerto - Forum pianoforte

Carlos

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Tutto postato da Carlos

  1. Non si può fare tutto ed entrambe le cose richiedono molto, molto tempo... la giornata ha solo 24 ore!
  2. Sono d'accordo. Britten è un autore che andrebbe senza dubbio conosciuto di più. A tal proposito vi propongo un pezzo che io personalmente adoro. Si tratta di «Les Illuminations» op. 18, per voce acuta e orchestra d'archi, su testi di Arthur Rimbaud. Qui in una versione live del 1966, cantata da Peter Pears e diretta da Colin Davis. http://www.youtube.com/watch?v=mdRxkR16wls
  3. L'ho letto e ci sono testimonianze interessanti sul grande direttore. Onestamente non apprezzo moltissimo lo stile di Zignani (del quale ho anche il libro su Karajan e quello su Furtwängler, però). Ti suggerisco, se vuoi leggere di Kleiber, il bellissimo libro di Mauro Balestrazzi «Carlos Kleiber. Angelo o demone» (L'Epos) e, irrinunciabile, il documentario «Carlos Kleiber - Traces to nowhere», disponibile anche integralmente su youtube.
  4. Lasciando da parte per un momento l’ironia e i luoghi comuni, che si ricordi l’interpretazione di uno o dell’altro direttore è del tutto normale, visto che è proprio il compito del direttore quello di coordinare un ensemble dal punto di vista musicale. Una grande orchestra, pur composta di musicisti sommi, avrà bisogno di essere coordinata da un musicista solo, e lo dimostra il fatto che una stessa orchestra (anche di grande valore e con grandi tradizioni) esegue sotto la guida di diversi direttori molte volte gli stessi brani raggiungendo esiti a volte opposti. Il fatto che i singoli strumentisti abbiano un’idea musicale è sacrosanto, ma non è possibile assecondarle tutte e quindi deve esserci una persona che decide, piaccia o no. Non è questione di essere onnipotenti o meno, ma la figura del direttore si è consolidata storicamente proprio per la crescente necessità di un riferimento musicale unico e per la crescente difficoltà delle partiture. Non si tratta quindi di “intelligenza” nel riconoscere la validità di un’idea rispetto ad un’altra. La questione è molto diversa: il direttore ha una visione d’assieme che uno strumentista in orchestra non può avere e conosce la partitura in modo totalmente differente da come possono conoscerla i singoli musicisti, anche quelli che hanno suonato quella partitura molte volte. Dovrebbe far pensare, a tal proposito, il fatto che spesso e volentieri strumentisti d’orchestra (anche di grandi orchestre) che si dedicano alla direzione non ottengano risultati proporzionati al loro stesso valore di strumentisti. Dove il direttore e lo strumentista si confrontano è in presenza di “soli” particolarmente impegnativi o di estrema rilevanza musicale, ma, anche in quel caso, lasciando da parte le difficoltà strumentali (se ce ne sono) che possono incidere sulla scelta di una velocità più o meno sostenuta, alla fine l’ultima parola spetta al direttore, non perché è onnipotente, ma perché quella è la responsabilità del suo ruolo. Non so chi di voi abbia esperienza nella musica da camera. Se l’avete, saprete che dai tre musicisti in su è sempre più complicato raggiungere un’unità di intenti e il compromesso è necessario. Emerge, comunque e sempre, una figura dominante, che si trova in maniera naturale a prendere le redini della situazione. Immaginate cosa potrebbe significare un’orchestra, anche di dimensioni ridotte, che si trovi a provare, che so, l’Eroica di Beethoven senza un direttore (per dire di una partitura scritta quando la figura del direttore era agli albori). Non parliamo del tardoromanticismo né, per carità, dell’opera (senza contare, nell’opera e in partiture del repertorio tardoromantico, l’oggettiva impossibilità di suonare senza una guida). Vi garantisco che è un discorso ben più articolato del semplice decidere “quanto è buona un’idea seppur venga da un orchestrale” e, nauralmente, si può continuare a parlarne, se volete.
  5. Secondo quale logica??? Tu dici "grazìa" in italiano??? Ma dài...
  6. Ah nemmeno io ho avuto "il mio primo Chopin" (il libro che avevo in casa era di mia mamma): in 2da media ho preso l'intergrale delle Mazurche nell'edizione di Paderewski, pensa un po'... Volevo dire che a quell'età (ovvero la mia, ma non so a che età ci si riferisca in questo caso, parlando di chi ha iniziato la discussione) si può fare solo una questione di abbordabilità tecnica e non certo interpretativa e musicale (e, in ogni caso, tra più di cinquanta mazurche, ce n'è anche qualcuna che non presenta certo quella "eloquenza eroica" di cui si parlava poco sopra).
  7. Io, ribadisco modestamente, alla veneranda età di 11 anni suonai le mie prime tre mazurche di Chopin, che senza dubbio non avevo la maturità per interpretare (ma tant'è... cosa si ha la maturità di interpretare a 11 anni? Forse l'op. 28 n. 4? Mah...) Tu Frank magari hai iniziato coi preludi del "mio primo Chopin", ma nel mio primo Chopin ci sono anche alcune mazurche
  8. Nessuno ha ancora contestato nessuno nayg non ha avuto il tempo di rispondere... a cosa ti riferisci?
  9. D'accordo, io ne facevo una questione tecnica... se si dovesse ragionare sempre e solo in termini di maturità musicale probabilmente bisognerebbe suonare Bach dopo i 50 anni...
  10. Una mazurca no? Io partirei da lì...
  11. Sì, lo era, a mio parere, perché perpetuava la confusione tra metro e ritmo. L'alternanza 5/4 3/4 ecc. non mi sembra sia ciò che viene spiegato nell'articolo che mi è stato copiato (sono semplici cambi di metro), mentre ad es. 3/4 > 7/8 è più vicino (per come ho inteso la questione) a rientrare negli esempi di "ritmica additiva", perché si passa da un movimento ternario con suddivisioni binarie ad uno, sempre ternario, dove una sola "cella" (come viene chiamata nell'articolo) è ternaria (12 12 12 > 12 12 123). Siccome si tratta di una questione puramente terminologica, è necessario intendersi perfettamente sui termini, perché sul merito della questione, fortunatamente, non mi trovo in difficoltà nell'accettare un cambio di metro...
  12. Oltre a farti i complimenti perché è davvero bello (e tu dovresti sapere quanto valore io dia a questo aggettivo!), ti confermo che è assolutamente "suonabilissimo". Quindi, vai tranquillo! PS chi ti ha detto che è "terribilmente difficile"?
  13. Grazie, mi bastava capire cosa significasse "ritmo additivo" (e nessuno era riuscito a spiegarmelo). È sufficiente wikipedia.
  14. Be' diciamo che io non ho ancora capito esattamente cosa voglia dire camy86 (a prescindere da metro e ritmo). Dopodiché se si parla della Danza Sacrale di Stravinski e si parla di "ritmo additivo" riferendosi all'alternanza di metri differenti, lì mi sa che ci sia poco da "adattare"... però magari mi sbaglio io e, allora, spiegatemi, ma fatelo davvero perché non sto capendo né il fulcro del discorso né dove ci sarebbe da "adattare" la terminologia...
  15. Non ho capito la tua domanda... vuoi dire che in culture musicali diverse tra loro si può confondere il metro con il ritmo?
  16. Il materiale è molto interessante, sul serio. È un po' "disordinato" diciamo così e la conclusione non è conclusiva (ci si aspetterebbe un seguito). Ma se riesci a fare un po' di ordine per dare una struttura più chiara al tuo pezzo direi che ci siamo.
  17. Però si continua a parlare di ritmo e di metro come se fossero la stessa cosa...
  18. Ecco... era un modo gentile per dirti che stai dicendo cose con un senso difficile da individuare (altro eufemismo...)
  19. Concordo. E avrei detto (e scritto): «mi chiamo Grygorij Skolopendrah e questo è il mio pezzo "Mouse trap, for prepared piano, glass box, ping pong balls and a standing performer op. 65b"».
  20. Io credo che, non essendoci il nome del "compositore", si tratti di una provocazione bella e buona... Almeno: lo spero...
  21. No, attenzione: "urtext" significa "testo originale", non è una casa editrice. La Henle, la Bärenreiter, la Breitkopf sono case editrici che pubblicano versioni "urtext" delle Sonate di Beethoven ecc. ecc.
  22. Credibile o meno, W. von Lenz ha diviso in tre periodi la produzione di Beethoven, ovvero: il Primo Beethoven dal 1770 al 1802; il Beethoven centrale (o "eroico") dal 1803 al 1814; il Tardo Beethoven dal 1815 alla morte. Magari ti può essere utile.
  23. Spunto non interessante: interessantissimo! che apre a un discorso ad ampio raggio, che potrebbe essere fatto anche al contrario. Ovvero: la musica "da film" è per forza meno valida della musica assoluta? e, per contro, se uno scrive musica "così così" è giustificato se dice che lui scrive "musica da film"? Io credo semplicemente che la musica che accompagna immagini o teatro sia semplicemente musica diversa, ad esempio, nella struttura. Naturalmente, nella fattispecie, Morricone è, tra i grandi compositori di colonne sonore, uno di quelli che ha trovato una "cifra" nell'individuare motivi a volte di una brevità quasi aforistica che diventano, loro stessi, la colonna sonora di un intero film, senza quasi ombra di sviluppo. A tutt'oggi il tema più sviluppato di Morricone che io conosco è il magnifico tema di "Nuovo Cinema Paradiso": Ma forse il più universalmente conosciuto (o uno dei più) è quello de "Il buono, il brutto, il cattivo": Questo tema è totalmente privo di sviluppo e ricompare reiterato durante tutto il film. Ma è e resta uno dei più bei temi della storia del cinema, a mio parere. Un discorso analogo a quello proposto da Simone si faceva, un secolo e mezzo fa, a proposito dei Poemi Sinfonici (non è molto diversa la questione, ci arrivo presto, prometto), ovvero: il fatto di scrivere un pezzo la cui trama sia un testo letterario giustifica chi scriva un pezzo strutturalmente debole? La risposta è chiarissima a tutti, vero? ed è, ovviamente, no. Il fatto che all'origine di un pezzo musicale ci sia un testo letterario non significa che quel pezzo non debba essere autosufficiente, e stare in piedi da solo. Voi ascoltate il Don Juan di Strauss e, anche se non conoscete una riga del poema di Lenau, vi godete venti minuti di musica splendida (che apprezzerete ancora di più una volta che conoscerete il poema). Non è esattamente la stessa cosa, lo so. Ma mi è venuto in mente e lo volevo dire. Forse il paragone più calzante sarebbe con le musiche per il balletto, ma anche lì avremmo esempi preclari di musiche che noi conosciamo e che vengono eseguite regolarmente senza la parte danzata (ovvero senza il fine diretto per cui sono state scritte) e mi riferisco, come immaginerete, almeno a Tchaikovski e, ancora di più, a Stravinski. Una delle più belle colonne sonore degli ultimi anni è, a mio parere, quella di Jurassik Park (John Williams): La sto riascoltando proprio adesso intanto che scrivo e vi devo dire che continuo a considerarla una delle musiche più belle scritte negli ultimi anni (1993). Alla domanda di Simone "sareste veramente in grado di dire che sia musica da film?" io dovrei rispondere, probabilmente, di no, ma la stessa cosa vale anche per alcune delle colonne sonore dei film di Hitchcock, scritte da quel genio di Bernard Hermann, come ad esempio quella di Psycho (1960), dalla quale è stata tratta questa meravigliosa suite. L'originale (e la suite) sono per orchestra d'archi e anche la "scena della doccia" è orchestrata senza alcun effetto. Ascoltate che meraviglia: http://www.youtube.com/watch?v=dQRfTvayqk0 Bisogna però dire che in alcuni momenti si avverte il senso di "vuoto" che lasciano alcuni suoni, privati delle immagini per i quali sono stati scritti... In ogni caso, non mi sognerei mai di dire che un compositore di "musica da film" è un compositore minore, quindi, per quel che mi riguarda, dire di Morricone che "è un compositore più adatto alla musica da film" non è un'offesa, come non lo sarebbe dire di Giuseppe Verdi che "è stato un compositore più adatto all'opera che non alla musica strumentale". Abbiamo esempi di grandi compositori che hanno scritto musica da film bellissima, pur continuando a restare conosciuti, almeno al di qua dell'oceano, per le loro composizioni strumentali. Uno di questi è Erich Korngold, che per Hollywood ha scritto tonnellate di musiche da film, che tutti abbiamo guardato, senza sapere che la colonna sonora era di uno dei più importanti autori del XX secolo. Qui la suite da "Le avventure di Robin Hood", sapevate che la musica era sua?
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