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Piano Concerto - Forum pianoforte

thallo

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Tutto postato da thallo

  1. thallo

    Gli Amen

    molto bello Gibbons. Ora ne metto uno che sicuramente non è maestoso, ma che secondo me è stupendo per come chiude un momento difficile da chiudere... vabbé, sentirete. Ave Maria II di Liszt, per coro misto e pianoforte. Fatta dal Coro Costanzo Porta, che è uno dei cori in cui canto ;-) e ci sta anche in tema "Ave Marie", quindi ascolto consigliato a tutti
  2. Molto bello l'Amen finale, tra l'altro :-) lì si vede e si sente che conosci il repertorio. Si potrebbe quasi fare un topic con gli amen migliori dei pezzi corali... ne metto uno, il Geistliches Lied di Brahms per coro e organo, con un amen finale mastodontico http://youtu.be/PHe48dEar2A?t=3m54s guardando la parte, effettivamente il Benedicta tu in mulieribus dei soprani mi sembra la versione più riuscita del tema. Sbaglio o è l'unica triade veramente consonante del brano? :-) c'è un fugace dom senza quella maledetta settima maggiore...
  3. Non credo di essere stato maleducato, ma notoriamente i miei commenti suscitano critiche. Forse perché, non essendo un compositore ma un esecutore, e un critico, non ho lo scopo di farti modificare un brano in nessun senso. Per me quel brano è sbagliato, in elementi troppo importanti per poter essere tralasciati. Ma immagino che sia importante pedagogicamente sforzarsi di mettere le pezze anche a brani sbagliati. Rimango comunque curioso di sapere dove sono stato offensivo. Mi sono rivolto a te come persona solo quando ho supposto che tu non ti sia sforzato di immaginare delle voci reali. Cosa di cui sono convinto, perché non esistono dei tenori con l'estensione segnata da te (da Lab sotto il rigo a La sopra), e in generale il tuo pezzo è scritto male per l'organico a cui ti riferisci. Della serie "quello che scrivi mi parla del tuo impegno", ci sono pure un po' di refusi, tipo la croma ribattuta dei tenori a batt. 12 sulla stessa sillaba, o le sincopi tra batt. 17 e 18 dei soprani (non si sa su che sillaba). Come interpreto questi errori? Stante il fatto che nessuno viene decapitato per un brano poco convincente, io penso che tu non abbia seriamente immaginato 4 cantanti di registri diversi che cantano questo pezzo nota per nota. Hai fatto un brano organistico. Forse non dovrei parlare delle intenzioni, ma solo dei risultati. Ma allora ti chiedo con curiosità: perché hai fatto quella salita a sincopi dei soprani? Perché hai fatto iniziare i tenori dal Lab sotto il rigo? Battiti per le tue scelte musicali invece di liquidarmi come maleducato.
  4. Ho ascoltato anche il pezzo di Classic. Non voglio essere distruttivo, questo mio commento non ha quest'intenzione, e quindi inizio con le cose belle: secondo me è d'impatto e a me piacciono le cose d'impatto, anche se tendenzialmente l'impatto è sempre un po' easy listening. E' semplice e "senza pretese" ma potrebbe piacere ad un ipotetico pubblico di chiesa (se escludiamo il fatto che l'Ave Maria non è un pezzo liturgico e quindi in chiesa non viene eseguito...). Ma... Non è un pezzo per coro a cappella. E' cantabile, rispetto a quello di Bianca, ma è insensato. Oltre alle tessiture estreme, oltre alla chiave di basso al tenore, c'è un altro problema di cui non abbiamo parlato: sbaglia le tessiture medie. Se un soprano fa un La naturale acuto in forte, allora la cosa si può fare. Se un basso fa un Mib grave, come faceva nel pezzo di Frank, e lo fa da solo in piano, ci può stare (uno però...). Ma se come a batt. 19 i tenori devono fare un Sib terzo rigo (chiave di violino, però) in forte e subito dopo un Fa quinto rigo in mezzo piano, allora vuol dire che non ti sei neppure sforzato di pensarlo per delle voci VERE. Io tiro acqua al mio mulino di cantante e corista, ma se un pezzo non può essere cantato bene, allora è inutile perderci tempo a scriverlo. Un compositore non è uno che snocciola accordi interessanti. Quelli possono venire pure a c*lo, basta abbondare in dissonanze e risoluzioni... se non le conoscete VOI le voci, chi le deve conoscere, il macellaio sotto casa? Questo, se va bene, è un pezzo per organo...
  5. condivido in pieno il "è questione che non si capisce" :-) ma passo al brano di Frank, che mi sono "goduto" bene poco fa. Mi piace e sarei contento di sentirlo con le voci usate da Bianca (io non so assolutamente nulla di come si faccia, ma fatelo perché finora è il modo migliore). Mi piace la brevità densa e sono convinto che molte di quelle armonie funzionerebbero benissimo in un coro, soprattutto perché hai tenuto le parti molto strette e questo darebbe una ricchezza di armonici incredibile. In questo senso, commento anche un accenno che qualche giorno fa avevi dato sul topic dell'intonazione corale: come far intonare i cluster ad un coro? Beh, l'occhiata e l'ascolto dicono che in questa Ave Maria non hai messo dei veri e propri cluster. Ci sono funzioni armoniche, dissonanti ma sempre "funzionali", e questo le rende intellegibili anche da un punto di vista esecutivo. E apprezzo molto il tuo stile contrappuntistico, l'idea che l'accordo arrivi se non come sovrapposizione di linee almeno come punto finale, cadenzale, di una serie di movimenti melodici. Che sono riconoscibili anche all'interno della dissonanza. Quindi, voce principale che espone la melodia, ad arco, che nella sua parabola discendente si condensa e diventa armonica, grazie all'arrivo delle altre voci. E nei momenti "topici" del testo, rimane sempre una sola voce a far capire qual è la parte importante delle parole (procedimento, per altro, speculare a quello d'inizio). E' ben congegnato ed è molto "vocale". E, come voce nel deserto, aggiungo che dimostra una "cultura" di repertorio corale... avete parlato di pianoforte, tavolino e gesti. Ma il modo migliore per sapere cosa scrivere e come scrivere, senza incappare in problemi stilistici o di genere, rimane ascoltare il repertorio. Siate sinceri, quanti di voi ascoltano repertorio di cori a cappella? :-)
  6. Era da tantissimo che non commentavo un laboratorio, ma visto che mi sono messo a parlare di coralità anch'io, voglio dare mezza opinione :-) che è molto simile a quella di rstrauss, almeno per la prova di Bianca. Le tessiture singole hanno dei problemi, le tessiture complessive complicano questi problemi: i tenori spesso troppo gravi e i bassi spessissimo troppo gravi (mi e mib gravi come se piovesse), a distanze eccessive dai soprani, che a volte spariscono e a volte sforano. Da corista la cosa che mi salta di più agli occhi, e alle orecchie, è la difficoltà estrema di intonazione che ci sarebbe nella maggior parte dei momenti "movimentati". Ci sono molte false relazioni, che vi assicuro che sono LA MORTE NERA per un coro :-) e tante note che sembrano transiti ma che in effetti sono molto difficili da intonare. Da batt.32 a 36 è il delirio. E non solo perché, come notava Strauss, ci sono salti pazzeschi, ma perché ci sono unisoni e ottave da intonare, e praticamente un ritmo armonico che cambia alla croma. Non so, hai trovato delle soluzioni armoniche molto belle in alcuni punti, secondo me. Ma muovere un po' meno le voci sarebbe meglio, credo :-) Ah... e non capisco le "ragioni" dei metri che hai usato. E rilancio dicendo che secondo me la sincope si sente eccome. In presenza di indicazioni più specifiche ne potremmo parlare, ma così com'è la prima battuta dei soprani verrebbe cantata sicuramente "aa-veeee". Sarebbe una sincope meno percepibile, forse, con le giuste indicazioni. Sempre i soprani, cogli alti, a batt. 20 dicono chiaramente mulie-rì-bus. Andando avanti, il benedicta a batt. 30 lo immaginerei con il "ta" in diminuendo, ma mi sembra francamente troppo lungo per una sillaba atona, e chiudere un diminuendo sul sib acuto per quei poveri soprani sarà un'impresa. Il benedictus dopo è intrigante, ma sono curioso di sapere se c'è una ragione per cui hai sottolineato così tanto l' "et". Non so se è voluto, ma l'effetto metrico è quello di una sequenza di 3/4 incastrata in un tempo 4/4. ét-bene-di/ ctùs-ee-ee/ ét-bene-di/ ctùs-ee-ee/ èt-bene-di/ ctùs-fructus-ventris/ tù-i-i
  7. http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-03-13&ch=31&v=338501&vd=2014-03-13&vc=31#day=2014-03-13&ch=31&v=338501&vd=2014-03-13&vc=31 comunque, volevo precisare una cosa rispetto a un messaggio precedente. Ho buttato lì una ipotetica e probabilmente inesistente "ratio" 300/197 ... non mi ricordo a memoria tutte le principali relazioni intervallari, men che meno quelle molto lontane. Ma quasi sicuramente questa non esiste :-) e allora approfitto anche per spiegare il semplice criterio con cui si segnano gli intervalli. L'altezza assoluta si indica in Hertz, l'unità di misura della frequenza. Anche le altezze relative, gli intervalli, possono essere indicati in Hertz, ovviamente, ma essendo il concetto di intervallo "modulabile", allora ha senso parlarne in modo ancora più generale, riferendosi alle relazioni tra una qualsiasi tonica e l'altra nota che incornicia l'intervallo. Nelle intonazioni naturali, come dicevo, si privilegiano le note molto consonanti e quindi i numeri delle frazioni (ratio) che indicano gli intervalli sono sempre molto piccoli. Ma cosa sono questi numeri? Indicano l'armonico naturale in cui avviene l'unisono tra i due suoni. Ovvero... se prendiamo la ratio 2:1 (in genere si mettono i due punti quando si indica un salto e lo slash quando si indica la sovrapposizione armonica), che indica l'ottava, quindi ipoteticamente do1 e do2, noi sappiamo che il secondo armonico di do2 crea un unisono con il primo armonico di do2. Questi "ordinali" degli armonici comprendono anche la nota fondamentale, quindi il secondo armonico di do1 è do2 e il primo armonico di do2 è do2. La quinta do1 - sol1 si indica 3/2 perché il terzo armonico di do1 (sol2) crea un unisono con il secondo armonico di sol1 (sol2). E così via, la quarta do1-fa1 si indica 4/3, la terza maggiore do1-mi1 5/4, la settima minore do1-sib1 7/4 oppure 7/5, la seconda maggiore do1-re1 9/8, la terza minore do1-mib1 6/5 etc etc Lungi da essere delle cose fisse e immutabili, queste relazioni di consonanza hanno avuto vicissitudini continue. Soprattutto per la modalità con cui sono state "scoperte" e adottate. Esempio, la settima minore 7/4 pur essendo un intervallo molto consonante non è mai stata considerata una settima "naturale". Semplicemente perché nel sistema ciclico di "temperamento" della scala, ovvero in quel calcolo molto coerente da cui si ricavano gli intervalli della scala naturale, non viene fuori. Esiste, tutti ne conoscono l'esistenza, ma storicamente è poco usata. Questo è un problema matematico-logico che potremmo definire come indecidibilità, il fatto, cioè, che ci sono proposizioni vere a cui, però, è quasi impossibile arrivare. Ecco, ci sono moltissime consonanze acustiche possibili, ma i nostri strumenti musicali non sempre le emettono. La voce, essendo uno strumento a intonazione totalmente libero, può potenzialmente emettere ogni consonanza esistente, sia in ordine melodico che in ordine armonico.
  8. tra l'altro, ieri la sinfonia è stata un successone :-) andate a vedermi nel coro sullo streaming di Rai5
  9. E' un bel punto di vista quello della composizione corale. Io sono sempre convinto che più cose si scrivono su una partitura, meglio è, così i direttori di buona volontà ma di scarse conoscenze possono comunque capire cosa fare. Del resto anche i compositori spesso non conoscono fino in fondo le "implicazioni" acustiche di quello che scrivono. Da cantante io mi chiedo spesso quale sia l'idea tecnica del compositore, e questo perché da cantante io posso lavorare solo in modo tecnico. Sono uno strumento che si auto-crea ogni volta e mi piacerebbe che il compositore mi dicesse ogni volta cosa fare, come farlo, o a quale PRECISO risultato devo tendere. Ma questo è davvero un altro discorso. L'analisi spettrale è piombata nell'analisi musicale da un bel po', ma il suo utilizzo è ancora molto settoriale. La cosa che andrebbe capita è che la storia dell'armonia e della composizione risolvono in gran parte da sole anche i problemi analitici relativi agli spettri armonici, alla teoria della consonanza e della dissonanza. Cioè, per capire cosa significano gli accordi di Monteverdi, "basta" Zarlino. Che è il discorso iniziale che facevo, cantare consonanze da un punto di vista acustico, basandosi sulla "natura" dell'armonia per come la intendevano i teorici del periodo di quella composizione. Questa è filologia musicale vera, cioè interpretazioni storicamente informate. E per storia non si intende la data di nascita e di morte di un compositore, ma qual era la quinta giusta secondo il suo periodo, quanto larghi dovevano essere alcuni intervalli per lui, quanto diversi potevano essere i la# rispetto ai sib etc... I veri problemi arrivano proprio "dopo" la polifonia vocale, quando cioè la polifonia e la teoria armonica si rassegnano ad essere utilizzate per strumenti a intonazione fissa, con tutti i vari temperamenti e modelli di intonazione che conosciamo. Un direttore di coro, o un analista, o un compositore di musica corale, deve porsi una domanda pesante: la coralità ai tempi del sistema temperato segue le regole vecchie o ne segue di nuove, a copia degli strumenti? No perché i problemi armonici e acustici dell'800 non sono più i problemi delle voci, e in effetti non sono più neppure i problemi dei compositori, che si disinteressano dei vecchi concetti di consonanza. In questi giorni di prove su Mahler questa è una domanda pesantissima, di cui si sente proprio il bisogno. Per fortuna le sonorità dei cori tendono ad adattarsi alle sonorità delle orchestre, e un'orchestra come quella Mahleriana, piena di ottoni e percussioni, scivola con molta facilità verso una grande intonazione naturale. Gli armonici sono così tanti che ci si stona tutti assieme :-) Detto questo, il numero e la natura degli overtones emessi da una voce cantata cambiano dalla tecnica con cui quella voce cambia. Anche questa tecnica dovrebbe essere adeguata al tipo di musica. Come dicevo prima, in un repertorio di polifonia antica sacra, dove la consonanza ha un senso molto profondo, la tecnica dovrebbe portare a rendere intellegibili un alto numero di parziali armoniche. E in soldoni questo avviene rendendo molto precisa la fondamentale, eliminando del tutto il vibrato, provano a far risonare tutte le voce del coro e sfruttando le cavità di risonanza di ognuno. E' un lavoro difficilissimo, soprattutto per gli italiani, che vedono il canto come uno "sport" solistico, e che considerano le voci scure e vibrate come ricche e piene di armonici. Questo è vero per i solisti, ma è falso per i coristi. In coro non si cercano armonici e basta, si cercano armonici naturali. E le onde con più armonici naturali sono le onde più vicine a quelle sinusoidali, ovvero onde pure, intonate, precise. ma smettila...
  10. In questi giorni sono a Torino a cantare con un coro, giovedì e venerdì faremo la Seconda Sinfonia di Mahler con l'Orchestra Sinfonica della RAI. Il coro in questione si chiama Coro Maghini ed è diretto dal M° Chiavazza, un maestro di formazione polifonica, uno di quelli che cura moltissimo l'intonazione del coro. Volevo perciò approfittare dell'occasione (e del tempo libero che ho in questi giorni) per introdurre quest'argomento, poco conosciuto ma molto importante (e molto "di moda"). E' un argomento vasto, quindi proverò uno dei mille possibili accessi. Eventualmente, se la cosa vi interessa, approfondirò col tempo. Una serie di persone intonate non necessariamente formano un coro intonato. Cos'è un coro intonato? E' un coro che esegue soprattutto accordi (o sovrapposizioni armoniche) intonate. E cosa, nella pratica corale, un accordo intonato? E' un accordo il cui grado di consonanza sia il più alto possibile. Quello che ho scritto può sembrare banale o può sembrare inconcepibile. Banale, perché ho parlato di nulla. Inconcepibile perché ho introdotto l'argomento della consonanza come se fosse l'unico elemento della teoria armonica. In realtà non lo è, ma è l'elemento più importante dell'intonazione di un coro. La consonanza non è solo un concetto della teoria musicale, è soprattutto un concetto di fisica acustica. Io ho imparato a definirlo come la qualità di una sovrapposizione armonica esprimibile con una frazione di numeri interi dove più bassi sono questi numeri più è elevato il grado (di consonanza). In parole povere, la consonanza più alta possibile è un unisono, che si esprime con il numero 1. La seconda sovrapposizione armonica più consonante è l'ottava. Due voci che cantano ad un'ottava di distanza formano una sovrapposizione armonica esprimibile con la frazione 2/1. Sono due numeri interi molto bassi, i più bassi possibili dopo 1. Andando avanti così, possiamo esprimere l'intera serie di intervalli (semitono, tono, terza minore, terza maggiore etc) con delle frazioni. E arriveremo ad un prospetto di intonazione molto simile al famoso sistema naturale pitagorico. Presa in questo modo, la questione sembra solamente matematica. In realtà le conseguenza pratiche sono gigantesche. Prendiamo due cori. Uno canta una quinta vuota, tipo Do-Sol, e la canta intonandosi perfettamente sulla quinta giusta 3/2 . L'altro coro, invece, non fa una quinta giusta perfetta, ma sporca un po' l'intonazione e canta, non so, una quinta 300/197. Che differenza sentirete? Probabilmente nessuna :-) ancora di più, è molto probabile che il coro "stonato" vi appaia più ricco, più complesso, e questo perché quando parliamo in termini astratti di intonazione, ci riferiamo quasi a dei file midi, a delle onde sinusoidali, ovvero a delle fonti sonore che emettano UNA SOLA FREQUENZA. La voce non emetta una sola frequenza, è un casino di cose diverse, perciò un accordo non sarai mai perfettamente perfetto. Quando però la differenza tra i due cori diventa più significativa, allora succede prima di tutto una cosa: il coro stonato canta più piano. La prima e meno considerata conseguenza di una polifonia intonata è il VOLUME. Perché due note consonanti corrispondono a due onde consonanti, e quando due onde sono consonanti entrano in fase e in RISONANZA. Ovvero, si amplificano vicendevolmente. Questo meccanismo non è nuovo alle conoscenze musicali. In realtà è uno dei meccanismi vocali più conosciuti da sempre. Quando ancora non si conosceva il do di petto, la tecnica dell'emissione "lirica" e tutte le altre cose di cui si parla nei teatri d'opera, le cattedrali europee venivano costruite per amplificare triade perfette perfettamente intonate e incredibilmente risonanti. Io c'ho cantato nelle chiese, anche con cori belli grossi, e vi assicuro che è tremendamente difficile farsi sentire. Tutto rimbomba e tutto fa schifo. Poi arriva un corettino inglese di 20 persone e fa cadere i muri... questo è possibile proprio perché la musica antica E' SCRITTA per essere pazzescamente intonata. Per ora mi fermo qui. Ditemi se l'argomento vi interessa ;-)
  11. è lui :-) non è complesso come scrittura
  12. era una bufala presente su wikipedia e praticamente tutti i quotidiani italiani ci sono cascati
  13. neanch'io conoscevo Lang, ma il pezzo in Yiddish è veramente fighissimo, molto d'impatto. "The Lamb" di Tavener lo sto cantando col mio coro in questo periodo, lo stiamo preparando per un concorso a Londra, e mi piace molto quest'idea di coralità "inglese", che fa un passo in più di Part (o un passo in una direzione diversa) nel senso che oltre alla vocalità ferma, alle armonie pulite anche quando sono dissonanti, c'è una forma breve, semplice, classica
  14. Comunque, visto che siamo nella sezione musica classica, nessun commento sui pezzi?
  15. Io alla prima visione ho pianto un po', alla seconda ho pianto molto :-) e l'ho vissuto proprio come un film "contro" le narrazioni forti, le epiche ideologiche e artistiche. E' un tema che mi tocca profondamente, perché io non credo nell'epica, sono più un uomo da rassegnazione, da costatazione del disastro. E Sorrentino secondo me narra un disastro bellissimo, un pantano di bellezza, di godimento da cui è impossibile uscire se non vivendo momenti di emersione, di bellezza-di-un-grado-successivo, che nel caso di Jep Gambardella è il ricordo delle radici e l'inizio di un nuovo romanzo. Guardando il film ho pensato a uno "stacchetto" di MTV che secondo me rende molto bene l'idea di "camp": dei teschi d'oro ricoperti di cioccolato fuso :-) il camp è quella specie di corrente artistica, o ideale estetico, che porta all'estremo l'idea della bellezza senza funzione. Praticamente è un kitsch che sa di essere kitsch e marcia sul limite tra bruttissimo e bellissimo. Per farci capire, Platinette è camp. E perché si ispira a "Divine", una famosa drag queen cicciona e feticista che divenne musa ispiratrice di John Waters, il regista di "Hairspray". L'estetica "plastificata" degli anni '50, quella delle padrone di casa con i capelli cotonati, i vestiti dai colori accesi, le superfici lucide, è camp. In realtà tutte le estetiche pop sono camp, quando cercano di essere bellissime. Ecco, La grande bellezza, secondo me, adotta un'estetica camp per descrivere un mondo in cui l'arte è forzatamente superbellissimissima, così superbellissimissima da non avere senso. L'arte, le feste, i vestiti, le occasioni sociali, sono tutte estetizzate al limite. Ma questa vita che dovrebbe essere meravigliosa, in realtà è vuota di significati, e tutti cercano un po' sì e un po' no qualcosa di più. La cosa che secondo me ha disturbato molti, è che negli ultimi anni siamo convinti che all'eccesso si debba contrapporre la rigidità. La maggior parte dei miei amici che hanno odiato il film sente dentro di sé il fallimento dell'intellettuale di sinistra, della tipa che nel film vorrebbe essere così pura da opporre la lotta civile all'insensata bellezza. Ma il suo E' un fallimento, come è un fallimento quello del ragazzo che legge Proust e Turgenev e si suicida. E' un fallimento pure quello di Romano (Verdone) che torna a Nepi perché Roma lo ha deluso. L'unico personaggio veramente puro, che è la Santa, è ridicolo e del tutto inavvicinabile, perché la povertà si vive, non si racconta! A me è piaciuto tantissimo come personaggio e moltissimi miei amici non lo hanno neppure capito. Se avete mai visto Così è (se vi pare) di Pirandello, avete capito la Santa :-) è la verità, è il deus ex machina enigmatico finale. Che però, ripeto, è così puro da essere incomprensibile, e comunque ridicolo o, usando un termine pirandelliano, grottesco. Siamo terrorizzati dalla sua purezza. In tutta questa bellezza impantanata, ci sono momenti di emersione. Che sono le albe e i monumenti di Roma, soprattutto, le situazioni in cui Jep piange, i ricordi dell'amore perduto. Questa è bellezza che resiste, chiusa a chiave nei palazzi delle principesse o nei nostri ricordi. O, come nel caso dei poveri Colonna di Reggio, contemporaneamente chiusa a chiave nel palazzo e nei loro ricordi. La scena della vecchietta che guarda la sua culla è tremenda...
  16. tra l'altro, io sono fermamente convinto che i pezzi scelti per la colonna sonora parlino moltissimo dell'idea estetica del film stesso. Non a caso sono soprattutto brani "post-minimalisti", ripetitivi, circolari...
  17. Il film è uscito, ha vinto l'Oscar e ieri sera è stato mandato in onda in chiaro e in prima serata su Canale 5. Sul web si stanno sprecando le opinioni, positive e negative. A me il film è piaciuto moltissimo, e sempre moltissimo mi è piaciuta la colonna sonora, fatta totalmente di brani non originali, ovvero composizioni non esplicitamente composte per il film. A questo link trovate la "track list" della colonna sonora http://www.soundsblog.it/post/255669/la-grande-bellezza-colonna-sonora-e-canzoni-del-film-vincitore-del-premio-oscar-2014 io vi carico i video di youtube di alcuni dei pezzi più significativi "I lie" di David Lang http://www.youtube.com/watch?v=FO8DqDWBzLI "World to Come IV" di David Lang "My Heart's in the Highland" di Arvo Paart "The Lamb" di John Tavener Terzo movimento dalla Terza Sinfonia di Henryk Gorecki http://www.youtube.com/watch?v=cd-spvWyoVc "Far l'amore" di Bob Sinclar feat. Raffaella Carrà
  18. In questi giorni sto facendo battaglie asprissime con molti amici, che per esprimere il loro dissenso nei confronti di Renzi e delle sue scelte, stanno non solo tirando fuori i lati peggiori di loro stessi (gli attacchi alla Madia sono, secondo me, uno schifo assoluto) ma stanno anche ignorando perle uniche come quella citata da Daniele. I problemi della scuola italiana sono tanti e per la mia piccola esperienza di internauta posso tranquillamente affermare che nessun politica riuscirà mai ad accontentare tutti. Ma penso che si dovrebbe partire da un piccolo e semplice principio: tutti vogliono fare del bene. Io ne sono convinto. Chi sbaglia lo fa nella convinzione di fare la cosa giusta e spesso e volentieri anche nelle questioni "tecniche" è possibile trovare modelli e opinioni per ogni stagione. Piccolissimo esempio. Di recente mi sono trovato a commentare lo status di un conoscente che si lamentava delle idee di Scelta Civica rispetto alla scuola. Per chi non lo sapesse, Stefania Giannini nuovo ministro all'Istruzione appartiene a quell'area. Ecco, pare che Scelta Civica abbia espresso la necessità di diminuire le ore di lezione frontale nelle scuole superiori e diminuire le ore di filosofia... o almeno così questo mio conoscente metteva le cose. A prescindere dal fatto che le dichiarazioni contano poco, contano di più i fatti, quindi fintanto che non c'è un decreto attuativo dovremmo SMETTERLA di strapparci i capelli, si dice da anni che la scuola italiana ha troppe ore di lezione e che i ragazzini non imparano un bel niente a stare seduti ad ascoltare il prof. . Dall'altra parte, però, non appena si propone la diminuzione di un monte ore, giù con i lamenti, con le frasi ad effetto tipo "stanno distruggendo l'occidente!", con i complotti per cui ci vogliono tutti ignoranti etc etc. Io penso che tutto questo sia un po' esagerato. Io vorrei moltissimo che degli insegnamenti musicali arrivassero alle scuole superiori. E vorrei che l'educazione musicale alle scuole medie venisse ripensata in toto. Ma io stesso sono il frutto del sistema scolastico che critico e questo mi porta a dire che si riesce a diventare musicisti, ad amare la musica, a migliorarsi grazie alla musica PERFINO in questo sistema scolastico. Ammetto che se fossi io al Governo considererei prioritarie altre riforme, sempre all'interno del tema scuola. L'edilizia scolastica è più importante, a mio avviso, il rapporto scuola-impresa, l'insegnamento matematico e scientifico...
  19. Cerco di non essere offensivo ma perentorio. Rufus Wainwright è un cantautore che si batte da anni per il riconoscimento dei diritti LGBTQ nel mondo. Secondo le cronache, alcune associazioni cristiane hanno visto nella canzone "Messiah gay" un'offesa nei confronti di Gesù di Nazareth detto "il Cristo". Io aspetto ancora che qualcuno prenda il testo e mi indichi "dove" ci sono queste offese. Io il testo l'ho letto ma preferisco non linkarlo perché nelle migliori tradizioni legislative l'onere della prova sta all'accusa, non alla difese. Ricordo, però, che chi utilizza la costituzione, la legge, come arma, dovrebbe conoscerla un po' meglio, forse... sarà banale dirlo, e per me è banale, ma Rufus Wainwright è un cittadino straniero che non ha mai compiuto alcun reato in Italia. Il reato di "blasfemia" in Italia, per altro, non esiste. Bestemmiare viene considerato un illecito amministrativo, punibile con delle multe, anche abbastanza esigue. Esiste il vilipendio della religione (qualsiasi religione) che è un reato molto difficile da contestare, vista la sua tangenza con l'espressione della libera opinione. In linea di massima, chi vilipende la religione lo fa con ingiurie rivolte a persone e cose atte a offendere in ultima istanze una religione. Praticamente quando la Santanché ha detto in TV che Maometto era un pedofilo, perché secondo il Corano sua moglie aveva 13 anni, era perseguibile per vilipendio della religione. Rufus Wainwright non ha mai fatto nulla di tutto ciò. Neppure in Canada. Se dovessi parlare di un bel vilipendio alla religione, parlerei del "Don Giovanni" di Mozart. E per fortuna Mozart non è stato invitato a Sanremo. E se dovessi parlare di una stupida censura, parlerei di questa raccolta firme.
  20. quindi non è una questione di blasfemia, è una questione di soldi pubblici. Bene, allora perché non aboliamo gli svariati benefit fiscali dello stato italiano verso le proprietà vaticane? :-)
  21. ... articolo risalente al 2009 ...non è proprio una notizia attuale detto questo, leggendo l'articolo (che va letto perché Baricco non è uno sprovveduto) io sono abbastanza d'accordo. Il "luogo" teatro è ormai accessibile a tutti e nonostante questo nessuno ci va. Scuola e TV sono luoghi in cui tutti "vanno" ed è lì che si dovrebbe concentrare lo sforzo culturale economico pubblico
  22. Ovviamente, se vuoi chiedere consigli più nello specifico, noi siamo qua :-) io sono sempre curioso di sapere come vengono impostate le tesi
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