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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Io so che questi sistemi sono venduti in America dove ci sono zone nelle quali si raggiunge un grado di umidità relativo bassissimo. Non credo si riferiscano alle zone corrispondenti a climi temperati.
  2. Benvenuto Massimiliano
  3. Vorrei dire semplicemente la mia. L'accordo perfetto maggiore, si dice tale perché non è una "costruzione", ma esiste in natura. Infatti ricordiamo che i primi armonici di una qualsiasi nota, ad esempio Do, sono proprio il mi e il sol. Non basta: nel fenomeno fisico- armonico la fondamentale si triplica. La quinta(Sol) si presenta due volte, in modo debole, e il mi una sola, ma in modo significativo. Riportando simultaneamente questi primi armonici otteniamo proprio l'accordo "perfetto" maggiore. Intorno a queste importanti note si sviluppa il modello della scala. Uso raccontare una favoletta ai ragazzi, nella quale paragono la tonica (Fondamentale) ad un Re. La terza Mi ( modale) alla Regina e la Dominante (sol)al primo ministro. Anche la Sensibile ( si, settimo grado della scala) è importante e nel corso della storia diviene una amante del Re.A parte questa sorpresa poco "morale", le altre note della scala sono "sottosegretari" …o semplici sudditi( sopra-tonica; sottodominante; sopradominante).Quindi non possono essere messi in discussione gli intervalli dell'accordo perfetto maggiore. Esistono così. Non a caso le regole dell'armonia tonale che ci insegnano e ci impongono di poter raddoppiare la fondamentale , ci vietano di raddoppiare la terza( la modale) e ci lasciano liberi di omettere la quinta (dominante). Infatti questo rispetta la natura dei primi sei armonici: La fondamentale rafforzata, la terza si presenta una sola volta e la quinta non compare tra i primissimi armonici. Insomma tutto secondo natura. Non è cosi per l'accordo minore che si ottiene abbassando "l'umore" della Regina, che diventando più triste,genera, inventa, un diverso modello emozionale.Nello scenario "armonico" anche l'"amante" sensibile gioca un ruolo importante….ma no mi vorrei dilungare. Dopo questi rozzi esempi, che faranno scandalizzare i colleghi Compositori, spero di non aver creato confusione. Viva l'accordo perfetto maggiore che preferisco e che per ora corrisponde ancora al mio "umore". Spero almeno di avervi divertito Buona Musica
  4. Benvenuto Ivano. Ricomincia in……ascesa esponenziale!!!
  5. Sono veramente triste per la notizia. Non possono esserci parole giuste per questo episodio.
  6. Chiedere quale sia la migliore Scuola è, per me, come chiedere quale sia il migliore Autore. La Scuola si forma attraverso principi cardine che i Rappresentati hanno enunciato secondo la propria esperienza sul "campo". Parlo di concertismo e di attività musicale. Anche qui c'è molta diversità di idee. Personalmente non sono stato per esempio abituato a separare la cosiddetta "Tecnica" dalla "Musica". Chi mi ha trasmesso la Scuola ( dal filone dei M. Bajardi- Zecchi ecc)mi ha sempre sottolineato e dimostrato che le soluzioni tecniche sono suggerite dal contesto musicale e che la Tecnica e la Musica sono della stessa pasta. Ci sono per esempio scuole che fanno studiare Hanon, che io reputo inutile. Opp. alcune , ritenute illustri, che fanno ripetere una battuta cento volte, pop. ancora chi suggerisce che bisogna fare 3 ore di "tecnica" al giorno, magari ripetendo formule fuori dall'applicazione del testo musicale. L'approccio allo strumento, credo, sia e debba essere basato sul "fuori tensione"e da lì si possono pazientemente costruire gli strumenti e i gesti che ci serviranno ad eseguire l'idea dell'Autore. Usare i libri i di "tecnica" è utile per conoscere alcune formule che, specialmente nel periodo classico, si ritrovano nei prezzi musicali. Anche gli "studi" possono essere utili. Quelli di Pozzoli, di Czerny, di Cramer ecc, aiutano l'allievo a ripetere queste formule creando delle frasi musicali e alcuni entrano addirittura nel repertorio concertistico ( parlo di quelli di Chopin e Listz, ad esempio). Non bisogna abusare degli studi elementari come delle formule della Tecnica elementare, pensando che sia tutto là. Non esiste penso, anche, una Scuola per ogni repertorio, ma può verificarsi che un insegnamento sia volto preferibilmente ad un certo repertorio. Sicuramente un insegnante che suona e/o ha suonato prevalentemente repertorio romantico, sarà proteso ad insegnare e suggerire soluzioni su pezzi del repertorio romantico ecc. Personalmente ho scambiato in passato punti di vista con concertisti Polacchi e Russi e, anche nella direzione d'orchestra( con il Polacco frequentavo il corso di lettura di partitura) discutevamo molto sulla praticità da loro applicata rispetto al nostro approccio, molto più scientifico, ma non di veloce apprendimento ( si riferiva al noioso studio del setticlavio). Insomma, poi, la somma delle esperienze ci forma. Discorso un po' lungo…forse mi sono già dilungato, disordinatamente, troppo.
  7. Osservare è utile e rispettoso, specialmente quando si tratta di Grandi interpreti. Però è difficile estrapolare i principi attraverso il "visivo" perché poi ogni pianista trova il giusto "gesto" che lo fa sentire a suo agio. Dietro c'è una profonda assimilazione dei principi che alla fine si traduce in un "distillato". Quasi come se tutto fosse superato e sublimato. Addirittura nel caso della grande pianista che ho sentito e visto suonare molte volte, devo dire che attualmente usa gesti diversi da quelli della gioventù. Anche la nostra mano si modifica con l'età e con lei la muscolatura. Le cartilagini si consumano e minimamente anche le distanze cambiano un poco. Ovviamente il fine ultimo è sempre quello di superare e di esprimere determinati passaggi. Nel caso della Argerich, pur se da sempre, all'osservazione, risultava suonare con grande facilità e naturalezza, assume oggi una posizione delle dita non certo ortodossa, come se volesse superare le regole. La posizione appiattita, per esempio è qualcosa che negherebbe tutto quello che si dice in fase di "impianto" tecnico. Eppure il risultato è ottimo. Verdi diceva " Imparare le regole per poi dimenticarle"…sì…ma impararle! Quindi credo che cercare di comprendere quello che fa, visivamente, un grande Interprete, possa essere utile, ma non bisogna negare e saltare a piè pari le regole e il percorso di studio e di assimilazione. Una volta fatti nostri i principi, potremo realizzarli con un mostro "stile" anche visivo che apparterrà a noi e al nostro modo di esprimere un qualcosa che è diventato una nostra "natura"
  8. Benvenuto Tony e grazie per il positivo riscontro del nostro lavoro!
  9. La novità sta essenzialmente nella leva di ripetizione che crea la sensazione del "doppio scappamento". La leva, supportata dalla molla permette al montante di scappamento di riposizionarsi sotto il rullino ancor prima che il tasto abbia raggiunto di nuovo la posizione di riposo iniziale. Quindi rapidità nella ripetizione su uno stesso tasto e rapidità di reazione di tutta la meccanica di trasmissione. P.S. E' evidente che salendo il centro di gravità della meccanica aumenta anche il peso di ritorno che rende la meccanica molto reattiva. E' comunque opportuno non aumentare molto il peso complessivo della meccanica tentando di bilanciare per esempio una martelliera molto pesante. Ciò equivarrebbe, invece, a rendere più lenta e meno reattiva la meccanica stessa
  10. Benvenuto e grazie per i complimenti. Usciranno a breve altri Tutorials
  11. Mi sono già pronunciato sul post citato da Simone. Non mi sento di consigliare un apparecchio deumidificatore come "toccasana". Infatti mentre l'apparecchio assorbe…anche lo strumento assorbe! Io sarei, con danni così pronunciati, per spostare lo strumento. Quanto al danno irreversibile dei perni dei martelli. Si può intervenire solo dopo uno spostamento in ambiente più asciutto e quindi più adatto a rendere stabile l'assorbimento della giusta umidità relativa. Ne potremo riparlare in seguito, se vuoi, dato che sei a Roma. Si può valutare anche di fare un sopralluogo ed un esame dello strumento.
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