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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Mi dispiace non riesco ancora ad aprire. Mi dispiace di crearti problema, ma ci tengo tantissimo ad ascoltarti
  2. Non ci sarebbe nulla da aggiungere al bel video di Simone. Interessantissimo.Vorrei aggiungere alcune cose , non sulle esecuzioni dei nostri amici, ma a proposito della musica chopiniana in genere e in particolare sulla melodia. Cantare , sì va bene. Respirare, sì va bene. Ma come distinguere una buona "dizione" chopiniana. In realtà, sempre secondo me...non lo dimenticate, la musica chopiniana è governata da due elementi fondamentali:il rubato e la vena classicheggiante. Detto così. sembrerebbe porre sul tappeto due elementi contrastanti...ma non è così. Il rubato non è qualcosa che si "calcola". Per imparare a capirlo, però, si può praticare il mondo delle mazurche di questo difficile e inflazionato autore. In quel mondo non è possibile sfuggire al rubato, pena un'insignificante "dizione". Più raffinato e difficile è ricercarlo negli scherzi e nelle ballate e addirittura negli studi. Chopin vuole che questo rubato rammenti sempre all'ascoltatore la fierezza della sua Patria nella sua Musica e l'importanza del suo aspetto eroico. Anche nella seconda ballata, ad esempio,non è naturalmente un appunto a Simone, le figure puntate della melodia iniziale vorrebbero appoggio sulla nota debole e quasi la smussatura di quello "spigolo" che la figura contiene. Ciò si ritrova nell'enunciazione del tema del primo concerto , che dalle prime tre note ci fa capire l'eloquenza che il tema assume. Così anche nel dolce inizio del preludio della goccia d'acqua. Insomma una figura - croma puntata --semicroma, che solo nella lettura chopiniana può essere suonata così. Il fatto è che questa comprensione non basta. Tutto deve divenire naturale e privo di premeditazione. Pena un risultato artificiale. Io direi che il parlare favorisce il ritmo e il cantare la melodia. Ora è vero che cantare le melodie dentro e fuori di noi ci porta sulla giusta strada, ma , sempre secondo me, bisogna capirne l'essenza per poi assimilarlo e ridonarlo alla Musica naturalmente. Da ragazzo ascoltavo molto Rubinstein su disco e dal vivo, per cercare di capire che cosa ci fosse di tanto straordinario nelle sue esecuzioni. A volte, mi sembravano talmente ovvie e prevedibili che non riuscivo a circoscrivere questa straordinarietà rispetto ad altri interpreti che proponevano soluzioni nuove ed interessanti. L'ho sentito parlare più di una volta , ma mai a proposito delle "sue" interpretazioni. Poi, un giorno, vidi un documentario postumo sulla sua vita ed il figlio John disse una frase per me illuminante: " la straordinarietà della musica di mio padre era la semplicità" Proprio così. La semplicità "ritrovata"dopo un approfondito percorso. Semplicità che comprende tutto. Ora , quando ascolto una interpretazione chopiniana colgo , se l'interprete la possiede, questa semplicità, questa freschezza che la musica del grande Autore possiede. Grazie
  3. Io sceglierei naturalmente Steinway
  4. Non riesco ad ascoltarlo...mi da' errore!!!!
  5. Bene! Complimenti! Mi fa piacere che quello che "sentivo" ti sia arrivato, giusto o non giusto che sia, l'importante che tu senta l'atmosfera che il pezzo suscita. Credo che tutto il resto venga di conseguenza. Attendiamo con interesse la registrazione. Non ti preoccupare del "silenzio"......anche il "solenne bisbiglio" dei bambini impreziosisce l'atmosfera di un "live" casalingo!!!!!!!
  6. Ma anche altri pianoforti, Steinway stesso, possiedono la scala duplex. Non è una novità. Serve ad evidenziare di più gli armonici delle note alte. Il discorso sarebbe più complesso. Ma accontentiamoci di sapere che è utile, rendendo più udibili gli armonici delle note alte che altrimenti si perderebbero e farebbero risultare i suoni stessi più "piatti"
  7. Non credo tu riesca a trovare l'asta, perché mi sembra fuori misura e con una particolare forcola. Ne andrebbe adattata una nuova , copiando le esatte misure , altezze e forme. Non sarà però proprio identica all'originale. Oppure, con un taglio diagonale, incollare solo una ultima parte terminale, ovviamente più lunga , con colla a caldo e accompagnata nel colore come la parte vecchia. (Si può provare con quegli speciali pennarelli da ritocco legno- facendo prima una prova sul legno nuovo per raggiungere la identica tonalità) . Dopo incollato il taglio, avvolgi un bel po' di filo da cucire intorno alla giuntura, filo che rimuoverai dopo qualche giorno allorché la colla, dopo la presa, abbia raggiunto l'indurimento definitivo ( usare colla in perline da scaldare a bagnomaria con temperatura non superiore a 60°)
  8. Cara Nancy, ascolto solo ora la tua deliziosa incisione. E ho letto qua e là "qualche" commento, ma non troppo. Io ti faccio molti complimenti e, se non sono di troppo, ti dico la mia. Partiamo dal fatto che stai interpretando un Bach- Busoni. E credo che non si può, interpretando Busoni, rimanere devotamente legati al rispetto della spiritualità di Bach. La pedalizzazione e le numerose soluzioni che Lui, Busoni, ripropone nella musica di Bach e non solo ...ci allontanano inevitabilmente dal Bach che abbiamo in testa e ...nel cuore. Se poi, a mio avviso, vogliamo trovare delle soluzioni che ci "incatenano" di meno rispetto a questa scrittura, quella di Busoni, allora credo che non dobbiamo temere un tempo un poco più veloce. L'esempio degli scalini di Fabio calza bene. Nel tempo più lento tendiamo a trovare più appoggi e quindi più accenti. L'accentuazione cioè si "frammenta"e frammenta il discorso musicale . Non ricordo se il tempo sia in 4, mi pare. Allora provare a suonarlo in 2, con lo stesso metronomo, risulta miracolosamente più veloce e scorrevole. Il concetto è reversibile: tempo leggermente più veloce ci aiuta a diminuire gli accenti.Credo di dire cose a te ben note, naturalmente. Anche il "tocco bachiano" che tanto ci hanno inculcato, secondo me, qui non vale. Una melodia quasi pensata e appena suonata "sullo sappamento" e sostenuta dalle dolci ottave quasi organistiche, legatissime. Sotto questo solenne bisbiglio ben si staglierà , come una sorpresa,l'uscita del tema del corale, che già tu ben evidenzi. Non dico cose "giuste", ma cose che "sento". Ciò non toglie che ci hai regalato una bellissima incisione di un pezzo affatto facile, almeno per me. Grazie ancora Saluti Paolo P.S. Credo di aver già accennato in altri post di aver, in passato, partecipato all'incisione dei preludi di Chopin suonati da Busoni con il sistema di rulli Duo-Art. Il disco che vinse il Gran prix du disque, mi fece fare una grande esperienza. Busoni, anche come pianista, aveva bisogno di trovare nuove soluzioni e nuove letture. Addirittura furono giustificate alcune note cambiate, non certo( dopo approfondimento) per errore di perforazione. Anche il pedale molto particolare.
  9. Giustissima precisazione o Giovanni!
  10. Il vapore va benissimo. Attenzione : non usare il trapano perché il foro del martello è fatto con punta leggermente conica, a meno che gli stiletti siano asticciole cilindriche ( A volte li usavano su strumenti di quell'epoca, specie Schiedmayer) Naturalmente devi essere in possesso dei nuovi stiletti. Altrimenti puoi provare a riparare i vecchi incollandoli con taglio diagonale e rinforzarli, a mo di morsetto, con del filo da cucire, che sarà rimosso una volta che la colla abbia fatto presa e indurimento. Bisogna usare colla naturale a caldo, scaldata a bagnomaria senza superare i 60° centigradi.
  11. Ci vuole un tecnico che valuti perché senti questa esigenza. Non ci dici neanche se è verticale o coda. Comunque c'è una giusta proporzione tra l'affondo del tasto e la corsa del martello. La regolazione influisce eccome, specie il punto di scappamento più o meno vicino alla corda.
  12. Non capisco bene cosa devi fare......attenzione le aste nuove devono portare martelli nuovi e i vecchi devono rimanere montati sulle vecchie aste. Non scollare i martelli...altrimenti perdi la copiatura del punto di battuta. Sostituire una martelliera è cosa da esperti e si rischia di perdere le misure di progetto. Nel vecchio stiletto, inoltre bisogna osservare l'uguaglianza con il nuovo...anche dell'altezza della forcola.... Spero che tu non voglia sostituire gli stiletti rincollando i vecchi martelli; sarebbe contro ogni buon senso.
  13. Credo già di aver postato risposta a questo argomento...comunque... I piombi devono essere posizionati possibilmente più lontani dal fulcro del tasto. Però la troppa piombatura potrebbe alterare troppo l'inerzia e rendere la meccanica troppo lenta, specie nel ritorno dei tasti. Il peso dei martelli va considerato e va duplicato allorché si debbano sostituire. Per farla breve, la Casa costruttrice ha calcolato e sperimentato come dovrebbero essere le masse normali della meccanica e ogni alterazione potrebbe far sballare questi equilibri. Gli attriti dei perni, inoltre, come ho già sostenuto in numerose discussioni, influiscono notevolmente sui pesi di abbassamento e di ritorno, come pure altri attriti radenti. Non si tratta di tastiere "leggere" o "pesanti", ma di tastiere più o meno dinamiche. La proporzione tra la lunghezza del tasto, peso della meccanica e piombatura fanno questa dinamica. In alcune grandi Marche come Steinway sono stati raggiunti dei valori ottimali che rendono "facile" la tastiera. La lunghezza del tasto influisce sulla piombatura, ad esempio cosicché un grancoda sarà molto più performante di un quartino di coda. Però la proporzione tra peso di abbassamento e peso di ritorno sarà ugualmente rispettato. Insomma: partire dal misurare gli attriti e controllare il peso dei martelli ( per questo dico sempre di conservare i vecchi martelli, perché nel caso sia stato commesso un errore di sostituzione, si può risalire al peso originario ) e poi piombare. Se gli attriti e i pesi sono uniformi, anche le piombature saranno uniformemente decrescenti dai bassi verso gli acuti.
  14. Ciao Maurizio. Benvenuto e grazie dei complimenti. Spero che i nostri tutorial ti siano utili.
  15. Ma certo che sono pienamente d'accordo con te , Giovanni!
  16. Esatto. La martelliera originale fa parte dell'identità del pianoforte e se qualche cosa non andasse, la nuova deve essere confrontata con la originale.
  17. E' giusto coordinare il respiro fisico con quello musicale. Tanto che alcuni pianisti, ascoltati da vicino "disturbano" col loro respiro. Rubinstein, Brendel e molti altri grandi si sentivano respirare rumorosamente. A volte possiamo ascoltare ciò in alcune riprese dal vivo. Circa i miei post, scusami, non so darti precise indicazioni purtroppo...stanno divenendo troppi anche per me!
  18. Credo anche io, come ben fa capire Giovanni, che dipenda tutto da una buona preparazione dello strumento. Il tecnico deve lavorarci con calma e con ...competenza . nei primi tempi lo strumento deve essere seguito di più. Poi , col tempo, tende a stabilizzarsi e anche l'intervento di correzione dell'intonazione può essere praticato meno spesso. Giusta regolazione, giusta accordatura, giusta intonazione!
  19. Dice bene l'amico Olandese, abitante di unPaese bellissimo e sognante. Ma io aspetterei a fare ciò. Si girano le corde quando sono molto sorde, perché il rame ha perso un po' l'aderenza. allora girandole di mezzo giro o addirittura di un giro in senso orario ( solo Steinway in senso antiorario) il rame si riaccosta all'acciaio. Ma aspetterei. Sostituire la martellare è cosa giusta e anche gli stiletti, avendo cura di conservare la vecchia martelliera intatta, da restituire....E' importantissimo !!!!!!Stessa forma, stesso peso, stesso impregnante e forma a" diamante", specie negli acuti. Controllo di ribilanciamento della tastiera e controllo preventivo dei perni di centro delle forcole dei cavalletti e dei montanti di scappamento. Una accurata intonazione dopo l'impregnatura . da eseguirsi accuratamente sullo strumento dopo l'accordatura. Anche la giusta regolazione è importante, rispettando le specifiche dettate dalla Casa
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