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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Avanzare , sui neri, con la mano e col braccio. cercare di essere in asse con il dito che sta suonando. Cioè in ase con ogni piccolo muscolo delle dita. La lunghezza delle dita non è uguale per tutti noi. Per esempio con il 5° corto bisogna aprire un poco di più il gomito. A mio avviso conviene suonare utilizzando una maggior superficie del polpastrello.
  2. GRAZIE SEMPRE DELLE TUE MAGNIFICHE RICERCHE ,O GENNARINO!!!!!
  3. Forse il piano non è ben accordato? In realtà si parte proprio dalle terze. la "progressione delle terze" . Le terze aumentano di velocità in battimenti: FA-LA, LA - DO DIESIS DO DIESIS FA, FA - LA.
  4. Benvenuto...conosco quello strumento!!!!!!! E' un212 2 suona benissimo.Naturalmente Fazioli ha molto migliorato la sua produzione e può seza meno competere con altre grandi Marche.
  5. Eccomi: Si tratta di un coda...se lo smorzatore cade!!!! Allora verificare se il foro di scorrimento del ferro non sia troppo stretto. Se non dipende da questo, verificare la meccanica che è in basso dove il ferro è avvitato. Meccanica che è mossa dal tasto nella sua elevazione. Probabilmente è avvitato troppo alto:
  6. I tarli non fumano!!!! A parte gli scherzi. Basta mettere un dadino di canfora nel pianoforte. Ma solo quando non viene suonato per lungo periodo. Infatti quando il pianoforte suona ...i tarli vanno a ballare in altro loco!!!!! Ciao
  7. Ma innanzi tutto bisogna isolare le corde laterali delle note costituite da tre corde. Poi si farà crescente l'intervallo di terza maggiore fino ad ottenere i battimenti al secondo voluti.Però bisogna lavorare su di una corda per ogni nota. L'esercizio di Reblitz è buono.
  8. In genere, quando si studia "dettato musicale" si dà un "la" di riferimento e poi l'accordo. Lo studente deve ricavare la tonica e vedere quanto disti dal "la " di riferimento. Possedendo l'orecchio assoluto, si può evitare di dare ilriferimento del "la". Difficile!!!
  9. pianoexpert

    Salve A Tutti

    Certamente utile!!! Il nostro Forum e il nostro sito è aperto a tutti i musicisti bravi come te che vogliono portare in campo le proprie esperienze. Spero che nella tua preziosa scuola emergano anche altri stumentisti e cantanti che vogliano partecipare e mettere in campo discussioni uili ed interessanti. Ciao
  10. Non credo sia la strada giusta. Prima di tutto bisogna vedere il coefficiente di attrito delle forcole dal cavalletto, del martello e del montante di scappamento. Le molle hanno un calibro e i cavalletti non vanno scambiati. Tutto va cercato negli attriti e, caso mai, nella piombatura della tastiera.
  11. Bello. Naturalmente il pianista insiste e spiega a suo modo il rapporto tra durata e intensità del suono. E' quello che crea la "continuità" sul nostro strumento. Non possediamo un "arco", ma dobbiamo sentire la continuità del suono che diviene cantabile . I martelli hanno il compito di eccitare le corde, ma interrompono la continuità. Sentiamo sempre nelle nostre orecchie e nel nostro cuore la voce dei nostri insegnanti che dicevano continuamente ..."canta!". all'inizio non si capisce bene che diavolo volessero pretendere perché si era più attenti e preoccupati a "prendere" le note. Col tempo il canto deve entrare dentro di noi e deve assumere una valenza prevalente e soprattutto logica. Negli esempi il Maestro compie dei gesti corporei che accarezzano la melodia elogiando la "chiusura" dei suoni. Il canto, la frase, ci deve convincere e deve convincere e non deve essere essere di aspetto "timido" ed equivocabile.
  12. Se sono sane non bisogna cambiarle. Prova a caricarle in senso inverso. Sostituirle comporta avere il cordoncino e il cordone che fa da perno. E' difficile. Ma credo non sia necessario
  13. E' difficile rispondere senza vedere il piano. Un piano da concerto messo in casa può rivelare dei suoni che sembrano difetti, dato l'esiguo spazio. Queste misure dovrebbero essere piuttosto precise, ma le corde in rame posso avere un suono difettoso. Comunque non credo. Bisogna vedere la storia del pianoforte e se è stato intonato erratamente. In genere questo strumento è ben equilibrato. Il fatto che non riesca a far uscire il "cantabile"( almeno così mi sembra di capire) potrebbe far capire che i martelli sono stati intonati. Vorrei vedere una foto dei martelli e sentire un MP3. E' possibile? Lo stacco degli smorzatoi può essere regolare, ma bisognerebbe vedere. Pensiamo che nei digitali questo rumore viene simulato!!!!!
  14. Video interessante che esalta lo stile. Il significato della musica è sempre nell'idea del Compositore e conoscere Lui ci aiuta a capire il suo modo di esprimersi. Le palline bianche e nere con le zampe di gallina sono sempre le stesse, ma il pensiero stilistico è diverso. Chi studia deve essere incoraggiato sin dai primi anni all'ascolto di questo o quell'Autore e deve imparare ad individuare il Suo modo di esprimersi. Dall'Idea che si forma, lavorerà poi sul modo di realizzarla, con l'aiuto di un insegnante preparato e che no badi solo al "metronomo".
  15. pianoexpert

    Pianismo

    Quoto alto tgdigit!.....hai anticipato il mio terzo video sulla tecnica ....del pianismo.
  16. Il" bird cage" o meccanica a baionetta, differisce dalla "meccanica scoperta" per il meccanismo degli smorzatoi che agiscono per gravità. Sistema superato e poco efficace. I martelli sono sotto agli smorzatoi, che hanno poco spazio sulle corde, specialmente sugli acuti. Martelli più piccoli e meccanica all'incirca identica agli altri verticali
  17. pianoexpert

    Salve A Tutti

    Carissimo Feliciano, che piacere averti tra noi!!!!!Feliciano è un grande jazzista!!!!! Lo stimo molto. Siamo onorati di averti tra noi! benvenuto
  18. Ciao, Paciarotti, sei sicuramente un "basso" di "alto" livello. Benvenuto tra noi
  19. Indubbiamente, con tutto rispetto, forse non andava bene neanche il secondo Docente. Bisogna poi vedere l'effettiva dedizione e capacità dell'allieva.
  20. Tutto quello che posso dire è che è una Casa fondata a Londra nel 1811 che ha prodotto circa 300 pianoforti all'anno. Non so se attualmente produce ancora. Circa la qualità non posso pronunciarmi. Non conosco questi pianoforti. Bisogna vedere lo stato di conservazione. ILo strumento va sempre visto di persona e provato.Ti invito a vedere un mio video tutorial sull'acquisto di un pianoforte.
  21. Bene. Sono troppo gratificato che si disquisisca sulle mie citazioni. Non merito tanto. Vorrei aggiungere: a voce con Simone, poiché ho il difetto di accavallare i concetti, non sono stato troppo chiaro fino in fondo, forse farei una precisazione ulteriore sul "modello esecutivo virtuale". Intendo quello che si forma nel nostro cervello, non necessariamente dopo aver assimilato una interpretazione di riferimento alla quale ci siamo affezionati. Il modello esecutivo virtuale, quello pericoloso, si può formare prima ancora che l'esecuzione o l'ascolto avvenga e ..a volte evitare proprio che l'esecuzione avvenga. Studiare maniacalmente le parti separate e cercando la massima definizione delle stesse nella chiarezza, nella uguaglianza, nella perfetta durata, ecc..può formarci un modello che è ancora lontano dall'idea dell'esecuzione reale e può impedirci di raggiungere quest'ultima. Lo studio si focalizza sul "successo" di raggiungere singoli modelli perfezionati ...che forse non possono stare insieme, nello stesso modo, con la realtà. Il nostro giudizio potrebbe diventare "virtuale", condannando ogni "giusto e piacevole compromesso" della gerarchia delle parti. Ci sembrerà, ad esempio, "confuso" un piano sonoro che deve essere in secondo piano e daremo cattivi voti alle performances nostre e degli altri. Siamo "bloccati" Leggermente diverso è "il modello esecutivo reale" quello che ci formiamo ascoltando 500 volte la polacca di Chopin suonata da Rubinstein. Impariamo tutto perfettamente e minuziosamente, anche se l'ascolto avviene mentre si sta stirando o disegnando o avvitando. Diveniamo talmente esperti e affezionati a quella esecuzione, che la elegiamo giusta in assoluto. Condanniamo o poniamo giù dal podio tutte le altre esecuzioni, anche se insigni. Non riusciamo più a muoverci da quel modello, per noi giusto ed immortale. E' la ragione per la quale si consiglia di ascoltare, sì, quando si studia un pezzo, qualche esecuzione, qualche, ma senza scegliere il modello assoluto. Solo attaverso la nostra comprensione e approfondimento ( anche con l'aiuto di un buon Maestro) arriveremo finalmente al "nostro" di modello. Ci troveremo poi a confrontare le nostre scelte con altre di grandi esecutori, ma più serenamente e proficuamente. Grazie
  22. L'attrezzetto riscaldato serve più che altro a scollare i feltri. Può essere usato anche per riscaldare le mortase....ma bisogna vedere come riattivare la colla. Mi spiego. Quando si rifanno le guarnizioni in kasimir, bisognerebbe scegliere se farle a caldo o a freddo, sempre usando colla a caldo. A FREDDO: con culs, mollette, zeppette di plastica. Si pone la colla, i due lembi del panno e poi il Caul graduato. QUando la colla ha tirato ...e fatta A CALDO: si usano speciali Cauls di ottone che, messi a riscaldare cengono inseriti caldi nel Kasimir. IN QUEL MOMENTO, sì, riattivano la colla e le pareti del panno si stirano perfettamente, offrendo poi; a lavoro finito e freddo, un minimo gioco sui perni della tastiera. Ovviamente la stiratura delle paretine di panno favoriscono la scorrevolezza, MA SOLO SE SONO PERFETTAMENTE PARALLELE. Allora si avrà lo stesso minimo gioco in qualsiasi posizione di abbassamento del tasto, col minimo attrito.
  23. In realtà i libri sono due: L'ACUSTICA PER IL MUSICISTA - ED. ZANIBON E LESSICO DI ACUSTICA E TECNICA MUSICALE- ED. ZANIBON Tuttie due da comprare, nell'ordine. Libri piacevolissimi e con pochissime formule.( Nel primo quasi niente) Sì Lui era cornista nell'Orchestra della RAI di Torino, che è stata diretta anche da Toscanini. Non aveva un buon ricordo del Grande Maestro ( E chi potrebbe averlo...per come trattava gli orchestrali???) Sono due bei libri che escono dalla routine del Pintacuda e di altri libri che si contunuano ad usare "ostinatamente" nei conservatori ( non ultile e tesine in fondo al libricino dell'Allorto!!!!) buona lettura
  24. Quoto alto l'intervento di tgdigit. Qui non si tratta di distribuire importanza, come leggo nell'intervento ulimo di Compositor, tra lettura, tecnica, interpretazione, tocco, fraseggio analisi. Si deve farlo contemporaneamente. Ho già altre volte richamato l'attenzione su una teoria che mi sta a cuore. La teoria della Gestalt. La Gestalt è una scoperta non una invenzione. Della vasta teoria mi colpisce e mi accompagna il concetto : " Il tutto non è la somma delle parti".Il tutto è il tutto. E' più della somma delle parti pur non contenendo una quantità maggiore della somma delle parti. Credo che nella Musica, nel Teatro, nella Pittura ecc.... questa osservazione "disciplinare" sia di grande e fondamentale aiuto. Raggiungere il tutto significa compiere. A volte siamo molto attenti alla somma delle parti, talmente che non riusciamo più a raggiungere il tutto. Quasi non ci autorizziamo più ad accettare il tutto in una "gerarchia" delle parti. Nella musica (e non solo) e nello studio pianistico può esserci questo pericolo. Alcuni insegnamenti tendono talmente al particolare ( come se questo ci rendesse migliori in assoluto!) che disabituano completamente e definitivamente lo studente all'insieme. Naturalmente ora qualcuno starà dicendo: "Ma noooooo!!!"...Ma attenzione, il processo è occulto. La formazione e il processo mentale del perfezionismo tende a far giudicare errate le "amalgame" del suono e non solo, ricercando, a volte, soltanto e maniacalmente la distinzione e la definizione della precisione delle parti. ( questo può valere dal punto di vista sonoriale e dal punto di vista ritmico) Io vedo una prospettiva diversa. Prima di tutto, l'obiettivo, il tutto, va presto conosciuto, poi sì, scendiamo nei particolari di studio, non perdendo di vista il tutto. Anche nella Musica, come nella Pittura ci sono parti di primo piano e di sfondo, non che non si debbano sentire o vedere....ma di sfondo. La cosa più difficile è creare questi piani di lettura e di ascolto, specialmente nella Musica Romantica, ma anche nella "dizione" della musica polifonica Bachiana. Ecco che separare uno studio preparatorio dallo studio sul pezzo toglie tempo a volte, alla comprensione a alla crescita artistica. Se si dovesse scegliere come utilizzare un'ora di studio, questa , direi, di distribuirla con cinque minuti di orientamento ( eseguire alcuni passaggi separati sul pezzo, scalette, qualche arpeggio, ecc. e 55 minuti su un frammento, magari un frammento da "comprendere". Mettere su il pezzo musicalmente, secondo me, deve essere al primo posto, per poi tornare a volte ad esaminare più da vicino i passaggi che ci preoccupano. Questo si può fare anche sul Beyer o su uno studietto dei primi anni. Trovo ad esempio che gli studi di Heller( per il ritmo e l'espressione)siano fondamentali per un primo sviluppo musicale. Ribadisco: per me nessun Hanon ci prepara a diventare piccoli o grandi Musicisti. Auspico l'utilizzo del tempo a disposizione in modo più "musicale" Le due prospettive sono opposte: provarle tutte e due e sottoporre il risultato ad una terza persona...Attenzione ...ad una terza persona....che non sia coinvolta in una delle due prospettive. Infatti, come già detto, colui che maniacalmente si trova a seguire un dei due metodi, subisce anche una forte formazione circa la propria forma di giudizio. Ad esempio, potrebbe sentire sempre le parti di sfondo come confuse e "non ben lavorate" o potrebbe diventare troppo superficiale circa il ritmo e/o l'espressione. Potrebbe, al limite, non essere mai soddisfatto, se non da un suo "modello esecutivo virtuale" che non può fare i conti con la musica fatta dagli Uomini e nei luoghi costruiti dagli Uomini. Augurio: saper leggere e raggiungere il tutto,...anche se non perfettamente.
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