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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Benvenuta Grazia, Benvenuta sul nostro forum
  2. pianoexpert

    Ciao

    Benvenuto Franco.
  3. Eppure consideriamo che le conoscenze da noi trasmesse, per lo meno per quello che mi riguarda, non le considero affatto esaurienti. Quando ho finito di registrare un Tutorial, mi rammarico, perché avrei voluto dire moltissime cose in più e in modo diverso. Cerco di trovare un compromesso tra lo "stimolo" dell'interesse e la piacevolezza, passando attraverso una trama didattica. Diverso sarebbe discutere e comunicare alla presenza dei soggetti interessati. Sarebbe possibile in quel caso praticare in "test d'ingresso" per valutare il livello di conoscenza e mettere a punto il tiro. Nel prossimo tutorial sulla tecnica pianistica ho iniziato a parlare dellasonata K330 di Mozart. I riferimenti alla tecnica e ai gesti fondamentali di base no sono molti, ma lo studioso, sono sicuro, esplorerà la scrittura e si porrà dei quesiti. Queste vostre sempre maggiori osservazioni e richieste mi aiuteranno a "mettere a punto" il "taglio" dei prossimi!! Buono studio
  4. intendo tela di cotone. Tela, trama tessuta incrociata di filo di cotone.In genere si vede la trama se la tessitura è volutamente "grossa"; va bene anche tela misto lino. Va bene una camicia vecchia di cotone, magari una camicia un po' pesantina. Quando vado dal mio sarto- camiciaio. mi diverto a scegliere le stoffe e mi piacciono sempre quelle a "trama grossa" di puro cotone. Se ne hai una in casa ( ma anche a trama fine) che devi buttare, perché colli e polsi " ti hanno lasciato" ....il tuo pianoforte la "indosserà" volentieri. Spero di essere stato chiaro...se poi anche simpatico, mi fa piacere...ma è una cosa in più!!!! Ciao ciao
  5. caro utentegenerico, grazie per i complimenti. Simone, esperto di questi programmi non esiterà a risponderti. Il tuo erecchio, comunque se funziona bene, è severo giudice e sa benissimo vlutare le disarmonicità del tuo pianoforte. Fidati anche di "lui" E' importante anche imparare a trattare le caviglie nel giusto modo. L'accordatura deve durare. Sapere come girare lla chiave e tornare indietro appoggiandosi nel punto giusto! Insomma, come detto sui video, il procedimento di accordatura è molto complesso e bisognerebbe accordare molti pianoforti: Sbagliare e capire dove si sbaglia e perché. Ho capito che sei un buon osservatore e questo va bene! Il programma aiuta se è sofisticato e se tiene conto della disarmonicità dello strumento, anzi se è capace a rilevarla prima della accordatura. Bene. Buon lavoro
  6. caro Daniele, il piano è scordatissimo!!!!! Accordatura + intonazione dei martelli. Comunque si sente che è uno strumento piuttosto datato e quindi ve verificato anche lo stato delle corde e l'usura della martelliera. Comincia con questi due intrventi e posta qualche foto della meccanica e della cordiera.
  7. Grazie a tutti. In Italia siamo rovinati dalla " gelosia delle conoscenze". " se gli dico come si fa, magari questo impara e non mi chiama più..." E allora? Tutti hanno diritto ad imparare, a proprie spese naturalmente, morali e materiali. Se sei migliore di me, lo saresti stato comunque e quindi non mi togli niente, se non sei più bravo di me....non mi togli niente lo stesso! Non siate mai gelosi delle vostre scoperte e delle vostre conoscenze. Verificatele, confrontatele e, se si trasformano in convinzioni, divulgatele. La penso così. Non me ne voglia il Tecnico, che comunque consiglia di non intervenire sul pianoforte senza competenza. Ciò è giusto
  8. per il poliestere va bene, ma non esagerare con il glassex.....e usa la tela
  9. Ti sembrerà strano, ma....sei cambiato tu. Il tuo riferimento del suono, correlato al tocco "forte" che stai usando per far emergere un po' di suono dal piano "sordinato" , si "sballa" quando togli la sordina. Tutto ti semba forte e metallico, perché i tuoi "riferimenti" sono cambiati. Questa è una vecchia storia. La sordina non impedisce ai Condomini di sentire, ma non permette a noi di "ascoltare". Cerca di suonare nelle ore permesse e nessuno potrà dirti nulla, se non supererai la "sopportazione". Il suono che stai ascoltando( si fa per dire) con la sordina non fa altro che rovinare il tuo tocco e non ti fa costruire nulla dal punto di vista musicale e pianistico. Ti consiglio di suonare il tuo piano per tre giorni, immaginando di non avee la sordina. Vedrai che tutto si ristabilirà. Il tuo pianoforte non è cambiato, ma se in seguito ti sembrerà aspro, fallo accordare e "intonare".
  10. Se posso suggerirei di non usare panni di lana: ricordiamoci che la lana graffia! Allora una bella pezza di tela vecchia....ma vecchia. Le impronte delle mani sono grasse e bisogna aspettare il giorno dopo per rimuoverle. Il giorno dopo, con la tela il poliestere ritorna lucido. Differente invece se la lucidatura è a gommalacca. Quasi mai si riesce a ridare lucido uniforme. Uno dei rimedi "della nonna" è passare del petrolio sul panno, aspettare qualche ora che aciughi e poi lucidare. Provare su di una piccola zona.
  11. La migliore medicina per farsi passare il "timor panico" è autorizzarsi a sbagliare." Ma che sta dicendo questo qui???!!" Questa frase me la sento addosso. Non voglio dire che dobbiamo sbagliare, ma che ci dobbiamo sentire autorizzati a farlo. Anche i Grandi sbagliano. Spesso ho sentito concerti illustri con errori o piccoli vuoti di memoria, naturalmente ben mascherati. Addirittura Rubinstein che non sbagliava mai, negli ultimi anni di vita, in concerto,durante la seconda pagina della prima ballata di Chopin doppiò una battuta. Tutto ciò non deve essere un alibi del tipo " ...ma sì, se poi sbaglio, che fa?...." Dobbiamo sempre studiare con coscienza ed essere però noi a comandare sullo srumento. Mai essere dominati dallo strumento. Concentriamoci al massimo su quello che dobbiamo esprimere e la paura scomparirà. Anche l'ascoltatore più esperto sarà così attento al nostro discorso musicale, che perdonerà, anzi cancellerà, qualche imprecisione. In quasto scenario forse le cose cambiano:" Ora esco fuori, perché non vedo l'ora di comunicare a che mi sta ascoltanto le mie idee musicali...sì, lo farei a casa mia, uno per uno, ma qui è più pratico. " Che ne dite di questa idea?
  12. Pianoaccordatore ha ragione. Lorenzo: a parte che bisogna vedere la tenuta delle caviglie. Caviglie ben strette, buone, che tengono, "girano" e "si torcono". Prendi in dito indice della mano destra e stringilo nella sinistra. Ora, tenendolo stretto, vedrai che la mano può ruotare, perché, anche se il tuo indice rimane serrato nella mano sinistra, il tuo indice si può torcere. La caviglia, anche se minimamente, fa la stessa cosa. Quindi bisogna sentire sotto la chiave quando veramente gira e quando si torce. Poiché il movimento è sempre composito, tornando indietro eliminiamo la torsione e verifichiamo l'appoggio sulla spalla del foro, cioè anticipiamo quel movimento di assestamento che la caviglia farà appena cominceremo a far vibrare la corda suonando. E' vero che in alcuni strumenti l'assestamento è minimo, tale che se si sale troppo, si sposta l'accordatura; allora sembra che non abbiano bisogno di assestamento, ma è una illusione. Se la caviglia con la quale stai "sperimentando" è un po' lenta, prova a batterla, forse potrà fare più presa nella parte finale e più profonda del foro.
  13. Mi esonero dalle analisi del suono attraverso i microfoni, che mi sembra tener conto del "campo " di ripresa. Secondo me la posizione del pianoforte è sbagliata sia visivamente che acusticamente. Prima di tutto, direi, hai un vero "palcoscenico a disposizione". Bellissimo. Non si mette mai l'apertura del piano orientata verso una parete. Il suono sbatte, specialmente quello degli acuti. Dobbiamo invece proiettare il suono nell'ambiente. Visivamente non si gode della parte migliore dello strumento: la curva della coda. Io vedo questo piano posizionato in fondo, vicino alla vetrata ( opportunamente arredata con una tenda e oculatamente aprerta, nei momenti buoni della giornata) Naturalmente con la coda rivolta verso la parte lunga della stanza. Il divano sarà un ottimo punto di ascolto. qualche altra tenda e qualche tappeto assorbirà la reverberazione eccessiva, che sarà già più moderata in quella posizione. Ne guadagnerà anche l'arredamento: quel pavimento sembra fatto a posta!!!! Attenzione al pedale: la pedana di legno fa sentire di più il "cambio" dello stesso. Cambiarlo quindi "non di colpo", ma lentamente. Tutto qui. Prova, proponendo agli altri componenti della Famiglia, in caso siano scettici, di visionare ed ascoltare i risultati della nuova disposizione. Non dimenticare i tappeti e le tende. Anche qui prove graduali, per non sopprimere troppo le frequenze alte. Lo strumento non è di grande misura e soffrirà un poco all'incrocio e sui bassi. L'importante è rispettare il "cantabile" che deve emergere su questi ultimi. Spero che questi consigli "pratici" possano esserti utili, anche se non suffragati da prove scientifiche. Certo, essere sul posto cambierebbe le cose. Il risultato dipende dalla porenza sonora dello strumento, dalla sua preparazione, dalla sua posizione, dalla "forma" dell'amnbiente di ascolto, dalla posizione dell'ascoltatore, cose già da te ben osservate e valutate. Ciao Paolo
  14. Diciamo che io sono per sostituire lo stiletto. Non ci vuole molto. Così resiste bene, ma il look è pessimo. Diciamo anche che lo stiletto,nel momento dell'impatto si flette agendo sul risultato finale: il suono. Così risulta molto più rigido....ma sfumature....Insomma però non costa molto cambiarlo....vogliamo dire quasi Gratis?
  15. Ma, ogni pianoforte ha la sua pesatura dettata dai limiti della meccanica. Infatti il peso di abbassamento non lo scegliamo noi. E' dettato da un buon peso di ritorno che deve essere superiore ai 20 gr. circa, nei medi e negli acuti si può arrivare anche a 27. Come già detto nei miei video, deve sussistere un rapporto tra peso di abbassamento e peso di ritorno. E' preferibile aumentare il peso di abbassamento per avere un buon ritorno. Ovviamente tutte le Case hanno studiato accorgimenti e geometrie sofisticate per diminuire le masse , quindi gli attriti e di conseguenza avere dei valori soddisfacenti, che rendono al pianosta la tastiera "facile". Le fibre al carbonio sono l'ultima "invenzione". La leggerezza rispetto al legno rende minori i pesi e rende più "agile "la meccanica. Le grandi Case, però, ancora non le usano. Tutto, nel mondo del movimento, sembra andare verso "il leggero". Pensiamo all'evoluzione della racchetta da tennis: dal legno al metallo, al carbonio....e che dire degli sci? Dal frassino, al laminato, alla fibra con speciali mescole. Il tempo darà ragione o torto a questa evoluzione. Nel caso della meccanica del pianoforte acustico, voremmo un basso peso di abbassamento e un grande peso di ritorno. Steinway sembra ancora vincere e vincere anche sull' assenza di alcune "contro -energetiche" vibrazioni di alcune parti meccaniche ( vedi forcole sagomate- brevetto Steinway).
  16. Vedrai che "ritoccherai" la tastiera!!!Benvenuto
  17. benvenuto...anche qui!!!
  18. Ha Ha Ha...io so la soluzione, ma non ve la dico!!!!!!! Comunque Simone è venuto a casa mia ieri e mi ha fatto ascoltare alcune librerie. Siamo stati d'accordo sulla "classifica" ...ragazzi, ce ne sono alcune veramente sorprendenti...e dalle risposte al QUiz ve ne accorgerete!!!!!!!
  19. Mi trovo d'accordo con Feliciano sul "sogno" di poter scegliere le situazioni ottimali per "dimostrare quello che vali e sul desiderio di avere strutture più organizzate. Io, da uomo del '900 credo che si stia creando un ginepraio di disposizioni e di "sovrastrutture". O primo o secondo livello o quarto o terzo...insomma, si rischia di avere, come nell'Università, un bel numero di "titolati", ma che poco potrebbero saper "fare". C'è chi fa Musica per talento e non ha nessun titolo. A questo soggetto ben poco si può insegnare,.....a meno che il suo Insegnante sia...più Grande di lui. Poi ci sono elementi "dotati", che "potrebbero fare di più".....se fossero ben guidati. Poi ci sono gli "ostinati", che pur non avendo affatto talento, insistono. Alcuni di questi elementi, della prima, seconda e terza specie potrebbero, ...per ragioni varie, andare a ricoprire posti di insegnamento nell'Istituzione conservatoriale, ...dove " si fa la Musica". Forse tutti e tre potrebbero trovarsi in difficoltà come insegnanti, per "inspiegabile capacità", per "incompletezza", ...per "imbecillità". A loro volta qualcuno di loro genererà e "formerà" nuovi Musicisti e così via. Qualche volta successi, a volte, invece, molti danni per "inadeguatezza".Al di là delle piccole cattiverie gratuite, che non si dovrebbero assolutamente manifestare..... vorrei semplificare. Insegnanti, non si nasce, si diventa. Molti possono essere buoni o grandi Musicisti, ma per diventare insegnanti devono mettersi alla prova. Inoltre non credo molto nei "metodi oggettivi" del tipo: 10 livelli, quando hai superato il n.1, passi al n.2 ecc....quando sei arrivato al 10 sai suonare. Neanche sul metodo "Fai da te" L'Arte, la Musica, il Teatro, La Pittura, la Danza ecc. ...non possono prescindere dalla cultura complessiva artistica e non solo. Questa formazione complessiva deve iniziare subito, dai primi anni. L'insegnamento praticato differentemente da come spesso si è fatto fino ad adesso, deve essere più personalizzato. Non esiste una propedeudicità giusta per tutti. Ognuno ha le sue posture, i suoi "vizii", le sue qualità, i suoi difett, le sue prospettive, le sue inclinazioni. Sarebbe opportuno lavorare molto sulla formazione di un Insegnante.Si sono perse "le Scuole" "gli isegnamenti tramandati dai Grandi Caposcuola" Poi,forse, credo che ognuno dovrebbe sperimentare e capire sulla propria pelle perché avvengono o non avvengono certe cose, saperle riconoscere e saperle correggere, poi saper parlare del proprio specifico Classico, Jazz, rock che siano o altro , inquadrando l'atmosfera, il carattere, lo stile, le sensazioni, la Storia.E poi che dire dalla comprensione profonda delle strutture teoriche!!! Vedo l'apprendimento della Musica come un grande ed assortito giardino: Non tutte le piante saranno mai perfette......quasi da sembrare irreali, ma saranno belle e soprattutto "ben nutrite". Spesso sentiamo molto di quello che malamente ho esposto, durante i Masterclass. Troppo tardi. Sin dal primo pezzo del Mycrokosmos si deve parlare di Musica e far capire all' Allievo "dove si trova". Poi , pian piano, sì, imparerà a fare una scala, un arpeggio...o lo farà d'istinto, o non riuscirà a farlo mai. Anni fa ero dell'opinione che" tutto debba essere di tutti". Ho rivisto, poco umilmente forse, il concetto. Il Talento è alla base e attraverso questo bisogna, secondo me, prendere coscienza di quello che si è capaci di fare e come. Quante parole! Uso sempre una frase illustre che mi piace tanto e che recita all'incirca così: " se ciò che avete letto vi è piaciuto, vogliate un poco di bene a chi lo ha scritto, se, invece, fossimo riusciti ad annoiarvi...credete che non s'è fatto apposta"( A. Manzoni)
  20. Affermare ciò è molto arduo. Se esaminiamo tutte le forze e le torsioni che si verificano con le corde in trazione, ci vorrebbe molto tempo e pazienza. Non si finisce mai di scoprire sollecitazioni nuove. Nel pianoforte c'è un grande equilibrio in presenza di grandi forze. E tali forze possono cambiare in presenza di differenti condizioni .
  21. Ma penso di no. Bisogna pensare che il somiere è molto più fragile ( se di "fragilita" si può parlare, casomai..pericolo di fessurazione) quando è ancora privo di caviglie. Man mano che le caviglie vengono posizionate, si crea una serie di forze compensative che fortifica la struttura. Come pensare che ora il somiere non è fatto solo di legno o di legni...ma anche di acciaio. Del resto in ciascun foro...il legno viene sostituito da un perno di acciaio!!!!! Che ne dite? E' comunque opportuno usare il supporto per evitare vibrazioni, trasmese dall'acciaio più rapidamente che dal legno.
  22. Benvenuto, Andrea, non esitare a porre quesiti.
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