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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Certamente, anzi, direi che cita solo alcuni aspetti del tema in questione. Quello che si chiama "bel tocco" o "bel suono" fa i conti con il talento , con il livello culturale del musicista e con i "buon gusto". Esistono comunque alcuni elementi e suggerimenti di studio che migliorano il "tocco". Non mi stancherò mai di dire che nel cantabile, la mani destra deve suonare più forte della sinistra , anche nel piano. Rubinstein era Maestro in questo. Basta ascoltare i suoi notturni di Chopin per notare che si fa fatica a percepire la sinistra che fa da sfondo. Sfondo. Il pianista dotato sa come trattare i piano sonori come il pittore usa i diversi piani di colore per creare la "prospettiva di profondità". Anche in pittura, però, a volte, volutamente, il pittore mette n rilievo un piano infinito che dovrebbe essere "tenue". E' il caso di ciò che si chiama "un elemento sentito". Ancha nella Musica ciò esiste. Quindi credo che che per questa e altre mille ragioni il problema del "tocco" emerga complesso e penso che, comunque, debba essere trattato con "leggerezza" di pensiero. Cortot parlava di "dizione", come nella parola. Un altro breve concetto che mi sta a cuore ( senza che diventi troppo "cervellotico") è l'intensità di ciascuna nota della successione cantabile rispetto all'intensità. Quando si suggerisce, sin dall'inizio, all'allievo di "cantare" sul pianoforte, lo si stimola a sviluppare uno dei concetti più difficili del pianismo, ma secondo me fondamentale.
  2. Non mi sembra che questo testo dica molto. Che la Wanderer sia difficilissima non vi è dubbio. Posterò una mia Wanderer, con l'aiuto di SImone. Risale ad una mia interpretazione degli anni 80. Non vi è dubbio che sia importante lo stato emozionale del pianista ...in Schubert...come nella Musica in genere. Ricordo di aver lavorato abbastanza sulla "simultaneità" del movimento, specie nello scherzo dove il passaggio alla battuta 580 delle terzine md e ottave ms richiede un perfetto lancio del "movimento" nelle parti estreme della tastiera.In quanto al passaggio di ottave della battuta 161 della fine del primo tempo richiede, secondo me un perfetto sincronismo e...indipendenza della spalla, che compartecipa per non far stancare il braccio e il polso. Un altro frammento a cui sono affezionato è la variazione alla battuta 227 del mirabile secondo tempo, dove la sinistra enuncia il canto "del Viandante", sotto la pioggia dorata di note della destra. Ho comunque un indelebile ricordo di questo pezzo...che in realtà non ho più eseguito in concerto, ma che mi riprometto di proporre presto di nuovo. In quel tempo stavo conquistando nuove conoscenze sulla tecnica pianistica e acquisendo la consapevolezza di quanto sia importante in coordinamento muscolare e la compartecipazione di tutto l'apparato. La Wanderer di Schubert mi fece anche conoscere, nella sua grande dimensione, come debba esistere un fraseggio limitato alla frase, uno al periodo...ma anche uno relativo a tutto un tempo e addirittura a tutta l'opera. Quando finivo di eseguirla avevo la sensazione di aver enunciato una lunghissima grande frase. Grazie di avermi dato l'occasione di ricordare tutto ciò. Mi riprometto di riprendere alcune osservazioni dopo averla postata e sottoposta al vostro ascolto.
  3. Il Maestro Ferrarelli pensa di non condividere il "prezioso comportamento di Fra"., che dichiara apertamente di voler rispondere in privato, risparmiandosi di suggerire i suoi consigli in pubblico. Siamo qui per scrivere le nostre opinioni senza gelosie e reticenze. E' lo scopo principale di questo Sito e di questo Forum. Del resto non siamo così "preziosi" da possedere le "verità" e ...tenerle per noi. Per ciò che riguarda la mia opinione, condivido però il pensiero tecnico di Fra, però anche una martelliera nuova( specie una Yamaha originale" ) va intonata e ciò è cosa da esperti. Appesantire troppo la piambatura equivale aumentare l'inerzia della meccanica, alterando la sua "prontezza" in senso negativo. Anche con questo tipo di impregnatura eseguita che non si è conclusa, mi sembra di capire, con una corretta intonazione, la soluzione non va cercata in altri elementi. Si può rischiare di entrare in un ciclo vizioso da cui non si esce. "Battute" le corde che vuol dire? In corrispondenza del ponticello? I martelli dei bassi non si impregnano quasi mai e caso mai non nel punto di battuta. Le tecniche di impregnatura si associano alle diverse tecniche di intonazione. Altri interventi sui martelli come il vapore, l'acqua, la "pettinatura" sono sconsigliabili
  4. Benvenuto Micrologus! Auguri anche a te
  5. Allora, ammesso che un piano abbia grande voce, lo si può preparare a proprio gusto. Certo non gli si può dare, accordandolo e/o regolandolo quello che lui non ha! DOpo questa apparente banale conclusione, devo dire che lu Schulze pollmann è un ottimo pianoforte. Attenzione a questo "impasto" della meccanica. Può dipendere proprio dal fatto che non è stato molto suonato e nel tempo i perni della meccanica abbiano acquisito un coefficiente di attrito maggiore dei valori giusti. Questo genera un maggior peso di abbassamento dei tasti e un minor peso di ritorno...insomma una sorta di "impedimento" delle parti meccaniche a muoversi. Niente male se il pianoforte è buono. I perni si cambiano con non molta spesa. In quanto al suono "ovattato" bisogna vedere lo stato dei martelli, che visivamente sembrano buoni. Il suono si può rendere più brillante.Ovviamente parlando di Schimmel siamo su di un altro piano! Su Schulze Polmann la "consistenza" della tastiera dipende anche un po' dalla scelta della Casa di usare mollette delle leve di scappamento alquanto robuste nonché quelle degli smorzatoi. Ma è tutto da vedere.Nel caso tu scelga questo pianoforte potremo valutare insieme con una mia visita gratuita ( salvo rimborso spese viaggio) il da farsi per metterlo perfettamente a punto, se vuoi. Non siamo molto lontani
  6. Naturalmente è difficile valutare a distanza. Forse preferirei il Weinbach. Il Ronisch Mi sembra di ricordare...meccanica dell'est...poco reattivo e materiali scadenti. Comunque affidati al tuo "fedele" Tecnico o a colui che lo diventerà e chiedi a lui di visionare i due strumenti.
  7. Mi sento di metterti un po' in guardia sui pianoforti così datati. Questo anche in considerazione del fatto che tu vuoi intraprendere la carriera. Devi trovare un pianoforte che risponda alle esigenze professionali ...e che non costi molto. Forse siamo di nuovo ad uno Yamaha , magari un C3 che va abbastanza bene. E' evidente che le condizioni della meccanica e l'età dello strumento devono "pesare" su questa scelta. Poi sarà la perfetta messa a punto a farti godere delle sue qualità. Naturalmente un pianoforte europeo è da preferire. Se poi uno Steinway, anche da ricondizionare, sarebbe il massimo. Bisogna che tu visioni bene la tavola di risonanza che non abbia fenditure o rigonfiamenti. Lo stato delle corde e la carica dei ponticelli. In seguito si valuta la martelliera e il resto della meccanica, se da ricondizionare o sostituire. Il suono deve avere una certa durata prima dell'estinzione. Quindi un test da fare subito è suonare forte un accordo nelle varie zone della tastiera e verificarne la durata e l'uniformità della durata. Naturalmente, come già osservato da Ettore, è opportuno, per gli strumenti molto datati, assicurarsi che la meccanica non sia "a spillo", cioè senza leva di ripetizione ( Meccanica impropriamente chiamata "doppio scappamento"). Facci sapere
  8. Grazie dei complimenti e dell'ospitalitÃ
  9. Credo di averti risposto in altra sezione
  10. Ogni marca ha le sue specifiche che rispettano la corsa del martello. In genere i martelli, specie nel verticale rispettano i 90° ma possono esserci eccezioni. Quando si sostituiscono, comunque i martelli, è rigoroso il rispetto delle inclinazioni scelte dalla Casa.
  11. Questo tipo e misura di Foster, mi ha accompagnato al "diploma". Apparteneva alla mia insegnante e l'ho suonato per circa 20 buoni anni. E' un buon pianoforte, robusto, di suono corposo, certo non perfettamente "docile", ma può essere considerato un buono strumento. Hai fatto bene a tenerlo. Le tue considerazioni le trovo giuste.
  12. Bisogna estrarre la meccanica ed individuare dove manca grafite. Poi controllare il meccanismo esterno del pedale. Se invece della grafite, si usasse uno spray secco al teflon sarebbe meglio.
  13. Rasare i martelli è cosa da esperti. E poi bisogna di nuovo intonare la martelliera. E' difficile per un principiante saper ridare laperfetta forma ai martelli, che, attenzione, devono conservare negli acuti una forma più appuntita!
  14. Puoi benissimo lucidare i piloti.Ma bisogna vedere come stanno i feltri dei talloni dei cavalletti. Se si è scavata una "buchetta" è opportuno sostituirli, Altrimenti si spazzolano con una spazzoletta di acciaio, per mandare via l'ossido lasciato dai piloti di ottone. La sostituzione dei rullini? Non è così facile e poi devono essere dell'identica misura. Se i rullini sono così ovalizzati da essere sostituiti, allora anche la martelliera , forse, è da sostituire. In questo caso si sostituisce la martelliera completa di stiletti ( quindi anche dei rullini nuovi già montati). Anche per i perni della tastiera stesso discorso: bisogna vedere le guarnizioni di Cachemire come sono ridotte ed eventualmente cambiarle. E' opportuno usare dei cauls speciali di ottone "a caldo"( che io uso ormai da tempo) e un buon, dico un buon cachemire di prima qualità. Poi si vede se c'è ossido sui perni( ma non credo, perché Kaway usa i perni nichelati!) Buon lavoro...a te ...o al Tecnico che eseguirà il lavoro con perizia
  15. La Teoria Musicale è una solida base che ogni Musicista deve avere, come pure una buona conoscenza dell'Armonia. Buono studio e Benvenuto
  16. E ci risiamo! Invito ancora tutti a moderare i giudizi, specialmente sulle associazioni di categoria che, comunque vadano le cose, sono accreditate presso Europiano. Chiunque rimanga scontento di un lavoro può, se quel profesionista è iscritto all'Associazione, rifarsi a questa per manifestare dubbi e scontentezze. Lo scopo di questo sito e di questo Forum, lo ripeto per l'ennesima volta, deve essere quello di far conoscere meglio il proprio strumento e quindi interloquire meglio con il proprio Tecnico. Conoscere come stanno le cose, permette di intervenire con argomentazioni valide e circostanziate che fanno ben capire, caso mai, a qualche professionista che applica i principi un po' superficialmente, a responzabilizzarsi o addirittura a rinunciare agli interventi. Non è possibile usare termini come quelli usati nell'ultima frase del post precedente. Ognuno di noi può esprimere il proprio parere, ma con moderazione, senza generalizzare troppo i propri giudizi negativi. Io, che non sono iscritto all'AIARP, rispetto l'iniziativa, ma mi trovo a volte d'accordo e a volte non con la linea adottata da alcuni iscritti, come riconosco l'alta competenza di alcuni di loro. Questo lavoro comporta una attenzione particolare e una continua crescita. Ogni pianista deve cercare e trovare il Tecnico che lo soddisfa. Ogni Tecnico dovrebbe preoccuparsi di mettersi in discussione e cercare l'occasione di "crescere", di andare sempre avanti. Le due figure si incontrano bene quando il livello e le aspettative coincidono. Ripeto anche un'altra cosa che ho detto molte volte. E' il caso affidare al Tecnico piccoli interventi e vedere come lui si rapporta alle richieste e alle esigenze del pianista. Quando vediamo i "martelli storti" siamo già avanti, perché abbiamo affidato a quel professionista un lavoro molto delicato.
  17. Sono d'accordo con ttw! La domanda fa "effetto" e quindi viene formulata per divenire "altisonante". Ma è totalmente errata!......Senza parlare delle risposte!!!! Tutti i nomi citati sono o sono stati dei Grandi. Noi chiniamo il capo alla loro Arte e alla dedizione della loro vita alla Musica.
  18. Merito dei miei Maestri e dei Maestri dei miei Maestri, uomini e donne del '900 ..e dell' '800 . Io anche, uomo del novecento, ho ascoltato dalla voce di alcuni di loro queste affermazioni e le reputo preziose. La riflessione, prima di affrontare un'opera, ci conduce lontano e ci risparmia lavoro. Tutto è contenuto nella Musica, come del resto afferma con forza il Direttore Napoli. Credo che bisogna arrivare ad una interpretazione cosciente delle emozioni e delle motivazioni che hanno mosso l'Autore a scrivere. Scoprire. Questo meraviglioso linguaggio non verbale è forte, intenso...e pericoloso. Possiamo spesso "annacquare" tutto o addirittura allontanarci, all'opposto, dal vero significato.
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