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Piano Concerto - Forum pianoforte

Dave

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Tutto postato da Dave

  1. Francesco io vedo la cosa, rispetto a Paolo e Simone di cui condivido anche le loro opinioni, a livello sociale. E cioè molte persone, purtroppo o per caso, dipende da varie circostanze, non sentono il bisogno quasi "spirtuale" di saziarsi con la Musica. Nel senso che non sentono dentro di loro quella sensibilità che invece noi e motlissima altra gente si sazia della Musica come una neccessità primaria di vita, come mangiare, bere, respirare ecc ... perchè questi "eletti" sentono dentro di loro che questo stimolo arricchisce la vita. Come un bicchiere d'acqua disseta una prelibatezza delizia il palato così anche la Musica sazia interiormente, e noi "eletti" non possiamo farne a meno! E' una specie di input che scatta, inconsapevolmente o consapevolmente, da tutti, chi prima e chi tardi, e ci lega a questa necessità quotidianamente. Invece molte altre persone, senza farne una colpa, non hanno questo input oppure ancora non è ancora scattato, oppure si accontentano del minimo indispensabile musiclamente parlando, cioè si saziano di quello che passa la TV, la Radio, dai propri gusti ecc ... Quindi credo che questo processo di sensibilizzazione deve inziare prima di tutto da noi. Certo i mezzi d'informazione influenzano e non istruiscono in questo senso, ma fare una colpa a chi non riconosce una sonata di Mozart ecc ... o alla pubblicità che a solo uno scopo di lucro e non di acculturazione dell'individo, perchè non deve essere distratto dal prodotto, deve essere visto invece come un'opportunità per fargli scattare quell'input, poi ovviamente sarà la sua sensiblità Musicale a orientarsi maggiormente verso quella direzione. Mio punto di vista lieto di ampliaro e corregerlo con voi.
  2. Quoto Paolo sul libro di Alfredo Casella che ho letto in questi giorni, veramente piacevolissimo non troppo pedante e con ottimi consigli che non ho trovato in altri libri te lo consiglio caldamente. Inoltre è molto completo tratta della storia del Pianoforte, dei compositori, della tecnica pianisitca, estetica ecc... insomma io ne sono rimasto entusiasto!
  3. Dave

    Amelie

    La conosco anche se non ho mai visto il film, anche a me mi affascinò al primo ascolto è stupenda!
  4. Personalmente studio a mani separate molto lentamente, senza pedale (se da usare) poi con il pedale, poi aumento la velocità gradualmente cercando di portarla oltre la velocità indicata dallo spartito, poi unisco le mani, sempre molto lentamente, con pedale e senza, dopo una certa sicurezza inizio con la dinamica, interpretazione ecc... Ovvio che il tutto è molto relativo in base al pezzo da studiare, molte volte ci sono battute che bisogna "incastrare" con le mani già dall'inizio dello studio, come il 1° Arabesco di Debussy, con terzine vs. quartine. Sono d'accordo, troppi esercizi tecnici non portano a nulla, la tecnica la si acquisisce "nuotando nel mare" ho imparato dalla mia poca esperienza che ore ed ore di Hanon, Pischna e compagnia bella formino la chiave delle soluzioni tecniche, cosa assolutamente falsa, la tecnica e inscindibile dalla musicalità le soluzioni per un diteggio libero da difficoltà di tipo ritmico, anatomico ecc ... si trovano solo suonando quelle note.
  5. Proprio in questi giorni sto leggendo un libro di Alfredo Casella in cui spiega nei particolari che l'invenzione del Cristofori venne rivelata dal marchese Maffei tramite "Il Giornale dei letterati d'Italia" nel 1711 ma che in realtà la costruzione dei primi tre Pianoforti risale al 1709 e il primo costruito nel 1702 esposto ora nel Museo del Michigan, poi nel 1738 Schroter accusò il Cristofori di "suo imitatore infelice", ma ormai è indiscutibile la paternità italiana del Pianoforte l'unica differenza è la diffusione iniziata proprio dalla Germania con la prima fabbrica la Silbermann, perchè in Italia l'invenzione del Cristofori venne accolta tiepidamente.
  6. Personalmente parto dal presupposto che sono musicalmente e culturalmente ignorante in materia e a livello estetico non sono mai stato molto attratto dal genere della musica Jazz, anche perchè, come il Blues, la si riconosce subito ha quel sapore particolare inconfondibile ... gli unici musicisti che mi piacciono sono Alan Holdsworth, Pat Metheny il compianto Shwan Lane, che oltretutto suonava il Piano meglio della chitarra e il mitico Franco Cerri, che fra l'altro ho conosciuto abita vicino casa mia.
  7. Ciao Dalla mia pochissima esperienza posso dirti che per prima cosa, prima dello studio delle scale, ci vuole una certa indipendenza delle dita, raggiunta tale si inzia con degli esercizi per il passaggio del pollice, io ho iniziato con il Beyer l'Hanon ma ho trovato molto utile quelli dello Schmitt (Aloys Scmitt) arrivano fino al 5° dito. Poi si inizia lo studio su una ottava poi due ottave tre ottave e quattro, partendo da duine, terzine, quartine ecc... Io uso come testo l'Hanon e quello di Vincenzo Mannino in cui ci sono anche quelle a moto contrario dalla 3a e dalla 6a. Una cosa molto importante che mi disse il mio maestro, oltre all'inevitabile studio lento, fare attenzione al "gradino" e cioè quando il pollice passa sotto le altre dita non si deve percepire discontinuità ma deve essere un passaggio omogeneo, cioè come se ci fosse una piccolissima, ma percettibile, pausa durante quel passaggio, quindi è importante studiare lentamente. Altra cosa la mano deve essere rilassata e non solo la mano, e poi c'è la nota scuola di pensiero di Chopin che la scala più difficile da studiare è quella di DO maggiore, infatti lui faceva studiare le scale partendo da quella di REb maggiore perchè le dita suonando sui tasti neri non interferisconodurante il passaggio del pollice essendo rialzate rispetto i tasti bianchi, e devo ammettere che aveva perfettamente ragione. Le scale secondo Gieseking sono meglio degli esercizi meccanici infatti scrisse: "Io non eseguo mai esercizi tecnici. Sopratutto io li considero quasi interamente superflui. Una volta che lo scolaro ha imparato scale, arpeggi e simili elementi fondamentali della tecnica pianistica, egli la possiede! Perchè affaticare e annoiare le dita?"
  8. Grazie Simone grazie Paolo, queste sono perle rarissime che ci donate a noi "adoratori" degli 88 tasti !!! In settimana vedo se trovo il libro che citate nel video mi incuriosisce molto.
  9. Sono quelle in Sol maggiore eccolo http://216.129.110.22/files/imglnks/usimg/1/1b/IMSLP53045-PMLP05856-Beethoven_Werke_Breitkopf_Serie_17_No_176_6_Leichte_Variationen_WoO_77.pdf
  10. Scusa gian ma è interessante questa tua affermazione, mi ha sempre incuriosito quale competenze sia tecniche sia compositive avevano e hanno i grandi della musica leggera. Se non erro Lennon e McCartney suonavano anche il Pianoforte, certo fino a quale livello nessuno lo sa, anche perchè il loro obbiettivo era di scrivere solo la loro musica senza interessi troppo sia tecnici che compositivi. Ma mi chiedo come è possibile che suonassero ad orecchio? Cioè una minimissima base dovevano almeno averla, tipo riconoscere un accordo maggiore da uno minore, capisco il lato compositivo che può essere un "dono" perchè comprende sia il lato artistico/irrazionale ma senza escludere quello teorico/tecnico. Anche Lucio Battisti corre voce che sia stato completamente autodidatta anche al Pianoforte. Anche Joe Satriani, grande chitarrista strumentale iniziò completamente autodidatta, poi al 4° album decise di studiare con il Pianista Jazz Lennie Tristano. Anzi vi racconto un anedotto, il mio accordatore di Pianoforte (e questo che scrivo non è per criticare ci mancherebbe) ... accorda i 2 Pianoforti di Eros Ramazzotti, uno a coda, e uno verticale di cui studia la figlia, e io, incuriosito come una scimmia, dato che non sapevo che Ramazzotti suonasse il Piano, gli chiesi: "Ha! Suona il Piano?" e lui "Non sa nemmeno fare un'accordo"!
  11. Congratulazioni Simone! Il lavoro svolto con passione amore e determinazione porta sempre a ottimi frutti! Grazie per aver condiviso con noi questa tua bellissima esperienza nei minimi particolari e nel simpaticissimo video, alla fine "Semo omini ... mica utensili" !!!
  12. Dave

    Per Elisa

    Grazie Gennarino è proprio vero quando si ama appassionatamente una cosa non c'è nulla che ti ferma! Scusami Francesco se ti rispondo in ritardo, lo spartito che uso io l'ho acquistato alla Ricordi perchè mi piace collezionarli penso sia uguale ma se vuoi posso scannarizzarlo.
  13. Grazie Michele hai scritto delle considerazioni molto interessanti ... infatti ora la sto ri-studiando dall'inizio come dovrebbe essere suonata o almeno ci provo, ho ascoltato Kempff, che poi tra l'altro è stata la sua esecuzione la prima volta che mi ha fatto scoprire questa bellissima composizione, e cerco di seguire il suo stile e andatura. Grazie ancora a tutti!
  14. Che bella sonata, siete veramente dei mostri di bravura complimenti Paolo e Simone! Anche se Mozart non è uno dei miei compositori preferiti forse perchè lo capisco di meno culturalmente lo trovo un pò manierista come impostazione compositiva, senza nulla togliere al suo genio ci mancherebbe. Sarebbe stato bello il video con la vostra esecuzione però, .... che guardando (oltre che ascoltando) si impara (anche).
  15. Interessante questa discussione ... anche io ho da poco preso un libro dal titolo Contrappunto e Composizione di Salzer Felix & Schachter Carl ma è un pò difficilotto, e poi Il manuale di Armonia di Pedron, Simon puoi consigliarmi qualcosa di più basilare?
  16. Complimentissimi Francesco mi è piaciuta molto anche la velocità di esecuzione, ... se posso permettermi un consiglio dovresti curare anche la dinamica, forse con una tastiera è difficile se hai possibilità prova con un Pianoforte acustico.
  17. Grazie Paolo. In effetti dopo essermi riascoltato ho notato che forse è un pò troppo lenta e poi è vero devo curare di più le terzine in modo più pacato rispetto al cantato sul mignolo che deve risaltare Grazie Francesco. Hai perfettamente ragione devo alleggerire i toni gravi. Attendo con ansia la tua esecuzione.
  18. Ciao! Mi sono permesso di proporre un'altra mia esecuzione a cui tengo molto l'adagio Chiaro di Luna Op. 27 n. 2 di Beethoven. Premetto che ho ascoltato molte interpretazioni di questa sonata da Kempff a Gould (velocissima ) a Pietro Rigacci, Barenboim, Maria Yudina, Cory Hall, Richard Clayderman e Mitsuru Nagai, ma quella che mi ha colpito più di tutti è stata quella di Pier Narciso Masi: interpretata con molta lentezza nel fraseggio e con l'aggiunta di un pizzico di rubato, quindi mi sono ispirato molto alla sua esecuzione. Grazie. http://www.youtube.com/watch?v=iSITzlr8LRM
  19. Che tristezza! Comunque io non mi scoraggio, studio e suono questo stupendo strumento perchè amo, adoro e vivo per la musica punto e basta! E poi mi chiedo i grandi compositori avevano il pezzo di carta in mano? Non mi sembra! Passione, studio e dedizione oltre al talento naturale, sono le doti che servono indipendentemente che il seggiolino del Piano si trovi in un Conservatorio o a casa propria! "Quidquid velis, potes", volere è potere! Viviamo in un epoca in cui nonostante il mondo vada al contrario non abbiamo il limite della comunicazione come in passato, ormai i libri sono alla portata di tutti, ora c'è anche la rete. Quindi se uno si pone un'obbiettivo ed è veramente intenzionato a raggiungerlo non si fermerà davanti a nulla!
  20. Complimenti Simone sei bravissimo, e inoltre mi hai fatto un bellissimo regalo perchè il notturno Op.9 n°2 vorrei cimentarmi a studiare! Non mi intrometto nella discussione perchè con soli 9 mesi di studio sarei ridicolo, però le vostre riflessioni, sappiate che per me sono una miniera d'oro di esperienza e dove posso attingere e rifletterci sopra... Grazie.
  21. Assolutamente sì Paolo, da parte mia sono in trepidante attesa di questi video! Non vedo l'ora!
  22. Grazie Simone! Hai toccato poi un punto molto particolare che a volte sfugge: suonare qualsiasi strumento è anche un fattore anatomico per esprimere quello che abbiamo dentro verissimo non ci avevo pensato. E poi credo che la tecnica inizia solamente con un semplice gesto, nel premere un tasto del pianoforte, e finisce con il modo in cui quel tasto è stato premuto, ma in mezzo a quel gesto c'è un universo!
  23. Assolutamente stupenda l'intervista di questo Pianista, ...oopss scusate volevo dire musicista! Sono al 100% d'accordo con lui la musica è un linguaggio universale perchè disturgge qualsiasi barriera etnica, sociale, razziale, religiosa, linguistica, culturale ecc... e penetra l'animo di ogni essere vivente! Bellissime parole e grandissimo artista, che non conoscevo, mi ha profondamente toccato il suo modo di comunicare con i suoni e non con uno strumento meccanico! Tornando al tema del thread, nella mia piccola esperienza, ammetto che i primi mesi, un pò per la passione e l'entusiasmo, studiavo 4/6 ore al giorno tutti i giorni, ma ultimamente ho guardato più alla qualità che alla "quantità", ho fatto mio il monito del mio maestro che dice: "Meglio mezz'ora fatta bene che 6 ore fatte male!" Riguardo alla tecnica, è vero, ci sono differenti scuole di pensiero come ho letto anche in alcuni libri: chi dice che la tecnica la si acquisisce buttandosi subito a capofitto nelle composizioni senza nessun tipo di esercizio preparatorio tipo Hanon, Pischna ecc... e chi invece ritiene validi questi metodi, entrambe le strade vogliono eliminare le preoccupazioni tecniche delle difficoltà esecutive che si incontrano in uno spartito, ma mi chiedo quali pericoli può avere la tecnica sulla musica? Perchè se non erro la tecnica è all'interno della musica non al di fuori di essa, o sbaglio? Voglio dire, bisogna sapere come fare la tecnica o bisogna sapere come fare la musica? Lieto di essere smentito dalle mie idee acerbe e felice di maturare con le vostre autorevoli opinioni! Grazie a Paolo per questa bella discussione! Davide
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