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Piano Concerto - Forum pianoforte

OrlandiArmando

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Tutto postato da OrlandiArmando

  1. Ciao Azzurro, Sei l' unico che non ha avuto una rapida risposta..... No. E' solo una finzione cinematografica molto mal riuscita. Beethoven detestava la cognata e la sua prima figlia (vedere gli abbozzi di canone Fettluemerl und Bankert haben triumphirt", Hess 260). Amava evidentemente andare con le mogli dei suoi amici o con le prostitute (al tempo era così, adesso, in questi tempi morali e civili, si va con i travestiti, ma ognuno è libero di far quel che gli par). Mai però sarebbe andato in nessun caso con la moglie di suo fratello. Come testimoniano i quaderni. Concediamogli un minimo di indirizzo morale, pover uomo!
  2. Mmmmhhhh ho letto anche io il passo che citi pressoché letteralmente. Un' uscita piuttosto infelice.... forse proprio il taglio giornalistico penalizza la riflessione? In effetti il modus di scrittura sembra del tipo "in diretta televisiva" e forse ci si sente in dovere di uscire fuori dalle righe. Un altro esempio del genere è il libro di Augias "Inchiesta su Gesù", con un intervista-dibattito con Mauro Pesce. In quel caso il risultato però è molto più elevato. Con il libro in mano, proprio adesso, però devo sottolineare che la scelta delle didascalie è molto centrata: molte prime edizioni, varianti delle prime edizioni.... questo è il mio campo! Rosen: Per quanto riguarda l' analisi delle sonate di Beethoven, a me piace molto questo libro (naturalmente parliamo di pubblicazioni in lingua italiana) De Bonis Alessandro - Analisi della forma delle sonate di Beethoven - Enrico Muccio Editore Catania 1928 (2012 - 1928 = 84 - quasi quasi lo metto sul sito, oramai è di pubblico dominio). Infine, si parlava dei 10 libri di riferimento. In realtà ho in massima considerazione una decina di volumi, i classici "se dovessi salvare qualcosa" o sulla classica "isola deserta".... però sono libri che riguardano i miei studii beethoveniani. Con questi potrei vivere una vita di ricerca... eccoli: Biamonti Giovanni, Catalogo Cronologico e critico delle opere di Beethoven. Gustav Nottebohm, Beethoveniana. Idem - Zweite Beethoveniana. Idem Beethoven Studien - Beethovens Unterricht bei Haydn, Albrechtsberger und Salieri. Kinsky-Halm Beethovens Werke. Willy Hess Supplemente zur Gesamtausgabe. Joseph Kerman - Kafka Skizzenbuch (questo è me-ra-vi-glio-so) infine il mitico Ludwig van Beethoven, Ignaz Xaver von Seyfried Studien in Generalbasse, Contrapuncte Und In Der Compositionslehre Haslinger, 1832. E il De Roda? e la biografia di B. che scrisse Thayer? Fermiamoci qua! Qualcosa mi dimentico di sicuro!
  3. Mannagg.... per rispondere me lo sono letto in modo bulimico, fra treno di andata e ritorno Pontedecimo - Genova Bignole e ritorno (ma anche - "Alcandro lo confesso!") sul lavoro. Dunque: Il libro è strutturato sotto la forma di intervista. L' intervistatore è Martin Meyer, l' intervistato è Andréas Schiff, che non credo abbia bisogno di "presentatio". Il libro mi divide le sonate in una decina di capitoli, in gruppi più o meno omogenei (sembra che, per taluni versi, Schiff si rifaccia all' estetica del De Lenz, cosa che non ho mai approvato, ma questi sono casi miei). Non bisogna dimenticare che il libro è il volano della serie di concerti che Schiff sta tenendo alla Società del Quartetto di Milano (credo che l' ultimo concerto sia ai primi di marzo 2013). Le considerazioni sono piuttosto tecniche; ovvero dalla domanda - per così dire - teoretica - di Meyer si passa ad un' analisi formale. Beh, non male, in effetti il libello chiude un buco interessante; se non erro (ed io erro facilmente) erano alcuni anni che non appariva niente di così icastico sull' argomento.A proposito di Rosen; ti è gradito? Per quanto riguarda la bella mostra, questo libro finirà nel "girone dei già letti". Ovvero quella parte di libreria che difficilmente verrà consultata. (questo però a causa della mia predilezione per altri libri, non certo per la pochezza di quest' ultimo). Tengo sempre una decina di libri "indispensabili" al centro del mio mondo, ma questa è un' altra storia.
  4. Il link è ritornato alla sua primigenia origine. Vediamo se sarà la sua collocazione definitiva. In tutti i casi, è sempre un piacere lavorarci sopra. In quanto fare il moderatore, non ho nessun problema, anzi è un piacere poter essere di aiuto.(mi sottopongo comunque anche al giudizio degli altri: questi sono ambiti dove si può procedere tutti appaiati senza alcun problema) (Mmmmmhhhh moderatore però è anche un pedale del piano.... in questo caso avrei dei problemi....). Gentile Simone, eccomi a tua disposizione. Diciamo che così potrei fare parte...... della tua giunta, caro sindaco!
  5. Ahhahahah buono! e pure costosello. Ce l' ho, l' ho comprato ieri l' altro e fa bella mostra in libreria. In sostanza ovviamente non l' ho ancora finito nè messo sul sito, ma dalla prima sfogliata (culatello e sfogliata, non male) è un libro di quelli che piacciono a me: molti esempi, stringato, asciutto, e con molte riproduzioni di manoscritti e prime edizioni con varianti. Caro Frank mi sa che sono proprio propenso a consigliartelo a priori!
  6. Beh non c' è bisogno degli esperti; la lettera è leggibile anche in italiano nel volume 5 o 6 (adesso non ricordo) della Skira nella trascrizione fatta da Luigi Della Croce dell' omologa raccolta curata dal Prof. Sieghard Brandenburg, per la Beethoven-Haus di Bonn. In quel che è sopravvissuto del suo epistolario tratta per 4/5 petizioni per "piazzare" opere. In più, negli ultimi anni, si accentua il patetismo circa la situazione finanziaria-povertà-malattia-isolamento-incomprensione. Insomma, B. parla sempre meno di se per proiettare il "se" nel suo vissuto. Comunque, era piuttosto comune scrivere petizioni. La questione incredibile è questa: noi uomini "moderni" pensiamo fermamente che la società antica è stata insensibile alle grida dei geni, condannandoli all' accattonaggio spirituale. Piazzare la Missa Solemnis! il più grande monumento musicale dell' occidente! Ma siamo così sicuri che in tempi "civili" (!) come questi troveremo dei Lichnowsky, dei Rodolfo o dei Kinsky? Ma anche dei mecenati come i Medici o delle Aurora Sanseverino?
  7. Questa è proprio una bella segnalazione. Ed è pure bella questa lettera con una firma leggibilissima con il tipico tratto a zigzag dopo la "enne" ed il timbro in ceralacca che ha rovinato solo il margine. Se si supera l' interesse visivo nei confronti del farfallino e dell' anello di onice (orrore!!!) del professore che sembra Rick Moranis che interpretava Louis Tully in Gostbusters 2, guardate che bello svegliarino dell' ottocento dentro la teca di vetro. Chissà di chi era!
  8. Ciao amico mio. Non appena Massimo Anfossi ha elaborato la registrazione non mancherò di linkarla, al pari delle interviste a Radio Vaticana, Venice Classics e Radio Classica. Ciao!
  9. Beh, gentile Azzurro, proprio definire Karl un allievo è un poco esagerato. All' epoca gli studenti studiavano regolarmente musica, e Karl non fece eccezione. In più era nei desideri dello zio farne qualcosa, e ne volle un primo tempo fare un musicista. Il Salomon, in un libro famoso traccia il profilo di B. proprio a partire dalla proiezione psicologica che ebbe nei confronti del nipote (non è neppure immaginabile il trauma di questo ragazzo conteso fra madre e zio). Di mano del nipote, comunque, ci rimane proprio poco: qualche esercizio molto semplice proprio a cavallo degli abbozzi della sonata Opus 106. (nonchè il testo di Holz Holz geigt die quartette WoO 204) Più interessante sarebbe analizzare i manoscritti del fratello di B. e padre di Karl, Caspar Anton Carl. Lui si che aiutò fattivamente Ludwig, e credo di potere attribuirgli almeno i minuetti WoO 12 ed il trio per pianoforte, violino e violoncello Anhang 3.
  10. Grazie molte a tutti per il vostro pensiero! Siccome non siamo dogmatici, come avete visto, ma molto plastici, non esiteremo a tornare al vecchio link! Capisco anche il punto di vista di Simone, che preferirebbe un link come l' attuale, che potrebbe dare visibilità a tutte le discussioni. Vederemo! Bello pensare ad una discussione dove tutti hanno ragione! (ci sbatto pure una faccina) AH! Ciao Ismaele! che bello vederti qua fra amici!!!
  11. Acc.... questa domanda è fondamentale, ed occorrerebbe forse un intero libro dedicato alla filmografia beethoveniana. ( in realtà avevo già alcune pagine sul sito dedicate a quest' argomento, ma le ho ritirate) Dunque, mi sembra palese che dedicare a Ludwig un film è impresa ardua per tutti. Partiamo con calma. Un bel film è "Un grand amour de Beethoven", del 1936, di Abel Gance, in lingua francese, con Harry Baur. (Il qual Baur farà una memorabile comparsata nell' altro film, di Sacha Guitry "Napoleon" del 1955). Inoltre, lo stesso Gance aveva diretto un altro film intitolato "La decima sinfonia", nel 1918, uno straordinario polpettone amoroso-mistico. Per chi lo trova, imperdibile. "Der Märtyrer seines Herzens" è invece un bel film del regista Hans Otto, in stile "Repubblica di Weimar", del 1928. Peccato che i Nazi lo fecero sparire qualche anno dopo. Non so se qualcuno di voi ha letto i libri di Luigi Magnani. Da uno dei suoi libri, fu tratto nel 1985 un bel film da Paul Morissey, intitolato "Beethoven's Nepew", che vale una vista. Uno dei film più famosi è "Amata Immortale" con Gary Oldman, osceno e apocrifo film del 1995 sul rapporto fra B. e la cognata. Una grande occasione buttata al vento, tipo rigore di Baggio ai mondiali USA. Peccato. La Rossellini è una delle 5 donne più belle dell' universo. Due film godibili sono "Il magnifico ribelle" della Disney e la comparsata di Beethoven nel film dedicato a Schubert, "La casa delle ragazze". Due film anni '50 alla "Sissi" con Romy Schneider.... Anticipato dall' amico precedente ( il cui Nick non riesco a scrivere) è di buon livello il film del 2005 "Copying Beethoven", sebbene fantasioso, ha un bel Ed Harrison, sebbene poco somigliante. Bella la scena in cui B. suona la "Grosse Fuge" al piano. Andiamo a casa nostra? ci sono due esempi sbalorditivi e meravigliosi. (Calma! meraviglioso significa che "fa meraviglia", ma anche un prodotto osceno "fa meraviglia") Uno è "Lezione 21" di Baricco, che forse credersi l' epigono di Alexandre Oulibicheff in "Beethoven, ses critiques et ses glossateurs". Baricco sa che fa più notizia un uomo che morde un cane che viceversa. Peccato veramente. Baricco è un auentico genio che non smette mai di deludermi. Non vedo l' ora che esca un altro libro come L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin..... L' altro film è "Musikanten" dell' amico Battiato. Ebbene, se non lo avete visto, merita una riflessione. Questo prodotto è molto migliore di quanto l' oblio lo abbia già condannato in soli sette anni dall' uscita nel 2005. Mi sfugge qualcosa, ma metterò presto on-line una bobina del 1911 o giù di li di un film di 5 minuti che credo sia il primo film girato su Beethoven. Il buon Ludwig sente suonare una sua sonata in una casa. La pianista è cieca e non può raggiungere la città per farsi operare, a causa della sua povertà. Ma lui le scrive li per li la sonata "al chiaro di luna". con quei proventi lei potrà operarsi e riacquistare la vista! Parabolico!
  12. Cari tutti, Domattina, mercoledì 5 dicembre 2012 ore 9.30 su Rai Radio Tre, Primo Movimento,trasmissione dedicata alla presentazione di novità discografiche, recensione con ascolto del cd Beethoven Rarities vol 6, contenente i primi due movimenti della Sonata-Fantasia Biamonti 213, di cui mi pregio di avere scritto il libretto. Pianista Massimo Anfossi. Scusate il ritardo con cui l' ho annunciato, ma metterò il podcast sul sito prima possibile. Amicizia,
  13. ciao Talentuoso piacere! Non è cambiato nulla sulla normativa inerente i diritti d' autore, ovviamente. (legge 22 aprile 1941 numero 633 e poi La Convenzione di Berna del 1978 - legge numero 399 nel 20 giugno dello stesso anno) Tuttavia tali diritti appartenevano alla I.L.T.E. che ha chiuso i battenti qualche anno fa. Insieme al mio legale, guarderemo se esiste ancora un vincolo. Schunemann morto, Biamonti è morto nel 1970, e il libro è del 1968.... Non ci risulta ad oggi un interlocutore valido sui due soggetti in questione, né dalla I.L.T.E. né dagli eredi Schunemann nè Biamonti (il figlio novantenne del fratello che vive ancora a Roma non sa nulla circa il lavoro dello zio e non risulta una trasmissione ereditaria). Vedremo. Ci si muove sulle uova quando si parla di diritti d' autore..... Eventualmente di Schunemann esiste una pubblicazione del 1941, in lingua tedesca, in tre volumi, con tutti gli anni dei Konversationenhefte 1823 - 1827.
  14. Fate Vobis et facilitate Miki! (Fogazzaro, se non erro) bellissima. Vado subito a cambiare il link con quello a due livelli sopra, poi mi saprai dire!
  15. Frank non ti ringrazierò mai abbastanza per esserti esposto, ed ho la ferma speranza che alcuni vecchi utenti del forum si siano spostati su questo. Niente da dire, caro Frank: L' elasticità sta proprio nel capire quando un progetto è semplicemente migliore e frequentato da persone serie e competenti. Ecco appunto lo scopo dell' unione, mettere a disposizione degli altri il nostro piccolo patrimonio culturale. Lo stato d' animo è diverso è vero.... Una ventata di aria fresca!! Rispondo anche a Shark, si è vero il link parte dal punto superiore, ma ho la speranza che si possano aggiungere alla pagina anche gli altri compositori del periodo, di modo che si possa vedere subito la lista di questi. Se però vi sembra che sia meglio partire dalla successiva, con poco sforzo posso subito cambiare il link. A presto e grazie a tutti per i commenti. Siete degli amici.
  16. Per quanto riguarda i quaderni, digitalizzerò proprio il libro della ILTE, i cui diritti dovrebbero essere caduti qualche anno fa. Purtroppo si arrestano nel 1823, quindi mancano parte del 1823 a marzo 1827. Cercherò le prime opere di Schunemann, in lingua tedesca. In questo momento è quasi pronto il volume di Giuseppe Carpani "Le Haydine", in cui si parla di Ludwig in presa diretta, essendo stato pubblicato nel 1812.
  17. Si si, i miei programmi a breve scadenza sono quelli di correggere ancora i numerosi errori materiali che affliggono il sito (ortografici e di collegamenti difettosi) e finire - una volta per tutte - il Trattato di Armonia e Composizione del Seyfried. A lunga scadenza eliminare gli mp3 "sintetici" per sostituirli con altri reali. (operazione lunga anche perché gli organici sono sempre differenti, e non è facile trovare la formazione adatta). Per completare l' opera musicale occorreranno circa 4 anni ancora, per digitalizzare tutti i libri e le partiture "Copyright free" e mettere a disposizione di tutti il mio materiale circa otto anni..... diciamo 10-12 anni in tutto? (47+12=61) La vita media di un maschio caucasico italiano è di 79 e 3 mesi....... Beh, allora ce la dovrei fare!
  18. Cari amici, Un peu de Pub à moi! Vi annuncio con vero piacere (non lo nego) che il mio sito è stato linkato sul sito di Mamma Beethoven Haus di Bonn. il link è qui: http://www.beethoven...prache=englisch Come recita la presentazione, viene citato anche il forum, e questo è proprio giusto, trattandosi questo di un luogo dove si fa Arte fattiva. Sono soddisfatto, per me e per voi tutti! A presto con altre buone (ma anche ottime) notizie!!!
  19. Beh, tutti sanno che Czerny prese lezioni da B. fra il maggio 1801 e metà 1803. L' anedottica ci riporta di un Beethoven ammirato della tecnica di Czerny lo volle come allievo. Ebbene, io diffido sempre dei riporti ottocenteschi, che hanno rovinato - per esempio - la memoria del rapporto fra Haydn e B, che fu al contrario sempre molto cordiale. Indubbiamente Beethoven si fidava in alto modo dello Czerny, tanto da affidargli l' ingrato ruolo della parte del solista nella prima del suo quinto concerto per pianoforte - onore-onere non trascurabile! - nel febbraio (o giù di lì) del 1812. Inoltre ha trascritto per pf le sinfonie di b, ma ha fatto trascrizioni di altre opere: settimino, quartetti eccc..... Nei quaderni il rapporto fra i due è sempre molto franco e cordiale, ma come compagno di bevute B. preferì sempre Holz. (Czerny doveva essere veramente pesante... poi come B. rimase sempre "signorino") Ho un bel libro che si intitola "Beyond the Art of Finger Dexterity di David Gramit., nel quale viene messa in luce la qualità della produzione musicale di Czerny, a prescindere dalla produzione teorica e teoretica musicale. Ok. Ci siamo. Detto questo, rispetto, stima, tutte le sonate suonate a memoria... tutto bene............ ma....... leggo su un quaderno di conversazione che, quando a Beethoven, attorno al 1824, un amico domandò quale edizione del Metodo di Czerny dovesse acquistare, Beethoven scrisse: "dia retta a me, usi il metodo Clementi". Un bell' applauso. aὐτὸς ἔφa. Ipse Dixit.
  20. No no Beethoven era ben consapevole del suo ruolo primario nella cultura del tempo. Il nocciolo è che detestava gli allievi, (detestava gli allievi- Allevi.... bella assonanza... su questo dovrò rifletterci sopra.... ) però amava molto le "palanche", quindi ha scelto, non consapevolmente o intenzionalmente (la seconda che ho detto, come diceva Quelo) il personaggio che lo impegnasse meno, pagasse molto e che fosse la chiave per entrare nei salotti bene. Chi meglio di Rodolfo? Ma chi avrebbe tollerato all' epoca di avere una messa per la sua elezione di Arcivescovo due anni dopo la cerimonia? (mi sarei inc. pure io beethoveniano di ferro!!) In quanto alla mediocrità di R. in effetti è una mediocrità puramente musicale. Rodolfo era - al contrario - un uomo di ottime virtù e fu molto amato ad Olomuc. Pensa che si opposero - senza successo - alla traslazione del suo corpo nella Cripta dei Cappuccini a Vienna. Analizzando alcune sue opere forse svettano (ma svettano come cavalcavia di autostrada) due trii per clarinetto. Appunto Rodolfo ebbe lezioni di teoria, ma B. non fu in grado (o non ne ebbe intenzione) di donare nulla del su IO musicale. Infine, mi sa che fra tutti ci siamo dimenticati della formidabile fuga della sonata per violoncello Opus 102 che tanto fece sbalordire Shindler! Amicizia----------------------------------------
  21. Se si intende come "Allievo" una persona che segue assiduamente le lezioni da un maestro o da un "pedante", Beethoven ebbe solamente un allievo, ovvero l' Arciduca Rodolfo d' Austria, cui non lesinò neppure delle bacchettate sulle mani. Anche in questo caso, ecco il romanzo familiare di Beethoven che si ripropone: nessuna famiglia, nessun allievo che potesse apprendere la sua tecnica. Rodolfo era musicalmente discreto, (credo esista qualche registrazione di sua musica da camera, a cura della Bayer Records), ma niente di eccelso (ma economicamente fondamentale!). Inutile dire che B. gli dedicò molte opere, dal famoso trio Opus 97 ecc... Interessante è il tema "O Hoffnung" WoO 200, sul quale l' Arciduca scrisse una moltitudine di variazioni di interesse modesto. (altrettanto modeste sono le variazioni che scrisse per l' album delle "Variazioni Diabelli"). Insomma, forse si potrebbe dire che Beethoven scelse con cura il suo allievo: ricco, potente, fedele, mediocre....
  22. Ciao a tutti e molte grazie a Simone che ha aperto questa sezione, esordendo già con una ottima osservazione, puntuale e correttissima! Sul modo di procedere di B. nella Fuga, esistono due libri dedicati proprio a quest' argomento che sfatano i luoghi comuni che ahimé si ripropongono: il primo è l' ottimo Beethoven's Fugues di Donald Francis Tovey, Oxford University Press, del 1944. Analisi completa sullo sviluppo dell' idea fugata in B. L' altro, recentissimo, della Dott.ssa Julia Ronge, con la quale abbiamo avuto un piacevole scambio di opinioni proprio l' estate scorsa al BH. Il ibro si intitola Beethovens Lehrzeit: Kompositionsstudien bei Joseph Haydn, Johann Georg Albrechtsberger und Antonio Salieri. Julia osserva attentamente gli studi fatti dal nostro soprattutto col l' Albrechtsberger, che proprio un cretino, parlando di fughe, non era. L' osservazione finale riguarda il fatto che chiunque di noi può scrivere fughe corrette, ma qua la forma si flette all' intenzione, ma senza essere scorretta. Quando si tratta semplicemente di scrivere e di scegliere fra correttezza formale ed espressione, B. sceglie sempre la seconda. Per replicare al post inserito proprio mentre sto scrivendo, ecco una piccola lista a memoria delle fughe in catalogo: Opus 35 15 variazioni e Fuga per Pianoforte in mib maggiore su un tema tratto dalle "Le Creature di Prometeo", Opus 43. Opus 133 Grande Fuga, in si bemolle maggiore, per 2 Violini, viola e Violoncello Opus 134 Grande Fuga, , in si bemolle maggiore, per Piano 4 mani (trascrizione dall'opus 133) Opus 137 Fuga per 2 Violini, 2 viole e Violoncello, in re maggiore. Poi le fughe inserite nelle composizioni più importanti, dalla 110 all' Opus 106! Ragazzi! la fuga della Hammerklavier! E poi quelle due fughe delle Diabelli? E quella nella Missa Solemnis? Infine, per piacer del cielo, ecco delle fughe che non sono "Tantot libre tantot recherchée" : Hess 64, WoO 31, Hess 29, 30, 31.... e per ultimo, nei prossimi giorni inserirò l' edizione originale del libro di Seyfried "Beethoven Studien" sul sito, cosicché ci si potrà rendere conto che fughe scolastiche B. ne scriveva a mazzi come i fiori (credo siano sopravvissuti circa 450 esercizi, fra editi ed inediti) Bacioni a tutti!
  23. Eh, si. la questione della mediazione non può essere risolta. Inoltre noi abbiamo appunto ben due mediazioni: quella dell' interprete e quella dello strumento. (per tacere del gruppo orecchio-cervello che ci porterebbe troppo lontano). In effetti, la musica, rispetto alle altre arti, necessita di più interlocutori.... Se però la Banda Comunale Bassotti mi suona l' Egmont, ecco che la sciagurata esecuzione (che bello la parola "esecuzione" sta sia per eseguire che per atto di uccidere) viene per così dire sostituita dall' esperienza; ovvero: I Bassotti mi hanno tormentato quel dato brano, ma comunque riconosco in lui il seme (la Κοινὴ Ἑλληνική) del pensiero del compositore...un poco come avviene in quei sciagurati midi che uso anche io. In questo caso, ma forse solo in questo, la conoscenza non è un limite ma un aiuto per apprezzare la musica: il potere salvifico dell' esperienza. Forse, come esistono infinite stelle, esistono infinite None Sinfonie, sempre uguali ma sempre diverse. Anzi, guardando le indicazioni metronometriche del buon L, così ondivaghe negli ultimi anni di vita, credo proprio che anche lui fosse convinto che, in realtà, tutta la musica fosse solo percezione fallace. Comunque, anche io penso "evviva" chi suona i fortepiano, clavicembali, cordofoni, clavicordi e graziosa famiglia!
  24. Ciao a tutti! Ho assistito ad una serie di concerti a Genova, nel maggio di quest' anno. Il programma comprendeva tutte 32 le sonate per pianoforte (?) di Beethoven. I musicisti erano Gregorio Nardi, Alessandro Commellato, Massimiliano Genot, Riccardo Zadra, Costanza Principe ed Edoardo Torbianelli. I fortepiano utilizzati a Palazzo Ducale erano uno Jean-Louis Dulcken (Germania, 1796-----magnifico!!!), uno Joseph Bohm (Austria, 1825---- bellissimo), un John Broadwood (Inghilterra, 1829 "LO" strumento di B.) e un Karl Stein (Austria, 1829 --- questo un poco deboluccio). Alla luce di quest' ascolto, direi che si potrebbe "ruotare" l' affermazione di Rotore da "Secondo me la filologia vale finchè non diventa un limite" a La conoscenza di un' opera vale sinchè non diventa un limite". Ovvero, se ascoltiamo ---- esempio banale --- Per Elisa, versione Nohl, (ascoltata per lo meno 255345345 volte) la nostra esperienza può vacillare all' ascolto dell' altra Per Elisa --- inedita ---- del 1822; semplicemente non ci si aspetta l' inaspettato! (Eraclito?) Allo stesso modo, il mio ascolto della magnifica sonata Opus 7 (sempre troppo trascurata) sul Dulcken mi ha elettrizzato come un primo ascolto. A proposito di suoni, nel 2010 mi sono divertito a campionare il suono del Graf di Beethoven al Beethoven Haus di Bonn, tasto per tasto. Se avete piacere, potete ascoltare la scala di DO maggiore qua. Esempio pratico di quale strumento potesse avvalersi il nostro sino all' opus 19-27! A Presto!
  25. E dopo la tombolata, vedo che devo ancora una piccola replica ad Eagle. Mi vorrà scusare del ritardo. No, gli articoli non sono sul sito, ma se vorrà apriremo un piccolo post su cui trascriverò ogni singolo articolo, se questo vi può fare piacere. Intanto, sul sito, sto aggiungendo ogni singola descrizione per ogni opera di B., ed ho praticamente coperto tutte le opere da 1 a 138 (manca ancora l' opus 84, la 113 e 117 e poco altro). Inoltre mi dovrebbero arrivare gli scan del manoscritto che proprio pochi giorni fa è stato venduto all' asta per una cifra pazzesca. Gli Mp3 saranno presto on-line. A presto!
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