Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

giovannig

Membro
  • Posts

    514
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    13

Tutto postato da giovannig

  1. A parte i martelli sostituiti o i rullini "riempiti" dovresti controllare se è stata tagliata la molletta di sospensione sulla forcola del cavalletto o se c'è ancora....
  2. Concordo, oltre ad avere la vite per la regolazione della molla dovrebbero anche essere dei cavalletti molto robusti, si può intervenire con un successo assicurato. Un controllo generale e la sostituzione di alcune parti se usurate, con una spesa nemmeno eccessiva secondo me, potrebbero restituire molti anni di vita al pianoforte, considerando che ha ancora un valore commerciale residuo importante. Se sei soddisfatto del suono non ti consiglio di cambiarlo.
  3. Non si tratta di percepire uno scappamento più netto, ma più che altro percepire una certa fatica dello spingitore nell'uscita da sotto il rullino che non ti permette di suonare pianissimo, di fare passaggi in agilità in maniera naturale.... Hai l'esigenza di una tastiera da lavoro? Non esagerare con la differenza nel caso. Per sostituire i rullini consiglio di svitare le astine con i martelli in maniera alternativa (primo, terzo, quinto Etc...) e di disporli col rullino verso l'alto nel banco. Con un coltello si incide a destra e a sinistra la colla del taccagna della pelle, dove tocca lo stiletto e poi conun pennellino si applica dell'alcol nelle incisioni. Si fa agire qualche minuto e poi tenendo in mano lo stiletto si afferra il rullino con una tenaglia e lo si estrae lentamente facendolo oscillare un poco se la colla è molto dura e non vengono via facilmente. Dopodiché si puliscono i residui di colla con una lima, e si incolla il nuovo rullino nel giusto verso, a volte è necessario abbassare leggermente il legnetto per permettere il pieno contatto tra stiletto e rullino tramite il suo incastro. Una volta inserito il nuovo rullino bisogna mettere in morsa lo stiletto e pressare un pochino il rullino contro lo stiletto in modo che trabordi la colla in eccesso e che si adatti tutto al Meglio. E anche per comprimere un pochino il rullino e stabilizzarlo, diversamente si comprimerà col peso dei martelli e sarà necessario sollevare i piloti più volte nel tempo. Dopodiché si riavvitano nella vecchia posizione avendo come riferimento i vicini, poi si fanno tutti i pari. È un lavoro di pazienza, non è difficile. Puoi cercare anche su YouTube, i rullini in inglese si chiamano "knuckles", quindi cercando "grand piano knuckles replacement" troverai senz'altro qualcosa
  4. Ah bé, io ne sto facendo uno del 1921 alto 1,40 metri, dove ho dovuto anche incollare le catene dietro, a ridosso delle crepe, incolore impiallacciatura sollevata, reimpiallacciare certe parti, con mobile in mogano a vista da lucidare a tampone, rifare il ponticello dei bassi, filettare la tavola Etc Etc....sono lavori normali nel restauro, a volte capita di dover rifare i somieri, a volte bisogna sfasciarli completamente e ridarli da zero. Se te lo facevi tu il costo sarebbe stato comunque limitato. Quando hanno preso umido bisogna geli asciugare, magari aiutandosi con un una stufetta per qualche giorno....più cose si crepano prima si riparano e meno saltano fuori difetti dopo, in ogni caso credo che tu prima di spruzzare il mobile abbia dovuto comunque risolvere il problema della impiallacciatura sollevata, no?
  5. Senza la marca difficile datarlo, potrebbe essere dei primi 900 anche se certi costruttori sono andati avanti con la meccanica a baionetta fino agli anni '40. È la tipologia di telaio che mi fa pensare ad una impostazione dei primi 900. Io lo avrei restaurato, trasformando la meccanica a baionetta in meccanica scoperta. Sarebbe stato un passatempo più interessante vista la buona manualità, peccato.
  6. Carino e apprezzabile tutto il lavoro, però quel colore antracite a spruzzo non si può vedere è una scelta o pensavi venisse più nero opaco?
  7. Eh però che sia degli ultimi progettati da Fenner, certo prima deve piacere a te, poi porti il tecnico...
  8. Ci sono anche sul mercato dell'usato degli Hyunday, gli ultimi progettati da Fenner sono molto buoni. Il consiglio di un tecnico è più importante della marca stessa, il pianoforte va valutato caso per caso.
  9. Praticamente affidarsi ad un tecnico significa portare un proprio tecnico di fiducia che possa valutare il pianoforte, indipendentemente dal fatto che si acquisti da privato o da negozio perché i difetti possono esistere anche in negozio e anche sul pianoforte nuovo. Affidarsi ad un tecnico può anche significare che si può usufruire di una segnalazione riguardo a qualche cliente che vende il pianoforte, perché no. Il privato difficilmente si fida ad acquistare da un altro privato per via della garanzia, ma la migliore garanzia è secondo me quella data dal tecnico di fiducia che valuta il piano è seguirà la sua manutenzione. Per quanto riguarda i rigenerati provenienti dal Giappone, è si sconsigliabile il loro acquisto perché il Giappone è un isola, ci sono i tifoni e c'è il mare.... Un pianoforte tenuto per tanto tempo in quelle condizioni climatiche anche se nuovo o rinnovato nell'aspetto nasconde altri problemi, come le viti ossidate all'interno o la rigidità della tavola dovuta al clima salino... Cose che si scoprono quando si mette mano agli strumenti. Tornando la tua considerazione sulla fortuna, non si tratta di fortuna ma è un pó la regola dell'usato.... Poi tra le occasioni riconoscere un bidone per un tecnico è semplice, molto semplice. Quindi non vedo tutti questi problemi sulla sicurezza dell'acquisto che si tirano fuori di tanto in tanto e che giustificherebbero l'acquisto di un pianoforte nuovo di medio-bassa qualità a fronte di un usato di ottima qualità a parità di prezzo o addirittura inferiore. Per l'altra domanda non so, io generalmente non vado a leggere da dove scrivono gli utenti, non mi interessa. Ciao
  10. Ma non è vero, non è proprio così. Un mio amico due anni fa ha preso uno schimmel 208 che era come nuovo, 15 o 20 anni....pagato 7000 euro. Poi si è stufato lo ha venduto ad un noto rivenditore di Milano per 12 mila euro e ora sta in vendita a 19 000 euro. La verità è che bisogna saper valutare l'usato o affidarsi ad un tecnico che sicuramente tra i suoi clienti ha qualche occasione da segnalare, purché non sia egli stesso rivenditore. Anche su subito o altri annunci si trovano diverse occasioni, bisogna vederlo e non partire con la tua idea che tanto sono tutti rigenerati ... e te lo dico per esperienza diretta, non per sentito dire. Curiosità....sai veramente come funziona il mercato dell'usato, oppure hai una tua opinione e la porti aventi con convinzione?
  11. Forster di Lobau, Schimmel, Feurich....conoscete solo il C3? Rispetto a certe firme direi che viene dopo...
  12. Ma perché un C3? Esiste solo il C3? Ci sono tanti pianoforti di produzione tedesca invenduti che forse costano anche meno e sono più lunghi del metro e ottanta.
  13. Oggi i rivenditori e gli insegnanti ragionano come se esistesse solo Yamaha. Con tutto il rispetto per Yamaha che fa strumenti esemplari, esiste anche di meglio. Non credo che valga la pena spendere 9000 euro per un codino, è una cifra che permette di valutare diverse alternative, probabilmente una coda più lunga e di qualità superiore, seppur usata. I pianoforti nuovi sono comunque da valutare bene e non sono esenti da difetti.
  14. Dipende da cosa ti fa sentire il peso, attriti? Piombo in eccesso? Martelliera? Non saprei da qui il tecnico avrebbe già dovuto capire dove sta il problema se ha ispezionato il piano
  15. Mi sembra eccessivo anche sbagliando. Non voglio sempre fare il diavoletto della situazione però, secondo la mia esperienza, mettere gli scappamenti ampi appositamente su un pianoforte con tastiera pesante o meccanica dura con problemi può essere un espediente per renderlo apparentemente più facile a chi lo prova superficialmente per l'acquisto....sono "trucchetti del mestiere". Comunque rifacendo da zero tutte le verifiche si può rimediare a tutto, modificare solo uno o due parametri della regolazione per raggiungere un apparente equilibrio tra le misure potrebbe invece essere un rimedio alla lunga non conveniente....
  16. Sono limiti che secondo la mia esperienza dipendono, nell'ordine: 1) da quanto è alto il pianoforte e da quanto è lungo il tasto 2) da come è stata piazzata la meccanica (in fabbrica) 3) dalla registrazione/preparazione della meccanica 4) dalle capacità del pianista Per le stesse ragioni vale per il coda quanto detto sopra in relazione alla lunghezza: per avere prestazioni importanti bisognerebbe considerare code dal metro e ottanta in sù. In altre parole un verticale alto potrebbe funzionare meglio e dare più soddisfazione di un coda corto. Aggiungerei la qualità dello strumento come caratteristica importante.
  17. Ma non saprei se ci dici di che zona sei possiamo anche vedere cosa c'è in giro....tedeschi veri, sono buoni quasi tutti.... Starei sui 30/40 anni di vita, che erano ancora annate buone, Germania Ovest però Il C3 da vedere ma credo vada un pó più su di prezzo
  18. In contanti oltre i tremila non si potrebbe. Io andrei a guardare in giro qualche mezza coda fresco usato, magari tedesco (anche da privati) perché con quella cifra potresti trovare qualcosa di meglio.
  19. Eh su questo si interrogano in molti, è chiaro che uno strumento costruito di fretta e con materiali economici può non avere la stessa tenuta o durata di uno che costa tre volte tanto. A quanto li vendono?
  20. Questo per quanto riguarda la bilanciatura della meccanica senza smorzatori, e senza considerare lo scatto del meccanismo. Poi quando si suona si aggiungono il peso degli smorzi, l'eventuale attrito nei passanti, nei perni dei porta smorzi, l'attrito dello spingitore sul rullino allo scatto....e si arriva intorno ai 120 grammi necessari per far suonare Il primo tasto.
  21. Si è un grafico corretto ma del tutto teorico, se uno pensasse di trovare riscontro della realtà su quelle curve farebbe delle tristi scoperte. E anche se un tecnico avesse la pazienza di rispettare quelle indicazioni al grammo ed eseguisse tutti i controlli e le azioni per raggiungere quella situazione il giorno dopo si ritroverebbe con delle misure ancora differenti in quanto il sistema meccanica anche se perfettamente funzionante risente del clima. Comunque a livello di proporzioni e di calcolo degli attriti totali è sicuramente un giusto riferimento, anche se secondo me più che i numeri bisogna tenere a mente il concetto, ovvero più la distanza tra le due misure (pesi di discesa e salita) è elevata, maggiore è l'attrito anomalo da individuare. Per una veloce valutazione direi che in media si possono considerare normali attriti totali entro i 15 grammi secondo la relazione )peso di discesa-peso di risalita)/2 e pesi di discesa tra i 47 e 60 grammi.
  22. Non per fare quello che non si fida ma ho visto matricole su Yamaha dove 1 milione si è trasformato in 4 milioni, quindi non faccio quasi mai riferimento alla matricola.
  23. Valutare il peso di affondo e di risalita potrebbe essere un primo passo per capire quanto incidono gli attriti. Poi vanno individuati, ovviamente. Per il "come si fa" ti rimando ai video tutorial di Paolo.
×
×
  • Crea nuovo...