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Piano Concerto - Forum pianoforte

francescochopin90

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Tutto postato da francescochopin90

  1. Che differenza passa da una meccanica Renner a una Yamaha, o una Schwander? Ovviamente non parlo si geometrie, le quali dipendono dal progetto della singola Casa; ed escludo le meccaniche in fibra di carbonio (Millenium III e WNG). Fondamentalmente funzionano tutte allo stesso modo, vite più, vite meno. Eppure si considera, per esempio, una Renner sinonimo di pregio e qualità. E allora da cosa si differenzia da una più scarsa? Dó per scontato che il risultato è dato dal buon "piazzamento" della meccanica, dei piloti, dei giusti valori di attrito e dalla giusta regolazione, più che la marca della meccanica in sé. Di che legno sono fatte le varie leve?
  2. Non è un problema che risolvi sul pianoforte. Sei chiuso posturalmente ed è su questo aspetto che devi correggerti. Come? Ginnastica posturale.
  3. Voglio augurarvi un buon Natale e lo farò con 3 brevi video di facile esecuzione che ben rendono l'atmosfera.
  4. Penso che sia alquanto difficile rifeltrare da sé una martelliera (da quanto ho capito, visto che parla solo di feltro), soprattutto da parte di un non tecnico. Abel lo fa su richiesta; si fa di solito su strumenti antichi dove sarebbe difficilissimo trovare una martelliera identica (pensare agli Erard dell'Ottocento, con quei particolari martelli, con quel particolare gioco di sottofeltri). Ci si può divertire a modificare le regolazioni, a proprio rischio e pericolo (alla fine si tratta "solo" di dover chiamare il tecnico e ripristinare il tutto); ma non toccherei MAI la martelliera, né sostituendola, né provando ad intonarla. La spesa per ristabilire la situazione precedente potrebbe essere molto onerosa!
  5. Premetto che non è una domanda, ma una mia riflessione per un confronto. Si dice che la carica della molla debba garantire al martello un movimento deciso dal punto di parata a quello di caduta senza che esso traballi. In un forum americano qualcuno affermava, invece, che la carica giusta sia quella che non permetta il bobbling nel tocco pianissimo. Credo che tale regolazione sia la più personalizzabile, che non influisca sulle regolazioni, anzi, è proprio la carica stessa a dipendere dalla preregolazione, dalla regolazione e da eventuali attriti. La carica che piace a me è quella che permette di suonare, dopo aver abbassato il tasto fino al punto di scappamento, con un piccolo colpetto, quasi fosse un pizzicato di dito, ed ascoltare un suono molto flebile. Non di più! Altrimenti si sente il colpetto al ritorno del tasto e, paradossalmente, il ribattuto mi viene più difficile (non generalizzo, parlo per me). La vivacità del ritorno del martello sulla vite di caduta però non è vivacissima (un tecnico mi disse che deve essere uguale alla lancetta di un orologio). In tal modo però sento una tastiera più dura e un suono sì più deciso, ma meno elastico. Con la carica descritta da me, mi viene facile suonare sullo scappamento, senza che si comprometta la sensazione di fondo del tasto e di "suonare troppo in superficie". Magari è dovuto alla mia tecnica o al mio approccio allo strumento. Altri parlano di miglior ripetizione con una carica più alta. Il tutto fa i conti anche con l'altezza della leva di ripetizione rispetto al montante. Con una minor carica (quella descritta da me) mi viene di suonare con dita molto arcuate (prima ho parlato di pizzicato) e tecnica ferma e "digitale", mentre con una carica più alta mi viene spontaneo appoggiare un po' di più i polpastrelli ed aiutarmi con polso e movimento laterale dei gomiti, quasi a voler ondeggiare e suonare in superficie. Che ne pensate? Ho illustrato aspetti tecnico-meccanici ma anche tecnico-musicali. Domanda tecnica ora: ci sono differenze regolando la carica dalle due parti della molla, quella che va alla leva di ripetizione e l'altra che va al montante? Sul mio strumento c'è l'apposita vite per la sua regolazione, quindi senza necessità di regolare direttamente la molla dislocandola e agire con l'apposito strumento.
  6. Con tutto il rispetto per la tua insegnate, ma conviene portarti un tecnico di fiducia. Purtroppo pochi pianisti sono in grado di fare almeno diagnosi su uno strumento. Non basta provarlo: bisogna svitare alcune leve e controllare a campione che non ci siano attriti, misurare i pesi, verificare che la martelliera sia idonea allo strumento ecc Penso che nessuno dei miei maestri avuti fin'ora sia in grado di fare valutazioni di questo tipo.
  7. Ti sconsiglio il quarto di coda per una questione di lunghezza dei tasti (se corti, la tastiera necessita di maggiore piombatura e aumenta l'inerzia). Lo Schimmel dovrebbe montare le forcole dei cavalletti con molle di richiamo, che permettono di equilibrare in parte la tastiera evitando abbondanti piombature. Se dal 1990 non ha avuto revisioni della meccanica e se senti durezza, sono abbastanza sicuro che vada fatto un controllo generale degli attriti, sostituendo perni e feltri vari. Preferirei il mezzacoda, anche per una questione di minore disarmonicitá e maggiore profondità di suono, soprattutto nei bassi. PS Abolisci la sordina nel verticale!!! L'unico a non sentire sei tu, non i vicini. Inoltre senza sordina si può fare una regolazione molto più simile agli standard di un coda.
  8. Va restaurata la meccanica e quindi regolata. La questione è: ne vale la pena?
  9. Pianoexpert, a proposito del pianoforte della nostra amica. Lo Yamaha C3 silent monta un tipo di silent ben fatto, che permette di regolare la meccanica senza compromessi. MA, alcuni compromessi esistono e nessuno ne parla: ● innanzitutto, la sensazione restituita a silent inserito rimane fasulla ● il montante di scappamento porta in doppio nasello, proprio per permette la perfetta regolazione dello scappamento. E poi i rinforzi sugli stiletti. Insomma, piccole masse aggiunte + le ulteriori masse dei piombi per controbilanciare la tastiera = una tastiera con più inerzia rispetto a quella del medesimo modello senza Silent.
  10. Non ci hai detto se è un verticale o un coda. In ogni caso, se il feltro è nuovo, si tratta "semplicemente" di regolarli. Sul pianoforte verticale gli smorzatori dei bassi sono alquanto fastidiosi poiché perdono facilmente la "centratura" rispetto alle corde ogni volta che si smonta la meccanica. Prova a guardare dentro e vedere se ogni smorzatore si trovi ben posizionato oppure se si è spostato lateralmente. Se così fosse, basta riposizionarli sulle corde (sono flessibili). Altrimenti bisogna chiamare un tecnico e regolare. Altra ipotesi: controllare la regolazione del pedale di risonanza.
  11. Abel conosce molto bene i pianoforti e conosce bene cosa vuole il pianista. "Non originale" non significa "non adatto" e nemmeno "migliore", ma "idoneo" e che incontri le peculiarità dello strumento e del pianista. Paolo (a cui mi sono rivolto anche io per il mio Pleyel) è molto bravo ad ascoltare il pianoforte e il pianista e trovare la soluzione più adatta (e certe volte contro i suoi interessi!!!). Abel non fa come Steinway, non fa peggio e non fa meglio, semplicemente segue una sua filosofia ben apprezzata dagli europei, affiancata da qualità di prim'ordine! La scelta di una martelliera piuttosto di un'altra è delegata al tecnico che se ne prende anche la responsabilità, ma sempre concordata col cliente; come un medico farebbe col suo paziente. Simu67, ho sentito parlare dei tuoi strumenti per fama 😁, ma sono curiosissimo di poterli ascoltare. Paolo ha anche la capacità di poter trasformare uno strumento buono in uno eccellente, come fatto col mio Pleyel 😉 Sono affamato dei suoi insegnamenti e ormai ho riempito la casa di attrezzi 🤣🤣🤣
  12. Pochissimi tecnici sono anche dei bravi voicer... La meccanica, l'accordatura ok...l'intonazione è la parte più artistica della messa a punto. Ci sono tecniche di intonazione per aprire di più il suono (vedi come fa Steinway per esempio). Il suono voluto dalla Casa non andrebbe "ucciso" con intonazioni spropositate, ma domato: piccoli ritocchi ripetuti nel tempo per uniformare il timbro e correggere l'asprezza. Uno Yamaha non deve suonare come un Pleyel altrimenti risulterebbe ovattato (come dici tu); e viceversa!!!. Ogni strumento ha delle caratteristiche date dal progetto ma anche dalla sua natura intrinseca (ovvero da come nasce) e l'intonazione dovrebbe enfatizzare tali caratteristiche piuttosto che sopprimerle. Intonare non significa addolcire, o almeno non soltanto, ma ridonare al martello le giuste zone di compressione ed espansione. Anche la scelta della martelliera è fondamentale: se scelta bene, avrà bisogno di meno intonazione e quindi conserverà più a lungo le sue peculiarità specifiche. Tutto questo imparato anche da esperienze negative sui miei pianoforti, oltre che ai saggi consigli del M° Ferrarelli.
  13. Leggevo ora a proposito del suono ovattato: diviene tale se le punture avvengono in modo spropositato, tale da uccidere la martelliera. Si deve pungere in modo scientifico e graduato. In questo modo il timbro sarà sempre preciso nelle varie dinamiche. Esistono delle aree di compressione e altre di dilatazione del martello da rispettare. Il martello dovrebbe essere un pugno di ferro in un guanto sottile di velluto.
  14. Deve essere intonato da mani esperte. Ma prima di intonare bisogna SEMPRE controllare l'efficienza e la regolazione della meccanica e l'accordatura. Anche un unisono scordato può far "sparare" una nota. Mai usare gli aghi se non si è esperti. Tranquillo!!! Succede a tutti i pianoforti.
  15. Mi è capitato di ascoltare dei video di pianoforti accordati secondo temperamenti storici non equabili ma comunque "circolanti" (ovvero il circolo delle quinte si chiude). Esempi sono il Lehman, Young, Kirnberger ecc. Tali temperamenti permettono di suonare in qualsiasi tonalità, ciascuna della quali però diversa l'una dall'altra nei rapporti tra gli intervalli, ognuna ha un "carattere"; le modulazioni si sentono di più, certi accordi sono puri, altri struggenti: sono convinto che i grandi compositori scegliessero le tonalità e le armonie anche sulla base di questo, oltre che motivi pratici dati dalle peculiarità della tecnica applicata ai diversi strumenti. Il temperamento equabile "tempera" gli intervalli in modo che l'ottava sia divisa esattamente in 12 parti uguali; in questo modo le tonalità suonano e si caratterizzano allo stesso modo, forse con troppi compromessi. Confrontando i vari temperamenti, l'equabile risolve tanti problemi, ma risulta "piatto". Che cosa ne pensate?
  16. Provo a rispondere nell'attesa di un riscontro competente di Paolo Ferrarelli. Innanzitutto che non sia mai stato usato non significa che non sia usurato, anzi, forse pure peggio: sono SICURO che siano da sostituire tutti i perni (meccanica e tastiera) previa alesatura del cachemire nei fori nei quali sono inseriti e che il feltro dei martelli si sia indurito nel tempo. Tutto ciò che ti ho detto su perni e cachemire può avvenire anche in un pianoforte nuovo e raffinato ma che abbia stazionato per mesi senza essere suonato: il suonare rappresenta un "massaggio" per le guarnizioni le quali altrimenti renderebbero a bloccarsi. Quel ribattuto di cui parli penso derivi da un affondo dei tasti insufficiente, ma può essere alimentato dagli attriti. Dato il costo esiguo dello strumento e tanti altri aspetti, non so, vedi tu, se sia il caso di rimetterlo a nuovo, cosa che sicuramente ti viene a costare molto più del costo del pianoforte stesso. Dipende se il gioco vale la candela. Io non conosco tale marca, quindi aspettiamo il M° Ferrarelli.
  17. Ciao. Poi mi fai sapere come ha fatto? Ho anche io tale difficoltà
  18. Bravo pianoexpert. Purtroppo il tuo è un discorso che non si vuole capire. E se ne pagano i danni!!!
  19. Sono stati cambiati i perni? È un'operazione facile concettualmente, ma si sa, sul pianoforte tutto si fa più minuzioso. I perni sono i "binari" sui quali i tasti si muovono. Le guarnizioni in cachemire sono logore? Mi verrebbe da pensare che un tasto lasco tenda ad accentuare la tendenza ad un'inclinazione laterale. M° Ferrarelli, sono fuori strada? Andrea1301, io NON SO RISPONDERTI. Le mie sono osservazioni perché ho tanto da imparare sul pianoforte, ma credo che debba "forzare" il cervello ad immaginare la soluzione per poi essere smentito o meno - ed eventualmente illuminato - dalla voce esperta.
  20. A logica mi verrebbe da pensare che bisogni agire sui perni. Ma potrei sbagliarmi e dire una castroneria. Aspettiamo il M° Ferrarelli. Anche i piombini andrebbero posizionati dal lato opposto a quello su cui avviene l'inclinazione, ma sono cose a cui la Casa pensa...
  21. Oscar, ti consiglio di montare una martelliera tedesca (non faccio nomi), purché identica all'originale per peso e forma, magari con diversa compressione del feltro. Fidati, può suonare molto meglio! Come detto dal M° Ferrarelli, le teste dei martelli vanno montate su stiletti nuovi (anche questi sono disponibili presso ditte tedesche), facendosi restituire la vecchia martelliera.
  22. Sicuramente un ottimo sistema. Però personalmente sono innamorato del pianoforte alla vecchia maniera, senza ulteriori accessori (e magari anche con criteri costruttivi di una volta).
  23. Forse ho trovato!!!! La barra, forse va abbassata prima, altrimenti sbatte contro il somiere.
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