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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Tutto postato da thesimon

  1. Salve, grazie a tutti... Finalmente Maestro, che parola strana dopo anni di sacrificio ! Ehehe Purtroppo non ho potuto fare un video pazzo come quello che ho postato per l'ottavo anno, tuttavia, per chi fosse interessato, posterò delle registrazioni che ho fatto pochi giorni prima del diploma in formato audio e delle parti del video dell'esame. L'unica registrazione che mi manca è quella dell'Allegro di Bartok, per quella vi invierò un frammento del video dell'esame che per ovvi motivi non posso postare interamente: il primo è che ci sono persone che magari non vogliono essere riprese per questo motivo ho abbassato di molto la qualità del video, di modo che i visi non siano facilmente riconoscibili, il secondo è che dura un'ora e mezza ! Di nuovo grazie per il vostro interesse.
  2. Ammazza ! E che gli stanno facendo ? 3 mesi di lavoro ??
  3. thesimon

    Hello!

    Ciao Andreea, penso sia un bellissimo nome per una donna, molto usato negli States e quindi qui da noi suona particolare; benvenuta tra noi, credo ti troverai bene. Non potevi capitare in un posto migliore (perdona la mia mancanza di modestia) se sei in procinto di incominciare il cammino del pianoforte. Qui si cerca sempre di rispondere a tutti, pertanto non astenerti dal porre i tuoi quesiti, le tue domande, oppure postare le tue opinioni sugli argomenti già aperti, qui si rispetta il pensiero di tutti, certamente si può non condividere (6 miliardi di persone, 6 miliardi di cervelli) ma ti garantisco che le discussione e le eventuali "ottiche" diverse sono espresse in modo tutt'altro che arrogante, mi spingo anzi ad usare il termine "costruttivo". Tergiversando sui vari argomenti ti accorgerai che spesso si possono valutare opinioni alle quali non si era arrivati, alle quali non si era pensato; bene, tutto questo serve a crescere, culturalmente, musicalmente ed intellettivamente. Ho piacere di constatare che ci sono ancora persone che propendono verso la cultura e l'arte, cosa assai difficile nell'era della playstation e della tv spazzatura. Quindi complimenti ed un sincero augurio per il tuo studio. Ad maiora...
  4. Ciao Tiziano e benvenuto anche da parte mia, spero che ti troverai bene nel nostro forum e che insieme agli altri tu possa postare le tue esperienze e le tue domande. Un saluto
  5. Ma assolutamente sì, è chiaro che tutto dipende dal fine. In ogni caso io, a parità di prezzo preferisco consigliare delle cuffie stereo piuttosto che gli auricolari, anche per un discorso di salute dell'orecchio oltre che di qualità sonora. Le cuffie non hanno la stessa incidenza sull'udito confrontate con gli auricolari. Ricordiamoci che più un emettitore si avvicina al timpano più diventa pericoloso per l'udito.
  6. Mmmmmm... Auricolari ?? Sconsiglio... Per chiarire però c'è da spiegare qualche cosa... Dunque, nelle registrazioni ed in generale in tutte le produzioni da studio, si cercano dei diffusori che siano il più possibile flat. Flat (dall'inglese "piatto") sta a significare un risposta in frequenza, piatta per l'appunto, ovvero esente di quelle frequenze che vengono amplificate o attenuate. Il flat perfetto purtroppo non esiste, tutti i diffusori che siano casse monitor, auricolari o cuffie hanno sempre alcune zone nel range di frequenza che determina l'attenuazione delle stesse o la loro amplificazione. Ma chiaramente si cerca quel diffusore che sia il più possibile vicino alla ipotetica curva piatta. Perché è importante questa ricerca, perché utilizzare un diffusore flat ? Semplicemente perché per la chiarezza del suono andiamo a cercare quel diffusore che sia il più possibile vero nella registrazione che andiamo a riprodurre. Attenuazione e amplificazione di alcune frequenze, infatti, sfalsano questa realtà sonora (concedetemi questo termine). Questo disallineamento di volume di ascolto in rapporto alla frequenza è influenzato da diversi fattori. Il primo dipende dalla dimensione del corpo che trasmette le frequenze. Anche se apparentemente su un auricolare si sentono dei bassi di tutto rispetto, fisicamente è molto difficile far sì che un piccolissimo altoparlante, della grandezza di meno di un centimetro possa riprodurre dei bassi fedeli. Sarebbe come se nel pianoforte, volessimo produrre un suono molto grave utilizzando una corda molto corta. Dovremmo aumentare di molto il suo spessore e perderemmo molte qualità timbriche. La realizzazione dei bassi in questi dispositivi quindi, specialmente per auricolari di prezzo basso, è una ricostruzione di frequenze basse che vengono esasperate affinché abbiano un volume all'altezza delle altre frequenze. Ovvio che però parlando di realtà sonora non sono affidabili. Le cuffie offrono già, in relazione ai decibel che devono sviluppare, un suono più fedele all'originale. Per ultimo abbiamo le casse monitor che sono dotate di diversi diffusori pensati per lavorare le diverse frequenze, dotati di cross-over (filtri che incanalano le diverse frequenze nei diversi diffusori che meglio degli altri rendono giustizia alle frequenze da emettere). A questo punto entra in campo il discorso prezzo... Negli auricolari, il costo alto identifica quelli che per costruzione, riescono meglio ad essere fedeli alle frequenze, stessa cosa vale per le cuffie, mentre per i monitor oltre ad un discorso di fedeltà dei diffusori alle frequenze abbiamo un discorso di qualità dei cross-over. Tanto meglio sono i cross-over quanto meglio la loro spalla di taglio frequenza sia avvicina ad una linea verticale. In sostanza in studio non mi è capitato mai di veder utilizzare degli auricolari. Spesso si usano cuffie, sempre i monitor, ed alcune volte si utilizzano delle casse di bassa qualità proprio perché il riscontro va fatto anche per gli utenti medi (il pubblico) che nella stragrande maggioranza dei casi ascolta la musica su casse dal costo molto basso. L'obbiettivo per lo studio è quindi far in modo che la traccia musicale suoni comunque bene su ogni sistema di diffusione, questo è possibile utilizzando dei riscontri in studio di livello professionale, non è vero al contrario. Per essere diretto, è possibile far sentire bene un brano partendo da un ottimo sistema e destinandolo ad ottimi sistemi e pessimi sistemi, ma non è possibile fare il mastering di un brano utilizzando pessimi sistemi e farlo sentire bene sui buoni.
  7. Eccoci, bene, mi fa piacere rivederti. Un primo passo verso la gloria vedo che l'hai fatto. Consiglio sulla tastiera: aspetta, fai come la formichina, metti da parte, magari fatti un giro su internet e orientati anche su un usato. Se per raggiungere determinate gamme dinamiche devi snaturalizzare il tocco è segno che hai notato qualcosa che non va. La giusta tastiera è quella che più si avvicina come dinamica e come sensazione ai tasti del pianoforte acustico. Se non hai stabilito sin da subito questo feeling significa che non è per te. Lo stesso risultato del P95 puoi ottenerlo in post produzione ma diventa un lavorone. Mi spiego: ammettiamo che tu abbia 2 tastiere. La prima risponde perfettamente alle tue esigenze dinamiche e quindi alla tua mano. Registri un brano e questo brano suona come l'avevi in testa. Nella seconda tastiera non ti trovi con il tocco e registri lo stesso brano. Riascoltando questa seconda registrazione noti che la gamma dinamica non è come quella che volevi tirar fuori... Il gioco comincia a farsi duro perchè dovrai modificare manualmente le velocity che non ritieni esatte all'interno del progetto, nota per nota ! Il mio consiglio quindi è di aspettare un pochino, se ti sei trovato bene sul P95 e meno bene sul CDP100, magari orientati su un usato di negozio ma non prendere una tastiera sulla quale non ti trovi.
  8. E' si Pasquale, ti vogliamo più presente, qui siamo tutti musicopatici quindi devi tenerci aggiornati ed insegnarci cose nuove !
  9. Interessantissimo. Sarebbe interessante anche illustrare il metodo con il quale viene generata l'aria. Immagino che gli organi moderni abbiano un compressore elettrico posizionato a distanza per produrre aria compressa. Ma ricordo, che in antichità esistevano organi attivi e passivi. Entrambi avevano un mantice per generare aria ma in un caso era lo stesso organista che premeva sul mantice per generare aria, nel secondo caso, una seconda persona aveva questo compito. Immagino inoltre che l'aria debba avere un certa pressione (non troppo bassa e non troppo alta) per generare il giusto suono. Qual'è ad esempio la pressione esatta di funzionamento di un organo a canne ? E' la stessa pressione per ogni sezione di canna, oppure sono le stesse canne ad avere un ugello che ne regola la giusta pressione a seconda della sua grandezza ? Quali sono le leggi fisiche che determinano la scelta della sezione della canna, dello spessore della lamiera (nel caso di canne di acciaio) e della lunghezza della canna ? Una sezione di lamiera diversa (per l'organo a canne in metallo) produce un timbro diverso oppure è indifferente lo spessore ?
  10. thesimon

    Presentazione

    Ciao Francesco, e benvenuto. Sarebbe però il caso che ti registrassi al forum ehehehe. Dunque ti spiego come fare. In alto a sinistra trovi tre pulsanti di cui uno è per la registrazione. Clicchi sul pulsante di registrazione, compili il form e poi ti connetti utilizzando il pulsante connettiti sempre lì in alto. Se non ti registri non puoi scrivere in alcune sezioni del forum quindi esegui questa procedura e sarai anche tu dei nostri... Un saluto
  11. E' di Johann Paul Richter (Non Sviatoslav ).
  12. Ciao, secondo me bisogna interpretare quando si capisce ciò che l'autore ci ha lasciato. Mi spiego meglio... Se nella pittura osservo un quadro e comprendo il significato nascosto dietro le pennellate, nella musica devo capire il significato di ciò che l'autore ha scritto e riproporlo secondo la mia lettura, purché sia nello stile dell'autore a prescindere dalla difficoltà del brano. Valentina Lisitsa dopo aver suonato un concerto di Rachmaninov per pianoforte ed orchestra (da uscirne matti) ha eseguito come bis una splendida "Per Elisa" di Beethoven che ha tenuto benissimo l'altezza della situazione. Non è dunque il virtuosismo e la quantità di note di un brano ciò che determina la bravura di un'artista, ma la sua lettura della parte e dunque la sua interpretazione. Come si interpreta ? Si deve innanzitutto conoscere la vita dell'autore, il periodo e la corrente di appartenenza; una cosa che aiuta molto è conoscere delle vicende legate alla vita quotidiana dell'artista perché ci aiutano ad immedesimarci nella sua ottica, nel suo periodo. A volte una parola può fare la differenza. Personalmente sono stato illuminato quando durante un'audizione della partita n. 1 di Bach, Paolo mi ha detto: "Bach quando scrive musica, celebra la gloria di Dio", cosa che ho chiesto di spiegarmi alla mia fidanzata che insegna religione e mi disse: "Celebrare la gloria di Dio per Bach è come rendere merito a lui per il dono ricevuto, quando si deve parlare di Dio ai bambini li si porta fuori e gli si fa osservare la natura; quando suoni Bach pensa alla bellezza della natura". Sono frasi molto profonde, su cui si deve ragionare ed è spesso dietro a queste osservazioni che si nascone la strada del tempo, quel viottolo che ti riporta indietro ai tempi di Bach, di Beethoven, di Mozart, di Chopin, ecc. Per questo motivo non si può parlare di prima durante o dopo. L'interpretazione è un'idea che non smette mai di maturare, perché spesso dentro alla partitura si scoprono cose nuove anche dopo anni. L'interpretazione è spesso legata anche all'età. Ho suonato cose qualche anno fa che adesso non suonerei più così. Perchè sono cresciuto sono maturato, ho letto, studiato, scoperto nuove cose nascoste nella partitura e di certo tra qualche anno le suonerò ancora diversamente. Insomma l'interpretazione è qualcosa che inizia da prima di comprare la partitura di un brano e che cresce dentro di noi mentre studiamo, mentre pensiamo e mentre invecchiamo. E' ciò che di più difficile c'è per un musicista, perché quando abbiamo imparato le note, come diceva qualche famoso esecutore, abbiamo fatto solo un decimo del lavoro.
  13. Ho visto che il tuo pc ha 4 gb di ram. Ti sei assicurato di aver chiuso tutte le altre applicazioni prima di aprire cubase ? Il secondo aspetto è che vedo un hard disk da 640 Gb 5400 giri. Un po' lentino per far funzionare come si deve le librerie. Vedo anche un sistema operativo a 64 bit. Utilizzi la versione di Cubase a 64 bit ? Altrimenti hai "solo" 2^32 indirizzamenti in ram, piuttosto che 2^64. In ogni caso aumentando la latenza le cose dovrebbero andare bene. Se anche aumentando la latenza il problema si ripropone potrebbero essere i driver della scheda audio. Prova a collegarti al sito e scaricare gli ultimi aggiornamenti driver. Se anche così non dovesse funzionare credo che l'unica sia formattare il pc. Spesso ci vuole meno a fare tabula rasa e reinstallare tutto piuttosto che perdere giornate a cercare di capire quale sia il problema. La valutazione andrebbe fatta comunque caricando una libreria estremamente leggera nel vst, se anche in questo caso si pianta, potrebbe anche essere il lettore della libreria, non so cosa usi... Kontakt, Play della East West ? Nel caso in cui fosse il VST stesso a creare problemi anche utilizzando librerie nell'ordine dei 30 megabyte, allora prova anche a disinstallare il VST e reinstallarlo con l'ultima versione. Insomma cerca di provare queste cose risolvibili prima di formattare. Tienimi aggiornato...
  14. Ciao Saverio, quanto pubblichi delle note informative interne potresti cortesemente inserire le fonti ? Grazie
  15. Pasquale, ho aperto una nuova categoria "altri strumenti" dove puoi pubblicare la tua discussione in "strumenti a tastiera". Un saluto
  16. Ottima apertura quella di Gennaro. Perché non aprite una discussione apposita per raccontarci il più possibile del vostro strumento ?
  17. Vi racconto anche la mia... Premetto che ho sempre avuto timore a suonare a memoria davanti ad un pubblico; lo spartito lo guardo poco o niente ma sapere di averlo avanti da una certa sicurezza. Siamo al saggio che ogni anno il mio maestro di pianoforte organizzava in posti diversi, quella volta ci trovavamo a Nemi mi sembra. Arriva il mio turno e dovevo suonare l'Impromptu Op. 90 n. 3 di Schubert. Dopo litigate e controlitigate il mio maestro mi convince a suonare a memoria. Nel bel mezzo dell'opera, c'era un silenzio totale, solo musica, fin quando questo silenzio venne interrotto dallo squillo di un cellulare che più che sembrare uno squillo di telefonino sembrava un vecchio telefono analogico con la campanella al posto della suoneria. Vado completamente nel pallone avendo perso la concentrazione e mi torna in mente un flash come un lampo a cel sereno, roba di centesimi di secondo, di mio padre, che con la solita faciloneria mi dice: "Se ti dimentichi tutto, che problemi ci sono ? Fai tà, tà e finisci così (Il tà ta era intonato come settima di dominante-tonica)". Morale della favola ho concluso veramente con settima di dominante e tonica. Tra il pubblico, vedevo 2 tipi di facce... Gli esperti che mi guardavano attoniti come a dire: "Ma che cavolo ha fatto ? Ma è scemo ?" e gli altri che applaudivano contenti come se la mia fosse stata una grande performance ! Non nascondo la mia figura di.... unita alla rabbia per chi non ha spento il cellulare... Altra figuraccia... In questo caso ci troviamo alla comunione del figlio di un mio amico. Ho parecchia attrezzatura audio e mi avevano chiesto di portare diffusori e sintetizzatore midi per fare un po di karaoke. Pranzo all'aperto, genitori, nonni, amici e parenti del mio amico, 2000 watt sparate a palla perché il giardino è parecchio grande, sintetizzatore acceso e 150000 tracce midi karaoke (Scaricate da internet di cui l'80% non ho la più pallida idea di cosa siano). Morale della favola, la moglie del mio amico mi chiede di cantare la canzone Brutta di Canino. Premetto che conoscevo il motivetto molto semplice ma non sapevo neanche una parola. Tranquillo del fatto che le parole comparivano sullo schermo mi accingo a cantare questa canzone. Metto in play, parte la musica e compaiono le parole (Premetto che già alla prima strofa nutrivo seri dubbi sull'attendibilità del testo, ma ormai ero partito e finché non si scendeva troppo di livello avrei potuto continuare, solo dopo ho scoperto che il testo era modificato da Tony Tammaro): "Eri una cozzina, mai nessuno ti diceva: come sei carina. Oggi hai trentottanni e non è cambiato niente, anzi hai perso pure qualche dente. Tutte le tue amiche, hanno l'uomo col ferrari, son molto più fiche, ti guardi allo specchio e non ti senti alla loro altezza... Infatti non te se cagano de pezza !" Qui mi sono rifiutato di andare avanti, dopo aver visto le facce sconvolte delle nonne Come potrete ben capire non è certo un brano che si addice ad una comunione...
  18. Ehehe si vedono sempre i soliti Yamaha e Rolando perché sono i modelli da 5000 euro... Al di la di questo c'é un discorso di assistenza, come facevi ben notare e di affidabilità. Ricordiamoci che un pianoforte acustico durante un concerto suona e continua a suonare, un digitale può sempre nascondere brutte sorprese. Stessa cosa vale per i mixer. Dal vivo si utilizzano sempre gli analogici, se parte un canale si usa un'altro. Con i digitali se si rompono si ferma lo spettacolo.
  19. 2 vie: se lo usi per incidere va bene anche il p95. Se lo usi per suonare dal vivo assolutamente inadeguato. Perché ti chiederai ? Perché se incidi in MIDI le note che non suonano puoi correggerle in post produzione. Se suoni dal vivo che correggi ? Hai bisogno di una tastiera pronta ed affidabile. Quindi se suoni dal vivo il mio consiglio definitivo è MP10.
  20. Eheh, ero praticamente certo di questa tua risposta, anche perché se vogliamo questo sito lo abbiamo creato anche un po' per questa motivazione, no Paolo ? (contrastare i vari negozi, come in modo divertente usiamo chiamarli). Lo stato del pianoforte e più in generale il pianoforte, se visto in epoche diverse, ha una grande rilevanza nella possibilità di suono che ricerca il pianista. Dire che non si può dare colpa al pianoforte se una frase non esce come dovrebbe, mi sembra assurdo... Specie se confrontati con altri concertisti come Massimiliano Ferrati che, arrivati in anticipo al suo concerto, lo abbiamo trovato con un martello (chiave per accordare) in mano ad accordare il pianoforte ed un punzonatore per intonare i martelli ! Per non parlare di Horowitz che trascinava addirittura il suo pianoforte in giro per il mondo insieme al suo accordatore: il grande Mohr ! O Benedetti Michelangeli che si rifiutava di fare un concerto, mandando a casa tutti gli spettatori, se il pianoforte non era stato ben preparato, potremmo andare avanti a lungo... La realtà è che quando si è tra musicisti, ci si dovrebbe capire al volo quando qualcosa non viene perché il pianoforte ha la meccanica distrutta, tutt'altra cosa è suonare davanti ad un pubblico dove non tutti sono dei musicisti; ecco spiegate le esigenze dei grandi concertisti: in quel caso non si può dire a fine concerto "è uscita una nota forte ed una debole perché il pianoforte non è ben preparato". La problematica principale è comunque la totale mancanza di conoscenza costruttiva dello strumento e della storia costruttiva dello stesso nei secoli passati. Capisco che c'è molta matematica che non è alla portata di tutti, ma integrali e derivate a parte, credo che alla fine basti solo un po' di conoscenza dello strumento e buon senso per immaginare che forse la scienza dei materiali (che incide sulla scelta dei legni, e dei metalli per corde e telaio), l'acustica (per la geometria e lo spessore della tavola armonica, per la posizione di percussione del martello sulla corda), e la tecnologia (che ci permette di aumentare tolleranze e diminuire gli errori di misura nella costruzione delle varie parti grazie ai macchinari a controllo numerico), non erano certamente al livello di oggi e dunque anche il prodotto non era al livello a cui è giunto oggi. C'è poi senz'altro anche un discorso auditivo e psico-auditivo che è cambiato, ma a questo è già più difficile arrivarci senza un'input esterno... Ci troviamo inoltre a dover interpretare dei brani di cui non ci sono giunte delle registrazioni originali dell'autore, e questo gioca a nostro discapito, proprio perché dobbiamo ricavare tutte le possibili informazioni dallo spartito, ma sempre pensando all'idea dell'autore in relazione al tipo di suono che otteneva con il suo campione sonoro, quindi il giudice supremo non può che essere il nostro orecchio. Cosa diversa ed interessante è stata ascoltare l'Allegro Barbaro di Bartok suonato da Bartok, si ha immediatamente un'idea della strada da seguire per l'interpretazione. Questo è ciò che penso dal basso della mia esperienza, eventuali critiche, diverse idee, sono sempre ben accette. In fin dei conti siamo qui per comunicare e metterci continuamente in discussione, proprio ciò che definisce l'intelligenza umana...
  21. Ooooo bene bene ! Anzi benissimo, finalmente si fa sul serio. Pianoforte digitale o acustico ?? L'eterno dilemma... Dipende. La prima "nota" dolente tanto per restare in tema è certamente il vicinato. Conoscendo bene i pianoforti acustici ed i pianoforti digitali, mi sentirei di indirizzarti su un'acustico. Perché questo consiglio ? Perché il tuo primo pianoforte, quello sul quale formarti l'orecchio deve essere un pianoforte acustico, oltre al feeling che devi instaurare con lo strumento. Sono dell'idea che un pianista può essere un pianista non avendo mai posseduto un digitale ma non viceversa. Tuttavia, come dicevo c'è da fare sempre i conti con il vicinato specie se sei in un palazzo. In ogni caso rispettando gli orari (9:00 - 12:00 e 16:00 - 20:00) salvo eccessiva rumorosità nessuno può dirti nulla. Il digitale magari potresti farlo anche dopo, prendendo ad esempio un digitale anche da 400/500 euro che non è affatto molto. E' anche vero che col digitale si possono fare tante belle cose che con l'acustico si fanno lo stesso, ma richiedono tanto studio tanta esperienza e tanti soldini; sto parlando delle incisioni. Incidere con il digitale è un giochino da ragazzi, incidere con l'acustico è cosa assai difficile specialmente per uno strumento come il pianoforte. Per prima cosa richiede attrezzatura molto costose: almeno 2 microfoni a condensatore buoni e con un range dinamico molto alto (almeno 300 euro a microfono), un buon preamplificatore, meglio se valvolare (siamo intorno ai 1500 euro), ed infine una buona scheda audio (qui si parte dai 500 fino anche ai 4000 euro). Oltretutto c'è un altro problema: la conoscenza dell'acustica... Dove piazzare i microfoni ? Quale tecnica di microfonaggio stereo utilizzare ? Come compensare l'ambiente ? Qual'è la giusta angolazione delle capsule affinché il suono non sia pungente in registrazione ? Come regolare l'equalizzatore ? In fine c'è la necessità di utilizzo di un software di produzione musicale (che costa anche quello e che si deve essere in grado di utilizzare: in fase di registrazione ed in fase di mastering). Insomma come avrai capito registrare un pianoforte è cosa assai difficile ed assai costosa... Nel digitale hai bisogno solo di un software di produzione musicale, di un computer che già possiedi, di un'interfaccia MIDI USB che costa intorno ai 30 euro e di una libreria di campioni di tuo gradimento, e pochissime competenze. Suonare sul digitale però non è come suonare sull'acustico !! Meccanica a parte che già di per sé giustifica l'acquisto di un acustico rispetto ad un digitale c'è un problema di suono. I campioni sono bellissimi, ma sono pur sempre registrazioni di un pianoforte da concerto, e non è come suonare sul pianoforte da concerto... Mi spiego meglio. Suonando sui campioni ottieni una performance di registrazione, non ottieni una performance dal vivo nella quale sei avvolto dal suono ! Questa è una cosa molto importante. L'analogico nella musica è comunque per definizione superiore al digitale. (A parità di strumenti si intende: steinway D vs. libreria di Steinway D). Se comunque vivi in un'appartamento frequentato da vicini "terra-terra", per non utilizzare termini che potrebbero mettermi in cattiva luce, ovvio che dovrai optare per un buon digitale, in caso contrario, vai sull'acustico. Sono sicuro che Paolo potrà consigliarti un buon pianoforte acustico a poco prezzo. Mi sembra di ricordare un'offerta che fece proprio nel mercatino di un pianoforte praticamente nuovo. Informati tramite lui... Ciao ! PS. Quanto tempo hai per prepararti prima dell'esame di ammissione ? Sarebbe il caso di tenerci bene in contatto magari tramite videoconferenza, sempre se vuoi e ti resta utile, insieme a Paolo per sentire il brano che vuoi presentare. Considera che l'adagio "Al chiaro di Luna" di Beethoven non è un brano affatto facile. E' di facile lettura ma di grande difficoltà per quello che riguardo il tocco ed il tempo. Sono sicuro che Paolo converrà con me con questa ultima affermazione.
  22. Se vuoi continuare col Kawai, col doppio scappamento ci resta solo l'MP6, altrimenti il CN33 ed il CA93 ma sono pianoforti digitali con mobile (non da palco) quindi difficilmente trasportabili. Su Roland c'è il VPiano sempre con doppio scappamento ed ivory touch, ma costa uno sproposito, siamo quasi sui 5000 euro. Purtroppo se ti interessa il felling con il pianoforte acustico su un digitale si va su, sia di prezzo che di peso. Assomigliare ad un pianoforte acustico, implica una meccanica più ricca e quindi più peso... Lo yamaha P95 è un pianoforte digitale da palco con classici tasti (in plastica) pesati. Non è una ciofeca ma certamente non è al livello dell'MP10 o anche della Roland FP7. Io ci ho studiato molto per il diploma, per studiare va bene, per eseguire dal vivo dipende dal tipo di brano che si esegue. Non è certamente un piano digitale sul quale suonare la rapsodia ungherese in Do # min di Liszt, questo per dire che è inadeguato per molti virtuosismi che non riescono, proprio perché manca di scappamento e quindi i tasti hanno un loro tempo di ritorno. Il mio consiglio comunque rimane sempre lo stesso. Provare ! Entra in un bel negozio e provati i pianoforti digitali, prova anche lo Yamaha P95, se la tua esigenza non è quella di suonare brani eccessivamente virtuosistici il P95 va bene. Ovvio che un pianoforte digitale non sostituisce un pianoforte acustico ! Se pretendi di trovare la stessa sensazione di meccanica e di peso che hai su un pianoforte acustico mi dispiace informarti che non è per niente così. Certo, alcuni strumenti digitali ci si avvicinano molto, ma la meccanica del pianoforte a coda è moooolto complessa. Una buona meccanica costa diversi mila euro, figurati quanto dovrebbe costare una tastiera digitale con la stessa meccanica di un pianoforte a coda da concerto !! Mi sembra ovvio il discorso. In ogni caso fammi un esempio di cosa intendi suonarci e vediamo di restringere un pochino il cerchio. Un saluto
  23. Di nulla figurati. Ma si se devi suonare solo una traccia va bene. Dipende poi dalla grandezza della libreria c'é l'imperfect samples fazioni da 127 livelli che pesa 200 gb solo quella ! Ma di norma librerie nell'ordine di 12-15 gb non avrai problemi. Esatto, interfaccia Midi USB quella che vuoi non è necessario spendere una fortuna per un cavo che trasmette dati. Uno vale l'altro. Il negozio non posso dirtelo, farei pubblicità gratuita ed io in qualità di amministratore non posso farlo magari puoi chiedere agli altri "dove si sono trovati meglio per fare acquisti"... Un saluto.
  24. Ciao a tutti, Paolo ha aperto uno scenario molto interessante che mi fa pensare ad una considerazione che facevo proprio ieri. Ho fatto un'audizione per il diploma proprio qualche giorno fa dove mi si chiedeva di suonare il primo tempo dell'op. 110 di Beethoven senza pedale perché non era indicato in partitura !! Credo dunque che determinate scelte stilistiche e d'interpretazione vadano scelte in base a diversi contesti. Il primo è che: è vero, Beethoven non ha indicato il pedale per tutto il primo tempo ma è anche vero che il pianoforte di Beethoven non era certamente come gli attuali pianoforti. Al di lá di un discorso di meccanica di trasmissione il suono era molto più ricco di armonici, sia puri che spuri, questo anche perché non esistevano le leggi di acustica che vengono utilizzate per progettare e produrre i pianoforti moderni. In presenza di tanti armonici si ha certamente un suono più ricco e difficile da smorzare con gli smorzatoi dell'epoca pertanto suonando molto basso sullo scappamento cercando l'affondo immagino fosse possibile legare producendo un suono "a mezzo pedale". Una seconda scelta di utilizzo del pedale avviene anche in relazione all'acustica dell'ambiente. In una stanza con molto riverbero si tende a pedalizzare molto meno rispetto ad una stanza con acustica molto secca ! Quando diedi l'ottavo anno la stanza presentava molto riverbero pertanto ho usato molto meno pedale rispetto a quanto ne avevo utilizzato per prepararmi a casa. In fin fine dunque ritengo che a prescindere da pianoforti e ambienti quello che muove la scelta interpretativa è sempre il nostro orecchio che è alla ricerca continua di un'immagine del suono fissa nella nostra testa. Questa è la mia idea... Probabilmente se Beethoven avesse avuto un pianoforte di oggi avrebbe indicato diversamente l'uso del pedale o degli staccati o delle dinamiche.
  25. Eheh è una questione di immagine del suono pianistico. Ci sono alcuni pianoforti che hanno un timbro che meglio si fonde con i fiati ed i contrabbassi del jazz (per me un esempio è il C3 Yahama. Lo userei per pop/jazz). Un mod D steinway ha un timbro più cantato e si accosta meglio alla classica. Ovvio che queste sono solo le mie considerazioni sull'immagine del suono in diversi ambiti. Puoi avere ovviamente opinioni diverse.
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