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Piano Concerto - Forum pianoforte

Consigli libri di tecnica pianoforte


dattolico
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Salve, sono Paolo. Mi sono iscritto su questo forum perché ho deciso di riavvicinarmi al mondo della musica. Mi spiego. 
Ho seguito dei corsi di pianoforte per 4 anni poi per vari motivi ho deciso di abbandonare e, assieme ai corsi, anche la mia voglia di suonare. Dopo 4/5 anni (scanditi da strimpellamenti vari) ho deciso di riavvicinarmi e riprendere a suonare. Ho notato che le mie conoscenze musicali sono rimaste totalmente invariate, così come la mia tecnica. Vorrei, da autodidatta, approfondire le mie abilità. Ad ora per riacquisire forza e migliorare sto sfruttando "Hanon" con gli approfondimenti di Schotte però gli esercizi sono parecchio monotoni e suonarli costantemente risulta davvero demoralizzante. Potreste consigliarmi libri di tecnica (anche un po' più avanzati, magari più "coloriti") che permettano uno sviluppo poliedrico? 
Vi ringrazio anticipatamente, attendo vostre ?

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Molto interessanti sono i volumi  di Florestano Rossomandi, dovrebbero ancora trovarsi,

ogni fascicolo viene suddiviso in cinque parti che trattano dei vari aspetti della tecnica 

e che l' autore consiglia di lavorare contemporaneamente, sono accompagnati 

da didascalie e note che chiarificano il pensiero dell' autore e danno utili suggerimenti per 

come approcciare lo studio.

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sono d'accordo con Pierpier! Rossomandi è un ottimo corso. L'importante è COME usare il libro di tecnica. Non si deve fraintendere l'obiettivo che dovrebbe essere quello di individuare e risolvere le difficoltà tecniche come si usasse un manuale. Una volta risolta la formula, la si deve possedere una volta per tutte, cercando di acquisire i gesti fondamentali necessari ( articolazione, rotazione ecc...) e i micromovimenti che, per la propria mano, risolvono il passaggio. L'importante è anche osservare e risolvere la difficoltà sia lentamente ( o meglio a rallentatore) che in velocità. Tutto in velocità cambia. Gli accenti prima di tutto e anche i piccoli appoggi e riferimenti che la mano crea per risolvere il passaggio. La risoluzione tecnica non deve essere scevra dal contesto musicale. La si deve inserire subito nella Musica. C'è una profonda differenza nell'eseguire scale per ottava e per decima in sol minore ed eseguire le ultime scale della ballata in sol minore di Chopin. Quindi attualizzare tutto ciò che viene preparato e risolto in sede di "studio tecnico" . Ricordo sempre che in Greco "Techné" significa Arte, arte del fare. La tecnica è la Musica e spesso quest'ultima ci suggerisce la soluzione di alcuni passaggi.Ricordo, in prossimità del mio diploma, stavo studiando l'Appassionata di Beethoven, che avrei portato all'esame come primo gruppo. Non riuscivo a risolvere quel passaggio del terzo tempo dove le mani si rincorrono a canone per poi suonare finalmente all'ottava. Ancora oggi conservo lo spartito "martoriato" da numerose cancellature. Ero in autobus ascoltavo dentro di me quel passaggio. Non ci crederete, ma improvvisamente mi venne la giusta idea. Strana diteggiatura che però fa incontrare le mani, almeno le mie, sincronicamente bene, in velocità, ( anche se "allegro ma non troppo") sugli accenti forti. Avevo un pezzo di carta in tasca e subito mi presi un appunto alla meglio, scarabocchiando....Sollevai lo sguardo e vidi un signore accanto a me con lo sguardo un po' impaurito.....io suo stupore aumentò quando mi vide correre per scendere ad una fermata...già molto successiva alla mia....

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Ringrazio entrambi per il consiglio. Sto cercando su internet qualche pdf od esempio per valutarne l'acquisto dato che essendo 5 fascicoli e che andrebbero studiati in contemporanea, sarebbe una spesa non contenuta. Per quanto riguarda l'inserimento della tecnica nell'ambito musicale mi sembra una cosa di difficile valutazione. Date le mie scarse conoscenze difficilmente potrei abbinare un esercizio ad un brano che contenga quest'ultimo. L'unica cosa che potrei fare è affiancare lo studio tecnico con dei brani che siano poderosi (per le mie abilità) e approfondirne lo sviluppo. Probabilmente avrebbe più senso il contrario, studiare un brano e, a difficoltà trovata, analizzarla dal punto di vista tecnico però credo sia un tipo di studio che richiede molto tempo, cosa che non penso di potermi permettere. Solitamente mi concedo un'ora al giorno per esercitarmi e strimpellare. Per questo preferirei uno studio prettamente tecnico, per sviluppare orecchio e agilità.
Ritornando al discorso iniziale mi è stato anche l'op 299 e 849 di Czerny, il Gradus Parnassum di Clementi e l'Heller op 45/47 potreste darmi qualche parere?

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I fascicoli di rossomandi non vanno studiati in contemporanea attento!  ho detto che le sezioni all' interno di ogni singolo fascicolo rossomandi consiglia di lavorare in contemporanea perchè ognuna è dedicata ad un tipo di tecnica diversa.

Riguardo gli studi affronterei prima 849 di Czerny che è piu elementare insieme con quelli di heller, poi l' op 299 e dopo ancora il Gradus.

 

Detto ciò studiare da autodidatta è un terno al lotto.. rischi di incappare in difetti, in errori di vario tipo musicali e di impostazione allo strumento che poi è difficile togliersi....   vero è che tante volte poi, pure studiare con qualcuno è un terno al lotto... se non hai la fortuna di incontrare un insegnante competente e che si armonizza con la tua personalità... in bocca la lupo!

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Si hai ragione, ho fatto confusione. Ho visto su amazon ci fossero vari volumi del Rossomandi e credevo ti rifessi a questi e non ad una suddivisione interna. 
Per quanto riguarda lo studio da autodidatta non posso darti torto, è un'opzione che ho considerato quella degli errori che solo un maestro che segue può correggere. Però dato che il mio obiettivo non è il virtuosismo penso di poter sorvolare; poi con youtube alla mano posso salvarmi sotto alcuni punti di vista. 
Ti ringrazio ancora prenderò in considerazione l'ordine che mi hai dato ?
 

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  • 2 years later...
On 14/11/2020 at 11:35, pianoexpert ha detto:

"Quando l'allievo è pronto, il Maestro appare" ( Confucio)

bella :)

Io non riesco a trovare infomrazioni per settare la velocità del metronomo sugli arpeggi del Mannino, qualcuno può aiutarmi? A che velocità iniziare e a quale si deve almeno arrivare. Parlo dei primissimi esercizi, almeno. Grazie!

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Una volta stabilita la posizione, dovresti studiare con fermata che deve avvenire subito dopo il passaggio del pollice. Bisogna ricordare la differenza di " pollice sotto" e " pollice a fianco". Nella velocità il pollice non ha il tempo per passare sotto. Quindi studiare veloce DO- domisolDO Do domisol do eccc.. Osservare come la mano si sposta e come il pollice si ferma sul Do passando a fianco delle altre dita. Vedere il libro di G Sandor "come si suona il pianoforte"

Il metronomo non serve a molto. Il Maestro osserverà il tuo movimento e lo correggerà 

 

 

Buono studio

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