francescochopin90 Postato Gennaio 19, 2020 Report Share Postato Gennaio 19, 2020 Mi piacerebbe sapere l'influenza che vi dà la psicoacustica sulla percezione delle maggiore o minore facilità di una tastiera o addirittura sulla percezione dell'accordatura. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Gennaio 28, 2020 Report Share Postato Gennaio 28, 2020 Ciao Francesco. È mia ferma convinzione che gli aspetti acustici agiscano sulla percezione psicologia del pianista in modo quasi totale. Si è portati a generare un'immagine sonora che abbiamo in testa. Se non ci sono condizioni acustiche che garantiscano la riuscita di questo scopo pianistico, il pianista fatica molto ed il risultato è un rincorrere un'idea irraggiungibile a causa dei fattori acustici. Naturalmente questo può derivare da un pianoforte che non è all'altezza (perché preparato male, perché scordato o semplicemente perché non di buona qualità) e dalla sala (troppo asciutta, troppo riverberata, che amplifica alcune frequenza, che mette in vibrazione alcuni oggetti). Tanto più ambiente e strumento si avvicinano a quell'idea di suono, tanto più il pianista ne riceverà confidenza e potrà concentrarsi maggiormente sugli altri aspetti di produzione del suono (tocco e ricerca degli affondi) e interpretativi. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Febbraio 24, 2020 Report Share Postato Febbraio 24, 2020 Infatti, come ben dice Simone è una situazione complessa. Io avevo già in passato lanciato un progetto di studio "pianoexpert" che teneva conto della "immagine complessiva del suono pianistico". Forse farò un breve video sull'argomento che invita a ritornare all'"essenza", al "tutto" , per raggiungere l'obiettivo attraverso una interdipendenza degli scelte tecnico-acustiche. L' "immagine" è quello che "abbiamo in testa" e vogliamo raggiungere. E a volte le condizioni reali del suono creano una immagine lontana da quella da noi attesa. L'avvicinamento tra le due realtà deve essere perseguita ed inseguita ottimizzando la qualità dello strumento, la sua preparazione, le condizioni dell'ambiente di ascolto ecc... tutti elementi che influenzano l'atteggiamento psicoacustico del pianista. Lo stesso Benedetti Michelangeli, tacciato di maniacalità , non voleva altro che eliminare più possibile tutto ciò che "inquinava" questa sua immagine del suono pianistico. Unitamente alle sue eccellenti qualità tecnico-musicali, riusciva, secondo noi, pubblico, spesso o quasi sempre a raggiungere eccellenti prestazioni...secondo lui non così spesso. Solo raramente. Una volta, dopo aver eseguito , in concerto, nel primo tempo, le quattro ballate di Brahms..non usci nel secondo tempo. Secondo lui, non avrebbe potuto dare prestazione migliore. L'"immagine" dell' esecuzione del primo tempo, evidentemente, aveva finalmente raggiunto quello che aveva in testa. Le due immagini, in questo suo raro caso, erano vicinissime, forse coincidenti. Concludo lasciando una riflessione sulla quale parlerò nel video piu' dettagliatamente : Il "TUTTO" non è "LA SOMMA DELLE PARTI"........ Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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