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Piano Concerto - Forum pianoforte

Robert Schumann: un compositore alquanto singolare


wagner
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Ciao a tutti!!

 

In questo periodo sto analizzando alcuni pezzi di Robert Schumann, in parte la seconda Novellette e alcuni brani dall'Album della Gioventu'. Ho già alle spalle alcune esperienze di analisi da esami pregressi, mi riferisco a sonatine di Muzio Clementi, Sonate di Haydn e Concerti Grossi di Vivaldi. In tutte queste opere ho trovato delle tecniche di sviluppo del materiale iniziale, procedimenti per partire da "poco" e arrivare a "molto" in termini motivici. Nei pezzi classici ho trovato la forma-sonata, sempre diversa in ogni autore ma sempre attinente allo "schema" che tutti noi conosciamo.

 

In Schumann cambia tutto!! Frasi riproposte pari pari in modi diversi (prima in maggiore poi in minore), modulazioni continue dove non si capisce la strategia armonica e soprattutto, la forma!! Non è uno sviluppo coerente ma un delirante (seppur geniale) copia incolla di sezioni, sembra quasi di aver davanti un puzzle ben montato. Non è una critica ma sicuramente una preoccupazione, dato che mai ho riscontrato così tante stranezze in un compositore. Ho cercato e ricercato in Schoenberg, nel libro Bass sulla forma ma non ho trovato nulla che rispecchiasse una tal forma così stramba, contorta, complessa e nello stesso tempo scorrevole e ben organizzata.

Ho provato a parlarne al mio Maestro di Contrappunto e Fuga ma mi ha detto che lui non si occupa di queste cose e che il suo compito è solo insegnare l'armonia e il contrappunto dai manuali che tutt'ora uso, del De Ninno. Mi ha anche consigliato di non guardare le partiture dei compositori perchè in sede d'esame potrebbero penalizzarmi dato che tutto quel che studio in classe è preso dai trattati scolastici, ma io son curioso e voglio capire come scrivevano questi illustri "colleghi" e Maestri nel passato, anche perchè il metodo di lavoro del Conservatorio mi sembra utile ma allo stesso tempo un po' noioso, in 2 anni non ho mai visto una partitura d'autore tranne ora che mi sto sfogando!

 

Potete darmi delucidazioni, consigli, dritte su come analizzare ma soprattutto capire come ragionava Robert Schumann quando scriveva musica?

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Evidentemente Wagner, hai avuto la sfortuna di incontrare uno dei tanti maestrini. Il repertorio è l' unica cosa che si dovrebbe guardare. Se non erro qualche topic più Giù c'è un analisi di un breve brano di s. ;Quali sarebbero secondo te le sue stranezze rispetto ai lavori dei suoi coevi? No predecessori che è fuorviante.

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Guardate ragazzi, il primo anno di Contrappunto e Fuga l'ho fatto con un Maestro che mi instradava alla musica contemporanea, e con lui ho realizzato dei "modelli in stile Donatoni", si trattava di riempire dei pannelli formali con figure donatoniane e ricalcare i suoi pezzi per ottenere qualcosa di simile... grazie a questo ho capito che nella musica tutto parte da un minimo di note che viene sviluppato e fatto crescere. Dall'anno seguente, ho avuto un nuovo Maestro, le sue prime parole son state "Faremo un percorso completo, da ieri a oggi... dal contrappunto del De Ninno (autore che lui ama alla follia) alla dodecafonia di Schoenberg, ma per quella useremo il libro di Jachino (che mi son comprato inutilmente) e ti proibisco di guardar le partiture".Ma il mio primo insegnante metteva al primo posto le partiture, la musica dei compositori, mentre gli esempi di De Ninno sono terribilmente noiosi e accademici... è poi contrario ai testi didattici di Schoenberg, io ne ho due e sto cercando di studiarli per conto mio ma lui dice che sono "fuorvianti e non in linea con il programma del 38".

 

Chiusa parentesi, faccio il confronto con compositori come Schubert, Mendelssohn e anche Brahms anche se vien dopo... questi tre sviluppavano come Bach e Beethoven, partivano da un minimo e da quello generavano la forma e il contenuto, mentre Schumann no, sembra uno che getta le cose istintivamente e soprattutto che anzichè concepire un sviluppo graduale fa un puzzle di sezioni formali

 

 

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Io fatico a rispondere,discorso troppo generale. Proponi un brano che ti risulta atipico e facciamo delle considerazioni oggettive partendo dalla partitura. Ogni compositore ha le sue peculiarità.. .. cosa hai analizzati di grieg ad esempio? Se poi il discorso è Schumann in relazione alla musica tedesca. ... si può vedere, ma vediamo questi esempi. Anche io Ettore ricordo in memoriam. Classica forma canzone con grandi tonicizzazioni e un paio di scicchiere armoniche.

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Ho provato a parlarne al mio Maestro di Contrappunto e Fuga ma mi ha detto che lui non si occupa di queste cose e che il suo compito è solo insegnare l'armonia e il contrappunto dai manuali che tutt'ora uso, del De Ninno. Mi ha anche consigliato di non guardare le partiture dei compositori perchè in sede d'esame potrebbero penalizzarmi dato che tutto quel che studio in classe è preso dai trattati scolastici,

Devo dire che leggendo queste frasi ci rimango male ... molto male ...

Non capisco ... è come se un insegnante di pianoforte ti facesse studiare solo Hanon sconsigliandoti di suonare Beethoven e Chopin. Cioè, gli esercizi fanno bene, ovvio ... però così mi sembra davvero scollegato dalla realtà della musica.

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In questo periodo sto analizzando alcuni pezzi di Robert Schumann, in parte la seconda Novellette e alcuni brani dall'Album della Gioventu'. Ho già alle spalle alcune esperienze di analisi da esami pregressi, mi riferisco a sonatine di Muzio Clementi, Sonate di Haydn e Concerti Grossi di Vivaldi. In tutte queste opere ho trovato delle tecniche di sviluppo del materiale iniziale, procedimenti per partire da "poco" e arrivare a "molto" in termini motivici. Nei pezzi classici ho trovato la forma-sonata, sempre diversa in ogni autore ma sempre attinente allo "schema" che tutti noi conosciamo.

 

In Schumann cambia tutto!! Frasi riproposte pari pari in modi diversi (prima in maggiore poi in minore), modulazioni continue dove non si capisce la strategia armonica e soprattutto, la forma!! Non è uno sviluppo coerente ma un delirante (seppur geniale) copia incolla di sezioni, sembra quasi di aver davanti un puzzle ben montato. Non è una critica ma sicuramente una preoccupazione, dato che mai ho riscontrato così tante stranezze in un compositore. Ho cercato e ricercato in Schoenberg, nel libro Bass sulla forma ma non ho trovato nulla che rispecchiasse una tal forma così stramba, contorta, complessa e nello stesso tempo scorrevole e ben organizzata.

Ho provato a parlarne al mio Maestro di Contrappunto e Fuga ma mi ha detto che lui non si occupa di queste cose e che il suo compito è solo insegnare l'armonia e il contrappunto dai manuali che tutt'ora uso, del De Ninno. Mi ha anche consigliato di non guardare le partiture dei compositori perchè in sede d'esame potrebbero penalizzarmi dato che tutto quel che studio in classe è preso dai trattati scolastici, ma io son curioso e voglio capire come scrivevano questi illustri "colleghi" e Maestri nel passato, anche perchè il metodo di lavoro del Conservatorio mi sembra utile ma allo stesso tempo un po' noioso, in 2 anni non ho mai visto una partitura d'autore tranne ora che mi sto sfogando!

 

Potete darmi delucidazioni, consigli, dritte su come analizzare ma soprattutto capire come ragionava Robert Schumann quando scriveva musica?

 

Capita a molti di doversi "scontrare" con il metodo dei propri docenti... per materie come l'analisi musicale o l'armonia la possibilità di fare qualcosa da sé c'è e si chiama biblioteca del conservatorio :-) prendi un manuale di analisi musicale e inizia a leggere le partiture, suonandole, prendendone spunto.

Da parte mia ti posso consigliare i soliti libroni classici, che però sono sempre un punto di accesso, non "la" conclusione: Il Manuale di Armonia di De La Motte, che NON E' un manuale di armonia ma una specie di introduzione all'armonia storica (e parla abbastanza di Schumann, della defunzionalizzazione delle settime, delle relazioni di terza etc...); "La generazione romantica" di Rosen è un interessante mattone che, con qualche stratagemma, si riesce anche a trovare in .pdf online (io l'ho APPENA scaricato e APPENA iniziato a leggere). Il bello di Rosen è che non ha la ben che minima paura di sporcarsi le mani con l'analisi musicale, ma riesce ad andare oltre, a tirare le fila di un discorso complessivo, che si può condividere o no ma dà i mezzi per imparare a collegare la musica alla storia, all'estetica.

I cattivi maestri li abbiamo avuti tutti, in momenti diversi e in situazioni diverse. Il bello di un forum come questo è che cerca di darti un po' di armi per difenderti anche da loro...

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