Feldman Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 Salve a tutti, Volevo chiedere il vostro parere riguardo la dicotomia Mozart/Haydn. E' naturale che gli stili di questi due compositori siano diversi, ma nel metodo compositivo notate delle differenze evidenti? Io ad esempio trovo che Haydn abbia affinità con Beethoven e Clementi, nel senso che dopo la prima battuta di ogni suo brano inizia lo "sviluppo", ovvero la costruzione dei temi e delle transizioni usando un materiale iniziale minimo dal quale deriva il resto. Analizzando Mozart, invece, ho notato che le sezioni sono molto diverse tra loro nell'ordito, sembra quasi che il nostro scrivesse dei frammenti separati con un certo grado di affinità e incollasse tutto con le cadenze (una specie di puzzle), in questo trovo faticoso relazionarlo a Bach come fa invece Rosen (penso che il rapporto tra contrappunto bachiano e stile classico sia ben più evidente in Clementi) e ad Haydn (ma anche a Bach e Beethoven) dato che il metodo è completamente diverso. Credo che sia abbastanza evidente solo osservando le partiture di questi due grandi, dove si nota in Haydn una scrittura omogenea, in Mozart una scrittura eterogenea. Ho notato la stessa differenza in un confronto analitico tra Donatoni e Berio. Voi che ne pensate? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 (...) nel metodo compositivo notate delle differenze evidenti? (...) (...) sembra quasi che il nostro scrivesse dei frammenti separati con un certo grado di affinità e incollasse tutto con le cadenze (una specie di puzzle), in questo trovo faticoso relazionarlo a Bach come fa invece Rosen (penso che il rapporto tra contrappunto bachiano e stile classico sia ben più evidente in Clementi) e ad Haydn (ma anche a Bach e Beethoven) dato che il metodo è completamente diverso. dalla sola analisi non si può risalire al "metodo" compositivo. L'unico modo per avere certezze è avere a che fare con gli schizzi. Ma anche se facciamo solo delle ipotesi, è bene sottolineare come rimanga imperscrutabile il metodo compositivo di un compositore che non lascia schizzi o su cui non abbiamo testimonianze specifiche rispetto al metodo compositivo. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Feldman Postato Settembre 5, 2013 Autore Report Share Postato Settembre 5, 2013 dalla sola analisi non si può risalire al "metodo" compositivo. L'unico modo per avere certezze è avere a che fare con gli schizzi. Ma anche se facciamo solo delle ipotesi, è bene sottolineare come rimanga imperscrutabile il metodo compositivo di un compositore che non lascia schizzi o su cui non abbiamo testimonianze specifiche rispetto al metodo compositivo. In effetti, ora che mi ci fai pensare, lessi parecchio tempo fa un saggio di analisi comparata di Salvatore Sciarrino, dove appunto ricostruiva il metodo compositivo di Mozart partendo dai pochi schizzi rimasti. Effettivamente, nel brano definitivo comparivano frammenti tematici già presenti negli appunti ma in un diverso ordine: ciò prova la sua tendenza a costruire la forma con un copia-incolla, un metodo (a detta di Sciarrino) molto sbrigativo, che permetteva al compositore di terminare in fretta il lavoro (questo spiegherebbe non solo la grande musicalità di Mozart, certo superiore a quella di tanti suoi colleghi, ma anche la notevole produzione in pochi anni di vita!) Mentre gli studi analitici sugli schizzi di Beethoven hanno dimostrato quanti passaggi sequenziali e consequenziali per arrivare ad un solo tema completo, il tutto partendo da unità motiviche minime! Stessa cosa si può dire di Haydn... tu cosa dici riguardo la questione? Ti do il nome del saggio, dovresti trovarlo nella "Riv. Italiana di Musicologia": Sciarrino, Salvatore: Mozart svelato? Una possibile ricostruzione del suo metodo compositivo. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Feldman Postato Settembre 5, 2013 Autore Report Share Postato Settembre 5, 2013 Ho trovato questa pagina che non conoscevo: http://en.wikipedia.org/wiki/Mozart's_compositional_method 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Gerardo Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 Come altri Mozart usava stendere prima il bicinium e poi riempiva le parti di armonia, ovviamente basandosi sulla numerazione del basso che scriveva in prima istanza. Se guardi le parti originali del Requiem, la cosa è molto evidente Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 In effetti, ora che mi ci fai pensare, lessi parecchio tempo fa un saggio di analisi comparata di Salvatore Sciarrino, dove appunto ricostruiva il metodo compositivo di Mozart partendo dai pochi schizzi rimasti. Effettivamente, nel brano definitivo comparivano frammenti tematici già presenti negli appunti ma in un diverso ordine: ciò prova la sua tendenza a costruire la forma con un copia-incolla, un metodo (a detta di Sciarrino) molto sbrigativo, che permetteva al compositore di terminare in fretta il lavoro (questo spiegherebbe non solo la grande musicalità di Mozart, certo superiore a quella di tanti suoi colleghi, ma anche la notevole produzione in pochi anni di vita!) Mentre gli studi analitici sugli schizzi di Beethoven hanno dimostrato quanti passaggi sequenziali e consequenziali per arrivare ad un solo tema completo, il tutto partendo da unità motiviche minime! Stessa cosa si può dire di Haydn... tu cosa dici riguardo la questione? Ti do il nome del saggio, dovresti trovarlo nella "Riv. Italiana di Musicologia": Sciarrino, Salvatore: Mozart svelato? Una possibile ricostruzione del suo metodo compositivo. Non ho occasione di cercarlo e guardarlo per ora, in effetti in questi giorni devo fare mille e cose e dovrei farne altre mille... non mi sono mai interessato allo studio sugli schizzi, non ho una buona formazione filologica (ahimé) ... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 bella la pagina di wikipedia, alla fine c'è questo link ad un piccolo saggio online http://www.aproposmozart.com/Zaslaw,%20Neal%20--%20M.as%20working%20stiff.pdf 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zazza Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 Pensando a Bach e sempre parlando di Mozart se andiamo bene a guardare le sinfonie (anche quelle della prima vetta) si nota che ci sono delle belle sezioni contrappuntistiche, ovviamente nate dal materiale dell'esposizione per cui, se pur con tutta la sua sponaneità...un minimo ragionato. Mi viene in mente un vecchio topic... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zazza Postato Settembre 5, 2013 Report Share Postato Settembre 5, 2013 Eccolo: http://www.pianoconc...va-anche-mozart Interessante "scoprire" che alla fine Mozart "calcolasse" più di quanto immaginiamo 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Feldman Postato Settembre 5, 2013 Autore Report Share Postato Settembre 5, 2013 Non ho occasione di cercarlo e guardarlo per ora, in effetti in questi giorni devo fare mille e cose e dovrei farne altre mille... non mi sono mai interessato allo studio sugli schizzi, non ho una buona formazione filologica (ahimé) ... Io non ho mai provato a farlo, se comunque leggi quel saggio Sciarrino ti conduce alla ricostruzione definitiva passo passo, mostrando gli schizzi e percorrendo tutte le modifiche fatte da Mozart per arrivare al risultato finale. E' molto interessante. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Feldman Postato Settembre 5, 2013 Autore Report Share Postato Settembre 5, 2013 Davvero bello il thread che hai linkato. Parlare di Mozart vuol dire parlare di un genio che ha sempre cercato di mascherare la razionalità nelle sue opere. Ricordo ancora un'intervista fatta ad Ennio Morricone tempo fa in cui disse che secondo lui "la forza di Mozart sta nel tematismo, quella di Beethoven nello sviluppo del tema". In effetti, osservando la fraseologia mozartiana si può capire quanto questo compositore fosse attento alla costruzione melodica, al suo sviluppo tramite giustapposizioni e al suo "mascheramento" con formule tematiche eterogenee. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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