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Piano Concerto - Forum pianoforte

Mozart e Haydn


Feldman
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Salve a tutti,

 

Volevo chiedere il vostro parere riguardo la dicotomia Mozart/Haydn. E' naturale che gli stili di questi due compositori siano diversi, ma nel metodo compositivo notate delle differenze evidenti? Io ad esempio trovo che Haydn abbia affinità con Beethoven e Clementi, nel senso che dopo la prima battuta di ogni suo brano inizia lo "sviluppo", ovvero la costruzione dei temi e delle transizioni usando un materiale iniziale minimo dal quale deriva il resto.

 

Analizzando Mozart, invece, ho notato che le sezioni sono molto diverse tra loro nell'ordito, sembra quasi che il nostro scrivesse dei frammenti separati con un certo grado di affinità e incollasse tutto con le cadenze (una specie di puzzle), in questo trovo faticoso relazionarlo a Bach come fa invece Rosen (penso che il rapporto tra contrappunto bachiano e stile classico sia ben più evidente in Clementi) e ad Haydn (ma anche a Bach e Beethoven) dato che il metodo è completamente diverso.

 

Credo che sia abbastanza evidente solo osservando le partiture di questi due grandi, dove si nota in Haydn una scrittura omogenea, in Mozart una scrittura eterogenea. Ho notato la stessa differenza in un confronto analitico tra Donatoni e Berio.

 

Voi che ne pensate?

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(...) nel metodo compositivo notate delle differenze evidenti? (...)

 

(...) sembra quasi che il nostro scrivesse dei frammenti separati con un certo grado di affinità e incollasse tutto con le cadenze (una specie di puzzle), in questo trovo faticoso relazionarlo a Bach come fa invece Rosen (penso che il rapporto tra contrappunto bachiano e stile classico sia ben più evidente in Clementi) e ad Haydn (ma anche a Bach e Beethoven) dato che il metodo è completamente diverso.

 

 

dalla sola analisi non si può risalire al "metodo" compositivo. L'unico modo per avere certezze è avere a che fare con gli schizzi. Ma anche se facciamo solo delle ipotesi, è bene sottolineare come rimanga imperscrutabile il metodo compositivo di un compositore che non lascia schizzi o su cui non abbiamo testimonianze specifiche rispetto al metodo compositivo.

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dalla sola analisi non si può risalire al "metodo" compositivo. L'unico modo per avere certezze è avere a che fare con gli schizzi. Ma anche se facciamo solo delle ipotesi, è bene sottolineare come rimanga imperscrutabile il metodo compositivo di un compositore che non lascia schizzi o su cui non abbiamo testimonianze specifiche rispetto al metodo compositivo.

 

In effetti, ora che mi ci fai pensare, lessi parecchio tempo fa un saggio di analisi comparata di Salvatore Sciarrino, dove appunto ricostruiva il metodo compositivo di Mozart partendo dai pochi schizzi rimasti. Effettivamente, nel brano definitivo comparivano frammenti tematici già presenti negli appunti ma in un diverso ordine: ciò prova la sua tendenza a costruire la forma con un copia-incolla, un metodo (a detta di Sciarrino) molto sbrigativo, che permetteva al compositore di terminare in fretta il lavoro (questo spiegherebbe non solo la grande musicalità di Mozart, certo superiore a quella di tanti suoi colleghi, ma anche la notevole produzione in pochi anni di vita!)

 

Mentre gli studi analitici sugli schizzi di Beethoven hanno dimostrato quanti passaggi sequenziali e consequenziali per arrivare ad un solo tema completo, il tutto partendo da unità motiviche minime! Stessa cosa si può dire di Haydn... tu cosa dici riguardo la questione?

 

 

Ti do il nome del saggio, dovresti trovarlo nella "Riv. Italiana di Musicologia": Sciarrino, Salvatore: Mozart svelato? Una possibile ricostruzione del suo metodo compositivo.

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In effetti, ora che mi ci fai pensare, lessi parecchio tempo fa un saggio di analisi comparata di Salvatore Sciarrino, dove appunto ricostruiva il metodo compositivo di Mozart partendo dai pochi schizzi rimasti. Effettivamente, nel brano definitivo comparivano frammenti tematici già presenti negli appunti ma in un diverso ordine: ciò prova la sua tendenza a costruire la forma con un copia-incolla, un metodo (a detta di Sciarrino) molto sbrigativo, che permetteva al compositore di terminare in fretta il lavoro (questo spiegherebbe non solo la grande musicalità di Mozart, certo superiore a quella di tanti suoi colleghi, ma anche la notevole produzione in pochi anni di vita!)

 

Mentre gli studi analitici sugli schizzi di Beethoven hanno dimostrato quanti passaggi sequenziali e consequenziali per arrivare ad un solo tema completo, il tutto partendo da unità motiviche minime! Stessa cosa si può dire di Haydn... tu cosa dici riguardo la questione?

 

 

Ti do il nome del saggio, dovresti trovarlo nella "Riv. Italiana di Musicologia": Sciarrino, Salvatore: Mozart svelato? Una possibile ricostruzione del suo metodo compositivo.

 

Non ho occasione di cercarlo e guardarlo per ora, in effetti in questi giorni devo fare mille e cose e dovrei farne altre mille... non mi sono mai interessato allo studio sugli schizzi, non ho una buona formazione filologica (ahimé) ...

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Pensando a Bach e sempre parlando di Mozart se andiamo bene a guardare le sinfonie (anche quelle della prima vetta) si nota che ci sono delle belle sezioni contrappuntistiche, ovviamente nate dal materiale dell'esposizione per cui, se pur con tutta la sua sponaneità...un minimo ragionato.

 

Mi viene in mente un vecchio topic...

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Non ho occasione di cercarlo e guardarlo per ora, in effetti in questi giorni devo fare mille e cose e dovrei farne altre mille... non mi sono mai interessato allo studio sugli schizzi, non ho una buona formazione filologica (ahimé) ...

 

Io non ho mai provato a farlo, se comunque leggi quel saggio Sciarrino ti conduce alla ricostruzione definitiva passo passo, mostrando gli schizzi e percorrendo tutte le modifiche fatte da Mozart per arrivare al risultato finale. E' molto interessante.

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Davvero bello il thread che hai linkato.

 

Parlare di Mozart vuol dire parlare di un genio che ha sempre cercato di mascherare la razionalità nelle sue opere.

Ricordo ancora un'intervista fatta ad Ennio Morricone tempo fa in cui disse che secondo lui "la forza di Mozart sta nel tematismo, quella di Beethoven nello sviluppo del tema". In effetti, osservando la fraseologia mozartiana si può capire quanto questo compositore fosse attento alla costruzione melodica, al suo sviluppo tramite giustapposizioni e al suo "mascheramento" con formule tematiche eterogenee.

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