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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank
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Cercavo per un amica un brano per fargli apprezzare le variazioni (non ama questo procedimento)...

 

... ho desiderato ascoltare queste :)

 

J.S. Bach - Passacaglia and Fugue in C minor BWV 582

http://www.youtube.com/watch?v=F51uHpH3yQk

 

In sintesi estrema si tratta di un insieme di variazioni strumentali basate su un breve tema armonico o su un basso ostinato.

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Frank! . . . che dire: hai scelto uno dei più stupefacenti viaggi introspettivi di JSBach!

 

Andando un po' più sul "leggero" ci sarebbero le Variazioni Eroica di Beethoven.

E dai: anche la Fantasia Corale op. 80 sempre di Beethoven.

 

A proposito di variazioni: sono appena tornato a casa dall'Auditorium Gaber (Grattacielo Pirelli) dove ho ascoltato per la prima volta la Ciaccona di Bach-Busoni . . . Folgorato!

Già mi entusiasmava l'originale . . . .

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ciao Frank,

 

nei giorni dopo il tuo primo post (quello col video delle variazioni) ho pensato con interesse e curiosità alla tua motivazione iniziale: fare apprezzare a qualcuno le variazioni in genere, proprio perchè questa persona non ama tale procedimento.

Sarebbe interessante saper perchè non ama le variazioni.

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Sarebbe interessante saper perchè non ama le variazioni.

 

Non lo so ancora (ma ho dei sospetti), ma se me lo dirà ... lo saprete :)

 

Io penso che un procedimento compositivo in se non si possa apprezzare o meno, può essere che non ci sia congeniale, ma la musica che ne può scaturire è quella che conta...per cui, che uno apprezzi o meno le variazioni ...possiamo godere di brani come quello di questo topic

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...non ci ho capito niente.

Capita

 

Ho problemi con la 'lingua'. Magari in futuro andra meglio.

E' un lavoro dodecafonico, una cosa interessante è confrontarle (anche solo a livello d'ascolto), con Schoenberg

 

Arnold Schoenberg: Variazioni per orchestra op.31 (1926/1928)

http://www.youtube.com/watch?v=mFvtSGCFVO0

 

Fammi sapere cosa ne pensi da una comparazione d'ascolto. Ti premetto che sono lavori molto differenti, scritti in epoche diverse e con finalità completamente diverse...come dice "qualcuno" ... potrai assaggiare quello che viene chiamato "Progresso" e "Reazione", riferendoci al '900

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Certamente, conoscendo tu Frank la tua amica, avrai pensato bene di proporgli Bach.

Ma tuttavia, mentre leggevo e ascoltavo tutta la musica qui proposta, ho pensato che, forse, il modo migliore per addentrarsi nel mondo delle Variazioni, possa essere cominciando da queste:

 

http://www.youtube.com/watch?v=YOTHiagFhqk

 

Che ne dici?

 

 

Quanto alle variazioni di Schoenberg e Stravinskij, che dire? "Progresso"..."Reazione"...? A me alla fine pare tutto "Progresso" e comunque "Meraviglia".!

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Carlos…Le ho ascoltate entrambe ma non riesco a fare paragoni. Essendo un linguaggio che non conosco mi suona tutto uguale. Proprio come capita ad ognuno quando capita di sentire una lingua che non si conosce. Forse sbaglio anche a dire che è un linguaggio che non conosco. Forse sono addirittura due linguaggi differenti (questo puoi dirlo tu).

 

Daniele dice «meraviglia». Posso condividere la sua impressione, precisando un po’ la mia. Per me si tratta della meraviglia di chi, in un ambiente completamente buio, è attratto ora qua ora là, da un rumore o da un odore che non ha mai sentito. E si sente un po' a disagio.

Grazie della tua dedizione, e della pazienza.

 

Due cose.

1) La mia ignoranza di precedenti post in questo forum (o della critica musicale! :( ) non mi permettere di identificare quel “qualcuno” che hai messo tra virgolette.

 

2) Sarei curioso – molto – di conoscere le «finalità completamente diverse» di queste due opere di Schoenberg e Stravinskij.

Sono curioso, ma rispondimi con comodo.

 

Nota divertente (almeno, per me):

in origine il tema della discussione era il rapporto con ‘le variazioni’ in genere di un’amica di Carlos.

Adesso parliamo di progresso e reazione, ‘900, mie difficoltà…

Non trovate che l’andare fuori tema in una discussione (cosa che a me non disturba mai quando è fatta con garbo e voglia di confrontarsi) sia un po’ l’equivalente del modo in cui Beethoven ha trattato le variazioni nei suoi ultimi lavori!? :)

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Certamente, conoscendo tu Frank la tua amica, avrai pensato bene di proporgli Bach.

 

…e temo di aver pensato male…ha rimediato Stravinsky, per fortuna che c’era l’OT

 

 

Ma tuttavia, mentre leggevo e ascoltavo tutta la musica qui proposta, ho pensato che, forse, il modo migliore per addentrarsi nel mondo delle Variazioni, possa essere cominciando da queste:

 

Che ne dici?

 

Meravigliosa, ma come si dice: ogni testa un piccolo mondo…per cui anche queste secondo me avrebbero “fallito”.

 

 

 

Quanto alle variazioni di Schoenberg e Stravinskij, che dire? "Progresso"..."Reazione"...? A me alla fine pare tutto "Progresso" e comunque "Meraviglia".!

 

Ma guarda. Il brano di Schoenberg è esemplare nel senso canonico del termine ed è un must per chi vuole conoscere la dodecafonia e la sua storia. Anche lui ha avuto la sua reazione, ci sono altre opere da spulciare più recenti…

 

Mi permetto di chiederti cosa ti ha colpito maggiormente per farti spendere l’aggettivo : “Meraviglia” (non che non condivida)

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Forse sbaglio anche a dire che è un linguaggio che non conosco. Forse sono addirittura due linguaggi differenti (questo puoi dirlo tu).

 

Visto che la musica è fatta anche di codice e sintassi trovo appropriato parlare di linguaggio anche se c’è da dire che è connotata ma non denota, può avere più sensi ma nessun significato

Daniele dice «meraviglia». Posso condividere la sua impressione, precisando un po’ la mia. Per me si tratta della meraviglia di chi, in un ambiente completamente buio, è attratto ora qua ora là, da un rumore o da un odore che non ha mai sentito. E si sente un po' a disagio.

Secondo me per apprezzare una cosa non bisogna per forza conoscerne il meccanismo, potrebbe voler dire che la musica è finita … e poco ci è mancato … se torniamo indietro di trenta anni. Gli argomenti musicali dovrebbero sempre avere la meglio sugli “extra”.

 

1) La mia ignoranza di precedenti post in questo forum (o della critica musicale! ) non mi permettere di identificare quel “qualcuno” che hai messo tra virgolette.

Irrilevante, un musicologo molto accreditato sostiene che il ‘900 sia dominato da due grandi poli: Schoenberg e Stravinsky, descritti in una sintesi estrema come progresso e reazione.

 

2) Sarei curioso – molto – di conoscere le «finalità completamente diverse» di queste due opere di Schoenberg e Stravinskij.

Come dicevo a Daniele la prima è una composizione esemplare della variazioni dodecafoniche, la seconda è un brano libero…le variazioni sono già un'altra cosa qui, come la tecnica dodecafonica. E ci mancherebbe altro, sono passati trent’anni….

 

Adesso parliamo di progresso e reazione, ‘900, mie difficoltà…

Non trovate che l’andare fuori tema in una discussione (cosa che a me non disturba mai quando è fatta con garbo e voglia di confrontarsi) sia un po’ l’equivalente del modo in cui Beethoven ha trattato le variazioni nei suoi ultimi lavori!?

Probabilmente ho sbagliato il titolo, se capisco come si fa lo cambio…al massimo chiedo a TheSimon che mi sembra un po’ oberato ultimamente…

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«Visto che la musica è fatta anche di codice e sintassi trovo appropriato parlare di linguaggio anche se c’è da dire che è connotata ma non denota, può avere più sensi ma nessun significato» (Frank)

 

«Secondo me per apprezzare una cosa non bisogna per forza conoscerne il meccanismo» (Frank)

 

Daniele dice «meraviglia». Posso condividere la sua impressione, precisando un po’ la mia. Per me si tratta della meraviglia di chi, in un ambiente completamente buio, è attratto ora qua ora là, da un rumore o da un odore che non ha mai sentito. E si sente un po' a disagio. (Luca)

 

Ma guarda. Il brano di Schoenberg è esemplare nel senso canonico del termine ed è un must per chi vuole conoscere la dodecafonia e la sua storia. Anche lui ha avuto la sua reazione, ci sono altre opere da spulciare più recenti…

Mi permetto di chiederti cosa ti ha colpito maggiormente per farti spendere l’aggettivo: “Meraviglia” (non che non condivida) (Frank)

 

Allora partiamo dal fatto che chi scrive è, innanzi tutto, un quasi analfabeta della musica e che, ancor di più, è assolutamente ignorante circa i meccanismi della dodecafonia.

Fin da bambino, quando mio padre mi diede i primi due dischi di musica classica – si trattava, pensate un po', di due 78 giri, uno con due brani da “Il lago dei cigni” di Čaikovskij e l'altro contenente le “Danze polovesiane” da “Il principe Igor” e lo schizzo sinfonico “Nelle steppe dell'Asia centrale” di Borodin – ho affidato il tutto a come il mio orecchio trasmetteva quei suoni al cervello e, da questo, ne usciva il mio giudizio.

Ne è passata di acqua sotto i ponti ma, nonostante tutto, quello che ancora prevale nel mio giudicare è legato a questo mio istinto.

Ancora più di Luca quando le prime volte alla radio ascoltavo la musica dodecafonica e ancor più post-weberiana, la trovavo assurda e inascoltabile. Ma contemporaneamente pensavo: se grandi interpreti, a cominciare da Abbado e Pollini, dedicano ad essa tanto spazio, evidentemente sono io ad essere in errore.

In quegli anni poi, fra di noi, si parlava molto del fenomeno Luigi Nono, che attraverso la sua musica, aveva incentrato il suo impegno ideologico e militante.

La mia testardaggine mi ha costretto dunque a perseverare, ma debbo confessare, che prima di arrivare a loro, ho dovuto affrontare e digerire interamente e ampiamente il “terzo stile” beethoveniano, che allora mi “terrorizzava”. Beethoven, fin dall'ascolto della Quinta a nove anni, fu ed è l'amore musicale della mia vita, ma fino a 25 anni circa, per me Beethoven, a parte la Nona e la Missa Solemnis, fu sostanzialmente quello del primo e secondo stile. Come i romantici insomma! :ph34r:

Taglio corto e oggi, sapete che cosa anche mi fa gridare “meraviglia”? È la meraviglia di come questa musica... anzi. di come tanta della musica del secolo scorso mi trasmetta quel piacere enorme che provo nell'ascoltare la musica degli altri secoli. Oggi questa musica è accettata dalle mie orecchie con la stessa facilità con cui potrei ascoltare una grande opera del passato remoto.

Oggi, ho bisogno di questa musica, almeno quanto ho avuto bisogno di ascoltare per non so quante volte consecutivamente la “Passione secondo Matteo” di Bach in vinile diretta da Karl Richter e le Nove sinfonie, sempre in vinile, nell'edizione del 1977, dirette da Karajan, nei mesi scorsi.

Questa, Frank è la “MERAVIGLIA” per me, scoprire che questa musica, pur nella sua differenza di regole e linguaggio, mi emoziona quanto tutta l'altra! L'ho fatta mia e ne sono tanto felice! Non so...? Ho quasi l'impressione, ogni volta che riesco a fare mio, un qualcosa che fino a quel momento mi risultava ostico, di avvicinarmi di un millimetro a quella veritàaaaaaaa di cui il grande Cesare Zavattini, parlò in un suo film degli anni 80. :rolleyes::)

 

Ciao e grazie a voi! :thumbsu:

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1) La mia ignoranza di precedenti post in questo forum (o della critica musicale! ) non mi permettere di identificare quel “qualcuno” che hai messo tra virgolette. (Luca)


  1.  

Irrilevante, un musicologo molto accreditato sostiene che il ‘900 sia dominato da due grandi poli: Schoenberg e Stravinsky, descritti in una sintesi estrema come progresso e reazione. (Frank)

 

Il mio pronostico può essere Adorno? (Gerardo)

 

Io non penso che sia irrilevante affrontare questo argomento e, questo proprio perché perché costituì una delle più grosse cantonate che, almeno una buona parte dell'intellighentia di “sinistra”, prese nei confronti della musica e del suo evolversi.

Il mio consiglio che do a Luca è questo: procurati al più presto questo libro che, finalmente è stato ristampato: Massimo Mila “Compagno Stravinsky” Bur saggi. Con esso potrai, non solo chiarire esattamente l'eterna e assurda querelle fra i sostenitori di Schönberg e quelli di Stravinsky, ma potrai cominciare ad entrare nel mondo musicale di questo grandissimo genio del secolo scorso.

Da parte mia mi piace qui riportare una parte dell'introduzione di Pietro Gelli. Questo libro:

 

«Era uscito agli inizi del 1983, quasi a chiudere le celebrazioni di un centenario che in realtà, per lo meno in Italia e direi in Europa, passò quasi in sordina, come, del resto scarso entusiasmo critico aveva suscitato la morte, nel 1971, di colui che nonostante tutto rimane il più grande compositore del XX secolo.(...) Mila lo rileva con chiarezza: «Quando Stravinsky morì, a ottantanove anni, le azioni della sua fama, si trovavano forse al punto più basso. Non dal punto di vista del successo, ben inteso, bensì da quello della quotazione critica da parte del mondo musicale. Trionfava l'offensiva dell'espressionismo, scatenato nel secondo dopoguerra, attribuendo a questa sola tendenza artistica ogni merito della sofferta resistenza alla degradazione nazista. Giocando sulle date e sulla contemporaneità dei fatti, il neoclassicismo stravinskyano venne quasi tacciato di fascismo, e in ogni caso di evasione».

(...) Mila, per quanto uomo di sinistra, per onestà intellettuale e per quella sua tipica e un po' anarcoide insofferenza a sottostare a ogni schieramento d'ordine, a ogni diktat partitico, fin dal 1959 (...) aveva messo in guardia contro Adorno e accoliti - fra cui il nostro compositore Giacomo Manzoni – che tendevano a identificare il giudizio moralistico con quello estetico. (...) Adorno (...) ha con una faziosa aggressività fatto e disfatto, e poi imposto un'antinomia egemonica, cui per decenni dal dopoguerra in poi, la cultura italiana è finita in grande parte per soggiacere. Non tanto quella musicale (...) Fedele D'Amico, per esempio, in un articolo del 1958 (...) parla di «squallida teoria di Adorno per la quale Stravinsky e Schönberg sarebbero i due poli della musica moderna, l'uno rivolto al passato, l'altro all'avvenire».

(...) E se quest'ultimo era indicato non quale rivoluzionario di un ordine musicale obsoleto o inadeguato, bemsì come un progressista, emblema del radicalismo moderno e il più acuto interprete della crisi contemporanea, capace di risolvere l'essenza magica della musica in razionalità umana, di contro Stravinsky, soprattutto, a partire dalla svolta neoclassicista fino al suo avvicinamento alla dodecafonia, era visto come il simbolo del conservatorismo più alienante. (...) le sferzate antistravinskyane erano così acide e feroci da suscitare perfino le difese del supposto antagonista, irritato con il filosofo suo mentore, verso cui curiosamente Schönberg nutriva scarsa simpatia (...).»

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