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Piano Concerto - Forum pianoforte

Inizio Studio Sulla Sonata L 33 Di Scarlatti


maquieto
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Ciao Paolo e Simone. Stò iniziando a leggere la sonata di Scarlatti (L 33 in si minore) e non sarebbe male se spuntasse qualche consiglio. Cercherò poi di incidere anche la fase di studio per avere consigli ok? La sonata in si minore mi sembra a quattro voci anche se io l'armonia l'avevo appena iniziata quando ho mollato lo studio. Io sto iniziando voce per voce ma non ho ancora fatto varianti. Inoltre sto cercando di capirne bene il senso ( delle frasi soprattutto ). Qualche dritta?

Il mio maestro mi aiutava tantissimo con le diteggiature e poi Scarlatti è sempre ostico perchè destra re sinistra sono sempre molto vicine e intrecciate....in effetti nemmeno la fuga del primo preludio, primo vol. del clavicembalo ben temperato di Bach non fu affatto semplice. Penso che la cosa migliore sia diteggiarla tutta cercando di capire dove legare e dove tenere le voci cercando di creare una diteggiatura compatibile con i legati e con gli accenti. Vero? Fatemi sapere. Vi ringrazio moltissimo.

 

P.S. In genere e mediamente in quanto tempo si porta ad esecuzione una sonata di questo tipo? O almeno in quante ore di studio? E' una curiosità che ho sempre avuto che mi servirebbe anche per capire se sono una polenta o no.

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Ognuno di noi ha dei tempi propri. Certo non si può studiare una sonata di scrlatti per un anno di seguito. Però, teniamo conto che anche quando siamo arrivati ad una conoscenza sufficiente per eseguirla, mettendola da parte, contunua a maturare dentro di noi. Straordinariamente, dopo averla suonata in concerto e/o eseguita ad un esame, continua la sua "maturazione". Certo, dopo un anno, la suoneremo ancora meglio....se l'abbiamo studiata bene.

 

Dobbiamo sempre esaminare, dopo una seduta di studio, il valore aggiunto di questa fatica. Quello che ci rimane in più è quello che abbiamo guadagnato.

 

Nel caso di Scarlatti, colgo due aspetti: La comprensione ritmico- armonca e la risoluzione delle abilità "tenciche". Nel caso della 33 ci troviamo di fronte ad una sonata polifonica, che non assomiglia né a Bach né a qualsiasi altro autore. La sua tessitura è "piangente". La trovo "drammatica" e trovo l'interpretazione di Horowitz straordinaria. Lui amava molto questa sonata e la eseguì in diversi concerti. Cosicché abbiamo diverse incisioni. Ascoltale, anche se non devi prenderle come "modello", cosa che appartiene a lui e solo a lui.

 

Qui la difficoltà sta nel suono intenso e legato. Ciò, credo, non si possa ottenere se non con una buona partecipazione del braccio e della spalla. Quasi con "pressione".

 

Non credo si debba sacrificare l'espressione.

 

Esistono, credo due tendenze interpretative:

1) bisogna eseguire Scarlatti come sul clavicembalo cercando di ricostruire un suono, al pianoforte, che evochi quello dello strumento per il quale queste 550 sonate sono state scritte ( Essercizi per gravicembalo)

2) Attualizzare il suono sfruttando le possibilità del nostro strumento moderno, destinato all'ascolto di un orecchio del XXI secolo.

 

Io non sono decisamente per una sola di queste scelte. Credo che alcune sonate siano più vicine al suono e alla brillantezza clavicembalistica e altre possano approfittare di uno strumento espressivo e complesso come il pianoforte.

 

Voglio inoltre ricordare che il clavicembalo e il fortepiano, seppur più deboli di suono e di attacco, sono strumenti che sviluppano uno spettro armonico superiore a quello del pianoforte.

 

Certo, il "transiente di attacco" sul pianoforte è potente e stimola "a dovere" l'orecchio moderno....molto più sordo di quello di quel tempo.

 

Anche il nostro stato emozionale è diverso.

 

A quel tempo gli entusiasmi "scoppiavano" più facilmente e frequentemente. Si pensi che oggi non riusciamo ad ascoltare un clavicembalo se siamo a metà sala. A quel tempo, la capacità audiometrica d'ascolto era molto più alta e si applaudiva in piedi dopo un passaggio particolarmente ardito o difficile......Altri tempi!!!!!

 

Va bene non voglio dilungarmi.

 

Inizia a mani separate e scegli una diteggiatura comoda per legare molto. Il pedale non deve essere però assente. Metti a mani unite piccoli episodi. Lentamente. Moltissima cantabilità delle parti tematiche. Auguri, non è una sonata delle più facili....ma è una delle più belle.

 

Se vuoi mandami un MP3 di come stai impostando lo studio.

 

Ciao

Paolo

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Ciao Paolo e Simone. Stò iniziando a leggere la sonata di Scarlatti (L 33 in si minore) e non sarebbe male se spuntasse qualche consiglio. Cercherò poi di incidere anche la fase di studio per avere consigli ok? La sonata in si minore mi sembra a quattro voci anche se io l'armonia l'avevo appena iniziata quando ho mollato lo studio. Io sto iniziando voce per voce ma non ho ancora fatto varianti. Inoltre sto cercando di capirne bene il senso ( delle frasi soprattutto ). Qualche dritta?

Il mio maestro mi aiutava tantissimo con le diteggiature e poi Scarlatti è sempre ostico perchè destra re sinistra sono sempre molto vicine e intrecciate....in effetti nemmeno la fuga del primo preludio, primo vol. del clavicembalo ben temperato di Bach non fu affatto semplice. Penso che la cosa migliore sia diteggiarla tutta cercando di capire dove legare e dove tenere le voci cercando di creare una diteggiatura compatibile con i legati e con gli accenti. Vero? Fatemi sapere. Vi ringrazio moltissimo.

 

P.S. In genere e mediamente in quanto tempo si porta ad esecuzione una sonata di questo tipo? O almeno in quante ore di studio? E' una curiosità che ho sempre avuto che mi servirebbe anche per capire se sono una polenta o no.

 

Ciao Fabio.

Incidere le fasi di studio è qualcosa che può aiutarci senz'altro a capire i tuoi metodi ed i tuoi tempi. Ovviamente i tempi di apprendimento variano in base ad innumerevoli variabili quindi ognuno ha i suoi. Per quanto riguarda lo studio delle voci credo che all'inizio debba essere più che altro uno studio al tavolino, pertanto riconoscere i temi e segnarli, l'esecuzione e la "messa in atto" del tema è qualcosa che avviene una volta che il pezzo sta in piedi. In effetti i temi non vanno accentuati ma pensati. Il pensiero del tema te lo fa tirare fuori naturalmente senza quella macchinosità ed intenzione voluta di farlo sentire a tutti i costi. Nelle composizioni polifoniche infatti ogni voce ha una sua importanza, i temi principali devono sentirsi senza ombra di dubbio ma è il pensiero del tema nella tua testa che genera l'intenzione e non viceversa. E' una sonata che suggerisce molte varianti dinamiche, e forse è tra quelle di Scarlatti che valorizzano meglio il suo pensiero sul pianoforte, che fornisce appunto la possibilità di differenziare le dinamiche, a differenza del clavicembalo che nonostante avesse un carattere ben diverso dal pianoforte lasciava invece pressoché nulla la possibilità di espressione dinamica. In fase di studio ti consiglio di incominciare a segnarti le giuste diteggiature. Comincia prendendo una frase e quindi prendendo solo alcune battute. Inizia lentamente con la mano destra e scrivi le diteggiature, ti consiglio però di prendere un andamento moderato dopo poche ripetizioni perché ti permette di osservare se la diteggiatura che hai scelto nel tempo lento è abbastanza efficace anche in velocità. Ripeti la stessa cosa con la mano sinistra. Una volta diteggiate mano destra e sinistra e preso confidenza con le battute che hai eseguito, comincia subito a mettere a mani unite lentamente aumentando il tempo solo quando noti che al tempo in uso non hai problemi con diteggiatura e note.

 

Quando avrai finito la lettura ti accorgerai che le voci che hai precedentemente evidenziato a tavolino, pensandole nella testa usciranno da sole. Provare per credere...

 

Restiamo in attesa della tua registrazione.

 

Buono studio...

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Gentilissimo Paolo e accuratissimo Simone, grazie infinitamente del vostro tempo.

Sono molto daccordo infatti a riguardo del pezzo che matura ancora nel tempo perchè non può essere altro che cosi dato che raggiunte e risolte tutte le problematiche la testa si apre verso nuove intenzioni e scoperte. Eseguir un brano musicale penso corrisponda a scavare sotto terra....si scava si scava ma anche se si è raggiunta la profondità voluta nulla ci vieta di continuare a scavare. Molto daccordo anche con la diteggiatura utilizzando un tempo non troppo lento perchè è classico il caso in cui le dita vanno bene sul lento per poi tornare male nel veloce.

Questa sonata Paolo hai detto bene tu è "piangente" ma io non riesco a definirla drammatica. In effetti ha il suo dramma ma è un dramma malinconico e triste dove sembra che ogni voce appartenga ad un personaggio che in qualche modo " mormorando declama ricordi o ragioni sull'esistenza" io non sò che dire di fronte a questa composizione ma cercherò solo di eseguirla con umiltà e dedizione.

 

P.S. Simone la cosa che dici sulle voci e la loro entrata assieme all'intenzionalità di farle sentire è verissima e anche io mi sono sempre battuto su questo punto. Quando invece si studia il brano sembra sul serio una cosa forzata far entrare con intenzione le voci. Grazie mille ancora posterò al più presto.

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