Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Musicologia: Come è Cambiata La Musica?


Valchiria
 Share

Recommended Posts

Devo dire che sicuramente ci sono stati forti impatti sdul mondo dell'interpretazione, ma

 

Penso debba cambiare anche la didattica

 

riferendomi anche all'ambito della composizione, finalmente ci si sta muovendo in direzione dei maestri pittori, che sono definiti tali quando arrivano al punto di saper fare dei falsi storici.

 

Insomma, un approccio più musicologico alla formazione dei compositori, che sono orientati anche ha capire e conoscere meglio come è fatto veramente lo stile di un compositore.

Link to comment
Condividi su altri siti

Probabilmente la disciplina musicologica che ha avuto più influenza sull'ultimo secolo di musica è stata la filologia. I filologi della musica hanno recuperato una quantità pazzesca di musica dimenticata, l'hanno ritrascritta e resa disponibile. La riscoperta massiccia di repertori come quello antico e quello barocco hanno portato, poi, ad un cambiamento radicale nell'approccio all'interpretazione, con gli studi di prassi antiche che sono, in senso stretto, lavoro musicologico. Anche gli ensemble non specializzati in musica antica oggi seguono uno stile influenzato in un certo senso dalla filologia: c'è più attenzione per la correttezza, per l'intonazione, i tempi giusti, meno abbandono e più controllo.

Link to comment
Condividi su altri siti

Come immaginavo, ma adesso secondo voi, coloro che insegnano e che hanno studiato in un periodo dove la musicologia era pressochè inesistente, come approcciano all'insegnamento? Su che basi possono fondare la loro strategia didattica?

 

Esistono corsi di aggiornamento? (ammesso che uno abbia voglia di sbattersi e non crogiolarsi nel proprio brodo di giuggiole)

 

In conservatorio sanno che esiste la musicologia?

Link to comment
Condividi su altri siti

Secondo me in conservatorio non sanno neppure che esiste la musica, spesso. E spesso anche all'università.

La disciplina più diffusa rimane la storia della musica, ma è affrontata e studiata in maniera dilettantistica, biografica, e non ha NESSUNA ripercussione sul mondo dell'interpretazione (cioè, in teoria le lezioncine sull'Allorto dovrebbero portare consapevolezza pratica in chi suona, dovrebbero suscitare scelte stilistiche, non riempire la testa di date... ).

Attualmente in Italia esistono molti corsi universitari di materie musicologiche, alcuni tenuti da incompetenti, altri da esperti di peso internazionale. Capita che alcuni professionisti della musicologia facciano qualcosa in conservatorio, ma è tutt'ora rarissimo. Esiste una laurea specialistica in musicologia a Milano in collaborazione col conservatorio, ma per quello che ne so i docenti che si salvano sono quelli assunti dall'università, non i tappabuchi del conservatorio...

Tradizionalmente le materie più a rischio sono quelle analitiche. Spesso vengono "appaltate" a compositori, e più di una volta abbiamo parlato sul forum di come le tecniche di analisi insegnate in conservatorio siano solo una piccola parte di quelle che si possono usare per analizzare il repertorio. Ancora peggio, tutto quello che è materia tecnica avrebbe una possibile applicazione storica, ma questa connessione è fatta solo dai bravi musicologi, difficilmente compete la formazione di un compositore. Ovvero, capire l'evoluzione della tecnica compositiva bachiana è un argomento che presuppone non solo conoscenze tecniche ma anche conoscenze storiche e filologiche, che sono più tipiche di un ottimo musicologo (figura rara) che di un ottimo compositore.

Di contro, attualmente molte università hanno corsi di storia della musica affrontati in modo non musicologico. Diventano storie della civiltà musicale, o storie biografiche dei compositori, senza nessun apporto tecnico analitico, spesso nessun contatto con le realtà testuali. Studiare Mozart senza saper leggere E ANALIZZARE un suo spartito è quasi inutile, almeno ai fini di una formazione di livello superiore; allo stesso modo, studiare bene la teoria musicale medievale e non aver mai visto una notazione antica, che è quello che succede in praticamente tutti i corsi di storia della musica universitari italiani, è frustrante e poco specializzante (e quasi sempre causato dalla scarsa preparazione dei docenti).

 

Per andare contro questa cosa, bisognerebbe fare sempre le solite cose: leggere, studiare, ascoltare.

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...