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Piano Concerto - Forum pianoforte

gpr

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  1. OK, ho letto sul sito 100€ di corso + 50€ di iscrizione. Però c'è una cosa che non capisco... se le ore di corso previste sono 12, perché sono "spalmate" su sette giorni? Un corso più "intensivo" avrebbe fatto spendere meno di albergo... senza contare il problema di assentarsi per una settimana intera da altre attività. G.
  2. Un mio parere su questi due concerti. Apparentemente, in queste opere Beethoven sembra superare lo schema usuale che prevedeva un'introduzione orchestrale prima dell'ingresso del solista. Ricordiamo che in tutti i concerti solistici di Mozart c'è un'introduzione solo orchestrale; l'unica parziale eccezione è il concerto K.271 "Jeunehomme", che comincia con una frase spezzata tra orchestra e solista (segue poi la normale introduzione). Il IV concerto di Beethoven si apre con questo "colpo di genio": un brevissimo "prologo" di otto battute, una frase che rimane in sospeso sulla dominante (notare che poi l'orchestra, inizialmente con i soli archi, riprende il tema ma in una tonalità lontana, precisamente si maggiore, poi con una progressione circolare scende di nuovo a sol maggiore). Bene, nonostante l'apparente eccezione (Schnabel diceva che questo concerto era difficilissimo, "perché dopo le prime battute il pianista ha un intero minuto per pensare a quanto ha già suonato male" ), in realtà qui LVB non rinuncia alla sua solita introduzione orchestrale, che per la verità si basa quasi tutta sul primo tema e non presenta il secondo (c'è solo, a partire da b. 29, una frase secondaria, inizialmente in la minore, che però non è il secondo tema: esso appare invece molto più tardi, a b. 119). L'ingresso del solista (dovremmo dire il "secondo ingresso"), in questo caso è diverso dai concerti precedenti: non arriva dopo una frase "conclusiva" dell'orchestra, ma interrompe il discorso dell'orchestra (questo ingresso sarà poi ripreso, in modo forse anche un po' troppo evidente, nell'unico concerto per pianoforte di Dvorak). Però possiamo osservare che, a parte queste eccezioni, il resto del primo tempo procede in modo tradizionale, comunque non molto diverso da quanto LVB aveva fatto nei precedenti concerti (c'è sì il solista che continua a suonare dopo la cadenza, ma questo già era stato fatto nel terzo concerto). Questo per quanto riguarda l'aspetto formale; ovviamente lo stile è diverso dai concerti precedenti, ed anche le sonorità sono, in questo primo tempo, molto "sommesse" rispetto a quello che ci si aspetta di solito da un concerto pianistico (notare anche l'economia di mezzi: nel primo tempo non si usano né trombe né timpani, la stessa cosa che l'autore ha fatto nella sinfonia "Pastorale", dove l'organico si allarga a mano a mano). Insomma, un primo tempo stupendo e ricco di sorprese. Però... so che qui scandalizzerò qualcuno, ma devo dire che il secondo e il terzo tempo mi convincono un po' meno. Certo anche l'idea di basare il secondo tempo sul contrasto (dinamico e ritmico) tra pianoforte e archi può essere considerato una geniale idea, ma per la verità non mi emoziona come il primo tempo, e neanche come gli altri tempi lenti dei concerti pianistici del Nostro. Lasciamo stare un attimo le stupende variazioni dell'Adagio un poco mosso del V concerto (di cui dirò dopo), ma anche il semplice lied "Largo" del primo concerto mi sembra un'altra cosa. Soprattutto, non capisco bene "dove vuole andare a parare". Mi spiego meglio. Anche un pezzo breve ha di solito un discorso che si sviluppa e si conclude con il pezzo stesso, e ciò indipendentemente dal fatto che esso sia più o meno lungo o che poi si attacchi direttamente ad un tempo successivo. Basta pensare, tanto per rimanere a Beethoven, al secondo tempo del concerto per violino: pur essendo breve, ci sono due temi che vengono ripetuti entrambi (una specie di forma sonata abbreviata, senza sviluppo). Invece, il secondo tempo del IV concerto per pianoforte mi sembra che non abbia "un senso in sé", ma trovi la sua ragion d'essere solo come introduzione al rondò. Qui io noto un'analogia con la sonata op. 53 "Waldstein". Tutti conoscono la storia: il secondo tempo dell'op. 53 doveva essere un vasto "Andante" in fa maggiore; nonostante fosse un pezzo che all'autore piaceva molto, tuttavia egli si convinse a sostituirlo con un breve pezzo (nella stessa tonalità), che in fondo non è che un'introduzione al rondò (forse questa scelta fu dettata da considerazioni di "equilibrio"): ebbene, non vi sembra di notare una somiglianza? Non so se quello che sto per dire abbia un fondamento storico, ma chissà se tra i quintali di appunti lasciati da LVB ci fosse qualche idea da sfruttare per un "Adagio" o un "Largo" (magari in do maggiore) che doveva essere inizialmente il tempo lento di questo concerto, e poi l'autore abbia pensato di cancellare tutto e lasciare tra i due tempi allegri solo un breve intermezzo, essenzialmente un'introduzione al rondò. Infine... anche il rondò procede in un modo un po' strano, inusuale. La forma più o meno è la stessa degli altri rondò, ma stranamente il secondo "couplet" non sembra proporre idee diverse, e alla fine assomiglia agli altri due. Insomma, il concerto complessivamente non è certo "brutto" (ci mancherebbe!), ma dopo aver ascoltato il primo tempo, mi dà la vaga impressione di una grande promessa non del tutto mantenuta. (scatenatevi pure, amici beethoveniani, e tiratemi tutti i pomodori virtuali che volete!) E veniamo invece al V concerto (a proposito, ma chi ha avuto la balzana idea di soprannominarlo "Imperatore"?) Questo mi sembra l'apice della creazione di LVB in questo campo. Anche qui il primo tempo sembra cominciare in un modo eccezionale, ma se ci pensiamo un attimo notiamo che l'autore non fa altro che riproporre lo schema del IV concerto: solo che il "prologo" è estremamente dilatato. Non più una semplice frase di otto battute suonate piano, ma una presentazione prepotente del protagonista, che sembra dire "mettiamo subito in chiaro chi comanda qui": tre accordi a piena orchestra a ciascuno dei quali segue una frase che assomiglia ad una cadenza. Ma anche qui l'autore non rinuncia alla sua solita vasta introduzione orchestrale, che questa volta contiene tutti gli elementi che saranno poi elaborati. Notare poi il secondo ingresso inaspettato, quasi in secondo piano, del solista. Se fosse una rappresentazione teatrale, si potrebbe immaginare all'inizio un'entrata con alcune battute molto incisive del personaggio principale, il quale poi esce di scena e rientra dopo un po', quando la storia si sta già snodando, e quando rientra lo fa in punta di piedi, quasi come se non volesse farsi vedere. A questo punto però il primo tempo procede secondo l'usuale schema formale (sia pure con molta libertà nell'uso delle tonalità, e infatti il secondo tema appare in tonalità lontane da quella d'impianto). La vera sorpresa arriva alla fine di questo primo tempo: c'è il solito accordo di quarta e sesta che fa pensare all'usuale cadenza; ma sulla partitura (ovviamente l'ascoltatore la prima volta non lo sa) c'è l'annotazione "N.B. Non si fa una cadenza, ma s'attacca subito il seguente". E' ovvio che l'autore ha messo lì questa precisa indicazione perché conosceva i suoi polli (non dimentichiamo che questo è stato l'unico concerto che B. non ha potuto eseguire, perché ormai l'avanzare della sordità glielo impediva): dunque un avviso al solista di non inventare nulla, ma andare avanti. Solo che... il "seguente" sembra proprio cominciare come una cadenza, con ripresa del primo tema, trilli, poi cenno al secondo tema. Dunque tutto fa pensare ad una normale cadenza. Invece.. sorpresa! D'improvviso i corni riprendono il secondo tema in maggiore (come già si era sentito prima). E' come se, tornando al parallelo col teatro, pochi secondi dopo che il protagonista si è lanciato nel suo monologo, entrasse un altro personaggio ad interromperlo. Però qui il solista non si scompone, non si "arrabbia", anzi questo è uno dei momenti di maggiore "integrazione" tra solista e orchestra, che terminano il primo tempo suonando insieme (raccontano le cronache che una volta Celibidache si arrabbiò moltissimo con Pollini, che a suo dire eseguiva questa parte finale del primo tempo troppo "da solista", ignorando l'integrazione con l'orchestra). Poi c'è il bellissimo "Adagio un poco mosso" in si maggiore (la sequenza delle tonalità è simile a quella del I concerto). Un bellissimo tema (anzi, c'è pure un tema secondario), con alcune variazioni. Nell'ultima variazione i fiati riprendono il tema principale, gli archi accompagnano pizzicando, il solista esegue delle semplici quartine all'unisono: una straordinaria trovata d'orchestrazione che tanto piaceva a Berlioz, il quale era convinto che il pianoforte si potesse e si dovesse usare anche come strumento d'orchestra, e si rammaricava che questo esempio di Beethoven non fosse stato seguito. Alla fine, il si diventa si bemolle... e attacca direttamente il rondò. Pezzo vivacissimo ed interessantissimo, anch'esso costruito come i rondò degli altri concerti (rondò-sonata, cioè tre couplets di cui prima e terza sono uguali ma proposte in tonalità diverse come in una forma sonata, poi periodo di conclusione e coda). Anche qui l'autore trova il modo di aggiungere una simpatica trovata d'orchestrazione: la frase conclusiva è preceduta da alcuni colpi di timpano "pianissimo" (ahimè, in alcune registrazioni questi colpi neanche si sentono). Va osservato che in questo concerto, sebbene non vi siano le cadenze, tuttavia il pianoforte viene trattato con un virtuosismo senza precedenti. Per me questo è il concerto più perfetto dei cinque, e mi dispiace solo che nel suo ultimo periodo creativo LVB non abbia più scritto concerti per pianoforte e orchestra (sarebbe stato interessante, alla luce di certi capolavori come le ultime sonate, gli ultimi quartetti, la IX sinfonia, vedere quali altre trovate geniali B. avrebbe potuto escogitare in un concerto solistico). Per concludere questo lungo sproloquio: se non ricordo male, in questo stesso forum si era accennato ad un frammento di un sesto concerto per pianoforte (in re maggiore). Personalmente, penso che B. abbia fatto bene ad abbandonare il progetto, perché quel poco che possiamo sentire non mi pare all'altezza dei concerti precedenti. Un saluto agli amici del forum Gino (da Roma)
  3. E un altro concorso è andato senza alcun risultato. Si trattava del concorso indetto dal "Villiers Quartet" di Londra: composizione per quartetto d'archi di max 20 minuti. C'è stata una buona risposta da compositori di tutti i continenti; oggi sono stati pubblicati sul loro sito i video dei semifinalisti: in pratica, il quartetto ha scelto sei composizioni, ed ha registrato una parte di ciascuna di esse. Da oggi al 31 luglio si potrà (previa registrazione nel sito) ascoltare questi estratti e votare. I primi tre parteciperanno alla finale (concerto pubblico a Londra il 21 settembre). Visto che la durata andava bene, ho inviato lo stesso quartetto con cui avevo partecipato lo scorso anno al "Florence String Quartet Call for Score". Purtroppo non sono tra i sei selezionati... però devo riconoscere che gli organizzatori si sono comportati da signori: ho ricevuto un'e-mail di complimenti per la composizione (strano a dirsi, è stato apprezzato di più il terzo dei quattro movimenti, che io pensavo meno interessante degli altri). Bisogna poi dire che, per il poco che ho potuto ascoltare (nei prossimi giorni valuterò il tutto con maggiore attenzione), non mi pare che la selezione abbia dato spazio ai soliti pezzi moderni fatti solo di rumori ed effetti strani (avevo avuto questa impressione anche ascoltando su Youtube i pezzi finalisti dell'edizione 2012). Ciao a tutti Gino
  4. Naturalmente... fiaschi ce ne sono stati in ogni epoca e lo sappiamo benissimo. Sono rimasti nella storia i fischi alla prima della Sacre du Printemps (ma se è per questo pure la prima del Barbiere di Siviglia è stata un disastro), e sappiamo bene che ogni linguaggio innovativo suscita (almeno all'inizio) scarsa ammirazione e molto scandalo. Perciò si potrebbe fare il solito discorso: Bach non è stato apprezzato ai suoi tempi (vero fino a un certo punto), certi pezzi di Beethoven soprattutto dell'ultimo periodo non sono stati capiti (vero in parte, ma la prima della IX Sinfonia è stata un successo), oggi abbiamo quasi metabolizzato il cosiddetto "Novecento storico", nel senso che ascoltare Bartòk, Hindemith, Stravinsky ed altri non ci dà più tanto fastidio. Perciò sarebbe solo una questione di tempo: ci sono voluti decenni per accettare i grandi, forse chi verrà tra cent'anni apprezzerà la musica di oggi come noi apprezziamo quella di uno o due secoli fa (o ancora prima). Tuttavia, qualche dubbio mi rimane. Vedi, tu hai stigmatizzato l'uso dell'aggettivo "gradevole", che io avevo giusto buttato lì nel mio messaggio; forse hai pensato che il mio metro di giudizio fosse la "gradevolezza" della musica. Non è esattamente così; un'opera musicale può essere di grandissimo valore anche se non risponde a certi canoni di "piacere immediato nell'ascolto", canoni che poi sono anche molto soggettivi. E tuttavia mi chiedo cosa c'è di così interessante e innovativo nel distruggere tutti gli elementi della musica. Un architetto di oggi trova soluzioni che possono sembrare anche "stravaganti", idee che un suo collega di secoli prima neanche si sarebbe sognato, e non solo a causa delle diverse tecniche disponibili. Perciò se entri in un edificio costruito secondo un gusto "moderno" puoi benissimo apprezzarlo, sapendo perfettamente che non è paragonabile con una grande cattedrale costruita nel Medioevo. Ma immagina se un edificio fosse soltanto un ammasso di mattoni ed altri elementi costruttivi sparsi qua e là. Ti sembrerebbe arte quella? Forse sì... ma cosa ci fai con un "edificio" simile? Oppure pensa al cinema. Anche lì i linguaggi si sono evoluti, e i grandi registi attuali non sono paragonabili con i pionieri del muto e neanche con Camerini o De Sica. Allora, va benissimo fare cose nuove, ma cosa diresti se si andasse oltre i limiti di una qualsiasi intelligibilità dell'opera? Se pagassi un biglietto per sentire solo strani rumori e immagini sconnesse? Lo chiameresti ancora "cinema", o useresti epiteti fantozziani per qualificare roba del genere? Ecco, io ho l'impressione che ormai molta musica attuale si sia ridotta al puro rumore, che non suscita alcuna emozione. Ecco perché accennavo al "grande pubblico" che poi necessariamente si rivolge ad altri generi di musica, ovviamente deleteri per il gusto e per l'arte, ma che hanno buon gioco laddove manchi un'alternativa vera. Tornando all'esempio del cinema: se il cinema "moderno" fosse tutto immagini sconnesse ed effetti sonori senza capo né coda, poi non ci si potrebbe lamentare se la gente "normale" andasse a vedere solo i cinepanettoni: non saranno un granché come "arte", ma almeno fanno ridere. Ciao Gino
  5. Basta leggere i nomi dei matematici (da Testa d'Uovo a Pancarrè), per rendersi conto della credibilità dell'articolo (articolo? mah!...) Gino
  6. E se invece fossero i compositori a vergognarsi un pochino di proporre certa musica inascoltabile? Voglio dire: va bene sperimentare nuovi linguaggi, va bene utilizzare effetti "inediti" (che poi ben presto diventano anch'essi stereotipi, perciò "vecchi"), ma quando si eliminano dalla musica tutti gli elementi che costituiscono la musica, quando non rimane né armonia (e passi...), né alcun elemento melodico riconoscibile (e già qui diventa un po' più dura...), infine quando si elimina pure il ritmo, cosa rimane? Puri effetti sonori, neanche tanto gradevoli. Per forza che poi gli appassionati di musica classica (i pochi rimasti) vanno volentieri ad ascoltare Beethoven, pur sapendo che dovranno soffrire un po' ascoltando anche altro (però poi ci si rifanno le orecchie, meno male...) Per quanto riguarda poi i "non esperti"... come possiamo lamentarci se il grande pubblico fugge dalle sale da concerto e spende un sacco di soldi per andare in un Palazzo dello Sport ad ascoltare certa gentaglia minimalista che produce musichette del cavolo? Mica voglio difendere questi personaggi, ma la musica "colta" quale alternativa appetibile è capace di offrire? Torniamo a scrivere qualcosa che si possa veramente chiamare "musica", e forse i fischi si ridurranno. Gino (compositore ignorante e sconosciuto, ma amante della musica)
  7. Bene. L'incontro c'è stato, e siamo stati tutti contenti di esserci incontrati (così ogni tanto si riesce a "dare un volto" agli amici virtuali!) Bello il locale, ottimo il pianoforte... non so se gli altri clienti della pizzeria siano stati contenti della "full immersion" pianistica, ma lo spero. ...e speriamo che questo incontro non rimanga un "unicum", ma che ci sia ancora la voglia di incontrarsi per chiacchiere e musica (e grandi magnate... ragazzi non immaginate che roba! avete presente una pizza "a due piazze"? Ecco, ci volevano due piatti per portarla... mi sembrava la versione italiana di "Man vs Food") Saluti a tutti Gino
  8. Io ti suggerirei di trovarti un Bed and Breakfast in zona Piazza di Cinecittà. Considera che la stazione metro "Subaugusta" si trova appunto in piazza di Cinecittà, con ingressi da Viale P. Togliatti e da Viale Tito Labieno (a proposito, non confonderti con la fermata metro "Cinecittà", che invece si trova lungo la via Tuscolana, davanti agli stabilimenti cinematografici). La sera dopo la cena posso accompagnarti io lì, la mattina dopo prendi la metropolitana e in 20 minuti sei a Termini. Ciao Gino
  9. L'idea del pianoforte a coda accordato mi stuzzica... Anche se il centro di Roma mi sarebbe stato più comodo, voto per "Lo Specchio di Diana"; vuol dire che verrò in automobile, e se qualcuno ha bisogno di un passaggio (che però non sia a Monte Mario, perché dopo ritorno ad Ostia...), lo / la accompagno volentieri. Forza, vediamo di "quagliare"! Ciao a tutti Gino
  10. Va bene anche per me venerdì 6 giugno. Amici musicisti e amiche musiciste di Roma (e dintorni), non mancate! A proposito, SImone... ma a quale zona di Roma pensavi? Non troppo nel cuore della movida, mi raccomando... meglio un posto tranquillo! Ciao Gino
  11. Allora, vogliamo concretizzare?... "The Simon", passa all'azione e dicci un giorno! Così, giusto per organizzarsi... Ciao a tutti Gino
  12. Sono riuscito a scaricare il film da Internet, pure in ottima qualità, e ieri sera l'ho visto. Che dire? L'ambientazione era ottima, la scenografia perfetta (molto belli sia gli esterni che gli arredamenti delle stanze e delle sale). Bello, ma non direi proprio commovente fino alle lacrime. Certo, una riflessione sulla vecchiaia e sui diversi modi in cui gli esseri umani la affrontano. Però non mi pare un capolavoro; sicuramente Hoffman ha fatto cose infinitamente migliori nella sua lunga carriera di attore. A parte il finale "sfumato" (alla fine la vicenda si interrompe proprio sul più bello, e il famoso quartetto si sente solo da lontano), non mi è piaciuta la battuta sui presunti vantaggi dello smettere di fumare, battuta spudoratamente scopiazzata da Woody Allen. Ciao! Gino
  13. Per gli amici di Roma e dintorni (e comunque non sarà tanto comodo neanche per loro...) Martedì 6 maggio, alle ore 20.30 (termine previsto: ore 22.00 circa) terrò un breve incontro sulle forme musicali, presso la scuola di musica e danza "Nuova Armonia", situata nel quartiere Acilia (tra Roma e Ostia), precisamente in via di Saponara 29. Attraverso esempi video, illustrerò le principali caratteristiche di alcune delle forme più usate nella musica classica: tema con variazioni, lied, rondò, forma sonata. Nulla di "specialistico"... solo una chiacchierata a livello divulgativo. Ingresso libero! Ah, chi vuole partecipare non dimentichi che... nella sala non si entra con le scarpe! Chi vuole, può comodamente raggiungere il luogo dell'appuntamento anche con i mezzi pubblici (gli autobus che fermano proprio lì vicino sono 04, 08, 013 e 016, ma la scuola si raggiunge con una passeggiata di 5 minuti dalla stazione "Acilia" della ferrovia Roma-Lido). Il treno è in servizio fino alle 23.30. Ciao! Gino (da Roma)
  14. Ah, OK. Allora per me va bene un qualsiasi venerdì - sabato - domenica, basta saperlo in tempo utile. Escludo solo venerdì 20 giugno. Saluti a tutti! Gino
  15. Scusa, una cosa non mi è chiara: tu pensavi a QUESTO fine settimana (perciò la scelta si riduce a 25-26-27 aprile), oppure ad UN generico fine settimana da fissare? Nella prima ipotesi, io non ho problemi per il 26 o il 27. Se invece puntiamo ad un altro momento, direi che sabato 3 o domenica 4 maggio non c'è problema, e così pure per il weekend successivo (eviterei invece giovedì 1° maggio ed anche venerdì 2, perché in entrambi i giorni mi sarebbe difficile). Se però è possibile realizzare in un giorno diverso dal fine settimana, avrei in mente un paio di iniziative musicali dopo le quali si può aggiungere una pizza (come dire... uniamo le due cose!) Martedì 29 alle 20.30 sarò al teatro Palladium (Garbatella) per il concerto della Roma Tre Orchestra (vedi www.r3o.org oppure https://www.facebook.com/events/780320605326327/?fref=ts): se i partecipanti al forum sono interessati, si potrebbe dopo il concerto trovare una pizzeria in zona (ce n'è una proprio sulla piazza). Però vi avverto che il concerto è a pagamento (10 € i non tesserati). In alternativa, vi offro un'altra possibilità, che però potrebbe risultare scomoda per qualcuno perché si svolge in un posto non proprio centrale. Martedì 6 maggio terrò presso la scuola di musica "Nuova Armonia" ad Acilia una breve conferenza sulle forme musicali (con esempi video). Anche qui l'appuntamento è alle 20.30, e al massimo per le 22 si finisce: si potrebbe quindi andare a cena insieme lì ad Acilia. Questo naturalmente solo se i partecipanti sono disposti ad organizzare questo "evento conviviale" in mezzo alla settimana. Se la cosa non è ritenuta realizzabile, torniamo all'idea del fine settimana, che magari è più comodo per tutti (ma si trova più folla nelle pizzerie). Ciò non toglie ovviamente che chi del forum desidera partecipare agli appuntamenti musicali detti sopra, può farlo (sul secondo magari metterò un post apposito nei prossimi giorni). Ciao! Gino
  16. Ehm... qui ci vorrebbe qualcuno più esperto. Ho fatto una prova, e in effetti premendo shift+7 Speedy Entry fa qualcosa di strano e dice che ci sono troppe note nella battuta. Però se provi con lo slash del tastierino numerico funziona (non chiedermi perché... pensavo che fosse indifferente ottenere lo slash in un modo o nell'altro, ma pare non sia così!) Ciao Gino
  17. Non c'è neanche bisogno di utilizzare gli "strumenti avanzati", basta usare "Speedy Entry" (scusa, non so qual è la voce italiana perché uso la versione inglese, comunque dovrebbe essere "Inserimento rapido" o qualcosa del genere). Se ti posizioni col cursore su una nota, e poi premi "/" (slash), la croma si raggruppa con le precedenti. Premendo lo stesso tasto separi una croma (o una semicroma...) dalle note precedenti. Più complicato è disegnare i raggruppamenti tra crome consecutive di battute diverse, ma se ho capito bene non è il tuo caso. Ciao Gino (Roma)
  18. Sul sito "The Composer's Site" (http://www.composerssite.com/) vi sono molte occasioni. Purtroppo alcune sono riservate solo ai residenti negli Stati Uniti (oggi ne ho beccato uno aperto solo alle donne residenti nei paesi del Nord America ), ma in molti casi sono concorsi internazionali. Visto che per ovvi motivi devo guardare solo quelli per i quali non c'è limite di età, vi segnalo: Brazosport Symphonic Orchestra Composition Contest 2014 (composizione per orchestra di 9-11 minuti eseguibile da un'orchestra non di livello avanzato), New Music for Easter Time (pezzo per coro adatto alla Pasqua, ma stranamente la scadenza è a giugno...), Salvatore Martirano Memorial Composition Award (pezzo di max 20 minuti per 1-15 esecutori), Sofia 2014 International Composition Competition (pezzo di 10-15 minuti per orchestra d'archi), Villiers Quartet New Works Competition (quartetto d'archi, max 20 minuti). Le quote di partecipazione sono quanto mai variabili: alcuni sono gratuiti, altri solo 10-20 dollari, fino ad arrivare a 100 euro. Ciao! Gino (da Roma)
  19. Potrei moderare l'area "Concerti ed eventi". Però vorrei sapere in maniera più precisa cosa deve fare un moderatore. Mi arrivano i messaggi che devo approvare per l'inserimento nel forum, oppure devo eventualmente intervenire a pubblicazione già avvenuta per cancellare un messaggio non pertinente o spostarlo altrove? Gino
  20. Le sonatine in questione sono ben note agli studenti di pianoforte, almeno a quelli che hanno utilizzato la celebre (ancora usata?) antologia di Cesi-Marciano, che dà per scontata l'attribuzione a Beethoven senza neanche un punto interrogativo. Piccola curiosità... avete notato che nel logo di questo sito (guardate bene in alto in questa stessa pagina...) c'è proprio un brevissimo frammento del primo tempo della seconda sonatina (in fa maggiore)? Ciao Gino
  21. Ci ho provato... all'inizio del 2012 ho faticosamente completato un pezzo per pianoforte e fiati per il concorso "Biennale Koper". Anche qui ho cercato di fare uno "sforzo stilistico", ma non è bastato. Poi ho sentito i pezzi finalisti... vabbè, lasciamo perdere! Comunque, grazie a voi tutti per le risposte. Gino
  22. Rieccomi, sempre con problemi relativi alla composizione e all'eventuale partecipazione a concorsi. Per la verità mi sto un po' stufando... e non so se in futuro ancora riproverò a partecipare, perché tanto il risultato è sempre lo stesso, o quasi. Dicevo in un post precedente del concorso di Savona, organizzato dall'associazione "De Musica": la cosa ha avuto un seguito, nel senso che ad alcuni compositori è stato richiesto di partecipare alla pubblicazione di un'antologia pianistica. Unico vincolo: il pezzo doveva stare in due pagine. Non so che scrematura sia stata fatta... comunque è evidente che i pezzi pubblicati sono molto diversi tra di loro, sia come stile sia come difficoltà tecniche (ma ciascuno ha un suo interesse). L'associazione che ha realizzato questa pubblicazione si è impegnata ad inviare una copia a molte scuole di musica sparse sul territorio nazionale. Nel frattempo, c'è stato un altro impegno piuttosto serio, cioè la composizione di un quartetto per il concorso "Florence String Quartet Call for Scores" (anche a questo avevo accennato in un altro post). Da un rapido contatto telefonico con uno degli organizzatori, avevo capito che a loro interessava qualcosa di "moderno", per cui un pezzo di carattere classico (che rimane sempre il linguaggio a me più consono... mannaggia, dovevo nascere 150 anni prima!) non avrebbe avuto nessuna chance. Mi sono posto allora l'obiettivo di scrivere qualcosa di molto lontano dalla tonalità: non dissonanze "a caso", ma comunque assenza di riferimenti tonali. La struttura del pezzo è classica (quattro tempi, in ciascuno dei quali si possono ravvisare schemi classici), il ritmo è tutto sommato abbastanza regolare, in qualche modo ci sono anche degli elementi "melodici" ricorrenti, ma certo rispetto a molti miei pezzi precedenti rappresentava un grande passo avanti. Il concorso ha avuto un grande successo (112 opere presentate, molto al di là delle aspettative degli stessi organizzatori); la commissione avrebbe dovuto selezionare tre opere da eseguire pubblicamente a Firenze l'8 settembre, ma in realtà alla fine ne sono state scelte cinque. Per me, inutile dirlo, il risultato è sempre lo stesso... Sul sito dell'associazione che ha organizzato il concorso www.artesitalia.it si può trovare l'elenco delle composizioni selezionate e di quelle segnalate, insieme con un comunicato della giuria. Il video del concerto (purtroppo di bassa qualità, però l'audio si sente bene) si può trovare sul sito www.pinkmonkey.tv; ciascuno perciò, se ne ha la pazienza, può sentire con le sue orecchie ciò che la giuria ha selezionato. E qui si apre un discorso molto complicato, sul quale vorrei conoscere anche il parere degli altri frequentatori del forum. Sappiamo che oggi è impossibile parlare di "UN" linguaggio musicale: ben inteso, in tutte le epoche ci sono stati stili diversi, ma quello che è accaduto dalla fine dell'ottocento in poi mi ricorda il racconto biblico della torre di Babele: d'improvviso le lingue si confondono, e nessuno riesce più a capire cosa dice l'altro. Bè, magari non è proprio così in assoluto: è vero però che durante il Novecento sono stati sperimentati moltissimi linguaggi diversi, l'evoluzione è stata rapidissima (con conseguente accantonamento di alcuni linguaggi "innovativi"), e al momento attuale è impossibile stabilire "che cosa sia" la musica contemporanea, appunto per la molteplicità di linguaggi, non sempre mutuamente comprensibili. Venendo allora al concorso: per prima cosa, mi sarebbe piaciuto che gli organizzatori fossero stati più chiari sul "tipo" di musica che si aspettavano. In alcuni casi nei bandi viene scritto con chiarezza che "non ci sono preclusioni stilistiche", in altri casi è chiaro che ci si aspetta un certo tipo di linguaggio (se ad esempio è obbligatorio utilizzare l'elettronica lo capisco da solo che un pezzo classico non può essere preso in considerazione, anche se fosse scritto bene). Ma andiamo a guardare quali pezzi poi vengono selezionati. Forse sono io che sono duro d'orecchio e non capisco il linguaggio (i linguaggi) di oggi. Ma quando vedo eliminare tutti gli elementi musicali (ritmo, melodia, armonia), in favore di puri e semplici "effetti di suono"... bè, rimango un tantino perplesso! La cosa paradossale è che io mi sono rimesso a studiare composizione anche per uscire dalle trappole dell'autodidattismo, e per conoscere (dico almeno "conoscere", non necessariamente "praticare") linguaggi più moderni. Dopo diversi anni di partecipazioni a concorsi di vario genere, gli unici (modesti) riconoscimenti sono stati il quarto posto ad un concorso del 2010 in Puglia e la segnalazione per merito artistico a Savona, alla quale è seguita la pubblicazione dell'antologia. In altre parole, i pezzi più apprezzati sono stati proprio quelli di stile classico, addirittura quelli scritti quando mi davo da fare solo da autodidatta, basandomi soltanto su una istintiva analisi della letteratura musicale! Con questo non voglio concludere che non mi sia servito rimettermi a studiare un po' di composizione... se non altro, oggi ho una maggiore consapevolezza di alcune questioni tecniche e musicali (e rimpiango di non essermi deciso prima a farlo). Rimane però la perplessità, e secondo me è un discorso che va al di là dei criteri di selezione ai concorsi. Intendo dire: come ci si dovrebbe regolare se si desidera proporre proprie musiche (ammesso che si abbiano i canali per farlo, e sappiamo che anche per i più bravi professionisti è molto difficile)? Dovremmo regolarci su ciò che il pubblico "probabilmente "gradisce? Discorso pericolosissimo: sappiamo che certi minimalisti (neanche voglio far nomi) riempiono gli stadi con musichette da quattro soldi spacciandole per "classica contemporanea" (!), e dall'alto dei soldi guadagnati si permettono pure di dire che il mondo della musica classica è malato, che i giovani non amano Beethoven perché non ha ritmo, ed altre baggianate che neanche varrebbe la pena riferire. Il fatto è che purtroppo la "confusione di linguaggi" che dicevo prima, e la sostanziale "lontananza" della musica contemporanea dalla sensibilità del pubblico rendono possibili anche questi fenomeni negativi. Ma allora, per chi dobbiamo scrivere? Solo per i musicisti, ammesso che poi il nostro linguaggio sia simile al loro, cosicché lo apprezzino? Oppure è meglio se ce ne freghiamo e componiamo per noi stessi? Un caro saluto a voi tutti Gino (da Roma)
  23. Mi è giunta per e-mail la segnalazione di un concorso, che prevede anche una sezione di composizione. Il concorso si svolgerà a Nicolosi (CT), e i tempi per l'invio della composizione sono molto stretti. Vedi qui: http://www.associazioneculturaleanfiteatro.tk Non mi pare ci siano limiti di età, né si dice nulla sullo stile che "ci si aspetta" dalle composizioni presentate. Ciao a tutti Gino (da Roma)
  24. Riprendo il vecchio topic per dirvi di un concorso recente, di composizione pianistica, organizzato dall'associazione "De Musica" (Savona). La scadenza era il 30 settembre, io ho inviato un preludio (per la verità non nuovo, cioè non scritto "apposta" per la partecipazione al concorso). Gli organizzatori si impegnavano a rendere noto il risultato entro il 31 ottobre, ma sorprendentemente la risposta è arrivata molto prima: ha vinto un pezzo di Alessandro Martire (mai sentito prima, comunque il pezzo già è su Youtube), mentre la mia composizione è stata "segnalata per merito artistico". Intanto, il concorso di Reggio Calabria, già rinviato da giugno a settembre, è stato ulteriormente rinviato per problemi organizzativi. Per il futuro... ci sarebbe qualche concorso interessante... ma chissà se riuscirò a partecipare, con i miei problemi ed impegni vari! Ciao Gino
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