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Piano Concerto - Forum pianoforte

Zedef

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Tutto postato da Zedef

  1. Il problema vero non è tanto lui, è il suo pubblico
  2. Grazie AbateFaria. Vorrei però, non è rivolto a te ovviamente, segnalare che il termine Analisi ha accezioni molto più ampie della semplice lettura degli accordi, tra l'altro senza alcuna considerazione funzionale, che appare nel testo in questione, in molti altri e anche in altre pseudoanalisi di questo sito. Se non si capiscono i nessi armonici serve a poco indicare le singole entità verticali.
  3. Non lo trovo per nulla sconcertante ma anzi molto serio e, perché no, illuminante.
  4. Morricone ha attaccato 2 anni fa ormai (anche se poco cambia nella sostanza dei fatti) e con lui anche altri a ruota: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Musica-da-Piovani-ad-Accardo-e-Morricone-tutti-contro-i-flautini-a-scuola_313133469299.html All'epoca scrissi un piccolo commento, lo posto quasi pari pari. " Pare sia giunto il momento di far esplodere una piccola bomba musicale. La domanda di fondo è diretta e brutale: ha ancora senso studiare musica? e se sì come? dove? perché? Il 99.9 % di chi ha un'età compresa tra i 15 e i 45 anni (la riforma è del 1979) ha fruito delle 2 ore di Educazione musicale alle medie: sarebbe interessante fare un'indagine e capire che cosa sia rimasto nella loro vita di quelle 198 ore (nei 3 anni). Non mi nascondo che i risultati sarebbero deludenti, credo tutti lo sappiano. Bene o male di qualche nozione di italiano, matematica, scienze o inglese tutti si ricorderanno e magari in qualche occasione sarà pure servita, forse per vincere qualche soldo a un quiz televisivo: di musica pochi ricordi, se ricordi ci possono essere. Hanno ragione tutti: il flauto di plastica collettivo è una bestemmia, ma le scuole prive di supporti per la pratica e l'ascolto pure; aggiungiamoci l'infimo ruolo della materia nell'economia scolastica (ai miei tempi si diceva meglio ginnastica, almeno ci si diverte), lo status quo dei docenti (alcuni bravi e preparati per quella materia e quella fascia d'età, altri meno, altri proprio no), la demotivazione, il precariato, e via dicendo. Con l'indirizzo musicale qualcosa è migliorato senza dubbio ma resta pur sempre una enclave ridottissima e particolare: le 2 ore collettive sono ben altra cosa. E le cose non sono certo migliori alle superiori. Il Liceo musicale è appena partito e annaspa in acque incerte, con poche certezze (una tra tutte che esame di maturità avrà), docenti in prestito dalle medie o addirittura assunti a metà quadrimestre fino a giugno per poi ritornare nel limbo fino ad avente diritto, e mille altri problemi legati alla logistica, alle prospettive, alla preparazione in funzione conservatorio o università. Negli altri indirizzi la musica non c'è: è ridicolo che al Liceo cardine dell'istruzione umanistica, il Classico, si studino tutte le Storie culturali possibili (storia della storia, della filosofia, della lingua italiana, del latino, del greco, della lingua straniera, dell'arte, in qualche caso anche delle religioni) ma non si possa pensare che la storia della musica magari potrebbe andare a braccetto con temi come la Grecia (Platone ad esempio ogni tanto la cita), il Medioevo (c'entra niente la musica..), il Rinascimento, il Barocco, il Melodramma (però si studiano gli autori dei libretti, vedi Metastasio e C.), l'Ottocento, Parigi e Vienna fine '800, e mille altri argomenti. " E chiudevo, retoricamente, chiedendomi se avesse ancora senso studiare musica.
  5. Comunque, fossi io il ministro, 1 ora di storia dell'arte e 1 di storia della musica in tutti i Licei per tutti e 5 gli anni.
  6. Sicuro/a? http://www.qelsi.it/2014/la-bufala-della-cancellazione-della-storia-dellarte-a-scuola/
  7. Sicuro/a? http://fascinointellettuali.altervista.org/attualita/144-non-hanno-abolito-storia-dell-arte-nelle-scuole
  8. Sicuro/a? http://bufaleuntantoalchilo.blogspot.it/2014/02/la-storia-dellarte-cancellata.html
  9. A me non è spiaciuto "Bach, il musicista teologo" di Gianni Long ( http://www.ibs.it/code/9788870160345/long-gianni/johann-sebastian-bach.html )
  10. Anche no: http://www.giornalettismo.com/archives/1281017/la-bufala-di-equitalia-e-del-registro-delle-spese-giornaliere/
  11. In realtà nella seconda parte mancano 2 battute (sarebbero la 5 e la 6 della prima parte, ovviamente trasposte/traslate) in quanto la 23 è una falsa ripresa di A/A' che si ferma subito (per cui 12+10+1). Per la struttura, ho/hai già risposto: mancano le battute 5 e 6, da lì è facile dedurre quale sia la soluzione.
  12. Manca la partitura ma c'è su Imslp. Tra 5-6 c'è uno scambio tra basso e parte interna (diciamo tenore) su un'armonia, pensandolo in sol minore, di II grado con la settima: parte in II56, i Sib di basso e tenore sono note di passaggio, si arriva in II7, il re del canto è pure nota di passaggio in terza col basso. L'accordo sul secondo tempo della 6 può essere interpretato diviso in 2 crome: I46 (come se preparasse il V) e poi VI24 che porta al II successivo. A batt.10 il primo accordo (basso Mib escluso) è una tripla appoggiatura del Mib che da VI di sol minore torna poi ad essere tonica d'impianto grazie alla quasi progressione di batt.11 (II56 con si naturale di appoggiatura al do) e successiva cadenza "sospesa" alla 12 (la chiamo sospesa in quanto il I46, dopo le due appoggiature, dovrebbe portare al V che invece viene omesso e porta direttamente al I in stato fondamentale). Questione di appoggiature, insomma, che a Grieg piacevano molto. A batt.17 e 18 c'è un'interessante discesa cromatica al canto che viene realizzata con un'armonia particolare. A una prima semplice lettura i 2 accordi della 17 sono due settime di dominante (di Lab, IV, e di Sib, V) relazionate direttamente tramite cromatismo e nota comune (cadenza evitata) mentre alla 18, secondo me, nella prima armonia va sottinteso un Dob che rende l'accordo un II75b in cui però c'è l'omissione della risoluzione del Mib al Re per creare un V/VII che porti al I6. Diciamo che quel Mib interno alla 17-18 è quasi un pedale. Alla 20 c'è una cadenza al VI (tramite settima diminuita secondaria), poi è come prima.
  13. Quelle che ho scritto sono esattamente le due ipotesi su cui stanno lavorando attualmente; il compimento medio non può dare accesso al biennio, occorre una laurea di I livello o un diploma accademico di I livello o un diploma vecchio ordinamento.. sarà bello anche vedere come andrà a finire con il decreto del 2012 che equipara il vecchio ordinamento al biennio ma solo se conseguito entro fine 2012: magari lo annulleranno ma nel frattempo qualcuno se ne sarà già avvalso per un concorso pubblico o robe simili.. d'altra parte: http://www.youtube.com/watch?v=dMrZh3sIVYI
  14. Non si sa ma certamente non saranno i singoli istituti a scegliere (vedi caso preaccademici a Napoli). Di sicuro entro la fine del 2014 andranno a ordinamento i bienni e in base a come saranno si deciderà il resto. L'alternativa dovrebbe essere, a sentire la nuova conferenza dei direttori: 1. triennio+biennio = vecchio diploma (ed eventualmente master di specializzazione) 2. triennio=vecchio diploma e poi biennio specializzazione. Ovvio che l'ipotesi 1, avendo un accesso di livello inferiore (V anno sui 10 del vecchio ordinamento), lascia spazio all'esistenza di molti conservatori mentre la 2 potrebbe portare verso un modello francese (pochi conservatori e molti licei).
  15. Io qualche euro sul centenario dalla morte di un bravo musicista italiano come Giovanni Sgambati me lo giocherei..
  16. L'articolo è datato almeno 2008, vista la prima risposta nell'articolo, e nel frattempo (ma anche prima..) alcune cose sono cambiate. Vi sono alcune inesattezze.. tra le tante: - innanzitutto sarebbe più giusto parlare di Conservatori al plurale visto che le realtà sono molto diverse. Negli ambienti medio-piccoli il clima è diverso da come viene descritto.. da me ci sono circa 500 studenti e tutti possono confermare che conoscono il direttore, molti docenti, molti compagni di corso (anche grazie ad attività collettive come il coro) - i docenti di Conservatorio non possono più insegnare nelle scuole private e se vengono beccati sono guai - in una scuola esterna non sempre fai coro, musica da camera, orchestra. Io poi trovo che certe parole (frusta, umiliazioni..) siano davvero fuori luogo: forse il blogger ha avuto esperienze del genere, io no di certo. Comunque sia, tra qualche anno i preaccademici dovrebbero essere tolti ai Conservatori (che avranno solo la formazione accademica, a meno che non attivino un percorso interno parallelo affidato però a docenti diversi da quelli pagati dallo Stato come già capita in alcuni istituti) per cui saranno proprie le scuole esterne e (forse.. io ne dubito) i licei musicali a preparare per l'ammissione ai trienni. Non a caso molti Conservatori hanno attivato convenzioni con scuole esterne proprio per uniformare i programmi per chi vuole studiare con una prospettiva accademica.
  17. E' una variazione senza soluzione di continuità in cui la melodia del corale funge da perno melodico e viene fiorita da una sorta di moto perpetuo a semicrome (puoi infatti riconoscere in quasi ogni gruppo di 4 la nota originaria: interessante che spesso non è la prima della quattro, in alcuni punti poi è trasposta di ottava. Prova, è un buon esercizio); vi sono gli stessi punti cadenzali del corale originale ma non resi tramite "fermata" su corona (che poi fermata non è, altro discorso..). Sul Sol maggiore finale, non è nient'altro che una piccarda ovvero una conclusione sull'accordo di tonica con la terza maggiore (tra l'altro c'è anche nel corale).
  18. Io sul secondo "dipende" non sono per nulla d'accordo. La sillabazione è una sola. Se poi, per vari motivi, qualcuno nei secoli ha sbagliato è solo per incapacità o ignoranza. Io un de-pre-ca-tio-nes/nis (parola che all'accusativo plurale si trova nel "Gloria" per cui è molto utilizzata), non lo ricordo, sempre trovato ti-o come è giusto che sia. Sul dittongo la questione è diversa: essendo due vocali consecutive a volte può essere comodo separarle. E' un po' come la questione della "L": quando è seguita da consonante, cantandola viene naturale metterla a ridosso di essa per cui "al-tus" diventa "a-ltus", ma non è la sillabazione in gioco.
  19. "Au" è uno dei dittonghi che fanno sillaba unica per cui au-res; invece deprecationis è de-pre-ca-ti-o-nis ("io" è uno iato cioé non fa sillaba unica). In ogni caso, nei testi sacri, è buona cosa cercare dei brani con quel particolare testo (per il De profundis, vedi http://imslp.org/wiki/Special:ImagefromIndex/78469 ad esempio) e vedere come viene sillabato nell'opera in questione.
  20. Si capisce che è un video comico? Comunque tratta dell'evoluzione della consonanza dall'unisono alla quinta/quarta, alla terza maggiore e minore fino al tritono.
  21. La vera storia del tritono.. (in francese, purtroppo) http://www.youtube.com/watch?v=x8MzcVQcehs
  22. Sul settimo naturale o meno. Nel Gedalge c'è un soggetto in re minore che inizia con << re do# re mi la sib la fa mi re do# re >> : in questo caso il do# non è da considerarsi appartenente alla dominante in quanto nel tono della dominante (la minore) ci sarebbe il do naturale per cui si risponde con << la sol# la si (naturale) mi fa mi do si (naturale) la sol# la >> Se il soggetto fosse, sempre in re minore, << re do (naturale) re mi la si (naturale) la >> il do naturale apparterrebbe al tono della dominante e quindi si risponderebbe con << la fa sol la re mi re >> La cosa strana è che se fossimo in re maggiore e quindi il soggetto fosse << re do# re mi la si la fa# mi re do# re >> ...
  23. Uhm. Già il concetto di 1 a 8 non ha senso in quanto Rizzo non riesce a distinguere tra lezione individuale (cons) e collettiva (univ). Articolo qualunquista e demagogico.
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