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Piano Concerto - Forum pianoforte

Zedef

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Tutto postato da Zedef

  1. Con la sesta napoletana: do mi sol la do fa (IV6 = 6n) la si re# fa# sol# si mi.
  2. Io sfrutterei il LA come nota perno. Do maggiore: I V VI, lego il basso, metto il V24 (Si Re# Fa# col La al basso) e risolvo su Sol# come I6 di Mi maggiore, seguito da una conferma (tipo II6 I46 V7 I). Oppure userei il DO come nota perno. Do maggiore: giro di conferma che riporta al basso Do. A seguire l'accordo Fa# La Mi (col Do al basso), ovvero II34 che risolve su I46 di Mi maggiore.. melodicamente farei Mi (do maggiore) Fa# (II34) Sol# (I46) oppure Sol La Si (con Mi Fa# Sol# in terza parallela). Ok anche la sesta tedesca, aggiungendo un La# alla triade di Do maggiore e risolvendo su I46. Un po' più dura, ma si può ammorbidire con il quarto alterato, è l'utilizzo della sesta napoletana (di solito usata nel minore). Do maggiore: giro che porta al IV6, letto come sesta napoletana, che risolve su La# con settima diminuita e a seguire I46 di Mi maggiore. Anche senza napoletana, al IV alterato ci si arriva anche dalla triade di Do maggiore letta come VI del modo minore (basso Do La# Si). In ogni caso la risoluzione sul maggiore sa un po' da piccarda ed è di buon effetto.
  3. L'editore è Il Saggiatore - NET : http://www.amazon.it/Arvo-specchio-Conversazioni-saggi-testimonianze/dp/8851523290
  4. No, Conservatorio e Liceo sono piani diversi.
  5. Direttamente dall'ufficio stampa del Ministero. ----------------------------------------------------- Ufficio Stampa Roma, 23 maggio 2014 Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) Ecco il pacchetto in 8 punti del Ministro Giannini Un pacchetto in 8 punti per rilanciare l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), il comparto che forma una parte consistente delle eccellenze che danno lustro all’immagine del nostro Paese. Lo ha messo a punto il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini con l’obiettivo di riportare al centro dell’azione del Miur e del dibattito pubblico un settore lasciato a se stesso pur essendo, di fatto, fiore all’occhiello della cultura artistica italiana nel mondo. Il pacchetto Giannini prevede interventi in materia di precariato storico (sarà assunta, dopo dieci anni di attese la metà dei precari esistenti), un nuovo concorso a fine anno, la creazione di una Graduatoria nazionale dei supplenti (per la prima volta il bando sarà messo a punto ascoltando i contributi dei cittadini e degli addetti ai lavori, oltre che dei sindacati), lo sblocco di fondi per gli Istituti musicali pareggiati (5 milioni) e per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni AFAM (oltre 9 milioni). Sono previsti poi un bando per l’assegnazione di 200 premi intitolati alla memoria del Maestro Abbado, la creazione in maniera trasparente e meritocratica di una rosa di personalità per le nomine del Miur nei CdA delle Istituzioni AFAM, la costituzione di un #Cantiere di riforme dedicato a questo settore. Ecco gli otto punti del pacchetto Giannini: Nel 2004 è stata realizzata una Graduatoria unica nazionale di tutti i precari storici dell’AFAM. Dopo 10 anni e per la prima volta la metà di loro saranno assunti a tempo indeterminato. Anche grazie all'ottima collaborazione tra il Miur, il Ministero dell'Economia e delle Finanze e la Ragioneria generale dello Stato, viene infatti sbloccata l’assunzione di 276 precari sui 560 esistenti. Si tratta di un risultato storico per un comparto dove, sul fronte delle immissioni in ruolo, era pressoché tutto fermo dagli anni Novanta. L’obiettivo è assumere in pochissimi anni anche tutti i restanti precari storici mettendo però il sistema, già dal prossimo anno, in condizione di funzionare correttamente, e, quindi, con assunzioni al 50% dalle graduatorie storiche e al 50% da concorso. Per questo, entro la fine dell’anno sarà bandito – dopo 15 anni dall’ultimo - un concorso per le assunzioni nelle Istituzioni AFAM. Il processo di scrittura del Regolamento necessario per bandire il concorso partirà ai primi di giugno attraverso un esercizio inclusivo e aperto. È stata messa a punto la bozza del decreto del Ministro per la formazione della Graduatoria nazionale per il conferimento degli incarichi a tempo determinato (supplenze). Tutti possono partecipare a migliorare il decreto! La bozza è disponibile sul sito www.istruzione.it e si possono dare contributi attraverso la e-mail afam@istruzione.it fino alle 15.00 di lunedì 26 maggio 2014. Si tratta di una procedura unica e innovativa. Il testo sarà chiuso la prossima settimana per consentire il regolare avvio del prossimo anno accademico. Vengono sbloccati 5 milioni destinati ai 20 Istituti musicali pareggiati presenti in Italia. Il Ministro ha firmato l’apposito decreto di riparto. Il settore sarà poi coinvolto in un momento di riflessione sul suo futuro nell’ottica di un maggiore coinvolgimento dei rispettivi territori per la loro migliore valorizzazione. È stato anche predisposto il decreto per il riparto dei contributi per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni AFAM: si tratta di oltre 9 milioni di euro che riguardano 80 istituzioni. La prossima settimana sarà pubblicato il bando per l’assegnazione dei Premi Abbado nell’ambito della XI edizione del Premio Nazionale delle Arti, la più importante manifestazione nazionale e internazionale del settore, che coinvolge tutti gli ambiti disciplinari presenti nel vasto sistema dell’Alta formazione e specializzazione artistica e musicale italiana, che vanno dalle arti visive alla musica, dalla danza al teatro e al design. I premi verranno assegnati da Commissioni nominate dal Ministero sulla base di valutazione del merito artistico mediante audizioni e verifica della qualità delle opere artistiche prodotte, e sulle condizioni economiche dello studente (Isee). Ci saranno 200 premi in tutto: 45 premi da 10.000 euro (uno per ciascuna delle 45 discipline del Premio delle Arti); 65 premi da 5.000 euro; 90 premi da 4.000 euro. Il Miur nomina un membro del CdA di ciascuna delle 80 Istituzioni AFAM, scelti fra personalità del mondo dell’arte e della cultura, del sistema produttivo e sociale, delle professioni e degli enti pubblici e privati. Per assicurare massima trasparenza alla procedura, professionalità, turnazione e qualità degli esperti nominati dal Ministro, nel mese di giugno sarà diffuso un Avviso pubblico per raccogliere candidature che saranno selezionate per formare una rosa di esperti da cui attingere per le nomine nei CdA. È la prima volta che il Miur attiva una procedura di questo tipo orientata a garantire la presenza nei CdA di persone di qualità attraverso una selezione meritocratica che prevede la creazione di una short list sulla base di competenze e capacità. #CantiereAFAM: come per la scuola, anche per l’AFAM sarà attivato un #Cantiere aperto alla partecipazione di competenze e esperienze esterne all’Amministrazione, che avrà il compito di rimettere al Ministro proposte di riforma (anche in materia di governance delle istituzioni e degli statuti) e che dovrà offrire una nuova visione del ruolo che questo mondo può avere per il futuro del Paese. I componenti del cantiere saranno annunciati ufficialmente la prossima settimana.
  6. A leggere bene, ci sono parecchie novità, alcuni spauracchi, ma anche molte occasioni di cambiamento..
  7. La convenzione sarà per i corsi preaccademici come quasi tutti i conservatori d'Italia. E non è di certo un parificato (esiste una lista nel sito del ministero). Quindi si tratta di "omonimia". Ok, per la serietà dell'istituzione sarebbe importante dirlo e non far passare nemmeno un sentore di messaggio che si possa conseguire un titolo valido per determinati scopi. Poi c'è fior fiore di docenti, per carità. Saranno ottimi corsi di perfezionamento (da inserire nei titoli artistici quando si fa domanda di supplenza, non certo nei titoli di studio).
  8. Dichiarazioni programmatiche rese dal Ministro Giannini il 1 aprile 2014 davanti alla VII Commissione Permanente del Senato Prima di concludere vorrei spendere qualche parola per il settore delle Accademie e dei Conservatori italiani. Si tratta di un comparto che negli ultimi anni è stato trascurato dalla politica, soprattutto ministeriale. Gli effetti di questa deriva, purtroppo, non si sono fatti attendere. È mia precisa intenzione assegnare al comparto della formazione artistica il ruolo che gli compete, rinnovando e riformandolo anche con gli atti normativi che si renderanno necessari. La galassia AFAM è assai varia ed articolata: gli studenti nel complesso sono più di 80.000; i docenti sono approssimativamente 5.400. La mobilità internazionale, le iniziative promozionali, i premi testimoniano una grande vivacità di alcune istituzioni, incluse quelle private. Ma a questa vivacità, purtroppo, non corrisponde una adeguata funzionalità organizzativa. L’approvazione dell’articolo 19 della Legge 128/2013 contenente una serie di provvedimenti urgenti per il reclutamento e per altri interventi finanziari è stato un primo segnale di una volontà di tornare a occuparsi di questo settore che tanto lustro dà al nostro Paese, specie all’estero, legato com’è alla fama mondiale della nostra produzione artistica, musicale, drammatica e coreutica. La maggior parte degli adempimenti, inclusa la ricostituzione, in forma notevolmente alleggerita, del Consiglio Nazionale per L’Alta Formazione Artistica e Musicale (CNAM), sono in corso di ultimazione, in particolare: il regolamento per il reclutamento; l’immissione in ruolo del personale; la costituzione delle graduatorie a esaurimento cosiddette d’istituto; la distribuzione dei fondi agli Istituti musicali pareggiati e premi “Abbado”. È però del tutto evidente che si tratta di interventi puntuali e puntiformi che non risolvono i mali storici di questo settore della formazione superiore. La questione più grave è quella che si potrebbe definire della “autonomia incompiuta”. Il settore AFAM, infatti, fu oggetto di una profonda ristrutturazione a séguito dell’emanazione della Legge 508 del 1999. Una volta emanata la legge si susseguirono con lentezza altri provvedimenti che provarono a dare attuazione alle norme di autonomia. Ma la verità è che la mancata definizione dei regolamenti attuativi ha provocato una vera e propria implosione progressiva del settore. Non solo. Il reclutamento è bloccato da un quindicennio con il risultato di un tasso elevatissimo di precariato e di conseguenti, inevitabili, tensioni sindacali. La governance degli Istituti è semplicemente caotica: tranne qualche isola felice, i diversi organi sono in perenne conflitto fra di loro: presidenti e direttori, consigli accademici, consigli di amministrazione, direttori amministrativi. La conseguenza è un altissimo tasso di conflittualità interna con commissariamenti frequentissimi. Alla autonomia che in linea di principio dovrebbe accostare il modello AFAM a quello universitario in realtà corrisponde una forte centralizzazione sia nella distribuzione delle risorse sia nella nomina degli organi sia, lungo una transitorietà che dura da più di un decennio, nel reclutamento. A fronte di questa situazione che rischia oramai di far definitivamente collassare questo settore io ritengo che sia mia precisa responsabilità declinare con decisione le quattro voci della semplificazione, della programmazione, della valutazione e dell’apertura. In nessun altro segmento di responsabilità del MIUR è tanto urgente un complessivo e ben strutturato processo di riforma. Prima di tutto, la governance del sistema va profondamente rivista e vanno definiti e circoscritti i rispettivi poteri degli organi di indirizzo e di quelli gestionali, rivedendo il rapporto fra rappresentanza didattica da un canto, vertice politico e vertice amministrativo dall’altro; in via sperimentale andrebbero posti in essere alcuni statuti di reale autonomia precisando requisiti e poteri da inserire negli organi e prevedendo, in analogia con quanto avvenne negli Atenei, organi assembleari con poteri di autoregolamentazione. Molti Istituti, specie quelli pareggiati, sono in condizioni prossime alla chiusura e non riescono più a garantire né le utenze né i servizi didattici essenziali; è ora di procedere a una razionalizzazione del sistema – che conta più di 135 realtà – accorpando alcune singole istituzioni nei diversi territori alla luce di precisi requisiti quantitativi. Va affrontato poi il riordino dei canali di immissione in ruolo e di abilitazione; la distribuzione delle risorse, nel mondo AFAM così come per la scuola e l’Università, dovrebbe avvenire secondo precisi criterî che siano correlati alle dimensioni e alle attività degli Istituti piuttosto che semplicemente secondo criteri storici; va integrato il fondo dell’edilizia che oggi è assolutamente insufficiente, specie se consideriamo che buona parte degli edifici del sistema sono storici e di prestigio. In materia di valutazione, risulta opportuno adottare criterî rigorosi di valutazione per le istituzioni esistenti, fornendo precise regole per l’accreditamento ex ante e la valutazione ex post dei corsi di studio. Andranno seguiti parametri fissi e riconosciuti anche a livello internazionale, con particolare riguardo per le numerose istituzioni private che chiedono il riconoscimento legale. Anche per quanto riguarda la distribuzione dei finanziamenti statali è necessario introdurre quote premiali, tenendo conto dell’efficacia didattica, del grado di internazionalizzazione, della capacità di svolgere ricerca. Infine, un sistema aperto di Accademie e Conservatori deve contemplare forme di mobilità che prevedano lo scambio di esperienze della docenza ma anche l’ingresso di talenti dall’estero che portino significative esperienze di ricerca e di capacità creativa nei nostri istituti. In quest’ottica un primo segno di trasparenza sarà la costruzione di un sito dedicato (che, in analogia con universitaly e researchitaly, chiameremo artitaly) nel quale siano inseriti tutti gli elementi ricognitivi del sistema.
  9. Solo per la precisione: si parla di corsi accademici solo perché la scuola si chiama accademia o perché sono titoli riconosciuti come un triennio/biennio di un Conservatorio? A leggere il sito sembrano corsi di perfezionamento..
  10. Tutto giusto però è anche vero che il Liceo è solo al suo IV anno di attività ed è (stato) lasciato abbastanza allo sbando dal Ministero. Un argomento per tutti: non si è ancora deciso quali saranno le prove dell'esame di stato (manca solo un anno), anzi è la stessa rete dei Licei che sta discutendo per proporre qualcosa. Ho in mano il rapporto 2014 "I licei musicale e coreutici italiani", 200 pagine di parole e dati senza certezze. E ho abbastanza chiara la situazione di quello della mia città: beh, a essere benevoli il 5% degli studenti proseguirà gli studi musicali dopo la quinta superiore. Il problema è a monte: hanno inventato una riforma, sia dei conservatori sia dei licei, senza preoccuparsi di un' "inezia": le riforme si costruiscono dal basso, quindi dall'inserimento dell'insegnamento della musica nella primaria, dal potenziamento e dal miglioramento qualitativo delle secondarie di I grado ad indirizzo musicale.
  11. Beh, c'è un capitolone su Josquin ne " Il Contrappunto" di Diether de La Motte, già citato altre volte qui nel forum: http://it.scribd.com/doc/4438266/De-La-Motte-Contrappunto-cap-su-J-Desprez
  12. Porto in breve la mia esperienza ovvero di un sistema misto di gradi fondamentali e armonia funzionale con relative numeriche. In ambiente tonale è molto comodo in quanto si visualizzano e si comprendono al volo i legami armonici e il ruolo delle funzioni, mantenendo ove possibile un unico centro tonale, indicando quindi gli accordi secondari (ma anche concatenazioni e cadenza secondarie) tra parentesi mutuando la scrittura dall'A. funzionale.
  13. Ciao. Nell'analisi dei corali bachiani (o non) occorre sempre tenere in considerazione da dove Lutero e i suoi presero le melodie cui poi associarono il testo tedesco. Non poche, infatti, sono di origine antecedente, a volte parafrasi sul gregoriano, a volte melodie tradizionali medievali anche di origine profana, e via dicendo. Alcune quindi sono di impianto modale: casi emblematici sono il Christ ist erstanden in cui, per renderlo tonale, viene alterato il settimo grado (ovviamente non era così nel medioevo), oppure alcuni corali in cui l'armatura di chiave ha un bemolle in meno (a memoria ricordo il n.2 dell'edizione viola della Barenreiter), oppure altri in cui l'origine modale fa sì che si debbano interpretare in una doppia tonalità (la minore - do maggiore). Venendo al tuo, a batt.13 puoi tranquillamente interpretare il fa# del basso come una nota di volta per dare slancio al sol# successivo: io non lo considererei un VI46. Sulle due settime consecutive alle 14 non vedo problemi, anzi: sono messe piuttosto bene e non fanno errori di movimento. Sulla penultima battuta direi che è molto semplice leggere il re# come 4 alzato il quale spesso proviene dal 6 facendo, tra l'altro, quella specie di errore che taluni segnano chiamato falsa relazione (ma che lì non è errore in quanto arrivi su un accordo di tensione, la settima diminuita) per cui VI, IV#7dim, V, I piccarda (e non La maggiore). Interessante l'uso del ritardo 9-8 (sol - fa#) tra VI e IV#, perfettamente regolare in quanto risolve su una consonanza (terza della settima diminuita).
  14. Per le abilitazioni, la storia è complessa. Cerca A077 e PAS.
  15. Per le scuole medie statali ci sarà l'aggiornamento triennale delle graduatorie nei prossimi mesi. Per le private dovrebbe, ma sono un po' di anni che non seguo la cosa, esserci una sorta di doppio canale: domanda diretta all'istituto e graduatorie provinciali. Per i licei musicali, esiste un triplo canale. I docenti in ruolo nello strumento alle medie possono chiedere l'utilizzazione, i perdenti posto nell'educazione musicale alle superiori idem, poi ogni scuola ha delle graduatorie triennali per coprire i posti vacanti. Per i conservatori, ogni anno escono dei bandi per le graduatorie specifiche: occorre spulciare spesso il sito http://afam.cineca.it/php5/bandi_td/home-bandi_td.php?sezione=doc
  16. Per me ok la sezione NOVITA' DAI CONSERVATORI, ESAMI, CONSERVATORI come ha proposto TheSimon
  17. Io distinguo la lettura delle chiavi antiche, che si pratica comunemente sia come esercizio scolastico sia come attività musicale, dalla forzatura dell'obbligo di copiatura degli esami ministeriali. Perché tale è. Io ai miei suggerisco di scrivere su 6 righi, i 4 canonici con chiavi antiche e 2 di riduzione pianistica per la lettura (e soprattutto per la correzione). Non ho letto pareri riguardo la seconda parte: la velocità di lettura (e in caso di esame di correzione) è la stessa nella 4 chiavi antiche o nelle 4 moderne? Il buon prof. Daniele Bertotto credo fosse uno dei pochi in grado.
  18. Ciao. Non ho mai apprezzato particolarmente l'analisi schenkeriana. Davvero i bassi si segnano in alto? Hai un esempio?
  19. Prendo spunto da una domanda sul setticlavio. C'è un'utilità a vostro parere nello scrivere le prove polifoniche del corso di composizione (parlo del Basso imitato e fugato e della Fuga del vecchio ordinamento) nelle 4 chiavi antiche (comprendendo anche quella del basso)? Se la risposta fosse sì, per quale motivo? Il mio parere è che sia piuttosto inutile (e a volte anche dannoso ai fini dell'esame). Se la motivazione è l'ambito delle voci, credo che uno al IV e tanto più al VII sappia quale sia l'estensione delle 4. Tra l'altro, ditelo chiaramente se siete docenti, leggete alla stessa velocità nelle 4 chiavi rispetto alla scrittura di stampo corale (sol, sol, sol ottavato, basso)? Grazie delle risposte.
  20. Anche no. La banalizzazione di un capolavoro (tali ritengo le prime 8 battute di Beethoven) ridotto a pretesto per un giro turistico dell'armonia mi da abbastanza fastidio. Il brano funziona anche senza scomodare Ludwig. Ah, è una considerazione che esula da prese di posizione settaria o snob.
  21. Se avete 3 ore da perdere, qui è ancora più maieutico (...) già col primo ragazzino è ... è ... mi mancano le parole..
  22. giochino.. dov'è il nesso? http://www.larena.it/stories/Home/611700_ddl_stabilit_verso_lok_tutte_le_misure_ai_virtuosi_italiani_300mila_euro/
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