Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

Membro
  • Posts

    558
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    27

Tutto postato da CromaDiBrera

  1. Non amo Vasco Rossi, ma certo è che nessuno si è mai aspettato, da lui, testi alla Mogol o alla Sinfield. Vasco Rossi ha sempre scritto queste cose, in questo modo, né più né meno. E non sono neanche in tanti a saper fare certe cose a modo suo, con buona pace dei Parolieri con la p maiuscola; altrimenti, avrebbero chiamato quelli...
  2. Carla Bley, Diana Krall, Aziza Mustafah Zadeh, Alice Coltrane, ...
  3. Non si può non essere d'accordo con chi invita a studiare senza scorciatoie, però faccio osservare un piccolo particolare (sperando non sembri una "provocazione"): chi, nel periodo Barocco, ha composto delle fughe, non aveva dei libri sui quali studiare il genere: lo ha elaborato per gusto, sensibilità del tempo e consuetudini progressive (sorte dal canone), che solo dopo sono state codificate in regole (e hanno manuali che le hanno raccolte e studiate). In pratica, secondo me, dando per scontati gli studi, è indispensabile ascoltare molta musica del '600 e farne proprio il "respiro"; una fuga non è fatta solo di regole e meccanismi.
  4. Non è facilissimo da spiegare, ma ci provo: il pianoforte è lo strumento d'elezione per le riduzioni, ovvero per le trascrizioni da organici strumentali più ampi. In pratica, ti si chiede di rendere l'effetto non solo delle stanghette in giù, ma anche quello di un altro strumento che ricalchi, con uno staccato (per es, il pizzicato di un violino), le note più acute della mano destra. E di farlo evidenziando, sia dal punto di vista della dinamica che del volume complessivo, proprio questo effetto. Naturalmente, non puoi rendere, sul piano, lo staccato insieme alla medesima nota tenuta... Ne consegue, in pratica, che dovrai rendere l'effetto dello staccato, immaginando (e facendo immaginare) che le note con il gambo in su siano eseguite da un altro strumento; ed evidenziando, con il volume adeguato, che si tratta di una linea melodica.
  5. Non ho partecipato a questo lab e non è detto che il mio pulpito valga la predica ma, personalmente, una delle prime cose che cerco di fare è di creare una sostanziale differenza ritmica tra soggetto e risposta, di modo che poi sia facile far seguire, all'ascolto, il movimento indipendente delle parti. Poi, che la modulazione alla dominante sia scorrevole dal punto di vista melodico (e che lo sia anche l'inverso, cioè il ritorno alla tonalità d'impianto), affinché l'armonia non sembri procedere "a blocchi". Non che basti questo, ovviamente, ma magari sono un paio di considerazioni utili...
  6. Lo spartito. Spero che l'upload sia riuscito... Two plaintive voices_3 edit.pdf
  7. Mi risulta di sì, che ci fosse anche sulla 5. In ogni caso, appena posso controllo se sia attiva di default (mi pare sia così) o se vada attivata con un comando specifico.
  8. Pienamente d'accordo, ma io i Beatles (non quelli delle canzonette) li metto tra la musica classica; e lo stesso vale per tanta musica che, un tempo, le editorie musicali classificano come "leggera"... (Sono musica leggera gli Area, o i King Crimson? Io penso proprio di no...).
  9. La dimensione di Facebook è del tutto diversa da quella di un forum pur splendido e meravigliosamente strutturato come questo: è semplicemente un'altra cosa. Tra l'altro anch'io, come Fabio73, utilizzo Fb per lavoro e lo trovo particolarmente efficacie, soprattutto per ampliare la rete di contatti; in pratica, io qui mi sono dovuto iscrivere e sono stato io ad andare verso il forum; su Fb, invece, accade l'inverso: è la rete di contatti, stabilita dai tuoi gusti, interessi e preferenze, a venirti a cercare. La forza e l'unicità di Fb sta nel celebrare la continuità senza soluzione tra il tempo libero e l'interesse specifico; i forum, invece, relegano tutto quello che è protagonista in Fb ad una sorta di "angolo ricreativo"; il quale, infatti, quasi mai prende piede (perché è un recinto, secondo me).
  10. Sì, chitarrista; Sibelius segnala automaticamente lo "sforamento" di estensione per la strumento indicato con una colorazione diversa delle note (in rosso): precisamente, indica con il colore più tenue quelle "al limite" e, con una tinta più evidente, quelle proprio impossibili. Naturalmente, sono indicazioni di massima e, tanto per dirne una, Sibelius non tiene conto della possibilità per molti strumenti (archi e fiati) di ricorrere agli armonici né, ovviamente, della difficoltà di una tuba o di un fagotto, per esempio, nell'eseguire un trillo sulle note più basse...
  11. Anzi, ci ho già messo mano e confermo che ci sarò. Au revoir...!
  12. Assolutamente no, non lo sono...! Le regole nascono dal gusto, non da chissà quali commissioni: sono strumenti per fare musica, non vincoli che la proibiscono, allo stesso modo in cui conoscere la grammatica e la sintassi aiutano ad esprimersi meglio, non a tacere. Perciò sono molto contento, dopo tanti anni, di essermi messo a studiare. Chissà perché, si pensa sempre che i libri di armonia spieghino quello che non si può fare, anziché insegnare ad esprimere meglio quello che si vuole... P.S. Grazie per il complimento.
  13. Hai ragione sulla difficoltà di seguire il video, è stata una mia trascuratezza: avrei dovuto sincronizzare le immagini con la musica, e il risultato sarebbe stato senz'altro quello di enfatizzare a vicenda i due aspetti (visivo e sonoro). Il ritmo del montaggio è una cosa fondamentale, per questo avverti (giustamente) l'esigenza di seguire il suono separatamente dalle immagini (e viceversa).
  14. Veramente, Frank, era un esercizio di studio di alcuni mesi fa su ritardi e appoggiature; siccome da autodidatta avevo una visione più rigida (o timorosa) di ciò che si potesse fare o meno, quando ho studiato il capitolo del Piston con il mio maestro ho voluto constatarne l'applicazione sul genere. In realtà, avevo postato il brano su Youtube più per condividere le foto su Fb, che la musica (tant'è che, sulle prime, ci avevo messo un canto gregoriano). Perciò, che sia scorrevole e godibile, mi sembra un gran bel complimento...!
  15. Ho usato Quantum Leap Pianos della East West; questo sarebbe il Bosendorfer (senza equalizzazione della traccia).
  16. Grazie a tutti Sapreste dirmi in quale formato dovrei salvare la partitura, per pubblicarla qui?
  17. Grazie ad entrambi per l'attenzione. Appena posso, posto senz'altro la partitura.
  18. Questa è la novità: oggi, Sibelius è pensato anche per la riproduzione. Nella sezione preposta (questo l'ho scritto io), ho postato una riproduzione ottenuta esclusivamente con Sibelius. Per quanto riguarda la scrittura, si può fare di tutto: dall'impostazione tipografica nei minimi dettagli alla scrittura di ogni genere di simboli (anche per la direzione), ad una vasta scelta di "teste" per le note... E' un programma usato dalle editrici musicali.
  19. http://www.youtube.com/watch?v=dK3A9va0Hu4&feature=youtu.be
  20. Magari, ci provo anch'io... Vediamo se esce qualcosa. E' un po' che manco dai vostri lab. Prima di aderire, però, ho bisogno di provarci... Ad una prima occhiata, mi sembra un bel tema.
  21. Per me, il difetto maggiore è che la melodia suggerisce accordi di V dove non ci sono (cioè con la sinistra che rimane sull'accordo di tonica). Comporre è molto divertente, ma affronterei almeno i primi capitoletti del Piston (tra i testi più agili e meno accademici) che ti consentirebbero di divertirti molto di più Non vorrei essere cattivo (ma costruttivo e di incoraggiaqmento): gusto o musicalità a parte, si avvertono delle (grosse) carenze di fondo che sarebbe un peccato non colmare. Comunque, se studi pianoforte, prima o poi un po' di analisi armonica e formale dovrai pur farla...
  22. Scusa, io non sono un direttore, ma questa cosa dell'archetto non mi risulta, almeno non come metodo diffuso; fino ai primi dell'800 la direzone era affidata ad un maestro concertatore: "voglio stare al cembalo, dirigere le arie!", scriveva un Mozart già maturo al padre. Nella musica sinfonica del periodo Classico (ma anche Barocco), invece, c'era semplicemente una figura che "batteva il tempo" con un bastone, sul pavimento (e, anche qui, una lettera di Leopold Mozart racconta che il giovane figlio "batteva il tempo" nell'esecuzione delle proprie sinfonie). Tra l'altro, e scusate se ora non ricordo chi, vi fu un celebre compositore barocco che morì proprio per le complicazioni da una ferita procuratosi al piede battendo codesto bastone (ne aveva parlato Luca Ciammarughi su Radio Classica). Suppongo che la bacchetta moderna abbia il compito di amplificare la sensibilità del gesto, più che di renderlo semplicemente visibile. Qualche studioso potrebbe sapere se le prime direzioni vere e proprie dei lavori di Beethoven, condotte dal suo maestro Antonio Salieri (tra i primi direttori in senso moderno), avessero l'ausilio o meno della bacchetta; ho letto che vi sono delle cronache, in proposito.
×
×
  • Crea nuovo...