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Piano Concerto - Forum pianoforte

thallo

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Tutto postato da thallo

  1. io dico sì al pranzo :-) se non vedo cambiamenti entro dopodomani, punto a mamma oliva
  2. Una semplice segnalazione. L'altro giorno cercavo informazioni sull'ars subtilior, uno "stile" compositivo che viene spesso vissuto come la prosecuzione dell'ars nova medievale ma in area francese, e ho trovato questo sito, di cui tutt'ora non comprendo bene la provenienza, ma che mi è sembrato un pozzo di informazioni curatissime http://lasacramusica.blogspot.it/ non è di immediata fruizione, ma ho trovato delle sezioni dedicate alla "storia della messa", scritte VERAMENTE bene (e per questo campo della musicologia è davvero raro, perfino nei libri), e alcune parti monografiche, dedicate a Lasso, a Nenna, a Palestrina. Se, come arguisco dalle foto, ci sta in mezzo in qualche modo Baroffio, ex professore di Storia della Musica Medievale a Cremona, allora questo sito potrebbe davvero essere pieno di perle. No, per dire, http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/11/02/grandi-opere-oggi-baroffio-domani-i-baroffistes/
  3. speriamo che non continui a fare queste cose, allora... cantare in questo modo da piccoli può essere davvero dannoso
  4. Ha senso se distingui, quasi aristotelicamente, una forma dal contenuto, una "persona" dal suo "contenuto" :-) che forse è anche alla base delle differenze che stiamo facendo tra discorsi "terra terra" e discorsi... "aria aria" :-) siamo al 31 dicembre, quindi sono in un mood che mi fa tirare le fila degli anni passati, e una serie di eventi recenti mi fanno dire sempre di più che quando si parla di persone si dovrebbe prendere il piatto completo. Cioè, per dire, Scalfari ha detto delle boiate musicali, ma questo non implica che sia un ignorante in senso assoluto, o un vecchio bacucco, o uno che sfrutta la sua posizione per dire qualsiasi cosa gli passa per la testa. Discorso simile e opposto per Principe: si può essere d'accordo e in disaccordo con quello che dice, con specifici punti, con tutto quanto, senza per questo automaticamente considerarlo un farloccone o un vate assoluto. E secondo me questo punto E' parte della discussione. Dovremmo provare a comprendere la complessità delle persone, senza buttare via il bambino con l'acqua sporca. Detto questo, per quanto parti del discorso di Principe mi facciano anche sorridere (e altre no), gli voglio bene perché ha tradotto Tolkien
  5. quando in Facoltà a Musicologia ho conosciuto Della Seta ho avuto una delusione epocale. E' una persona fastidiosissima, sgarbata, diffidente e viscidamente interessata alle compagnie femminili. O, almeno, a me ha dato questa impressione. No, per dire, che anche i più grandi studiosi a volte sono persone che non vorresti frequentare manco per niente... Rivalutate gli ignoranti. Soprattutto gli ignoranti di musica classica. La musica classica rende peggiori :-)
  6. Federico Zandonà, questo nome non mi è nuovo...
  7. c'è qualcuno che fa il punto della situazione? Che dà un appuntamento e un luogo preciso?
  8. Non riesco proprio a immaginarmela come Lady Macbeth. Ma a questo punto, meglio lei che altro.
  9. il Cirque du Soleil è un'istituzione artistica di tutto rispetto. Siamo diventati, piuttosto, quelli che per allontanare l'attenzione dalle proprie inettitudini accusano gli altri di rubare.
  10. stavo scrivendo un intervento molto simile a quello di Red :-) comunque, primo esempio che mi viene in mente, la magnifica, epica e "modalissima" prima scena del Boris Godunov di Mussorkskij
  11. eh, ma l'ascolto in modalità "concerto" è una cosa molto difficile da insegnare... oggi la didattica cerca di evitare che i bambini si annoino e che vengano loro offerte esperienze troppo avanzate per la loro età. Del resto l'obiettivo non dovrebbe essere far loro ascoltare qualcosa che probabilmente non capiranno (e non lo capiranno, a 13 anni non si possono capire quelle cose), dovrebbe essere introdurli a qualcosa che capiranno molto più tardi. Il problema è che dopo quell'introduzione manca tutto il percorso che dovrebbe portarli alla comprensione, il percorso liceale...
  12. secondo me è una questione di meccanismo teatrale. Cioè, dalla risposta di Daniele mi pare di capire che il colpo di pistola sembrerebbe essere la dimostrazione che il regista è "d'accordo" con quel finale. L'effetto di quello stratagemma, in realtà, è stato opposto: tu e Armando e immagino altri vi siete fermati a riflettere su un punto oscuro dell'opera e avete provato ribrezzo per quell'atto. Senza quel colpo di pistola, non ci sarebbe stata riflessione ma incosciente accettazione. Andando ancora di più nel profondo, senza sapere "come" è morto il tiranno nessuno di noi proverebbe ribrezzo per la sua morte, immagino faccia parte di un normale principio empatico. Poi, ecco, io penso che i registi debbano attualizzare l'opera, perché l'opera ha dei linguaggi che non tutti comprendono, e piuttosto che arroccarsi nell'idea che "se non lo capisci da solo allora non ne sei degno", preferisco che ci sia una spiegazione di qualche tipo, un punto d'accesso diverso.
  13. luogo e orario, così mi manifesto anch'io ;-)
  14. Non ho visto questo Fidelio, ahimé, per i mille impegni soliti... ma da come ne ha scritto Armando avevo creduto che quel colpo di pistola fosse una bella idea registica. Tu Daniele sembri non essere d'accordo, o sbaglio? Cioè, ammettiamo che Beethoven non sarebbe stato d'accordo. In realtà è molto probabile che in una storia "vera" Pizarro sarebbe comunque stato oggetto di vendetta atroce, come Mussolini. Il teatro penso sia il luogo giusto per mettere in luce quello che in un'opera come Fidelio non viene messo in luce.
  15. Ragazzi scusate la lunga attesa, a novembre ho avuto 3 giorni liberi 3, che ho dedicato alla pulizia di casa... oggi iniziano i primi 3 giorni liberi di dicembre, e ho deciso di lasciare casa sporca su Turandot ci sarebbe tantissimo da dire. Prima cosa, è la mia opera preferita di Puccini, probabilmente perché è la prima opera che ho cantato in coro, quindi ho un imprinting molto forte... seconda, a spanne dovrebbe essere l'opera pucciniana con più interventi di coro. E' il sintomo di un percorso che si nota raramente nelle opere di Puccini ma che è fondamentale, a mio avviso: i personaggi principali sfumano sempre di più. Il che non significa che non siano importanti, ma che emergono dal fondo in modo sempre più naturale, meno artefatto. L'entrata di tre dei personaggi principali, Liù, Timur e Calaf, è infatti in totale e perfetta prosecuzione del coro precedente. Il vero personaggio in primo piano è il banditore di Turandot. Non solo non c'è una vera aria di sortita, l'aria che nelle convenzioni teatrali presenta il protagonista alla sua prima entrata, ma non si ha neppure il tempo di capire davvero chi sono questi tre che inizia subito la lunghissima scena corale con "Gira la cote" etc... normalmente si dice che tutto questo è derivato da Wagner. Non ho ragioni per negarlo, anzi, Turandot è famosa per essere l'opera in cui Puccini cita l'accordo del Tristano, quindi, più Wagner di così... dire che ci sono influenze wagneriane, però, non vuol dire che questa sia un'opera in stile wagneriano. Turandot "proviene" dalla linea del Gesamtkunstwerk ma va verso qualcos'altro. Molti dicono che vada verso la musica da film, forse è vero, non so, l'effetto comunque è quello di un flusso continuo in cui non solo, come ho detto, i protagonisti non hanno il tipico spazio dei protagonisti, ma le arie dei protagonisti sono un po' meno belle dei ponti tra un'aria e l'altra. Un po' di esempi. Ho preso i primi video che capitavano su youtube, quindi non rassicuro sulla qualità delle interpretazioni... Finale primo atto, in sequenza due arie, la prima aria di Liù "Signore ascolta" e la prima aria di Calaf "Non piangere Liù". Prima di tutto, sono in totale sequenza, quindi hanno un senso narrativo, tanto che, effettivamente, Liù inizia a piangere alla fine della sua aria e Calaf le dice di smetterla di piangere... un po' come in "Boheme" alla fine di "Che gelida manina" Rodolfo chiede a Mimì di raccontare la sua vita e Mimì la racconta nell'aria "Sì, mi chiamano Mimì" subito dopo il bello, però, almeno secondo me, inizia alla fine dell'aria di Calaf. L'aria di Calaf ha delle cose che tradizionalmente potrebbero essere definiti "pertichini". I pertichini sono degli interventi di altri personaggi durante un'aria. In Calaf prima intervengono Liù e poi Timur, ma man mano intervengono tutti, trasformando, di fatto, quest'aria nella conclusione dell'atto. I pertichini fanno molto opera buffa, servono a mettere più piani drammatici, a rendere ritmata e allegra la situazione. Qui, invece, è una caduta libera ed è anche la conseguenza drammaturgica delle azioni di Calaf. Calaf, per chi non lo sapesse, sta per suonare il gong che richiamerà Turandot e lo renderà un pretendente alla mano della principessa. Ping Pong e Pang prima dell'aria di Liù hanno già fatto notare a Calaf che la testa del principe di Persia è appena stata issata sulle mura (dal video non si vede, ma è un effetto molto bello, quando loro dicono "ecco l'amore", indicando la testa mozzata...). Calaf, cantando la sua aria, fa baccano davanti alle mura e più o meno tutti iniziano a capire cosa vuole fare. Il crescendo musicale e drammaturgico sminuisce l'importanza della sua aria, tanto che gli acuti più acuti sono alla fine, su "Turandot, Turandot, Turandot!". Questa è una cosa che a me piace moltissimo di quest'opera, il fatto che le arie siano fino in fondo parte di una narrazione complessiva. Altra piccola cosa... l'utilizzo delle melodie è molto ciclico in Turandot. Cioè, il temino dell'aria di Calaf viene ripetuto tantissime volte, viene saturato, e secondo me questa fa molto Cina. E fa molto poco opera italiana. Puccini ha avuto un'idea geniale che lo avvicina davvero a Debussy... Su questa scena, una cosa che a me è sempre piaciuta e che mi fa spezzare una lancia a favore del libretto: proprio sul finale, subito dopo che Calaf ha suonato il gong tre volte, assieme al coro ci sono Ping Pong e Pang che cantano (e che in genere non si sentono), e cantano "e lasciamolo andar/inutile è gridar/ in sanscrito, in cinese, in lingua mongola/ quando rangola il gong la morte gongola/ ahahahah". E a me piace da morire questa frase... Ed ecco che arriva Turandot, con un'aria che è veramente un'aria, e una Turandot che ci avrebbe fatto diventare biondi tutti quanti, Ghena Dimitrova ma, a mio gusto, la parte più bella è un'altra. Di nuovo riassunto: Calaf entra nella città proibita, l'imperatore lo cazzia, lui vuole comunque vedere turandot, lei urla e gli pone i tre enigmi, lui li risolve e turandot va dal padre (l'imperatore) a chiedergli di cacciare lo straniero. E lui, ovviamente, gli dice che i patti sono patti. In questo pezzo Turandot smette di urlare ma canta una specie di arioso che, anch'esso, diventa pian piano una scena d'assieme. E secondo me è stupendo. sentite quante poche note canta Turandot, tutte per gradi congiunti. E, ancora una volta, gli acutoni ci sono soprattutto qua, in "mi vuoi fra le tue braccia a forza, riluttante, fremente?", insieme al coro, minuto 3.45 circa. Perché è questo il punto, la vera domanda che fa fremere Calaf: vuoi una donna che non ti vuole? Anche qui, il libretto ha senso. E' altisonante, vero, ma è musicato bene. Ultimo esempio, l'aria finale di Liù, poco prima che si uccida. Ufficialmente è rivolta a Turandot, a cui dice "Tu che di gel sei cinta, da tanta fiamma avvinta, l'amerai anche tu". Ma poco prima, rivela fino in fondo il suo amore, con un arioso che mi fa venire le lacrime, "tanto amore segreto", dove la saturazione ripetitiva la fa da padrona. https://www.youtube.com/watch?v=imNdpkkBe0E Anna Moffo, un po' dimenticata ma bravissima. Sembra un carillon che si ripete, con la melodia della frase "tanto amore segreto" che ritorna e alla fine sboccia in un acuto pianissimo, "è l'offerta suprema del mio amore". Ah, qui, Corelli dimostra la sua ignoranza musicale sbagliando l'entrata e mandando fuori TUTTO il coro, e si sente la voce del maestro rammentatore che dice "sia!", che è l'inizio della frase di Ping "sia messo alla tortura"...
  16. Considera sempre una cosa. C'è modulazione e modulazione, soprattutto in una forma come la forma sonata. Come dice red, una modulazione va considerata a se stante, con un punto di partenza e uno di arrivo, ma all'interno di una sezione di sviluppo le modulazioni hanno comunque dei "ruoli". in genere le progressioni "allontanano" quello che c'era prima, ovvero liquidano, come direbbero gli schoenberghiani. La liquidazione consiste nel portare a compimento le implicazioni di un tema, di una cellula ritmica o melodica. Serve a chiudere un discorso portandolo alle estreme conseguenze, ed è tipico dello sviluppo della f.s. Progredire armonicamente, in questo caso, serve a liquidare anche la tonalità di impianto di quella cellula. Non so, mettiamo che questa cellula sia una serie di terzine sulle note dell'arpeggio di Do maggiore. Alla fine della liquidazione io dovrò dire "ok, ci sono state abbastanza terzine e ormai il mio orecchio non le collega più solo a Do maggiore ma a una serie di altre tonalità, triadi etc". In una situazione simile, il valore della modulazione (che in genere è una progressione, quindi a volte non ha nepoure il tempo di cadenzare seriamente nella nuova tonalità) è di allontanamento. Ma ovviamente esistono anche modulazioni che ti riavvicinano alla riesposizione del tema. In genere si passa da un lungo pedale di dominante, che ha una funzione tensiva, ti dice che sta per arrivare qualcosa di nuovo, ma a sto pedale ci devi arrivare in qualche modo. E in alcuni casi puoi dare un valore di "avvicinamento alla dominante" per le modulazioni precedenti. Su questo movimento possono crearsi anche giochi di conferma e diniego cioè, se tutto ad un tratto nelo sviluppo ci si ferma sulla dominante della dominante è automatico pensare che fra poco si arriverà al pedale, ma se questo non avviene allora l'effetto è ancora più stupefacente, assolve ancora di più a quel ruolo di straniamento dello sviluppo. In sintesi, anche una sezione di sviluppo ha le sue parti, e le modulazioni hanno ruoli diversi in relazione alla parte in cui si trovano
  17. Non generalizziamo, i cinesi stanno girando il mondo cercando di imparare, con l'umiltà di cui spesso lamentiamo la mancanza. Detto questo, so che è una questione di gusti, ma io preferisco il bassista
  18. Io penso che non ci creda realmente nessuno, non penso sia un inganno, è semplicemete un programma televisivo. Chi vuole cantare, canta, il mondo della musica è tangente ma diverso dal mondo della tv, e penso che un po' tutti i ragazzi che cantano in xf lo sappiano.
  19. Tornando a Celibidache, ricordo come il maestro non abbia mai diretto opere liriche in forma scenica, si dice perche non riusciva a inglobare nella sua estetica il rapporto musica e parola...
  20. Diciamo che è strano pensarci ma sono molto curioso di capire quali i sono queste prove fisiche. La musicologia europea tende a privilegiare un approccio classico ma anche questi contributi "creativi" possono essere utili
  21. Anatomica non credo, non saprei, sicuramente è un insieme di cose, non ultima una tecnica ferrea
  22. La premessa è che in genere io pecco di una sorta di benaltrismo verso chi parla di massimi sistemi in musica. Celibidache mi sta un po' antipatico ma ho un'unica ragione seria per la mia antipatia, la famosa e lunga questione sulle donne in musica e su Abbie Connant (chi vuole, vada a cercare notizie). Anche se sono sempre critico sui termini usati da Bianca, quindi, di base sono d'accordo con lei nel tentativo di rimettere le cose al loro posto: Celibidache non è stato un filosofo ma un direttore d'orchestra. Spesso i direttori, come gli chef o i politici, parlano di loro stessi facendo finta di parlare di altro. Cioè, credo sia giusto anteporre un fortissimo "secondo me" ad ogni affermazione di Celibidace. Non capisco fino in fondo cosa vuoi dire e sarei curioso di sapere cosa intendi con animo musicale Anche qui non sono certo di aver capito cosa vuoi dire, ma, se ho capito bene, stai dicendo che le ragioni alla base delle regole tonali sono musicali, di gusto, di resa musicale, e non acustiche in senso scientifico, quindi fisiche. E qui sono totalmente d'accordo con te. Ricordo come fisicamente ci siano moltissimi elementi, come la dissonanza della quartae della settima, la consonanza dell'accordo minore, il ruolo tensivi del secondo rivolto di tonica, e altri, che sono del tutto ingiustificabili con le pseudo spiegazioni fisico acustiche che ci propinano da decenni Parole sante Non sono d'accordo e anche in te parla la compositrice, non la studiosa. In molte delle cose che hai detto sarebbe oneste aggiungere un "nella mia musica credo che...". L'errore di Celibidache, che in parte è l'errore che penso faccia anche tu, è quello di generalizzare gusti e convinzioni. come si diceva su, quando il discorso si fa generale diventa quasi sempre banale ed errato.
  23. Io non sono un appassionato di Celibidache, anche perché quello di Celibidache è diventato una specie di culto basato sulla tradizione, su video rubati, su opinioni confidate etc... Se c'è una cosa che Celibidache ha fatto e spesso è stata dare ragione a se stesso e torto agli altri. Le sue teorie sulla fenomenologia musicale applicata all'interpretazione della musica portano stranamente alla conclusione che l'unico repertorio serio è quello diretto dal maestro. E parliamo del repertorio sinfonico tonale classico e romantico
  24. Ho letto un libro dedicato a lui ed è davvero incredibile la sua longevità vocale
  25. Auto correzione dell'ipad, scusate: non ha a che fare con l'etica filosofica. Comunque, visto che almeno io credo che la contestualizzazione abbia una sua utilità, questo è un video della società Aleph che tratta PNL, programmazione neuro linguistica, ovvero corsi di motivazione, affermazione personale etc etc. L'etica filosofica è una cosa diversa, forse sarà una mia deformazione ma in genere quando si parla di "etica" si intende l'etica filosofica, non questi corsi. Ancora gran parte delle cose che il tipo dice, soprattutto quando hanno a che fare con la storia della filosofia, sono contestabili. È l'utilizzo dei termini musicali è fortemente metaforico. Questo modo di spillare soldi alla gente millantando rivoluzioni metodologiche mi fa venire l'orticaria...
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