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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Ottimo risultato Geppino, solo intorno ai 4' ... forse la parte più debole. In generale prevale la vena cinematografica che poi influenza anche la spazializzazione (estremamente dettagliata) che da un lato rende nolto godibile l'ascolto ma dall'altro ad un certo punto ti fa proprio sembrare di essere al cinema (dal punto di vista della resa acustica). Per me comunque è un punto a favore... un po' come se il tecnico del suono facesse un eccellente lavoro e non sempre capita. Ho anche ascoltato questo paio di registrazioni che immagino conoscerai; forse vale la pena un ascolto comparato passo passo per individuare i tratti dove più si differisce da un'orchestra vera ... non tanto dal punto di vista timbrico, degli impasti, del reverbero o all'umanizzazione dell'esecuzione (hai fatto benissimo a suonare tutto) ma dal punto di vista dell'atmosfera che si riceve sentendo la registrazione - più o meno curata - di un'ochestra vera. https://www.youtube.com/watch?v=W6m14rGcxzg
  2. Frank

    Happy Fingers

    2€ http://www.cremonamusica.com/2017/08/27/tecnica-pianistica-6-studiare-con-il-fidget-spinner/
  3. In una battuta: Poliaccordi versus fondamentale di un accordo
  4. Ti suggerisco di utilizzare edizioni Henle, oltre ad essere critica nelle note introdutive puoi trovare suggerimenti utili sulla corretta interpretazione degli abbellimenti.
  5. Rossini rappresenta il giusto equilibrio fra Forma e Contenuto Temo non sia un caso di demenza senile ...piuttosto di orientamento filosofico, fermo restando che questo nulla può togliere ai propri gusti, del resto il mezzo filosofico può essere visto anche come tramite per "giutificare/motivare" il proprio punto di vista e in effetti può succedere che filosofi diversi esprimano pareri estremamente contrastanti sulle stesse opere.
  6. Nancy, sono citate da Prosseda nell'articolo. Confidiamo nell'intelligenza dei direttori artistici... che sono i primi a dover cambiare.
  7. Ascoltando Bruno Bettinelli, Ave verum (1983) https://www.youtube.com/watch?v=lEgqEVBubBM Grande musicalità, buon ascolto
  8. (stasera va così) V. HOROWITZ, esercizi, registrazione, esecuzione pubblica Dubal "H., pensi che sia necessario fare esercizi di scale e arpeggi?" Horowitz "Beh, Rachmaninov vi ...dedicava due ore al giorno" D "E anche tu hai quest'abitudine?" H "Non più" D "Non ne hai granché bisogno" H "No, ne ho bisogno ma sono pigro. Ho cose più importanti da fare e non posso suonare più di due ore al giorno" D "Tu suoni solo due ore al giorno" H "Non di più". D "E non è proprio necessario per te suonare di più" H "Lo è, ma non mi va di stancarmi" D "Pensi che ci siano troppi giovani pianisti che fanno troppo esercizio e pensano troppo poco?" H "No, loro pensano molto, ma pensano male. Ognuno pensa, visto che ha un cervello; è necessario pensare per ricordarsi la musica, ecc. Non credo che siano stupidi. Nessun pianista è stupido. Loro fanno esercizi su esercizi, li senti che ripetono i passaggi... qualche volta escono bene e qualche volta no, ma bisogna rischiare, e bisogna avere qualcosa da dire. Non importa se ti dimentichi un passaggio, quella [comunicare qualcosa] è la cosa più importante. Suonare tutte le note potrà venire in una registrazione, perché le piccole imperfezioni che si sentono attraverso il microfono non si possono sentire da un palcoscenico. Nelle registrazioni si sente ogni più piccolo particolare" D "Che cosa pensi del processo di registrazione? Tu hai sempre fatto registrazioni. Credi che sia un modo importante di trasmettere la musica?" H "E' importante per la conoscenza della musica; a volte se non conosco un brano ma ho la registrazione, posso ascoltarlo, magari anche suonato male ma non ha importanza, in ogni caso conosco la musica. Quindi le registrazioni sono importanti per il pubblico. Ora temo che dirò qualcosa di anticommerciale. Quando vai da qualche parte e vedi un meraviglioso paesaggio, un tramonto che non hai mai visto prima, e poi compri una cartolina e te la porti a casa per ricordarti dove sei stato: questo è quello che accade a un concerto. Per quelli che erano al concerto, la registrazione è importante; ma per quelli che non c'erano la registrazione vale solo la metà. Di alcune storiche registrazioni che ho fatto suonando con l'orchestra sono contento; non importa se ho suonato bene o male, comunque sono un ricordo, come una cartolina. Probabilmente negli anni 40 e 50 grazie alle innovazioni tecnologiche che hanno permesso di vedere l'esecutore le registrazioni sono diventate ancora più veritiere. Chi ascolta deve poter vedere chi suona" D "Può essere un pubblico in grado di eccitarti o deprimerti?" H "Per me è il successo è il silenzio, non gli applausi" D "Dopo la performance vuoi dire?" H "No, durante. Se stanno in silenzio vuol dire che sono presi" D "E niente tosse" H "Niente tosse, e parlo di essere presi dall'impatto emotivo, non spirituale. Perché lo spirito riguarda alcune persone, mentre alla massa appartiene l'emozione. Se tu avessi 3000 persone, ce ne sarebbero 500 che verrebbero prese spiritualmente, e le altre 2500 solo emozionalmente perché non capiscono niente di musica e vengono al concerto solo perché è un evento sociale".
  9. A parte le preziose esperienze degli amici del Forum, condivido in questo spazio un pensiero di tal Sviatoslav Richter: "Mi sono deciso ahimé troppo tardi a tenere davanti lo spartito durante i concerti, nonostante avessi intuito da tempo che bisognava farlo. È paradossale ma... in un’epoca in cui il repertorio era più ristretto e meno complesso si suonava abitualmente con lo spartito e questa saggia usanza fu interrotta da Liszt. Oggi la testa – piuttosto che ben fornita di musica – è sovraccaricata da una abbondanza superflua, e rischia di affaticarsi pericolosamente. Che infantilismo e che vanità, fonte di fatiche inutili, questa specie di gara di prodezza della memoria, quando bisognerebbe soprattutto fare della buona musica che tocchi l’ascoltatore! Mediocre routine in cui si crogiola una gloria mendace e che il mio caro professore Heinrich Neuhaus tanto biasimava. L’incessante richiamo all’ordine dello spartito darebbe meno licenza a questa “libertà”, a questa “individualità” dell’interprete con cui si tiranneggia il pubblico e si infesta la musica, e che non è nient’altro che mancanza di umiltà e di rispetto per la musica stessa. Certo non è cosi facile essere assolutamente liberi quando si ha lo spartito davanti e ci vuole molto tempo, lavoro e abitudine, per questo è meglio cominciare il più presto possibile. Ecco un consiglio che darei volentieri ai giovani pianisti: adottare finalmente questo metodo sano e naturale che permetterà loro di non annoiarci vita natural durante con gli stessi programmi, e di crearsi loro stessi una vita musicale più ricca e variata." In generale è una questone personale, ci sono brani dove ha più senso memorizzare e brani dove ha meno senso...
  10. Per me le questioni sono 2, nel biennio lo studente deve arrivare a padroneggiare profondamente la materia e andare un po' al di la delle ricostruzioni stilistiche (per cui maturare una prima propria cifra), nel triennio si può essere ancora ancorati a modelli ben rodati che hanno fatto storia. Se ci sono molte lacune, probabilmente il triennio non guasta..se fosse possibile, direi un buon compimento medio
  11. ...mea culpa, si. Ho pochissimissimo tempo, per questo ti rimando a questo topic che mi è venuto in mente https://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/5959-testi-di-musicologia Il sito dell'università di Pavia e fatto molto bene e c'è indicata una bibliografia (utile e interessante) per ogni argomento
  12. Io penso che le affermazioni di Kierkegaad andrebbero contestualizzate nella sua filosofia; facendo così risulterà più comprensibile la natura dei suoi assoluti e in particolare ai riferimenti al classicismo e al concetto di sensualità (parlando del Don Giovanni). Qualcun altro troverà la perfezione in Rossini
  13. Sono di corsissima ma rispondo velocemente almeno a questo punto: Io sono un compositore e indico i metronomi Come fai a suonare un mio brano senza queste indicazioni? Ora, secondo te, quando decido una velocità in base a quale contesto sonoro mi riferisco? Quello che esiste o posso immaginare Fra 300 anni come suoneranno il mio RachTime? E chi lo sa Scusa se vado sul pragmatico ma Beethoven penso abbia avuto le stesse esigenze
  14. Dal punto di vista della storia della musica?
  15. Per me, come fa cenno Fabio, c'è di mezzo il concetto di metodologia
  16. Mi scuso per aver abbandonato temporaneamente - per ragioni di tempo - questo mio topic La realtà dei fatti è che io conte come il 2 di picche quando briscola è bastoni . Sono loro che scelgono a prescindere dal mio parere, io mi limito a proporre farcendo di poche parole la presentazione del compositore...del tipo: "E' uno dei compositori più importanti (NON IL PIU' IMPORTANTE; NON SONO PER GLI ASSOLUTI) della storia della musica. Poi loro fanno il resto e mi "tocca" ascoltarmi Mozart
  17. La memoria va allenata come altra capacità, ci si può esercitare partendo dalle classificazioni di Sandor.
  18. Ottimo testo che bisogna possedere e studiare .... senza dimenticarci di Charles Rosen: "Le forme sonata"
  19. La questione delle indicazioni metronomiche è una delle più dibattute in Beethoven, c'è da filtrare le interpretazioni che hai ascoltato tramite gli apporti della filologia che è una disciplina relativamente giovane. Sicuramente Beethoven ha indicato delle velocità che si possono rispettare pedissequamente o ricontestualizzare tenendo conto di fattori che ormai si sono irreversibilmente mutati rispetto al momento in cui le opere sono state composte. Dimensione e potenza di suono degli strumenti, dimensione della sala e non di meno la memoria storica che ormai ci siamo costruiti duranti ascolti Beethoveniani che possono andare al di la dei parametri sopra descritti. Del resto in musica e soprattutto in un certo determinato repertorio conta soprattutto il fatto che vega rispettato il discorso tensivo che non può dipendere solo dal parametro "metronomo"
  20. Per armonia non mi farei mancare in libreria testi come Piston, Schoenberg e De La Motte; per contrappunto Zanolini. Per storia della musica hai già ricevuto ottimi spunti,se ti interessa un periodo in particolare puoi chiedere; per il '900 in generale una sana lettura di testi come Alex Ross, Il resto è rumore non gusta
  21. Per imparare a solfeggiare i gruppi irregolari ne devi capire prima il funzionamento; per fara breve dovresti passare dalle scomposizioni che puoi travare ben descritte libro di teoria di Luigi Rossi. Poi serve un bel po' di pratica
  22. Io ho dedicato un paio di brani al piano pedalier e posso dire che in effetti esiste il Pinchi pedalpiano system che è una soluzione interessante dal punto di vista musicale, oltre a svariati vantaggi logistici. http://www.pinchi.com/pedalpiano.asp
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