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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Chi andrà in questo periodo troverà molta acqua e non sarà quella del mare; non tutti (dipende dal posto) ma io sarò uno di quegli sfigati
  2. E' disponibile l'mp3 di Bianca
  3. Aggiunto: Lowseling - Sonata Op. 27 n° 2
  4. Ecco gli elaboerati, per i commenti http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3532-partendo-da-una-melodia-2014/
  5. Vedi, questo è il caso in cui uno dei 4 punti di vista (dell'ascoltatore) può influenzare interpreti e non essendoci ai tempi di Mozart la musicologia, Mozart aveva 2 punti di vista su 3 . Non è poco e questo gli ha permesso di arrivare ai giorni nostri. Comunque la perfezione è una delle virtù dell'arte, per cui Mozart ci è arrivato a pieno titolo
  6. Lascio l'onore a Kappa di spiegare il discorso relativo alla tonalità, ma tecnicismi a parte, io trovo non chiara la tua affermazione (Daniele) quotata da Kappa. Dici che la musica di Šostakovič "è una dimostrazione altissima di come la tonalità avrebbe potuto evolversi nel Novecento e dopo". Rifletto su questo, e penso che lo stesso Šostakovič (1906-1975) ha vissuto per quasi 3 quarti di secolo, praticamente aveva tutto il tempo per dimostrare come doveva essere nel novecento e non come "poteva essere" (o meglio...quest'ultima parte eventualmente verrebbe per il dopo '900, ovvero questo secolo). Considera che valuto un punto di forza della sua musica il mostrare e non dimostrare; però non ho colto quello che intendi.
  7. No problem Daniele, discorsi ampi e complessi, difficile capirsi tramite 4 righi. Un giorno ci vedremo e di persona ci renderemo conto che diciamo sostanzialmente la stessa cosa ma con parole diverse. Comunque ho capito bene cosa vuoi dire
  8. Penso che tu non abbia letto il mio ultimo intervento, Evvabé, camma fà?
  9. A dirla tutta, Roman Vlad (pace all'anima sua) nel suo capolavoro mostra prorpio come la musica di Stravinskj sia "russa dentro", location a parte
  10. Thallo ha centrato il discorso, su questi argomenti si possono esprimere pareri da diversi punti di vista, li riassumo come segue: - interprete - compositore - musicologo - ascoltatore Fra i 4 ritengo che l'ascoltatore si muova più secondo il gusto, sono certo che il Frank ascoltatore preferisce ascoltare Shostakovich a Stockhausen e sicuramente a Webern (a parte la Passacaglia), per cui un conto è mostrare interesse per il lavoro di un compositore e un conto e il piacere nell'ascoltare la sua opera. Forse parto dal presupposto che i miei gusti d'ascolto non siano interessanti, per cui esprimo più un parere tecnico da compositore, arricchiata da qualche nozione musicologica. Quello che voglio dire è che se un compositore, non per sua scelta (vedi Webern) diventa un punto di partenza e addirittura crea un mainstreamnig o è sempre scelto dagli interpreti (per mille ragioni), la sua grandezza è innegabile. Questo non vuol dire che l'ascoltatore non conti, anzi, ma è più facile ricadere in questioni di gusto e perdere una certa oggettività Insomma, leggendo gli scritti spesso non riesco a discernere pareri da ascoltatore o tecnici in senso lato. Quando si mischiano le due cose, sembra quasi che la musicolgia sia al servizio del gusto. Ma sappiamo tutti che non è così. In effetti la premessa del topic è stata modificata in corsa (ne do atto a Daniele), ho veramente apprezzato e approvo i commenti che sono stati postati sin ora. Infatti vorrei rassicurare Daniele o altri interessati al discorso...mi piace pensare che sia possibile distinguere il valore della musica di Chopin rispetto a quella dell'ultimo dei compositori (io potrei essere il primo di questa lista). Per cui non è vero che alla fine è il gusto a guidare valutazioni di questo tipo, è difficile tramite pochi post e poche righe trattare un argomento vasto e articolato in modo oggettivo e allora può sembrare che vinca il gusto. O meglio, tornando al discorso: qualcuno sceglie i punti di riferimento e i punti di partenza, è in senso lato il gusto di molti addetti ai lavori...non di certo uno. Mi sto accorgendo che mi sto impelagando in un discorso molto grosso, si può cercare di mettere sul piatto idee...ma la sosatnza è che Bach non è diventato Bach a caso...idem per gli altri.
  11. A parte che non c'è nessuna polemica, semplicemente mi sembrava strano non leggere dei nomi invece che era ovvio ci fossero (lette le premesse). In realtà non cito Rachmaninov, bisognerebbe chiedere a Kappa, ho solo fatto una domanda leggendo una tua risposta (proprio a Kappa). In generale stiamo parlando di argomenti già molto sviscerati dalla musicologia, il fatto che ci siano compositori che hanno cambiato il modo di scrivere, pensare e ascoltare la musica non è un grosso segreto. Personalmente parlando, in riferimento a questo, anche se non impazzisco per lui, non si può non citare Webern, un gigante trascurato è Messiaen, certamente i due già stranominati Schoenberg e Stravinskj, mi permetto di ricordare il già citato Stockhausen per l'avanguardia, Berio e Grisey. Non è un parere di gusto, sono quegli scogli dove il grande flusso della storia della musica ha deviato. Sicuramente si può essere ancora più precisi, ma non ho molto tempo in questo momento. Per gli altri grandissimi compositori (giusto per completezza, anche io sono un compositore. Chiaro, mi esprimo nel XXI secolo) li posso valutare sul piano della musicalità e la grandezza delle loro opere. Per Rachmaninov, rispolvero questo topic http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/2244-rachmaninov-140
  12. Bel topic, anche molto interessante, per cui non vorrei rovinarlo. Scherzi a parte mi hanno colpito alcune frasi del tipo rivoluzione, reazione, Stravinskj e la dodecafonia, si parla dei compositori più grandi del secolo scorso, etc. Procedendo per moto retrogrado, come prima cosa ricordo che un secolo è fatto da 100 e non 50 anni…per cui Berio è innegabile. Precisato questo dettaglio, discorso dodecafonia, ho notato che girano date in riferimeno a delle precise opere. Il metodo di composizione dodecafonica venne descritto da Schönberg in un articolo del 1923, intitolato “Komposition mit 12 Tönen”, successivamente pubblicato in Stile e idea. L’pera 31 citata da Thallo è l’opera esemplificativa (esemplare) di questa tecnica e seppur vero che Sagra della primavera di Stravinskj è del 1913, bisognerebbe inquadrare quest opera nella trasformazione del suo (di Stravinskj) percorso stilistico e musicale. Le tappe sono fondamentalmente 3: L’ambiente russo fino al 1920 Il periodo neoclassico 1920-1950 E finalmente il periodo seriale 1950-1971 In questo ultimo periodo ci si può riferire a Stavinskj, in termini di dodecafonia. E per capirci, I tre viennesi sono morti, la serie appartiene alla storia e dunque Stravinskij può utilizzarla: è la sua risposta contemporanea. Senza citare le opere, in questo caso una sua opera esemplificativa sono le «Variations: Aldous Huxley in memoriam». (per capirci siamo nel 1963-64, prima esecuzione nel 65) . Ecco che Stravinsky usa la tecnica dodecafonica con una certa libertà, dimostra come questo sistema sonoro all’apparenza molto chiuso possa permettere all’artista di esprimersi nel rispetto della propria personalità e delle proprie caratteristiche estetico/stilistiche. Si percepisce tutta la sua qualità intellettuale, artistica ed espressiva e soprattutto mostra come un artista può esprimersi e mantenere la propria identità con un sistema all’apparenza molto chiuso (come del resto hanno saputo fare altri prima di lui), sforzandosi di capire l’essenza di ciò che rende un linguaggio comunicativo, senza chiudersi alle critiche e alle nuove idee, e senza dimenticare che c’è un passato che ci appartiene e che non ci si può escludere, come se non esistesse. Premesso questo, Schoenberg rivoluzione e Stravinskj reazione. Ok alla prima ma Schoenberg stesso ha avuto la sua reazione. Ascoltare e analizzare il trio opera 45 (del 1947), oltre ad essere un capolavoro di orchestrazione, non usa la stessa dodecafonia dell’opera 31. Il suggerimento è di approfondire la «combinatoriality hexachord» (questa è già reazione), già utilizzata da Schoenberg, analizzando l’hexachordal transposition-rotation che applica Stravinskj. Per cui la questione è molto articolata. Tornando al topic, a me piacerebbe sapere in base a quali parametri @Daniele dici questo Lo chiedo perché se analizziamo la prima metà del ‘900, perché di questo si sta parlando, assieme a Stravinskj, Bartok è uno di quelli che è riuscito ha inglobare nella propria opera la musica folklorica, con mezzi diversi da Stravinskj ma con la dignità di altre soluzioni al pari dell’ipercromatismo, la dodecafonia e le altre soluzioni sperimentate all’inizio del secolo scorso per uscire dalla tonalità. Shostakovich in tutto questo, per un sacco di ragioni già ben evidenziate, ha un ruolo diverso. Io gli riconosco la grandezza della sua musicalità ma la sua presenza/assenza è abbastanza ininfluente per l’evoluzione della storia della musica. Come lui altri già citati, per cui mi piacerebbe, al di la dei gusti, capire in cosa ad esempio Shostakovich è “superiore” (ammesso che abbia senso chiederselo) rispetto ad un Bartok … o perché no, all’amico Rachmaninov. E a loro volta cosa sicuramente hanno in meno di Schoenberg e Stravinskj ...e in utto questo: Webern e Messiaen? Voglio dire, questi sono i nomi che dovrebbero emergere come grandezza pensando al '900, all'appello mi mancano molti di quelli che l'hanno praticamente riscritto
  13. Se è vero che molte persone del settore si sono mosse per onorare la scomparsa del Maestro...non ho notato grossi movimenti lato media. Magari mi sono banalmente perso qualcosa io.
  14. Io ho pressochè finito, lo lascio riposare un po'; ho puntato sull'essenzialità.
  15. > Mozart era ispirato direttamente dalla musica In realtà questo dovrebbe valere sempre e si spera per tutti; un'altra risposta che ci svincola dal contesto storico culturare può essere: "ascoltando molta buona musica". A volte fa molto di più UN buon ascolto (analitico) che TANTE seghe mentali (scusate il francesismo dantesco).
  16. Se la mettiamo a livello di tecnica pura, c'è un esercizio di Mozzati dedicato proprio all'apertura della mano, si chiama "Squarcio"
  17. In effetti OscarP ha ragione, ce li ho in pdf, e sono certo che a qualsiasi pianista che si avvicini a quegli esercizi, anche se a digiuno di improvvisazione, possa venire voglia di "pasticciare" un po' o anche regalarsi delle belle improvvisazioni.
  18. Visto che sembra ci sia Mozart "nell'occhio del ciclone", ai suoi tempi (giusto pour parler) secondo te o da chi fosse interessato, da cosa ci si faceva ispirare? Quali erano i punti di partenza?
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