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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Un conto è la conoscenza della teoria musicale per poter leggere qualsiasi partitura e un altro è scrivere quello ce uno sente più vicino alla sua estetica. Se sei ispirato dal neoromanticismo, probabilmente userai solo una parte della semiografia e della semiologia. Questo non sposta di una virgola il concetto di cura del proprio pensiero musicale e conseguenze durante la scrittura in partitura. Estremizzando il discorso, persino il rallentando alla fine del brano può considerarsi prassi esecutiva; per cui ogni desiderata andrebbe indicato in partitura e soprattutto dopo Ravel, Debussy, Mahler come potrebbe essere diversamente?
  2. E' morto Paolo Poli, intramontabile del teatro http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2016/03/25/news/e_morto_paolo_poli-136304128/
  3. Avevo inteso, ma il mondo classico ormai è un po' più ampio di come mediamente si pensa (dico in generale) e per forza di cose include roba di 50 anni fa. Ormai un grattato è storicizzato quanto un pizzicato compresa la sua notazione.
  4. Mi viene in mente che c'è anche una nuova disciplina che si occupa di studiare un fenomeno molto diffuso, capita che la scrittura non sia sufficiente a comunicare il desiderata, in questi casi vengono forniti supporti multimediali con il risultato sonoro e la richiesta di realizzarlo. Praticamente è il caso in cui non c'è un segno esaustivo in partitura e il risultato può essere garantito solo fornendo un preciso esempio. Youtube è ricco di esempi .... Siamo un po' fuori dalla componente strettamente ritmica ma più attinente al suono, considera che alcuni suoni dipendono dalla velocità di attacco ed eseuzione che si potrebbe indicare in partitura ma ...serve un audio-video
  5. Come dicevo non sono moderne, sono classiche (dopo mezzo secolo e internet di mezzo) Ci sono testi che ne parlano ampiamente di semiografia e semiologia del '900 e qualsiasi interprete finito non ha difficoltà a leggere le sequenze di Berio, semmai a suonarle (o cantarle) in modo credibile; il da farsi è abbastanza chiaro. Spesso bisogna avere i frontespizi delle opere per poter suonare correttamente quello che richiede il compositore e difficilmente oggi si inventano segni, avviene solo se strettamente necessario come ad esempio se in letteratura non ne esistono. Come si fa a sapere se è "lecito" inventare un simbolo? Ecco che si torna alla conoscenza approfondita della teoria, di quanto è stato fatto ed entrato nelle conoscenze comuni.
  6. Simone, con la parola "antico" mi hai fatto venire in mente un amico che diceva sempre: "non si dice antico, si dice classico" In effetti le partiture degli anni '60 ormai sono classicismo e un 'interprete deve saper leggere una partitura classica (tanto più antica, vogliamo parlare del tetragramma gregoriano con notazione in campo aperta? Molto attuale in alcune estetiche del '900) figuriamoci un compositore che di certo non può ignorare le note in quanto antiche e usate da secoli. Noto che usi con ambiguità il termine "rigido", in realtà la partitura è l'unico tramite fra compositore ed interprete, in un mondo dove non esiste più una prassi esecutiva (anche se esistono corsi di prassi esecutiva contemporanea) , l'unico mezzo è la ricchezza di scrittura. Anche la scrittura più aleatoria ormai è molto controllata, per cui anche se le partiture appaiono più pulite, sono ricche di prescrizioni. Direi: informazioni sufficienti affinchè la partitura sia autosufficiente, ovvero deve funzionare anche in assenza del compositore. Stockhausen è solo uno degli esempi (c'è anche la sua scrittura aleatoria) e in effetti non basta un'antologia ricca delle più svariate soluzioni dal punto di vista ritmico (anche se noon completa) al quale bisogna affiancate per forza un sacco di partiture. Vogliamo parlare seriamente di Messiaen? Detto questo ho visto cadere musicisti sul 4 contro 3, non parliamo dello Scriabin di cui facevo cenno. Il musicista moderno non trascura nulla, non ignora quanto si deve sapere in ambito di teoria musicale. Nelle scuole americane pensate che non esiste il corso di composizione, questa riguarda solo la sfera creativa di quello che è la teoria, della quale invece esistono cattedre e corsi in abbondanza. C'è solo una strada giusta, quella di studiare e fare il possiible - parlo per me - per ignorare sempre meno; purtroppo è una lotta impari
  7. Sentire eseguiti i propri brani è sempre una cosa positiva. Dove la suoneranno? Pensa che la mia Barcarola scritta per l'ultimo LAB giace in fondo ad un cassetto. Per cui sii contento! Poi ce la farai sentire.
  8. Qualche spunto lo puoi prendere da qui, comodo in quanto a parte la traduzione in 4 lingue diverse trovi anche i riferimenti ai brani, che puoi procurarti. Non c'è strada migliore che passare dall'ascolto con partitura alla mano http://www.libreriauniversitaria.it/semiography-and-semiology-contemporary-music/libro/9788876656163
  9. Frank

    Ritmo

    Guarda, ti basterebbe il primo esempio che è uno degli studi dell' opera 42 di Scriabin (parliamo del 1903!)
  10. Frank

    Ritmo

    Tu hai idea di come è stato usato il tempo (in senso lato) in musica nel '900? E il ritmo? Senza trascurare le formule notazionali e relativa lettura (precisa) delle stesse. Diciamo che un paio di lezioni piene smarcano sommariamente solo una delle sequenze di Berio (e solo dal punto di vista ritmico) Procurati il testo e prova a dargli una solfeggiata, poi vedrai che ti sarà tutto più chiaro a livello di mole di lavoro.
  11. Frank

    Ritmo

    Pensa che tengo un corso - NON ESAUSTIVO - che prevede 24 ore di lezione sulla questione, dubito che si possa estinguere in due parole Inizierei col procurarmi l'antologia del novecento della Rugginenti Editore. Giusto per farsi un'idea di massima sui problemi da affrontare.
  12. Mi fa piacere, ma tieni presente che come dicevo erano partiture sperimentali che non hanno mai preso il volo, nel tempo si sono consolidate altre tecniche di notazione delle alterazioni...per cui mi sembra un binario abbastanza morto. Di fatto però esistono questi esempi nel repertorio.
  13. Fibonacci sequence in music Lascio aperto il dialogo
  14. Frank

    agogica

    L'agogica riguarda la gestione del tempo. Ad es. accel., rit. a tempo, etc.
  15. Ogni segno in partitura deve essere utile, se il brano non è tonale non ha significato l'armatura in chiave. Capita in alcune partiture - sperimentali di un secolo fa - di trovare in chiave armature non convenzonali in quanto alcuni suoni erano sempre a quell'altezza o addirittura che davanti ad ogni nota ci sia sempre una prescrizione (#, b o bequadro), in questo caso era solo una questione estetica. Ad oggi si indica ciò che è veramente utile, se il brano non è tonale (o modale), sostanzialmente l'armatura è inutile.
  16. Frank

    Legature

    Le legature di arcata vengono utilizzate per gli archi e servono ad indicare le note che devono essere suonate (appunto) in un arcata.
  17. Non direi, se analizzi il lavoro che ha fatto Berio in Sinfonia - intendo a livello macro forma - nella tonalità sarebbe semplicissimo. Se guardiamo la microforma e ovviamente il terzo movimento, se fossimo in un contesto tonale,la selezione si baserebbe su altri frammenti ma è possibile senza troppi problemi e può avere anche senso. Scrivi un capriccio in sol-? Sai quanti frammenti d'autore potresti usare con facilità e che puoi cucire su un "II V I"
  18. Ferrea agli albori, ma moltissimi compositori ci hanno mostrato che poi così ferrea non è. O meglio, può essere vista ferrea non meno di altri linguaggi (volendo anche II V I è una gabbia molto stringente). Parafrasando Natan, diciamo che se un brano di Ives fosse dodecafonico dovresti capirlo dalle prime 12 note, senza troppi voli pindarici.
  19. Se proprio vogliamo indicare Ives precursore di qualcosa, direi del collage...pratica molto cara a compositori come Berio (Sinfonia), giusto per citarne uno dei primi.
  20. Frank

    MTT on line

    Benvenuto MTT
  21. Sicuramente i testi di Levine sono un riferimento solido e indispensabile; ottimo lo spunto didattico.
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