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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Dopo tutta quella fatica, avrei almeno catturato un campione del risultato sonoro, da usare in qualche composizione Magari alterandolo con un po' di sitensi
  2. Ciao Doc, iniziavo a preoccuparmi Io ho recuperato tutto quello che mi avevi passato, se a te, ScalaQuaranta o altri interessasse, posso girare tranquillamnte. PS Considerami iscritto da adesso al tuo eventuale seminario
  3. Da un lato capisco, però non si può sempre scrivere pensando di avere davanti un allievo di conservatorio ... in fin dei conti, se tutti avessero fatto così ci saremmo persi un sacco di buona musica. E una delle caratteristiche della musica degli ultimi decenni è proprio caratterizzata dal fotto che nasce dallo stretto rapporto fra compositore/interprete e senza lo stesso non esisterebbe un sacco di musica oggi disponibile. Se ci pensate bene, ciclicamente capita nella storia della musica, cambia il contesto, ma le componenti in gioco sono sempre le stesse...pensate a Liszt e Paganini...
  4. Potrebbe essere un ottimo Aforisma ma a parte confermare la tua musicalità lo sento troppo ridondante...condizione abbastanza difficile da raggiungere in poco più di un minuto...eppure, tant'è che ... La parte più riuscita secondo me è l'idea iniziale è soprattutto come arriva la ripresa che rende ancora più accattivante il materiale.
  5. Lo conosco solo di nome, ma sto raccogliendo un po' di informazioni per capire se vale la pena o meno sborsare quella cifra
  6. Frank

    Presentazione

    Ben venuti, Michele e Angelo
  7. Penso tu abbia ragione. C'è da dire che canovaccio parte da un materiale sostanzialmente datato (un paio di serie dodecafoniche) per progressivamente, attraverso la variazione, arrivare al fatitico minuto. Per cui l'ascoltatore viene preso un po' per mano. Nel caso di Mirror Seven la questione è diversa, si parte proprio da materiale scalare di mia invenzione... sulla quale elaboro lo sviluppo, la parte centrale arriva come climax e non come conclusione di un percorso. Questo capisco possa "urtare", ma stiamo facendo i conti senza l'oste...ovvero il quartetto che lo suonerà. Non guasterebbe pure un parere sulla loro performance, voglio proprio vedere come ne verranno fuori...diciamo che la partitura è molto dettagliata.
  8. Sostanzialmente la parte che ti indicavo di Canovaccio incompito è costruito, con le dovute differenze, usando lo stesso principio di deformazione di Mirror Seven; solo che in canovaccio c'è un timbro unico (quel pf seppur schifoso è superiore come playback a Mirror Seven). Un'altra diversità c'è, ed è il numero di voci che è superiore in canovaccio, che per assurdo dovrebbe dare meno chiarezza in un contesto come quello che ti ho proposto. In realtà avevo già messo fuori linea Mirror Seven da 2 o 3 giorni, in attesa di sostituire il playback con la versione suonata da strumenti reali (ti farò sapere)...sono proprio curioso di vedere a livello di percezione se ti cambierà qualcosa sentendo gli strumenti per la quale è veramente stato pensato. Anche perchè io stesso, nel play back, non ci sento la stragrande delle articolazioni che ho inserito in partitura. Grazie per il feedback Piccinesco.
  9. Di sicuro non è semplice, ancora peggio alcuni brani di Lachenmann ... perchè li si alza uleriormente il livello di difficoltà. Prova ad ascoltare senza tentare di capire qualcosa, non è musica narrativa ...
  10. Potrebbe essere interessante guardare brani tipo: Second String Quartet http://www.youtube.com/watch?v=wMB9239-fmo Versione con partitura
  11. Ah, Franchino Gaffurio si rifà appunto alla scuola (stile?) fiamminga, scrive l'impossibile con l'intento di semplificare ... non capisco dove sta il problema di riconoscere in quei centri una scuola. I successori l'hanno presa a modello, non esiste solo in concetto di scuola alla Darmstadt, ci sono quelle di fatto e visto che poi è passato mezzo millennio...i modi per forza devono essere diversi per intendere una scuola. E pensa, nonostante tutto, la musica di Messiaen che era li! ... cosa centra con Darmstadt? Senza andare avanti, proviamo ad andare indietro...parliamo della Scuola di Notre Dame
  12. Forse in modo poco chiaro Dunstable l'ho incluso nei miei cenni storici, Io ragionerei in modo stratificato e per "generazioni", trovata didattica, ma efficace. Cioè, la domanda giusta è: cosa centra Dunstable con Du Fay, che come puoi notare fa da collante con la seconda generazione (Dunstable era solo un “link” che ho notato che mi è stato segato nel post). E infatti il primo periodo è dominato dalla figura di GUILLAUME DU FAY che inizialmente risente della tradizione dell’ Ars nova francese e dalla polifonia inglese che si espande nel continente durante la guerra dei 100 anni anche grazie alla diffusione della musica di JOHN DUNSTABE che oltre ad utilizzare la struttura contrappuntistica usa anche la tecnica del “FALSO BORDONE” che consisteva nell’aggiunta improvvisata di due voci inferiori che si muovono per moto parallelo, sfruttando le relazioni intervallari di terza e sesta , rispetto alla melodia gregoriana preesistente presentata nella voce più acuta. Nel secondo periodo, diciamo che a livello contrappuntistico la tecnica contrappuntistica raggiunge traguardi rilevanti; a volte (in strutture di ampio respiro) sino a ridursi ad uno sterile esercizio accademico e se guardi la Condotta delle parti sostanzialmente si sviluppano molte delle tecniche canoniche ben note oggi Questa è scuola con la "S" maiuscola. Ancora oggi si usa quel tipo di speculazione …di “discrezionalita” della musica Praticamente JOSQUIN DESPREZ consolida e tende sotto l’aspetto stilistico, a una maggiore chiarezza, semplicità e trasparenza della struttura formale, e , nello stesso tempo, a una consapevole morbidezza sonora, ad una ricercata dimensione espressiva. Per cui usa numerose cadenze suggerite dal significato delle parole e dall’andamento delle frasi, usa il moto parallelo delle voci, usa le melodie più semplici e ritmo più lineare. Questo è un piccolissimo excursus, che ha portato a consolidare un certo e significativo risultato. Qualcuno ha parlato della seconda scuola di vienna…Schoenberg, Berg e Webern non avranno mica scritto la stessa musica? Eppure Il lavoro dei 3 è stato etichettato come seconda Scuola di Vienna e c’è da dire che fra i 3 Webern solo è stato radicalizzato dai successori … lui era molto più avanti del suo maestro e di Berg che era un uomo del passato. Per cui il parallelismo ci sta tutto, e in un modo diverso rispetto ai fiamminghi, anche la scuola di Vienna si è fatta scuola…come Webern, Josquin ha fatto scuola che, complici tutte gli elementi che ho messo nella premessa, è stata diffusa negli altri centri.
  13. Secondo me si, l'attacco è diverso rispetto all'arco ed evidenzia maggiormente il ritmo delle terzine, soprattutto dove la dinamica non è pp (e a battuta 6 ... spariscono)
  14. “Saint François d’Assise” dovrebbe essere l’unica opera lirica di Messiaen, una delle sue ultime composizioni. http://it.wikipedia....'Assisi_(opera) Non lo possiedo ancora, ma so che c’è un bel testo di Silvia Corbetta sull'argomento http://musicaliaorga...iaen-saint.html e fra quelli che penso cercherò di procurarmi a breve, anche perché di questa opera so poco e niente
  15. Provo a dire la mia sui fiamminghi cercando di argomentare il più possibile. Mi piacerebbe che chi fosse contrario argomentasse, magari dando riferimenti reperibili per approfondire la questione. Partendo dal contesto storico geografico e parto dicendo che per scuola fiamminga si intende la cultura musicale che nasce nel XV secolo e domina tutto il ‘400 europeo determinando un’influenza decisiva sulla formazione e lo sviluppo della musica rinascimentale. Riferimento storico: la guerra del 100 anni fra Francia e Inghilterra (1337-1475) favorisce indirettamente il consolidamento politico ed economico del Ducato di Borgogna sotto la guida di Filippo di Borgogna e Carlo il Temerario (ciò che geograficamente oggi sono Francia meridionale, Belgio e Olanda). Questa regione conosce un periodo di grande fioritura artistica (musica e arti figurative), anche se successivamente avverrà la divisione del ducato di Borgogna fra Francia e Asburgo lo sviluppo creativo della musica non ebbe tregua in particolare nelle province dei Paesi Bassi (fiamminghi); i centri di produzione furono: Bruges, Gande, Cambrai, Anversa, Utrect, Liegi, Tournee, Bruxelles, etc. La premessa a questa evoluzione musicale è data dalla formazione scolastica-musicale dei Pueri-Cantores (Bambini-Cantori); studio del latino, del canto gregoriano, della polifonia sacra e profana, studio della composizione. Dopo la muta della voce il percorso formativo prosegue con lo studio universitario orientato verso discipline culturali/umanistiche Da non dimenticare il professionismo: in seguito a questa solida preparazione, i musicisti sono pronti per l’esercizio della professione come cantori, compositori e maestri di cappella. Ecco che una serie di musicisti si espanderanno in nazioni come la Spagna, l’Italia e le regioni Austro-Tedesche dell’impero. E poi il mecenatismo: l’esempio dei duchi di Borgogna (che avevano favorito lo sviluppo delle arti) ben presto fu seguito dalla nobiltà e dall’altro clero di tutto il continente. La cultura diventa strumento di raffinato piacere estetico e il riflesso di stili di vita. La musica, emancipata da vincoli teologici liturgici, deve confrontarsi con le esigenze di una nuova committenza che esige opere funzionali a propri desideri di consumo e di esibizione di potere. Anche se non mi piace la divisione per generazioni, almeno le prime tre vorrei citarle: I) 1400-1460: Gilles Binchois Guillaume Du Fay (Centro musicale di Cambrai) -->John Dunstable II) 1460-1490: - Guillaume Du Fay - Johannes Ockenghem (Centro musicale di Parigi) - Antoine Busnois III) 1490-1520: - Josquin Desprez - Jacob Obrecht - Heinrich Isaac - Ludwig Senfl - Mouton (Centro musicale di Parigi) A me sembra che si siano proprio i presupposti per parlare di scuola, se non ci fossero vorrei che il mio scritto sia dignitosamente “smontato”
  16. Mi sembra una buona idea approfondire brani mirati, magari come su imbeccata di Carlos, basandosi sui cambi stilistici di Beethoven. Visto che si parla di classificazioni e categorie, come scrissi in questo topic http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/546-tremolo-di-ottave-spezzate/ possiedo un cimelio (che trovai una ventina d'anni fa a Praga) dove nel frontespizio c'è scritto: Edited by Franz Liszt Newly revised by C. Kuhner Bosworth Edition Arranged according to difficulty Liszt propone le sonate nel seguente ordine: Op. 49 n. 2 Op. 49 n. 1 Op. 79 Op. 14 n. 2 Op. 14 n. 1 Op. 2 n. 1 Op. 10 n. 1 Op. 10 n. 2 Op. 2 n. 2 Op. 2 n. 3 Op. 10 n. 3 Op. 13 Op. 22 Op. 28 Op. 7 Op. 78 Op. 26 Op. 31 n. 3 Op. 31 n. 1 Op. 90 Op. 27 n. 1 Op. 27 n. 2 Op. 54 Op. 31 n. 2 Op. 53 Op. 81a Op. 57 Op. 101 Op. 110 Op. 109 Op. 111 Op. 106 Magari utile
  17. Il pregio che ci vedo io, a differenza di altre tue composizione che si rifanno al linguaggio bachiano, è che in questo brano tendi a rivisitare in modo personale (v/trasfigurzione) il materiale barocco.
  18. Vorrei essere un po' "cattivello", prova a chiedergli quali sono i punti di debolezza della musica "seria" di Messiaen , così, curiosità ...
  19. La presenza di questo aspetto mi porta ad approcciare al discorso in modo diverso. In un contesto simile, diversi anni fa, avevo speso il seguente scritto, che sento ancora di condividere...diciamo al 90%, lo posto lo stesso nella speranza che diventi uno stimolo per la discussione --------- “Se devo relazionarmi sull'argomento con un altra persona che non è un addetto ai lavori, ma "solo" un ascoltatore e fruitore del panorama musicale completo, si hanno poche alternative. O meglio, intanto bisognerebbe capire se entrambi gli interlocutori sono disposti a costruire quel pezzo di ponte che permetterà ad entrambi di trovarsi e unirsi. Una domanda preliminare potrebbero essere: quanti brani (in percentuale) ritieni validi sul panorama: "musica da discoteca" E poi farei seguire un bel "cosa di questi brani ti colpisce/piace maggiormente"? Per ogni evidenza mostrerei come nella musica d'arte questo aspetto è presente all'ennesima potenza, anche con esempini pratici. Purtroppo il confronto costruttivo costa energie per entrambi, e se vuole costruire il suo pezzetto di ponte... deve investire un po' di tempo. Alcune leve: -se a lui piacesse l'elemento "melodia" prenderei un brano di Chopin, gli canticchierei i vari temi e durante l'ascolto guidato li evidenzierei -se a lui piacesse l'elemento "ritmico" prenderei un brano di Bach, gli mostrerei cosa vuol dire varietà ritmica -se gli piacesse la "forma" (strofa, ritornello, controcanti del coro, elaborazioni di ogni sorta, etc.), gli spiegherei cosa è "veramente" una forma ...e via dicendo per il testo, per gli aspetti tensivi, etc. Il bello è che alla fine l’interlocutore continuerà ad ascoltare la musica da "discoteca"… ma almeno avrà capito quali sono gli strumenti per "valutare una composizione" ("esponente" e "maggiore presenza di tutti gli elementi (...che poi sono costrutti)"). A me è capitato e capita tutt'ora questo "ingrato" mestiere, e devo dire che per ora sono riuscito, chi più chi meno, a imboccare un percorso di ascolto...che si parta dal canone di Pachelbel, dal Requiem di Mozart, per Elisa di Beethoven, La marcia nuziale (anche le due che vanno per la maggiore, un bel confronto), aria sulla quarta corda, sogno d'amore di Listz, l'adagio di ”Albinoni” (che adesso fa molta presa) e chi più ne ha più ne metta, sicuramente qualche appiglio ci sarà ...la pubblicità fornisce veramente molti spunti (per fortuna, almeno questo). Capita pure che l'interlocutore non gli freghi nulla di quello che dirai...il lavoro sarà molto lungo e difficilmente porterà a buoni frutti. Però se uno volesse veramente capirlo, gli addetti ai lavori hanno veramente tutti gli strumenti senza "scadere" nel tecnico. Frank PS Aggiungo un po' di carne al fuoco (volutamente provocatorio); stabilito che la musica deve essere fruibile a più livelli, e più livelli essa soddisfa e maggiore dovrebbe essere valevole...domando: UNO - meglio la musica delle avanguardie del '900 (che FORSE arriva all'addetto ai lavori e non al popolo): "un target in meno" - meglio la musica di G. Allevi di turno (che arriva al popolo e non agli addetti ai lavori): "un target in meno" ... mi porto avanti...c'è un target che conta? DUE La musica, per essere bella, deve essere per forza geniale?” --------- A parte le domande un po’ provocatorie finali, devo per forza quotare la risposta molto personale di Thallo Io, e penso voi altri, mi sono avvicinato alla musica d’arte in tenera età non perché sapessi cosa ci fosse scritto dentro, ma perché era la “mia” musica. Questa al tempo stesso è una stoccata alla musica concettuale, che deve essere “capita” per essere apprezzata … ergo, chi all'età di 10 anni ci si avvicinerebbe, ignaro di tutto quello che può esserci dietro? … butto li l’ultima cattiveria della giornata
  20. Mi hai fatto venire in mente questa citazione del buon Bettinelli "Un genere di musicalità intuitiva, affascinante e al tempo stesso inspegabile." Ed aggiunge nel suo libro: "La composizione musicale": "Che cos'è la musicalità nelle sue molteplici manifestazioni? Che significato si può attribuire a esternazioni dalle mille sfaccettature che possono presentarsi precocemente o in chi è totalmente ignaro di cose musicali per poi, a volte, scomparire ad un tratto senza lasciar traccia, cioè nel fenomeno di certi bimbi prodigio? E' perchè tanti grandi interpreti, coltissimi e preparatissimi, non sanno mettere insieme due note di loro invenzione? Invece può capitare, per contro, che un mediocre pianista di "piano bar" musicalmente analfabeta sappia improvvisare, sul filo di famore canzoni prevalentemente americane - o proprie -, con un gusto armonico raffinatissimo, sorprendente ed ogni volta diverso - il che esclude l'imparaticcio a memoria, come io stesso ho potuto constatate -."
  21. Vevendo al topic, non mi viene in mente nessun esempio strettamente pop e completamente collocabile in un contesto di "musica concreta" ... ottime le segnalazioni "tangenti"
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