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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Potrebbe essere anche interessante fare un approfondimento per quanto riuarda la Sociologia della Musica, qui se ne faceva cenno senza troppi "risvolti"...lo trovo un ambito molto interessante http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/1607-sociologia-della-musica
  2. Spero di riuscire durante l'estate a fare una proposta concreta e tangibile in risposta al topic...ci aggiorniamo più avanti.
  3. Frank

    Salve a tutti

    Ben venuta Lorena
  4. Scommetto che se avessi citato Donatoni...avresti detto il contrario ... del resto essere tradizionalisti non ha mai pagato. Scherzi a parte, ti invito ad ascoltare diversi suoi lavori, soprattutto quelli in età più giovanile...dove la sua musicalità trapela (più libera) da tutti i pori . Resterai stupito di come si può essere originali (e MUSICALI) senza inventarsi chi sa che.
  5. Bettinelli, a proposito dell'istinto creativo scriveva... "Un genere di musicalità intuitiva, affascinante e al tempo stesso inspegabile." Alcuni spunti forniti dall'ottimo compositore e didatta presi dal suo libro: "La composizione musicale": "Che cos'è la musicalità nelle sue molteplici manifestazioni? Che significato si può attribuire a esternazioni dalle mille sfaccettature che possono presentarsi precocemente o in chi è totalmente ignaro di cose musicali per poi, a volte, scomparire ad un tratto senza lasciar traccia, cioè nel fenomeno di certi bimbi prodigio? E' perchè tanti grandi interpreti, coltissimi e preparatissimi, non sanno mettere insieme due note di loro invenzione? Invece può capitare, per contro, che un mediocre pianista di "piano bar" musicalmente analfabeta sappia improvvisare, sul filo di famore canzoni prevalentemente americane - o proprie -, con un gusto armonico raffinatissimo, sorprendente ed ogni volta diverso - il che esclude l'imparaticcio a memoria, come io stesso ho potuto constatate -."
  6. Buon "compleanno" Malipiero 18 marzo 1882 - nasce a Venezia Gian Francesco Malipiero (Venezia, 18 marzo 1882 – Treviso, 1 agosto 1973). Un buon ascolto Gian Francesco Malipiero: Sinfonia del mare (1906)
  7. Io farei una specifica, 100 competenti INTELLIGENTI, altrimenti meglio 1.000.000 di incapaci. Ti dirò anche perchè. se i 100 competenti sono monocolore e non vanno al di la di un palmo dal loro naso, considereranno valida la tua musica solo se attinente al loro credo. Ogni riferimento è puramente casuale... ... riconoscere modernità oggi è più difficile di quello che sembra; c'è una schiera di competenti al quale piace sentire dagli strumenti solo rutti e scoregge. Tu dirai, ma questi non sono competenti … … e chi lo stabilirebbe? Terreno minato e domande senza risposta, gli assoluti in musica non esistono … si può stabilire se una cosa è veramente ed oggettivamente valida solo se il codice fosse comune; per cui solo se un lavoro è tonale ... ci possono essere tutti i presupposti per una valutazione di questo tipo ... ma sappiamo tutti che la tonalità da sola non basta per essere credibili veramente e fino in fondo.... Per il resto… nessuno può avere la risposta in tasca, anche se ognuno ha le proprie idee....più o meno condivisibili.
  8. In relatà manca nel 90% dela musica pop, ma c'è sempre un eccellente 10% Del resto oggi come oggi, ci sono capre anche fra chi compone con approccio più classico... Penso che la domanda di Elfo prescinda dai risultati...forse... Chi comprerebbe CD pieni di bassi...armonizzati? Et. etc.
  9. Ripenso alla mia definizione e vedo se Allevi rientra. Si > questione di credibilità Se non fosse credibile, nel suo genere, non venderebbe. Il suo genere è fatto per vendere...per cui è credibile. Aggiungo, credibilità fatta anche da riconoscibilità: Nel bene o nel male è riconoscibile. E' un compositore.
  10. Io vorrei essere più sintetico di RStrauss Penso che sia una questione di credibilità; da un lato implicitamente contempla quanto già elencato ma dall'altro non fa "discriminazione" di codice, stile, sintassi, etc.
  11. Aggiungo anche che non so quanto sia produttivo per un pianista ignorare completamente l’ambito contrappuntistico, a parte perdersi una parte cospicua di repertorio, secondo me ci sarà difficilmente quella completezza necessaria ad un buon interprete. Si possono fare anche parallelismi parlando di altri ambiti, senza andare lontano il mondo della composizione….visto che il topic è frequentato anche da compositori. Ad esempio c’è chi ignora o vuole ignorare delle tecniche pensando che siano a priori inutili, invece si può trarne molto giovamento. La conoscenza non ha mai ammazzato nessuno...molto peggio la condizione contraria.
  12. Non ha alcun senso perché temo tu abbia letto male la mia (sottile) affermazione che non era rivolta a Schubert ma fra le quali è impossibile inserire opere di Schubert che hanno qualche secolo di vita. Eppoi il mio discorso fra le righe non si riferiva assolutamente a itunes, c'è una schiera di opere che ormai vive solo sui libri e se non ci fosse youtube di turno, ai concerti non le sentiresti mai (ricordiamoci che la musica va respirata dal vivo) ...cosa che sta succedendo però anche a certe opere di Schubert e non solo. Chiaro, per 2 motivi completamente diversi...e in effetti anche la resistenza allo scorrere del tempo è diversa. PS Io non sono un critico musicale, sono compositore. Scrivo e l’analisi e la comparazione di opere di diversi compositori (e delle loro tecniche) è ninfa vitale. Il tuo punto di vista è quello dell’interprete o dell’ascoltatore che è molto differente da quello di un compositore. Per capirci, dei brani che esistono ne facciamo due utilizzi completamente differenti e di conseguenza anche l’approccio alla materia ne risente. Anche se a dirla tutta una buona analisi produce anche una buona interpretazione della paritura, mi riferisco ad un' eventuale esecuzione. Non penso che ci sia un approccio giusto o sbagliato…ma ipotizzando che volessi tornare a fare l’interprete, se volessi imparare a suonare con il pianoforte un linguaggio contrappuntistico non andrei da Czerny che invece è più efficace in altri ambiti. E parlo di pianismo e non di valore compositivo.
  13. Ho letto tutto il topic e dal mio punto di vista tutti sono passibili di critiche, io per primo ... ma anche Mozart. Visto che siamo umani, tutti siamo fallaci, per cui il fatto che un musicista sia citato nei libri di storia, automaticamente non stabilisce a 360° che tutto quello che ha scritto è oro colato. Inoltre non penso che la quantità sia l’unico parametro per stabilire se un musicista ha valore o meno, se conto quante fughe ho scritto io, supero tranquillamente quelle di Czerny, ma onestà intellettuale per onesta intellettuale, solo una quindicina le considero musica …gli altri esercizi. A controprova che la quantità conta fino ad un certo punto, anche se sempre onestamente parlando, quelle che considero musica …lo sono realmente. Comunque sia il lavoro di comparazione fra musicisti è sempre produttivo e soprattutto, se fatto saggiamente, è molto utile. Inoltre io la metterei più sul piano evolutivo e partirei dalle fughe di Bach (con lo sguardo rivolto al rinascimento), passando da quelle di Mendelssohn e magari facendo una puntatina a Franck…(ma anche altro, si accettano proposte)… l’importante sarebbe non tralasciare la seconda scuola di Vienna in modo da capire cosa della fuga e del contrappunto in generale è stato preso da Schoenberg & C. e quindi incorporato nella dodecafonia. Dulcis in fundo…mi spingerei fino a Stravinsky, analizzando i suoi lavori dodecafonici, soprattutto cercando analogie alla fuga e capire cosa è rimasto e quanto meno. Altra puntatina…nel 1960 Dave Brubeck incide la suite "Points on Jazz" per due pianoforti, in cui include anche una Fuga. Meriterebbe un approfondimento Onestamente, in un discorso di questo genere non riesco a collocare le fughe di Czerny… …chiaramente ognuno è liberissimo di ascoltare la musica che desidera e se le fughe di Czerny per qualcuno sono significative, è bene che venga rispettato…come viceversa, capisco che il tempo è poco, la vita è breve, e c’è tanta musica e tante fughe da ascoltare che per forza di cose uno deve darsi delle priorità….di gusto e professionali. A latere di tutto, dubito che Czerny sia passato alla storia per l’opera 400…o meglio, l’opera 400 è ininfluente per l’evoluzione di un procedimento come quello della fuga. Per cui prenderei di Czerny la sua parte migliore, il repertorio (da qualche parte ho linkato qualcosa)… che assieme ad alcune opere didattiche, lo descrivono come un artista valido. E tornando all’inizio del mio post, che ci piaccia o meno il mondo non è solo bianco o nero,, per cui ecco che nonostante si possa essere scritti nei libri di storia, alcuni artisti hanno avuto un peso ed altri meno. Chi stabilisce questo non sono io, ne chiunque altro, ma il tempo che incessantemente corrode le opere dei musicisti che, pur grandi essi loro siano o siano stati, sentono il passare dei secoli. Già oggi diverse opere di grandissimi come Schubert risentono di questo inevitabile decorso…per altre opere recentissime la vita è stata brevissima, e se non fossimo nell’era del digitale … penso sarebbero solo sui libri di storia.
  14. Potrebbe essere utile dare un'occhiata all'orchestrazione Weberniana
  15. A me nessuno, però l'improvvisazione è una forma di espressione che nasce e si consuma in modo unico e legato a un determinato momento per cui quello che succede in quella determinata serata non è ripetibile allo stesso modo. Se voglio sentire DrJellyfish, devo frequentare i locali dove si esibisce, ed ogni sera potrò ascoltare qualcosa di unico nonostante magari parta dagli stessi standard. Il disco permette, come succede sempre più frequentemente, che uno si tiri giù le note e ripeta Coltrane in modo letterale. Praticamente il disco funge da partitura…vedi youtube e giapponesi vari Allora tu dirai… ma allora i compositori non ricadono in questa casistica? Certo, se proprio devo…voglio mettere su carta (o su disco) tutto… voglio decidere a tavolino tutto per benino, non mi voglio vincolare ai miei problemi tecnici di strumentista (insomma, seppur suono il pianoforte, non sono Polliini), decido io come devono dialogare gli strumentisti, posso attingere dal gesto strumentale e dalle idee nate da un improvvisazione intima … poi plasmata a piacimento, etc. Tutto per dire, tornando al discorso iniziale, che quando uno sa che l’improvvisazione sarà registrata per cui fruibile sempre allo stesso modo in eterno e dalla collettività (oggi possiamo dire il mondo intero), si pone nei confronti dell’improvvisazione in modo diverso…forse meno libero, fino all’estrema conseguenza (letta fra le righe) di passare dalla carta. E se ci pensi bene questo nel mondo classico occidentale è già successo tantissimo tempo fa. Comunque anche nel mondo classico i compositori improvvisano, quello che succede è rallentare lo scorre del tempo, cioè usando supporti difficilmente cancellabili (vedi lucido e china…certo, so che ci sono le lamette, ma esiste l’onestà verso se stessi) ...una volta scelta un a nota (anche mettendoci un'ora) … non si torna più indietro. Non so, alcune idee poste in libertà come se ragionassi ad alta voce…
  16. In realtà io le ho scritte e le conoscete già...l’anno scorso ho fatto una “sporcacciata”. Per cui aspetto le altre Le variazioni possono dare soddisfazione
  17. “Interessante”…come al storia dei collaboratori che girava un paio di decenni fa …Conoscevi il maestro X, facevi una sorta di tirocinio e poi ti davano la cattedra (notare, adesso sono tutti professori universitari...) Una sorta di appalto? Curioso Alla faccia del ciufolo, contando che non si parla della docenza di Santa Cecilia. Capisco se li tenesse Fedele...però... A conferma che la normativa non a previsto continuità didattica, per cui finisci i preaccademici e … (appunto, che titolo rilascerebbero? )...e....e.....e... Se finisci il liceo musicale almeno hai un diploma e puoi, nel caso uno non fosse ammesso alle AFAM, a “ripiegare” con grosso sacrificio e fatica su altra facoltà. Le mie perplessità aumentano sull’argomento, cosa ne pensate?
  18. Raffaele, sospetto tu sia l'unico partecipante attivo per questo laboratorio ... punto tutto su di te
  19. Frank

    un saluto a tutti

    Ben venuto Gianfranco
  20. Stefano Zenni, in uno dei suoi testi, mette in contrapposizone proprio le esigenze delle realtà discografiche con le esigenze "performative" Detta per inciso, se non ci fossero stata la possibilità di registrare, ci saremmo persi dei grandissimi capolavori...anche se questo può sembrare (e probabilmente è) contro l'estetica jazz...o delle realtà improvvisative in senso lato.
  21. La scadenza originale era fine Gennaio 2013, lo scorso laboratorio sulla forma sonata ha creato qualche ritardo e si pensava a fine febbraio. Diciamo che vista la fuga per metà maggio, spostata anche essa (mi sembra di ricordare)...fai un po' tu. Quando pronte postale. Eventualmente puoi proporre quelle per chitarra e poi la relativa orchestrazione...anche per raccogliere pareri in questo senso.
  22. Secondo me ti conviene andare di persona per evitare spiacevoli "mezze" comprensioni .. per dirla all'inglese. Eventualmente una telefonata non guasta mai. Comunque sia composizione mi sembra una branca troppo trascurata nei licei (musicali) e "forse" nei preaccademici; sostanzialmente non mi sembra che ci sia alternativa al vecchio compimento inferiore o preparazione alternativa a quello che poteva essere quasi un vecchio settimo. Fra l'altro i preaccademici dovrebbero sopperire alla mancanza di frequenza di un liceo, e in entrambi casi non c'è garanzia di accedere al triennio. Per cui uno si potrebbe fare liceo o preaccademici..e fermarsi li perchè fuori graduatoria. L'accesso al triennio resta comunque impegnativo per varietà e difficoltà delle prove quindi, ipotizzando un eventuale preparazione da privatista, l'impresa resta ardua. Non conosco direttamente Roma (solo tramite racconti di terzi), non so quanto suggerire in generale un corso preaccademico...che forse resta comunque l'unica strada in alternativa al liceo … anche se ripeto, nel liceo non si fa nulla ne di composizione, ne di improvvisazione (pensando al jazz).
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