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Piano Concerto - Forum pianoforte

GILDA

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Tutto postato da GILDA

  1. Grazie Stradivari....che dire...Mamma mia! Grandioso....Una tecnica mostruosa ma anche grande espressività e un bellissimo suono, molto potente, corposo e morbido allo stesso tempo sulla terza e quarta corda. Sono molto curiosa di sapere su quale strumento suona....ovviamente dovrebbe essere un violino importante, suonato da un grande....grazie ancora
  2. Ciao a tutti...e del nostro Paolo Mazzocchi che ne pensate ?
  3. Ciao Leo, rispetto il tuo punto di vista e spero che ascolterai con pazienza il mio parere. Dici che il dono non esiste ma ammetti che comunque esiste in ogni essere umano " una qualità passiva " ....e perché metti dei limiti alla qualità passiva? Perché in una qualità passiva devono rientrare solo capelli, spalle, corpo? E perché non l'intonazione o la voce, quest'ultima oltre tutto riguarda proprio il corpo? Avere una bella voce fin dalla nascita non è forse una qualità passiva ? Credi forse che una persona che nasce roca, con un registro mediocre e con corde vocali da far pena, con l'applicazione possa arrivare a cantare come un bravo cantante ? Vedi dunque che il dono non è altro che quella qualità passiva del corpo umano di cui tu parli .Un bambino che nasce e a 3 anni si mette a cantare in maniera perfetta senza che nessuno glielo abbia insegnato , ha ricevuto una qualità passiva nel corpo umano ( come la chiami tu ),perché si è ritrovato questo dono senza nessuno sforzo e senza che nessuno glielo insegnasse, esattamente come gli occhi azzurri o i capelli coi boccoli....era nel suo DNA....io li chiamo doni, tu li vuoi chiamare qualità passive...ok, a me sembra la stessa cosa.....Il dono infatti non è altro che una qualità passiva proprio perché presente fin dalla nostra nascita. Negare che esista il "dono" vuol dire anche negare la genialità, significa che i pochissimi geni che abbiamo avuto nel mondo non sono altro che le pochissime persone che hanno studiato veramente, che si sono veramente applicate , che in realtà non avevano nessun dono particolare e che se sono diventati dei geni è solo perché hanno studiato di più? Significa anche che tutti gli altri non si sono applicati nella stessa egual misura... Ma non è vero questo....Io non potrò mai diventare come Chopin , nemmeno se ne studio 30 di ore al giorno, ed è questo "mai,mai,mai" che mi fa comprendere che esiste un "dono". A Chopin bastava 1 ora soltanto di studio al giorno ( testimonianza del suo papà in una lettera )....insomma li abbiamo davanti a noi ogni giorno di questi esempi, come si possono negare le evidenze? Concordo comunque con te, in altre cose che hai detto e che sono a mio parere sacrosante , e cioè che il talento o dono è solo un inizio che deve essere sviluppato in qualcosa di più grande con l' applicazione e lo studio, come anche Sisifo ha detto ,altrimenti non si arriva da nessuna parte. Come sono anche d'accordo sul fatto che studiando ci miglioriamo e affiniamo e anche un mediocre con l'applicazione può arrivare ad un buon livello....ma dubito senza un minimo dono.Concordo perfettamente con Frank,...sugli esempi dei personaggi di cui hai parlato, hai evidenziato i loro difetti e non i loro veri doni...Comunque sono opinioni....può darsi che tu abbia ragione.....il corso della vita ci dirà la verità.
  4. Anche i capelli del nostro capo sono un bel dono....pensa...c'è chi non ha nemmeno quelli.....o chiedi a un calvo di farseli crescere i capelli.... figurarsi nella musica. Come mai esistono bambini piccoli che senza nessun aiuto sono perfettamente intonati e altri invece stonati...la differenza che c'è tra il primo e il secondo è che il primo ha ricevuto un bel dono , l'altro ne avrà ricevuto un altro ma non quello.
  5. Egidio, mi sono dimenticata di dirti che sono d'accordo sul fatto che un musicista non debba essere per forza un genio per fare comunque buona musica...Ok, hai ragionissimo e mi trovo daccordissimo con te come anche con Frank quando dice che ci sono diversi gradi di doni. Resto dubbiosa però che senza un pur minimo grado di "dono", con la sola applicazione, si possa arrivare a fare musica dignitosa. Comunque volevo dire che sono intervenuta a difesa del " dono " perché nell'articolo che ho letto sembrava che in realtà non esistesse.
  6. Ok Egidio...tutti fanno musica, anche la casalinga , il bimbo, che canticchia. Ed è bene che sia così. Ho risposto all'articolo che ho letto sul talento musicale e i miti da sfatare.....Leggendo l'articolo sembra che alla fine non esista nessun dono e che tutti bene o male con lo studio e l'applicazione si possa arrivare a fare arte. Ora, se per arte si intende anche fare musica a livello amatoriale è un conto, allora forse sarebbe meglio non parlare di talento. A parer mio la vera arte necessita del "Dono", che per me esiste e che proprio nell'arte si esprime nel migliore dei modi. Ti dico cosa intendo io per " dono "....: qualcosa che esce dai canoni della normalità e che non tutti hanno. Proprio perché non normale è donato... qualunque cosa tu faccia di estremamente complicato ma con estrema facilità, che ti rende particolare nella sua originalità al punto da stupire tutti . Rendersi conto che ciò di cui ti stai servendo non è per merito tuo raggiunto con i tuoi sforzi, ma appunto (proprio per la facilità con cui te ne servi)è donato dalla natura, trovato senza sforzo .Quel qualcosa che per te è così facile fare mentre per altri addirittura impossibile e mai raggiungibile. Non stiamo parlando della normalità ma appunto di un "Dono".I doni si trovano nella musica, nella scienza, letteratura ecc....grazie a questi personaggi ricchi di doni oggi abbiamo Chopin, Paganini, Liszt, Beethoven, Caravaggio, Leonardo, Einstein....Hanno lasciato al mondo quel "Dono" ad altri , i quali potranno servirsene e che altrimenti noi non avremmo conosciuto mai.
  7. GILDA

    Metodo Chopin

    Poiché l'intonazione è compito dell'accordatore, il pianoforte è liberato da una delle più grandi difficoltà che si incontrano nello studio di uno strumento. Non resta dunque che studiare una certa posizione della mano in relazione ai tasti, per ottenere facilmente la migliore qualità possibile di suono, saper suonare le note lunghe e le note corte e giungere a una destrezza senza limiti. Sottopongo a coloro i quali stanno apprendendo l'arte di suonare il pianoforte alcune idee pratiche molto semplici che l'esperienza mi ha dimostrato essere di una reale utilità. Essendo l'arte, con i suoi mezzi limitati, infinita, il suo insegnamento deve essere limitato da quegli stessi mezzi, per poter essere esercitata realizzando questa qualità infinita.. Sono state sperimentate molte pratiche inutili e moleste per imparare a suonare il pianoforte, che non hanno niente a che vedere con lo studio di questo strumento. Come se qualcuno, per fare una passeggiata imparasse a camminare a testa in giù.La conseguenza è che nessuno sa più camminare bene con i piedi, ma neanche tanto bene a testa in giù. Non si è capaci di fare veramente musica : e il genere di difficoltà su cui ci si esercita non sono le difficoltà che pone la buona musica, la musica dei grandi maestri. Sono difficoltà astratte, un nuovo genere di acrobazia. Qui non si tratta dunque di teorie più o meno ingegnose, ma di ciò che va dritto allo scopo e appiana l'aspetto tecnico dell'arte. Beninteso, non é questione di espressione musicale nè di stile, ma puramente dell'aspetto tecnico dell'esecuzione, che io chiamo mécanisme. Divido lo studio della tecnica in tre parti: 1-insegnare a entrambe le mani a suonare le note a distanza di un tasto ( quelle a distanza di un semitono e di un tono ), vale a dire le scale ( cromatiche, diatoniche ) e i trilli. Poiché non esiste, all'interno di questa categoria, una quarta forma astratta da studiare, tutto ciò che si potrà inventare per suonare per suonare a distanza di semitono e di tono sarà necessariamente una combinazione o un frammento di scale o di trilli. 2- Le note a distanza maggiore del semitono e del tono, ovvero da un tono e mezzo in poi: l'ottava divisa in terze minori, dove ogni dito occupa necessariamente un tasto, e l'accordo perfetto nei suoi rivolti. ( Note saltate ). 3- Le doppie note ( a due parti ): terze. seste. ottave. ( Quando si sanno le terze, seste e ottave, si sa suonare anche a tre parti-di conseguenza si conoscono gli accordi, che si sapranno spezzare, sapendone le note ). Le due mani assieme suoneranno a quattro, cinque o sei parti, e non c'è altro da inventare per quanto riguarda la tecnica del pianoforte. Al pianoforte ci si siede in modo da poter raggiungere entrambe le estremità della tastiera senza doversi sporgere da un lato. Il piede destro sul pedale del forte ma senza alzare gli smorzatori. Il gomito a livello dei tasti bianchi, la mano rivolta né a sinistra né a destra. La giusta posizione della mano si trova collocando le dita sui tasti mi, fa diesis, sol diesis, la diesis,si.Le dita lunghe occuperanno i tasti neri alti e le dita corte quelli bassi bianchi. Per rendere il sistema di leve relativamente uniforme, bisogna posizionare in linea tra loro le dita che occupano i tasti alti, e così pure quelle sui tasti bianchi; ciò darà alla mano una curvatura e una scioltezza che non è possibile ottenere con le dita allungate. La mano è morbida, rilassata; polso, avambraccio, braccio, nell'ordine, tutti seguiranno la mano. ( F.Chopin )
  8. ok, ragazzi, concordo con voi sul fatto che una persona non deve limitarsi, e se sente la voglia di cantare anche se stonata deve farlo e come....mi riferivo al "dono" in quanto talento ,dire che non esiste il " dono ", che è un luogo comune da sfatare , credere che tutti studiando si può diventare musicisti è sbagliato....pensare che con lo studio si arrivi certamente alle vette di un grande musicista è falso, come è falso pensare che i grandi musicisti erano tali solo perché hanno studiato molto..... Vorrebbe dire che tutti studiando potremmo diventare Beethoven o Mozart..... Sappiamo tutti che non è così. Poi certo che Sisifo ha ragione nel fatto che una persona anche se stonata ha tutto il diritto di cantare, di provarci e di divertirsi anche. Io mi riferivo all'articolo scritto in cui si dice che il Dono in realtà sembra non esserci e che tutti possono arrivarci con l'impegno e una giusta educazione . Come si può dire questo con bambini prodigio, con compositori come Mozart o pittori come Caravaggio ?...non avevano forse un dono ? E questo comunque non soltanto nel campo della musica ma in tutti i campi. Anche nel campo della scienza, letteratura, pittura ecc.. Ogni individuo ha un suo dono e come esistono i biondi e i mori, i bianchi e i neri , i capelli ricci e i lisci, i calvi e i capelloni, esistono tanti doni nelle loro diversità....a ognuno il compito di scoprire il suo dono e di avere l'opportunità di svilupparlo per poter esprimersi al meglio e così realizzarsi come persona. Ma dire che con lo studio e una giusta educazione potrò diventare uno scienziato come Einstein....Mah!....magari!
  9. Bravo Simone.....mi è piaciuto...concordo con te sul ritmo che deve sempre rispettare il senso del brano.I grandi pianisti , come anche all'ultimo concorso Chopin a Varsavia lo eseguono quasi tutti al tuo metronomo. Complimenti ancora.
  10. Complimenti Antares e grazie.....Liszt non poteva mancare ...che bello!!!
  11. Ciao Antares 86 ....complimenti per il nuovo compositore di tutto rispetto arrivato in questo forum.....Il grande Liszt....Volevo dirti che io ho letto il libro. Mi è piaciuto moltissimo e lo trovo interessantissimo . Chi può descrivere meglio Chopin , delinearne il suo profilo se non chi lo ha conosciuto ed era addirittura legato a lui da amicizia sincera? Consiglio a tutti di leggerlo . Ci sono tanti libri su Chopin ma Liszt è quello che più lo descrive meglio....se oggi conosciamo tanto su Chopin , in modo particolare sul suo carattere, personalità, sul suo modo di suonare e di interpretare la sua musica e quella degli altri compositori è grazie a Liszt e altre testimonianze di chi è vissuto vicino a lui.....Il grande Liszt stimava e ammirava molto Chopin. E' stato lui tra i primi a scoprire il suo genio e ad ammettere anche purtroppo che geni come Chopin erano destinati a raggiungere una gloria degna solo almeno 50 dopo la sua morte....Complimenti ancora per Liszt! Ciao Gilda
  12. Grande! Veramente....una bellissima interpretazione. Grazie Chopin.
  13. Ho letto la riflessione....in parte sono d'accordo e in parte no....L'arte della musica invece è veramente un dono naturale. Intonati si nasce non si diventa purtroppo. Bisogna esserne portati. Il mondo è pieno di persone stonate che non riescono a cantare e a comprendere l'ampiezza di un intervallo tra un tono e semitono, come anche a non saper riprodurre un ritmo appena ascoltato. C'è gente che si è impegnata una vita a diventare intonata senza riuscirci. Sfido qualunque stonato che con lo studio diventi intonato. La prima prova attitudinale che mi fece un professore al Conservatorio all'inizio dei miei studi musicali quando ero piccolina fu un test sull'intonazione e sul ritmo. E' da li che si comprende se si può iniziare a studiare la musica. Sono d'accordo però che questo non basta....ci vuole lo studio, umiltà, tenacia e pazienza. Il talento senza l'intelletto non basta per arrivare alla vetta. Però con l'intelletto senza il talento neanche si inizia.
  14. Lettera di Chopin a Tytus Woyciechowski Parigi 12 dicembre 18 Mio carissimo. Mi sono sentito rinascere appena ho ricevuto la tua lettera. La tua ferita! Mi sono giunte diverse notizie, e diverse spiegazioni ho dato ( a modo mio ) alle espressioni delle lettere che ho ricevuto da casa. Kot, che mi ha scritto, si è espresso così stranamente che ho avuto paura dei pensieri che mi si sono affollati nella mente. Nondimeno, c'incontreremo ancora in questa vita! Che cambiamenti, che miseria, chi l'avrebbe mai previsto. Ricordi il consiglio notturno, a Vienna, la vigilia della tua partenza! Il vento mi ha spinto qui; si respira dolcemente ma forse anche si sospira di più, perché è facile farlo. Parigi è tutto ciò che vuoi, puoi divertirti, annoiarti, ridere, piangere, fare tutto ciò che ti piace, e nessuno si accorge di te, perché qui ci sono migliaia di persone che fanno le stesse cose e ognuno a proprio modo. Del resto non so dove ci siano più pianisti che a Parigi; non so dove ci siano più asini e più virtuosi che qui. Devi sapere che sono giunto qui con pochissime raccomandazioni. Malfatti mi ha dato una lettera per Paer, qualche altra lettera a Vienna l'ho avuta per gli editori, e questo è tutto. Ma solo a Stoccarda, dove mi è giunta la notizia della presa di Varsavia, ho definitivamente deciso di partire per questo altro mondo. Tramite Paer, che qui è il Kapelmeister di palazzo, ho conosciuto Rossini, Cherubini ecc., Baillot ecc. Sempre tramite lui ho conosciuto anche Kalkbrenner. Non crederai quanto io fossi curioso di conoscere Herz, Liszt, Hiller ecc., ma tutti sono uno zero di fronte a Kalkbrenner. Ti confesso che come Herz suonavo, ma vorrei suonare come Kalkbrenner. Se Paganini è la perfezione, Kalkbrenner gli corrisponde, ma in tutt'altro genere. E' difficile descriverti la sua " Kalm , il suo tocco affascinante, l'inaudita uguaglianza e la maestria che affiorano da ogni sua nota : è un gigante che schiaccia gli Herz, i Czerny ecc., e anche me. Cos'è accaduto dunque? Presentato a Kalkbrenner, egli mi prega di suonargli qualcosa. Volente o nolente, non avendolo sentito prima, ma sapendo come suona Herz, ho messo da parte l'orgoglio e mi sono seduto. Ho suonato il mio Concerto in mi minore,, che i renani Lindpaintner, Berg, Stuntz, Schunke e la Bavaria tutta non sapevano più come lodare. Ho sorpreso il signor Kalkbrenner che mi ha immediatamente chiesto se sono allievo di Field .( Di questo mi sono molto rallegrato ), e ancor più quando Kalkbrenner, volendo farsi ammirare, s'è seduto al pianoforte, s'è sbagliato e ha dovuto interrompersi! Ma poi, bisognava sentire come si è ripreso ; non avrei mai pensato una cosa simile. Da quel momento ci vediamo quotidianamente, o viene lui da me o vado io da lui e, dopo avermi conosciuto bene, ora mi fa la proposta di studiare con lui , per tre anni, per fare così di me, a sua detta, qualcosa di molto, molto. Gli ho risposto che so quanto mi manca, ma che non voglio imitarlo e tre anni sono troppi. Nel frattempo mi ha convinto che posso suonare benissimo se sono ispirato, e malissimo se non lo sono, cosa che non mi accade mai.. Mi ha detto, dopo avermi osservato più da vicino, che non ho scuola, che sono su di una buona strada, ma posso deviarne. Che non ci sarà più un rappresentante della grande scuola pianistica dopo la sua morte, oppure quando lui avrà smesso definitivamente di suonare. Che non posso, anche se volessi, costruire una nuova scuola senza conoscere la vecchia, in una parola, che non sono una macchina perfetta, e che così intralcio lo svolgersi dei miei pensieri. Che sono originale in quello che compongo, e sarebbe un peccato se non diventassi quello che prometto ecc.ecc. Inoltre se tu fossi qui, tu stesso diresti " impara ragazzo, finché c'è tempo ". Molti mi hanno sconsigliato, ritenendo che io posso suonare bene quanto lui, che egli fa tutto ciò per orgoglio, per potermi chiamare allievo suo più tardi ecc.ecc. Sono tutto facezie. Bisogna sapere che tutti qui, ma tutti, hanno stima del talento di Kalkbrenner - ma parimenti non lo possono soffrire come persona , perché non dà confidenza al primo imbecille che si presenta; ma è vero, come il mio affetto per te, che è superiore a tutti quelli che ho ascoltato. Ho scritto di tutto ciò ai miei genitori, e loro sembrano convenirne. Ma ad Elsner i giudizi di Kalkbrenner paiono dettati dall'invidia. Malgrado questo ( devi sapere che ho già tra gli artisti una grandissima nomea ) darò un concerto il 25 dicembre. Baillot, quel famoso rivale di Paganini, vi suonerà; Brodt, celebre oboista, anche; io interpreterò il mio fa minore e le Variazioni in si bemolle maggiore, sulle quali, con provenienza Cassel, ho ricevuto da un tedesco ( entusiasmato da queste Variazioni) , una recensione di dieci fogli, in cui dopo enormi premesse entra nella disamina del pezzo battuta per battuta, spiega che non sono variazioni come tutte le altre, ma che si tratta di una sorta di tableau fantastico. Della seconda variazione dice che Don Giovanni corre con Leporello; della terza, che abbraccia Zerlina mentre Masetto ( nella parte del basso ) si adira e dell' Adagio, nella quinta battuta dice che Don Giovanni bacia Zerlina sul re bemolle. Plater ieri mi chiedeva dove ce l'avesse, Zerlina, quel re bemolle ecc. C'è da morire per la fantasia di questo tedesco, che s'è intestardito perché suo cognato porti questo articolo a Fétis della " Revue Musicale ". Il buon Hiller, ragazzo di grande talento ( ex allievo di Hummel, il cui Concerto l'altro ieri e la Sinfonia hanno avuto un grande effetto, è un uomo di tipo beethoveniano, ma pieno di poesia, fuoco e spirito ) mi ha faticosamente difeso, dicendo a quel signor cognato che questa proposta invece di essere saggia era molto stupida. Ma torniamo al mio concerto. Oltre il resto, suonerò con Kalkbrenner a due pianoforti, con altri quattro d'accompagnamento, la sua Marcia suivie d'une Polonaise. E' un'idea folle. Uno è un pantaleone enorme, ed è appannaggio di Kalkbrenner; l'altro è un piccolo verticale monocorde, ma sonoro come una serie di campanellini, e questo è per me, gli altri quattro sono grandi e fanno da orchestra. Li suoneranno Hiller, Osborn, Stamaty e Sowinski. Quest'ultimo non arriva nemmeno a legare le scarpe ad Alex buonanima ( una cui allieva ho conosciuto qui ). Non ha testa, solo buono l'aspetto ed il cuore. Norblin, Vidal, il celebre violista Urhan ( mai sentito nulla di simile ) mi aiutano. C'è la possibilità di piazzare i biglietti. La cosa più difficile è stata trovare una cantante. Rossini avrebbe permesso ad una cantante dell'Opéra di cantare a questo concerto, se avesse potuto agire senza il consenso del Signor Robert, il secondo direttore, che non voleva essere minacciato in futuro da duecento o trecento simili richieste. Ma finora non ti ho scritto nulla dell'Opéra. Non ho mai sentito il Barbiere eseguito come la scorsa settimana da Lablache, Rubini e la Malibran ( Garcia ). Né ho mai sentito l'Otello cantato come da Rubini, Pasta e Lablache, né l'Italiana cantata come da Rubini, Lablache e Mme Raimbeaux. Come non mai, adesso a Parigi ho tutto. Non puoi immaginare cosa sia Lablache! Dicono che la Pasta sia un poco calata, ma non avevo ancora visto nulla di più sublime. La Malibran affascina con la sua voce meravigliosa, e canta come nessuna. Meraviglia! Meraviglia! Rubini è un tenore perfetto, prende le note a piena voce, mai in falsetto, e a volte gorgheggia per due ore ( ma talvolta ricama troppo e vibra apposta con la voce, inoltre esegue trilli senza fine, cosa che tuttavia gli frutta i più grandi applausi ). Il suo mezza voce è ineguagliabile, C'è qui la Schroder-Devrient- ma non fa grandi furori come in Germania. La Malibran interpretava il ruolo di Otello, e lei quello di Desdemona. La Malibran è piccola, la tedesca enorme ; sembrava che Desdemona strangolasse Otello. E' stata una rappresentazione costosa ( ventiquattro franchi tutti i posti ) per vedere una Malibran nera che non cantava molto bene in quel ruolo. Devono dare il Pirata e la Sonnambula ecc. La Pasta è già partita ; dicono che non canterà più. L'orchestra è meravigliosa, ma su un altro piano rispetto alla vera Opéra francese ( l'" Académie Royale " ). Se mai c'è stato sfarzo in teatro, non so se abbia raggiunto il grado di fastosità di Robert le Diable, l'ultimissima opera in cinque atti di Mayerbeer, l'autore del Crociato. E' il capolavoro della nuova scuola, in cui i diavoli ( cori enormi ) cantano attraverso le tube, le anime si levano dalle tombe, ma non come nel Ciarlatano, bensì a gruppi di cinquanta, sessanta. Il teatro è un diorama in fondo al quale si vede l'intérieur di una chiesa e la chiesa intera illuminata per Natale o Pasqua con i monaci e tutti i fedeli sulle panche, con l'incenso; e soprattutto c'è l'organo, il cui suono in scena affascina e sorprende, e copre quasi tutta l'orchestra. Non potranno più rappresentare nulla di simile in nessun luogo. Mayerbeer si è immortalato! Ma è stato a Parigi tre anni prima di poterla rappresentare, e dicono che abbia speso ventimila franchi per gli attori. Anche la Cinti-Damoreau canta perfettamente, come meglio non si può; preferisco il suo canto a quello della Malibran. La Malibran sorprende, la Cinti incanta e rende le gamme cromatiche meglio di Tulon, celebre flautista. Non si può avere una voce meglio perfezionata, e fa così poca fatica, che sembra non accorgersi del pubblico. Nourrit, tenore francese, ha un sentimento stupefacente. E Cholet all'Opéra Comique, dove danno Fra Diavolo, La Fiancée e Zampa ( la nuova, bella opera di Hérold ) , è l'amante, il séducteur, irrita e affascina, è un genio con una voce veramente adatta alle romanze. Ha creato un genere per sé. All'Opéra Comique dànno adesso la Marquise de Brinvilière, una befana che avvelenava la gente ai tempi di Luigi XIV o XV. La musica è opera di otto autori: Cherubini, Paer, Berton, Hèrold, Auber, Baton, Blanguini e Caraffa. Penso che sarà difficile trovare una compagnia più bella per un concerto! Scrivimi cosa te ne pare; poi tuttavia dovrai riconoscere che non sono rimbecillito, nè voglio cadere nel ridicolo. Pixis ha un gran rispetto per me, sia per come suono, sia perché è geloso della sua ragazza, la quale guarda meglio me che lui! Scrivimi per carità o vieni qui; tuo fino alla morte e, forse, a presto. Il vecchio Potier è eccellente! Il giovane e Herwet sono qui. Anche Evra e Tiery, e Filés, ma non li ho visti. Abito nel Boulevard Poissonière n.27, ma tu non mi hai dato il tuo indirizzo, ho dovuto chiederlo a Wodzinski. I pianoforti di Pleyel sono il non plus ultra. Fra i Polacchi più spesso vedo Kunasik, Morawski, Niemojowski, Lelewel, Plichta; il resto è un enorme gruppo di imbecilli. Si va spesso dalla signorina Jaczorek, ma nulla di più. E' una bella fanciulla. Oleszczynski ha intenzione di farmi il ritratto col bulino. Sono stato in visita l'altroieri dalla Tyszkiewiczowa con Brykczynski, ma Poniatowski non c'era ancora; oggi vado da Montebello. Se non fosse stato per i Wodzinski non avrei saputo il tuo indirizzo, tu con la testa nelle nuvole. I Wodzinski ti aspettano qui, io ti vorrei vedere anche solo qualche volta, perché per poco non impazzisco di nostalgia, specie quando piove. La signorina Gladkowska ha sposato Grabowski, ma ciò non impedisce gli affetti platonici. In questo momento è arrivato Baillot. Suggello la lettera. Amami. Non posso finire senza raccontarti la mia scenetta con Pixis. Immagina, lui ha una signorinetta con sé, una quindicenne molto carina, con cui ( come dice ) pensa di sposarsi, e della quale, io già a Stoccarda, andando da lui, avevo fatto la conoscenza. Pixis arrivando qui mi invita a casa sua senza dire ( temendo che forse sarei venuto a visitarlo più celermente ) che questa sua signorina, di cui io già m'ero dimenticato, era venuta con lui. Mi prega di andare a trovarlo, quindi in settimana ci vado. Ed ecco che sulle scale, mostrando grande gioia, m'incontra la sua giovane pupilla, m'invita a salire, e non importa nulla che il signor Pixis non ci sia, mi prega di riposarmi, Pixis sarebbe arrivato subito ecc. ( Un certo fremito ci prende entrambi ). Mi scuso sapendo che il vecchio è geloso, sarei venuto un'altra volta ecc.; nel frattempo, mentre noi sulle scale così teneramente, con cuore innocente e grande gentilezza discutiamo, arriva il Pixisko, guarda ( come fa Soliva ) attraverso gli spessi occhiali, chi là in cima stesse conversando con la sua bella e affrettando subito il passo il tapino si ferma dietro di me, poi dice brusquement: " Bonjour " e a lei : " " Que ce que vous faites ici? ". Frase seguita da un'enorme geremiade di tutti i colori sul fatto che lei osa in sua assenza ricevere dei giovanotti. Anch'io sorridendo ( e con aria innocente ) dò ragione a Pixis e faccio presente che ella è uscita dalla stanza vestita così leggera ( con un semplice abito di seta ) ecc. Finché il vecchio s'è contenuto e sbollito, mi ha preso sottobraccio portandomi in salotto; non sapeva dove farmi sedere dalla paura ( che arrabbiandomi, quando lui non fosse in casa, lo fregassi o meglio gli fregassi la pupilla ). Mi ha accompagnato poi sulle scale, e vedendo che ridevo sempre un pò tra me e me ( non potevo nascondere il contento che traevo per la prima volta dal fatto che la gente mi potesse giudicare capable di qualcosa di simile ) è entrato ( l'ho visto ) dalla custode per chiedere se era molto tempo che io ero salito sulle scale ecc. Da allora Pixis non cessa di lodare sperticatamente il mio talento davanti a tutti gli editori, in particolare Schlesinger, che mi ha proposto di scrivere qualcosa sui temi di Roberto il Diavolo , che ha comprato da Mayerbeer per ventiquattromila franchi ! Cosa te ne sembra? Io un séducteur! F.Chopin
  15. Caro Sammy , per agevolare i vari passaggi del pollice nelle scale Chopin usava partire dalla tonalità di si maggiore per la mano destra , re bemolle maggiore per la sinistra. All'inizio faceva tenere la mano tranquilla facendo eseguire le note in maniera che i suoni fossero molto legati , poi li faceva suonare con lo staccato senza preoccuparsi molto per il passaggio del pollice.Un esercizio per esempio era il seguente: Mano destra: 1° dito sul mi, 2° sul fa diesis, 3° sul sol diesis, 4° sul la diesis, girata 1°dito sul si, 2° do diesis, 3° re diesis etc..... Mano sinistra: 4° dito sul sol bemolle, 3° sul la bemolle, 2° sul si bemolle, 1° sul do, girata, 3° dito sul re bemolle, 2° sul mi bemolle, 1° sul fa etc.... Si passava poi a scale più difficili. Dato che ogni scala ha delle posizioni fondamentali, attraverso il suonare prima legato e poi staccato e poi con le varie accentature sul 1° sul 3° e 4° dito la mano acquisiva quella familiarità nelle varie successioni di note al punto da ottenere attraverso l'azione muscolare un buon passagio del pollice senza far perdere alla mano la posizione corretta orizzontale. I molti allievi di Chopin hanno esserito che attraverso questa tecnica si arrivava a suonare molto bene il legato e a fare passaggi molto difficili e particolari , tipici e rivoluzionari in Chopin....come per esempio far passare il pollice oltre il 4° e 5° dito . Nonostante le numerose novità e originalità proprio per quanto riguarda la diteggiatura , Chopin si rifaceva comunque alla scuola di Clementi. Penso che sia necessario e fondamentale comunque essere seguiti da un bravo maestro di pianoforte specialmente per quanto riguarda la posizione corretta della mano nei vari passagi del pollice perchè un conto è parlare un conto è fare e un maestro accanto ti aiuterà a non acquisire posizioni sbagliate . Sul pollice non sò altro. ciao.
  16. Ciao Sammy, quello che so sul metodo Chopin è quello che sai tu e che cioè faceva iniziare lo studio delle scale dalla tonalità di si maggiore, poiché riteneva che in questa tonalità la posizione della mano fosse più ergonimica grazie all'impiego dei 5 tasti neri. La scala di do maggiore era l'ultima che faceva studiare perchè da lui ritenuta più scomoda. Dal metodo da lui scritto si è saputo che faceva eseguire le scale con accentature e ritmiche diversi, come anche l'eseguire le stesse scale con un solo dito ( dal 1° fino al 5° ) , questo per imparare il personalissimo legato del grande maestro polacco, il quale usava spesso legare due suoni con lo stesso dito, prescrivendo, in questo caso, che questo fosse fatto cadere mollemente dall'alto con il movimento del polso e con grande morbidezza del braccio e della mano, per ottenere quel pianismo ampio e di morbida gestualità. Ti riporto le esatte parole del grande maestro Chopin scritte sul suo metodo: "-E' inutile cominciare a studiare le scale sul pianoforte partendo da quella di do, la più facile da leggere ma la più difficile per la mano, non avendo alcun punto di appoggio. Si cominci con una scala che permetta alla mano di posizionarsi facilmente, con le dita lunghe che occupano i tasti alti, come per esempio si maggiore e arrivare gradualmente a quella di do scendendo ogni volta di un tasto ...( F. Chopin )" Quindi , caro Sammy , è Chopin che ti dice come fare. Comincia dal si maggiore e scendi progressivamente e cromaticamente di un tasto fino ad arrivare per ultimo alla tonalità di do maggiore. I vari allievi di Chopin hanno lasciato detto che il Maestro faceva suonare le scale con una regolarità metronomica e in una sonorità piena, il più possibile legata e molto lentamente; solo gradualmente si passava a un tempo più rapido. Il passaggio del pollice doveva essere agevolato dalla posizione corretta della mano, leggermente inclinata verso l'interno. Chopin consigliava lo studio quotidiano delle scale e degli arpeggi, suonati con regolarità ritmica dando molta importanza al cambio di accentatura, eseguito tramite un leggero appoggio fatto prima sul 1° dito , poi sul 3°, poi sul 4°. Questo è quello che so sul metodo di Chopin per quello che riguarda le scale. Ti faccio i miei migliori auguri per i tuoi studi.
  17. ssssscusate ma la musica non è bella perché varia? E' cosi meraviglioso poter ascoltare Bach , Beethoven, Mozart senza per questo dover porsi il problema di chi tira di più? Ogni compositore ha lasciato un'impronta necessaria ed è bello poter avere queste diversità sennò sai che noia solo Beethoven!! Io per esempio a volte ( a seconda dei giorni e dall'umore ) ascolto uno o ascolto un altro a secondo di come mi gira.....confesso che quando sono incavolata metto la quinta di Beethoven e l'ascolto proprio con soddisfazione.
  18. Dall'Album-Diaro di Chopin Vienna 1830 Ormai i giornali e i manifesti hanno annunciato il mio concerto tra due giorni, ed è come se non esistesse, tanto poco me ne importa. Non bado ai complimenti, che mi sembrano sempre più stupidi. Ho voglia di morire e di nuovo vorrei rivedere i miei genitori. La sua immagine davanti ai miei occhi - mi sembra di non amarla, ma non mi esce dalla mente. Tutto ciò che finora ho visto all'estero, mi sembra vecchio, insopportabile, e mi fa solo sospirare per la mia casa, per quelle ore felici che allora non sapevo apprezzare. Ciò che una volta mi sembrava grande, oggi mi pare ordinario, e ciò che una volta mi sembrava ordinario, oggi mi pare incredibile, straordinario, troppo grande, troppo alto. Qui la gente mi è estranea, è buona, ma buona per abitudine, fa tutto con troppo ordine- piattamente, mediocremente ( ed è questo......? + ) che mi annienta. Non vorrei neppure sentire la mediocrità..... .....Sono strano, triste, non so che fare, perché sono solo ! ? + : parole cancellate
  19. altra lettera di Chopin alla sorella Ludwika, Varsavia Parigi, 10 Febbraio 1848 Mia carissima, per ciò che riguarda i vostri libri, la Galleria di Versailles mi è stato dato da Gavard per Ludwika. La prima parte ( tempo fa, circa sei mesi ) doveva essere spedita tramite un'occasione, ma me l'hanno restituita e ora ce l'ho io; quello che invece ho inviato ora è il seguito; non so quante stampe contenga. A caval donato non si guarda in bocca. Gavard me lo ha dato chiuso nel pacchetto, dunque non l'ho nemmeno visto e l'ho spedito tramite il mio solito libraio, mentre la prima parte non l'ho inviata, perché non era impacchettata e si era un pò rovinata per gli sballottamenti nel cassetto. Non vi manderò più libri tramite qull'imbecille, ora che è morto Spies. Per ciò che riguarda il resto, è tutto esatto. Non ho avuto il tempo di firmare il Bosforo per te, Ludwika. E non ho tempo di chiedere a Gavard che cosa mancasse. Frank, tramite il quale ho fatto la spedizione, non può saperlo, perché gli ho dato tutto già impacchettato, come l'avevo ricevuto da Gavard. Si sarebbe dovuto chiedere a Gavard, e lui avrebbe dovuto chiedere al suo domestico, ecc., e non ne valeva la pena, dal momento che si trattava di cose regalate. Se tuttavia lo ritenete proprio necessario, rimando ulteriori spiegazioni alla prossima lettera. E' arrivato Gavard e vi scrive due righe. Per quel che riguarda me, sto bene per quanto posso. Pleyel, Perthuis, Lèo e Albrecht mi hanno convinto a dare un concerto. I posti sono già esauriti da una settimana. Lo darò il 16 di questo mese alla sala Pleyel. C'erano solo trecento biglietti al prezzo di venti franchi. Ci sarà tutto il bel mondo parigino. Il re ha fatto acquistare dieci biglietti, la regina dieci e così anche la principessa d'Orléans e il duca di Montpensier, sebbene siano in lutto e nessuno di loro assisterà al concerto. Già la gente si mette in lista per un secondo concerto, che certamente non darò, perché già questo mi dà fastidio. La signora S. (Sand) si trova sempre in campagna con Borie, il figlio, Lambert e Augustine la quale si sposa, questa volta con certezza, con un amico di Borie, un professore di disegno di Tulle, una piccola cittadina. Lei non mi ha più scritto una parola, né io a lei. Ha dato ordine al proprietario dell'appartamento di Parigi di affittarlo. Sol ( Solange ) mi ha scritto, si trova dal padre in Guascogna. Suo marito è qui; sta terminando dei marmi per la mostra che si terrà in marzo. Sol è stata ammalata. Non hanno soldi, quindi è meglio che Sol passi l'inverno in un clima migliore. Ma la poveretta si annoia. Bella lune de miel! Frattanto la madre sta pubblicando un feuilleton, molto bello, sui ! "Dèbats" . Recita commedie in campagna, nella camera nuziale della figlia; cerca di dimenticare, di stordirsi come può. Si risveglierà solo quando il cuore, oggi sopraffatto dalla testa, le farà troppo male. Io ho già fatto la mia croce. Che Dio la protegga, se non sa distinguere il vero affetto dall'adulazione. Del resto forse solo a me gli altri sembrano adulatori, e la sua felicità è là dove io non la vedo. Da tempo i suoi amici e i suoi vicini non capiscono più nulla di cosa sia successo ultimamente, ma forse ora si sono abituati. D'altronde nessuno riuscirà mai a seguire i capricci di una tale anima. Otto anni di vita con un pò d' ordine sono stati anche troppi. Dio ha voluto che fossero gli anni in cui i ragazzi crescevano, e se non ci fossi stato io, non so da quanto i figli già sarebbero andati a vivere con il padre, invece di restare con lei. E Maurice fuggirà dal padre alla prima buona occasione. Ma forse sono queste le condizioni necessarie alla sua vita, al suo talento letterario, alla sua felicità? Non tormentarti per questo, sono già cose lontane. Il tempo è un gran dottore. Finora non mi sono ancora ripreso. Per questo non ricevete lettere da me, perché tutto quello che incomincio a scrivere lo brucio. Aver tanto scritto! Ma è stato meglio non farne niente. Da tempo non ci siamo visti, senza che tra noi ci fossero state battaglie, o scene. E io non potevo andare da lei, perché aveva posto la condizione che non parlassi di sua figlia. Andando dal padre, Sol è passata in visita da sua madre, che l'ha accolta freddamente; non vuole più vedere suo genero, ma è rimasta in corrispondenza con la figlia, una corrispondenza asciutta, che comunque mi fa piacere perché almeno resta un tramite fra madre e figlia. Vi spedisco questa lettera perché vediate che sto bene e sappiate la verità sui libri. Allego una lettera della Rozières. F.Chopin
  20. lettera di Chopin Alla sorella Ludwika, Varsavia Parigi 26/12/1847- 06/01/1848 Non ho risposto subito perché sono terribilmente occupato. Del resto la sig.na Rozières certamente ha risposto subito a Ludwika, e avrà scritto che sto bene e che ho da fare fin sopra i capelli. Vi ringrazio molto per il busto del mio padrino. Egli ha una fisionomia più geniale, ma di sicuro colui che lo ha scolpito è un tipo ordinario e involontariamente vi ha lasciato il suo marchio. Tramite il ciambellano Walewski vi ho spedito un piccolo necéssaire per Ludwika da parte della mia buona Scozzese, e ora, con il solito mezzo, delle stampe per l'anno nuovo. Gavard mi ha dato per Ludwika le sue incisioni (metà delle quali avevo da tempo presso di me, in attesa di un'occasione per spedirle). Una volta o l'altra le porterò io stesso. Ludwika lo ringrazi, se vuole. Inoltre ci sono Bosphore e Historie de Pris per Ludwika;L'Irlande, Rome e La France per Izabela. Paul e Virginie per la piccola Ludka. Per Kalasanty: Les Gentilhommes e les Madeleines, e per Bartek: Les Professeur, per farlo ridere un pò. L'altroieri ho trascorso la Vigilia nel modo più prosaico, ma ho pensato a voi. Vi faccio i miei migliori auguri, come ogni anno. Lorka è qui; la vedo spesso. E' invecchiata, ora la trovereste migliore. Parte questa settimana per Dresda. Mi fa piacere parlare di voi con lei, vi ama sinceramente. Ho conosciuto la figlia della principessa Michalowa, moglie di Michat, e anche suo marito. Dò lezioni alla signora Calergi; in verità suona molto bene e ha molto successo nel gran mondo parigino da tutti i punti di vista. Sol ( Solange ) è da suo padre in Guasacogna. Ha visto la madre ( George Sand ) di passaggio. E' stata a Nohant con i Duvernet, ma sua madre l'ha ricevuta freddamente e le ha detto che avrebbe potuto tornare a Nohant solo quando si fosse separata dal marito. Sol ha visto la sua camera nuziale trasformata in teatrino, il suo boudoir in guardaroba per gli attori e mi scrive che sua madre le ha parlato solo di questioni finanziarie. Suo fratello giocava con il cane e tutto quello che ha trovato da dirle è stato: "- Veux-tu manger quelche chose ?"! Ella non ha visto né la cugina né gli altri, insomma queste due visite non hanno sortito alcun effetto, perché quando è tornata l'indomani è stata accolta ancora più freddamente. Tuttavia la madre le ha detto di scriverle, e Solange l'avrà fatto. Ora la madre (George) pare essere più adirata con il genero che con la figlia, sebbene nella sua famosa lettera ( la lettera velenosa ) mi abbia scritto che il genero non è cattivo ma è sua figlia che lo rende così. Si potrebbe pensare che ella abbia voluto sbarazzarsi contemporaneamente della figlia e di me, perché eravamo un fastidio per lei. Resterà in corrispondenza con Solange, in modo che il suo cuore materno, che non può stare completamente senza notizie della figlia, si tranquillizzerà per un certo tempo e così metterà a tacere la sua coscienza. Penserà di essere nel giusto e mi proclamerà suo nemico soltanto perché ho preso le parti del genero ( che lei non sopporta solo perché ha sposato sua figlia , mentre io mi sono opposto a questo matrimonio come ho potuto ). Strana creatura, con tutta la sua intelligenza! E' stata presa da una frenesia, squassa la sua vita e quella della figlia; anche con suo figlio finirà male, lo prevedo e lo confermo. Per scusarsi vorrebbe trovare dei guasti in coloro che le vogliono bene, che credono in lei, che non le hanno mai fatto dei torti e che non può soffrire vicino a sé perché sono lo specchio della sua coscienza. Ecco perché non mi ha più scritto una riga, ecco perché non verrà a Parigi questo inverno, e perché non ha fatto parola di me con la figlia. Non rimpiango di averla aiutata a passare gli otto anni più delicati della sua vita, quando sua figlia cresceva, quando educava suo figlio; non rimpiango tutto quello che ho sofferto, ma rimpiango che sua figlia, questa pianta così perfettamente curata e tenuta al riparo da tutte le tempeste, sia stata spezzata dalle mani materne con un'imprudenza e una leggerezza che si potrebbero scusare in una donna di vent'anni ma non in una di quaranta. Ciò che è stato e non è più non si scrive negli annali. La signora S.( Sand ) non potrà avere che un buon ricordo di me, quando tornerà col pensiero al suo passato. Per il momento elle è nel più strano parossismo materno, in cui recita il ruolo di una madre migliore e più giusta di quanto non sia in realtà ; è una specie di febbre per cui non c'è medicina, specie quando s'insinua in una mente dalla fertile immaginazione, che ha un terreno poco solido sotto i piedi. Del resto " anche i cipressi hanno i loro capricci " . Frattanto l'inverno qui non è molto feroce. C'è in giro molta influenza, ma io ne ho abbastanza della mia solita tosse e non ho paura dell'influenza come voi del colera. Ogni tanto aspiro i miei flaconi omeopatici, dò molte lezioni a casa e stò, come posso. Ogni giorno vi voglio scrivere e questa lettera, iniziata l'anno scorso, la finisco il 6 gennaio 1848. Ieri Lorka è partita per Dresda. La sua sorellastra si sposa con Olizar. Prima che partisse abbiamo pranzato insieme alla signora Ryszczewska, a cui pure sono molto affezionato. Ora che sono invecchiate sono migliori di quando erano troppo giovani. Non so se vi ho scritto che il buon padre Wojciech ha subito un grave tracollo finanziario, ha avuto grandi dispiaceri e ancora dovrà averne, perché l'uomo che aveva tutta la sua fiducia, la cui abilità era conosciuta e apprezzata da tutti i banchieri e da tutta la gente del mestiere, lo ha ingannato ed è fuggito. A poco a poco tutto si chiarisce; lui è trasparente come l'acqua e patisce le maggiori conseguenze, e coloro che erano nella stessa impresa, avranno perdite minori di quelle che all'inizio s'immaginavano. quest'impresa è il deposito della Stazione Ferroviaria Settentrionale. Lì immagazzinano le merci che poi vengono spedite in tutte le direzioni. L'affare era buono e pulito, ma il messere che lo dirigeva ha sottratto delle somme illegalmente, non avendone il diritto; poi non ha potuto pagare il dovuto ed è sparito, lasciando tutti i fastidi sulle spalle del nostro Wojciech che ormai in parte se n'è sbrogliato, ma non ancora del tutto. Vi scrivo queste cose perché non vi giungano delle brutte notizie, dal momento che al mondo ci sono molte persone charitables . Sui " Débats" sta uscendo un nuovo romanzo della signora S. ( Sand ) ( sul genere delle novelle del Berry, come Lo stagno ), che incomincia molto bene. S'intitola Francois le Champi. Champi sono chiamati in campagna i figli illegittimi che comunemente vengono dati in adozione a delle povere donne, pagate per questo dagli ospedali. Si parla anche delle sue memorie ; ma in una lettera alla signora Marliani, la signora S. scriveva che si sarebbe piuttosto trattato dei suoi pensieri maturati intorno all'arte, alla letteratura ecc. e non di ciò che generalmente s'intende per memorie. Del resto, effettivamente, sarebbe troppo presto per una cosa simile, perché la cara signora S. avrà ancora molte avventure nella sua vita prima di invecchiare; e le capiteranno ancora molte cose belle e molte cose brutte. La signora Obreskow è qui e mi parla molto della mia piccola mamma tutte le volte che ci vediamo. Le ho promesso che avremmo cenato insieme una volta ogni settimana. F.Chopin
  21. Lettera di Chopin in risposta alla famosa lettera velenosa di George Sand e del quale Delacroix ne parla nel suo diario in data 20 luglio 1847. A George Sand ( Nohant ) Parigi 24 luglio 1847 Non devo essere io a parlarvi di M.Clesinger. Il mio pensiero si è familiarizzato con il suo nome solo nel momento in cui gli avete dato vostra figlia. Quanto a lei non mi può essere indifferente. Ricorderete che io ho interceduto presso di voi in favore dei vostri figli senza fare preferenze, ogni volta che se n'era presentata l'occasione, certo che voi foste destinata ad amarli sempre perché questi sono gli unici affetti che non cambiano mai. La sventura li può offuscare ma non snaturare. Questa sventura dev'essere ancora molto forte se impedisce al vostro cuore di sentire parlare di vostra figlia, nel momento in cui si decide il suo futuro, e in cui il suo fisico esige più che mai cure materne ( Solange era incinta ). Di fronte a un fatto tanto grave che colpisce i vostri affetti più sacri non rileverò quel che mi riguarda. Il tempo farà il suo corso. Io attenderò sempre lo stesso. Vostro devoto F. Chopin
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