Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

Super Moderatore
  • Posts

    3776
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    168

Tutto postato da pianoexpert

  1. E' difficile dare una valutazione per un pianoforte di questa età. Sarebbe necessario vederlo. Il mobile, forse, era di quelli lucidati a poliestere e quindi la lucidatura potrebbe essere difficoltosa.
  2. Posso sicuramente fornirtele io dal manuale Steinway. Consiglio di non alterare ovviamente mai i pesi di abbassamento e di ritorno dei tasti, preziosi valori che in questa marca e specialmente nel modello D sono eccellenti. Può succedere, invece che, per questione di accrescimento degli attriti, aumenti il peso di abbassamento e si riduca quello di ritorno. Ciò rende la meccanica meno rispondente alle raffinate sollecitazioni del pianista. Basterà controllare ed eventualmente sostituire i perni della meccanica, come pure i rullini appiattiti degli stiletti per ripristinare i valori. latra cosa che può contribuire ad alterare i valori sono la sostituzione e/o la rasatura dei martelli. In questi ultimi casi si controllerà di nuovo la pesatura di ciascun tasto. Veniamo ai valori di abbassamento. mentre fino al mod. B il peso di abbassamento può raggiungere i 47 gr. in tutta la tastiera, nei modelli C e D i valori sono differenziati. tasti 1-13 52 gr; tasti14-25 50 gr; tasti26-49 49 gr.; tasti 50-61 48gr.;tasti 62-88 47 gr.; il peso di ritorno deve essere minimo di 20 gr.+ qualsiasi valore ( aumenta notevolmente verso gli acuti) I tasti neri devono sopravanzare i bianchi di circa 12-12,5 mm. L'affondo di ciascun tasto bianco dovrà essere tra i valori 9,5-10 mm. l'importante è che ci sia un adeguato "doposcatto". I neri saranno regolati in modo da avere lo stesso doposcatto dei bianchi. Tutti questi valori sono ricavati dal manuale Steinway di Amburgo.
  3. Bravo SImone.!!! Ho ascoltato con interesse e mi sembra buonissimo...ma "ogni scarrafone..." Grazie per i ringraziamenti publici che presenterò anche a Zi Marina. E' stata una esperienza per me preziosa e che mi rimarrà dentro. Spero che piaccia anche ai nostri ascoltatori. "Col cuore", sì, perché non possiamo mai produrre qualcosa e/o tentare di farlo, se prima non "sentiamo " fortemente ciò che vogliamo fare. Naturalmente questo non basta. Dobbiamo cercare una giusta strada e qui, l'opinione degli altri, a parte le competenze e i mezzi impegati, può suggerirci altri "aggiustamenti" del cammino. Buon ascolto e grazie Paolo
  4. Caro lleyton, Simone Renzi è il più idoneo a risponderti e consigliarti. Io ti posso dire che possiedo un Steinway e come secondo pianoforte un FP7 della Roland, che, per studiare, mi soddisfa . Mi risulta lo Yamaha CLP470 essere un ottimo digitale. Ma non lo ho ancora provato.
  5. Benvenuto tra noi, Gianluigi
  6. Grande assenza. Ma come disse un sapiente giornalista, "I Geni non muoiono..svaniscono". Lui ci sarà sempre. Bisogna anche rendergli un Grazie particolare per ciò che ha fatto per i giovani musicisti e non solo.
  7. Se comunque la tavola è fessurata, io consiglierei di escluderlo. Il resto è tutto da vedere. La durata del suono deve essere abbastanza lunga prima dell'estinzione. Il suono ovattato può dipendere dallo stato dei martelli, ma anche da uno sprofondamento della tavola stessa. L'età delle corde contribuisce a rendere il suono meno armonico. Ma comunque è tutto da vedere.
  8. Benvenuto Cesare. Spero ti troverai bene tra noi.
  9. Grazie Frank, di proporci questo simpatico ricordo. Con Abbado scompare un grande Musicista e un grande uomo. Sembrano le solite parole d'occasione, ma mai come a Lui si addicono. Ha dedicato la sua vita alla Musica e tutti noi lo ringraziamo per questo." I Geni non muoiono, svaniscono". Questa frase fu scritta a proposito della scomparsa di A. Benedetti Michelangeli e vorrei rileggerla con voi a proposito della scomparsa di questo grande Direttore. Ciao, Maestro.
  10. Arigrazie per i complimenti. Sembrerà riduttivo, ma l'esperienza conta molto. Quello che dice SImone sulla durata dell'accordatura, ovviamente, dipende da come gira la caviglia e da come l'accordatore "sente" e ferma la giusta posizione. SI può imparare, non c'è nessun segreto. Ci sono anche pianoforti "facili" e "difficili" . Più il pianoforte è "armonico" e più è facile accordarlo. Le disarmonicità, invece, rivenienti da pianoforti molto datati e/ o con corde arrugginite , o molto bassi o corti, o da strumenti con calibri della cordiera un po' maggiorati per aumentarne l'intensità sonora e uniformarene le trazioni, vanno compensate con sapienza e con gusto. L'orecchio è sempre "Pincipe" delle scelte, secondo me.
  11. Il Bluthner è sicuramente un pianoforte eccellente, a meno che non sia datato ( Pianoforte con meccanica a baionetta, no!). Non mi dirigerei su pianoforti molto datati, ma se si trovasse qualche buon pianoforte da restaurare, allora sì. Il vantaggio è sapere ciò che "metti dentro", cioè come viene fatto il restauro. Inoltre cerca di scegliere un pianoforte di una certa misura, possibilmente sopra i 120 cm. Fammi sapere se hai bisogno di un mio parere. E' importante fare alcune misurazioni e sciogliere alcune riserve, Se il pianoforte è di qualità, con un sensato restauro può "tornare a vivere"
  12. Questo post è diretto a Francy, ma anche a tutti coloro che si accingono a studiare una nuova chiave di lettura ( sia chiave di violino, sia della famiglia delle chiavi di Fa, come quella di basso, sia della famiglia delle chavi di Do, soprano mezz. contralto e tenore) Noi pianisti dobbiamo leggere bene sia quella di violino che quella di basso...anzi se le mettiamo una sull'altra, scopriamo che leggiamo un rigo di 11 righe, in alto le cinque righe del violino, sotto le cinque del basso e in mezzo il do centrale, che poi sarebbe quello centrale della tastiera, comune a tutte e due le chiavi. Questo grande rigo dicesi endecalineo,ovvero di undici righe. Bene. L'esercizio che ti propongo è quello di aprire la tua mano sinistra e toccarti con più meno rapidità con la destra le dita, come se fossero le note che si trovano sulle cinque righe. Devi, appena toccato un dito, pronunciare a voce alta il nome della nota. Ricordo che, in chiave di violino, il mignolo rappresenta il mi e via via sol si re fa. Finito, per una nezoretta di "giocare " sulle righe, interrogandoti a salti e toccando, mentre pronunci, le dita corrispondenti ( questo è importante!), allora comincerai a studiare le note che sono sugli spazi. Iniziando da sotto il mignolo: re fa la do mi sol. Quando sarai divenuta "brava" potrai interrogarti a salti e a caso sia sugli spazi che sulle righe. Deve essere fatto per almeno qualche giorno. Dopo qualche giorno diverrai talmente brava che il "giochetto" non ti divertirà più. Allora prenderai un foglio rigato da musica e farai ALTERNATI i seguenti due esercizi: 1) scrivi sotto il rigo, rapidamente il nome delle note che ti vengono in mente, riempiendo la pagina. Altrettanto rapidamente, rileggendo le note che hai scritto metti subito le note sul pentagnamma. Tutto con RAPIDITA'!.Questo esercizio lo chiamerai : prima il nome e poi il segno 2) riempi rapidamente un'altra pagina di note a caso e poi, sempre con rapidità, scrivi sotto il nole corrispondente.Questo esercizio lo chiamerai : prima il segno e poi il nome. Ti consiglio di fare pagine alternate tra l'es 1 e l'es 2. Tutto questo per qualche giorno. Ora potrai prendere qualsiasi spartito e leggere, senza ritmo, rapidamente e pronunciandole, le note scritte. Questo per qualche giorno. Ora se vuoi imparare la chiave di basso fai altrettanto, ma almeno dopo due giorni che jai finito di studiare INTENSAMENTE la chiave di violino. Questo ti permette di imparare queste due "lingue" indipendentemente, senza che una faccia riferimento all'altra. Questo doppio passaggio, che equivale ad esprimersi ad esempio in inglese pensando prima al significato in italiano, ti permetterà, per sempre di velocizzare la tua lettura, senza fare inutili riferimenti. Naturalmente, successivamente dovrai affrontare la lettura con il ritmo e saper suddividere le fugure nella sua durata...insomma..non solo leggere le note, ma leggere la Musica. Buono studio
  13. Cara Francesca non posso dilungarmi qui, ma invece vai alla sez. STUDIO e ti suggerirò qualche consiglio per imparara la lettura delle chiavi rapidamente.
  14. Benvenuta, Francesca. Siamo anche vicini. Anche io vivo ai Castelli Romani
  15. Bene. E' un riscontro per me che i miei suggerimenti corrispondano effettivamente ai rimedi e alle sensazioni provate. In quanto al Tecnico, non uò che essere un esperto, che vorrà intervenire, sicuramente, in modo efficace ed essenziale.
  16. Assolutamente non 9,5. Va tutto riportato ai valori giusti. E la meccanica va regolata di nuovo assolutamente. Per aumentare rapidamente l'affondo dei tasti, senza intervenire su ogni tasto, con il rischio di scompensare anche la proporzione dell'affodo tasto bianco-tasto nero. Bisogna che il Tecnico agisca sulla barra centrale della tastiera. Svitando le viti che fissano il telaio della tastiera al tavolaccio, si pone in corrispondenza delle sole viti della barra centrale un sottile cartoncino . Riavvitando si rimisura l'affondo dei tasti bianchi. Quando avremo i 10mm anche i tasti neri saranno giustamente regolati, Ovviamente riportare i martelli ad un minimo di 45 mm dalla corda e regolare il tutto. La ricetta è pronta. Basta servire a tavola
  17. Rivedevo su Sky i video che registro' Bernstein, Grande Direttore e grande uomo, con l'orchestra per i giovani. Risale agli anni sessanta. Li trovo straordinari e degni di suscitare quell'interesse di cui parliamo. Quella " scintilla" della passsione, che si trasformerà in un cammino di "Passione"! Mi chiedevo se caso mai, nelle scuole si possano proporre questi video e/o altri, che ritengo siano interessanti anche per i musicisti avanzati. Speriamo che talvolta accada. Ad Majora
  18. Da quello che mi descrivi credo che dipenda dalla proporzione tra distanza martello- corda e affondo del tasto. Naturalmente il tecnico, come emergenza, ti ha consigliato di accorciare la prima distanza. Ok, anche se ora avvertirai un leggero "vuoto" sotto il dito prima che la tua energia del dito venga realmente trasmessa alla meccanica. L'affondo non dovrebbe essere inferiore a mm10. La distanza martello-corda circa 45mm e non maggiore di 47mm. Controllare anche il cucchiaino che alza lo smorzatoio. A volte scava una "buchetta" nel feltro che lo riceve e questo blocca l'efficienza del cavalletto.
  19. Bellissime parole. Anche io sono convinto che stiamo vivendo essenzialmente una crisi culturale, più che economica. I giovani devono ritrovare la motivazione e l'interesse. Sta appunto ai Grandi Maestri infondere l'incoraggiamento. Grazie anche a Frank
  20. Quando si rasano i martelli ( cosa da evitare il più possibile) si viene a modificare anche la "geometria" della meccanica, intesa come "geometria delle distanze". Regolando i martelli alla nuova distanza dalle corde, si modifica anche la posizione del montante di scapamento, che diviene meno "propulsivo". Qui, poi, la distanza è stata addirittura ridotta a 40 mm!!!! E' come se tu suonassi con il pedale del "piano" , quello che porta avanti i martelli, abbassato. Infatti, tale pedale favorisce il "piano" e il"pianissimo" perchè dà meno corsa ai martelli e quindi meno forza di impatto. Se il Tecnico ha ridotto troppo i martelli e , portandoli almeno a 45mm dalla corda, non "scappano", bisogna aumentare ancora un poco l'affondo dei tasti( mm10,2-mm10,3 circa). N.B. Tutti i martelli devono distare dalle corde la stessa distanza (circa 45mm!!)
  21. Quarto tempo finale (Allegro) della Wanderer. Grazie per il vostro ascolto. Paolo Ferrarelli 7.mp3
  22. Terzo tempo della Wanderer ( Scherzo) 6.mp3
×
×
  • Crea nuovo...