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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Viva il canto! Se canti a Roma non esitare ad informarci.
  2. Benvenuto. Mi chiedono molte cose dalla Sicilia. Non conosco la realtà dei Tecnici in questo territorio. Spero ci siano persone valide. La cosa migliore è rivolgersi a negozi concessionari di grandi marche.
  3. Naturalmente ci sono. Però dal 3 maggio al 6 non sono a Roma e neanche dal 22 giugno l 28. Tutti gli altri giorni sono buoni. Inoltre no il 16 maggio.
  4. Sì, è vero, London 1. Sono però già in parola con altra persona. Dobbiamo ancora incontrarci. Comunque, purtroppo io e te siamo lontani!! Comunque non è detto. Ci risentiamo. Sai, credo che bisogna nel duo avere certe compatibilità di modo di studiare, tempi, obiettivi. Può darsi che con questa persona vada bene o non. Ti farò sapere Buono studio Paolo
  5. Anche io, lo confesso, sono allergico alle formule. O meglio, sono sicuro della validità teorica dimostrata e ho rispetto delle soluzioni. Io credo, però, che per imparare ad accordare, dopo un buon fondamento teorico e musicale, bisogna scendere sul campo e constatare che due strumenti anche vicinissimi di matricola, possono avere differenti disarmonicità. Addirittura il taglio del ponticello o L'arrampicamento" dello stesso può provocare disarmonicità. Anche i falsi battimenti sono una dannazione dell'Accordatore e sono molto frequenti. In un grancoda di grande marca, il la 440 può essere disarmonico e nel mezzacoda della stasa Casa …..no. L'esperienza insegna molto ed è difficile trasmetterla. Si può trasmettere la nozione e non la conoscenza. La conoscenza è la nozione + l'esperienza. A volte…anzi spesso, l'esperienza corregge di molto alcune enunciazioni delle nozioni e sono quindi preziose e indispensabili. Ho già raccontato molti aneddoti su Riccardo Orsini, grande Accordatore e mio Maestro. Lui non si rifaceva a nessuna scientifica teoria, ma Rubinstein, quando suonava a Roma, lo voleva sempre dietro le quinte. Gli aveva salvato l'incisione delle Mazurche di Chopin, accordando nel modo giusto lo Steinway all'RCA di via Tiburtina a Roma. Esiste quella incisione realizzata in un pomeriggio senza interruzioni!!! Allora, nei miei limiti, e nel rispetto delle teorie, credo che l'orecchio sia ancora il giudice più severo in fatto di frequenze relative. Ogni pianoforte, purtroppo, ha problemi diversi sulla disarmonicità. Anche spesso qualche grande errore di progetto che deve essere compensato. Per questo credo che, realmente, si può benissimo insegnare a regolare ed intonare e riparare un pianoforte….meno ad accordare. Comunque tutti possono e devono provare per rendersi conto. Dopo un certo numero di strumenti lavorati, a ridosso, come detto, delle nozioni di base, si otterranno dei risultati. Sarà utile confrontarsi con altri studiosi e sottoporre lo strumento accordato al loro giudizio. Peccato che questo avvenga poco o quasi per niente.L'ascolto deve essere fatto dal vivo e non per registrazione. Questo penso….. da uomo del novecento.
  6. Diciamo di sì, anche se , nel caso del nostro amico che ha postato il buon video, non deve intendersi in modo assoluto. Diciamo che credo bisogna guardarsi da questo modo di trovare il contatto con la tastiera. All'inizio bisogna rinunciare un poco agli esperimenti sul piano e sul pianissimo. In seguito, con consapevolezza, si può sperimentare l'alleggerimento della gravitazione e dei diversi modi di pronunciare le note. Le parole non possono essere esaurienti e non vorrei quindi creare confusione. Dipende anche dal contesto musicale, dallo stile dell'Autore da interpretare..e anche dal tipo di strumento.
  7. D'accordo. Ma anche quando si suona levando peso dalla spalla e facendo una sorta di suono " sur l'escapement" cioè facendo suonare il martello senza arrivare al fondo del tasto, le dita devono suonare "sinceramente", alzandosi e cadendo neutralmente senza forza muscolare, con il proprio peso. E' l'esempio della variazione di biscrome del secondo tempo della Wanderer di Schubert da me postata su Audio, pop. l'ultima variazione del secondo tempo della sonata Appassionata di Beethoven ( la posterò presto). In questo senso il suono è nitido e delicato al massimo. Per rendere l'idea si faccia un esperimento: si metta un ascoltatore in un angolo di una grande stanza, poi si vada a recitare una qualsivoglia passo di prosa o di poesia dalla parte opposta. Bisbigliando le parole senza articolazione delle labbra equivale a non farsi comprendere affatto. Ma non appena chi legge inizi ad articolare, sempre bisbigliando, le sillabe, comprese quelle finali, tutto diviene comprensibile. Spesso, anzi sempre, nel nostro strumento si richiede una "pronuncia" sincera" , anche nel pianissimo e la caduta naturale delle dita ci aiuta in questo. Risulta invece "suonare sulle uova" ( se questa metafora vi è piaciuta) il ritrarsi come pensando: sto suonando troppo forte…adesso mi sollevo un po', così levo un po' di suono…così vado nel piano. Appoggiare i martelli alle corde non equivale a suonare piano. Il suono potrebbe uscire poco chiaro e impersonale. Con la tecnica della caduta delle dita, che poi equivale al "jeu perlé" così caro ai Francesi, i martelli colpiscono lievemente le corde, ma con una certa decisione, da cui la chiara "pronuncia". Naturalmente bisogna "lavorare "in tal senso e trovare l'uniformità di tocco nel "fuori tensione"Spero di aver illustrato chiaramente la mia idea
  8. E' questione di preferenza. Io, per esempio, preferisco le coniche per il pianoforte verticale. Indubbiamente la scelta dipende anche dal tipo di regolazione dell'affondo. A proposito, ho tralasciato di precisare (ma il tecnico sarà stato certo attento) che le discontinuità dipendono ovviamente anche da una non uniformità di affondo, che va corretta con le apposite rondelle di carta sotto i mollettoni( Quelle più spesse in basso).
  9. Può essere stato errata la misura del cauls, cioè del cuneo calibrato che morsetta il panno sulle pareti delle fessure (mortase). Anche lo spessore del panno deve essere scelto con criterio. La spaziatura deve essere corretta orientando i perni ovali anteriori della tastiera. Ora, per rendere i tasti più fermi si possono ruotare tali perni, ma questo si dovrebbe fare a metà vita del feltro. Farlo ora significa un po' sacrificare la vita dei feltri stessi. Invece quelli di guida di centro- tastiera non di possono correggere se non nella loro verticalità( che regola la perfetta e uniforme orizzontalità della superficie dei tasti). Non si ha la possibilità di correggere eventuali giochi. La sostituzione di tutte queste guarnizioni si deve eseguire a caldo per avere un minimo gioco sui perni e la perfetta verticalità delle pareti delle mortase (Vedi mio tutorial) Il Cachemire deve essere di primissima qualità e deve essere usata rigorosamente colla a caldo, unica che non passa lo spessore del feltro, rendendo questo, come nel caso di quella a freddo, troppo duro dalla parte di superficie di sfregamento. Se non risulta la massima scorrevolezza senza eccessivi giochi o giochi non uniformi a diversi abbassamenti del tasto, il lavoro deve essere eseguito nuovamente. E' importante verificare anche la tolleranza del legno sui fori centrali ( lì si può intervenire) Spero di essere stato sufficientemente chiaro. Saluti
  10. Prenderò un rimprovero dall'Amministratore……ma del resto…come posso fare ad augurare Buona Pasqua a più di 3000 iscritti, la maggior parte dei quali so che mi seguono personalmente molto? Allora Auguri VISIBILI di cuore a tutti, in particolare a tutti i Moderatori che ci aiutano e All'amico Simone Renzi. Paolo Ferrarelli
  11. Lascia perplesso anche me. La sostituzione implica comunque una differenza di sensazione al massimo affondo. Se c'è bisogno di sostituirle..c'è bisogno per tutte!!! Altrimenti è meglio lasciare le vecchie, che oltre tutto sono già assestate e compattare. Si devono sostituire solo in caso di deterioramento del feltro specie nella parte della circonferenza esterna della rosetta.
  12. Sulla qualità della martelliera Renner per Bechstein, non ho dubbi!!! Volevo solo segnalare che è molto più pesante di quella di un tempo. Come va la dinamica e l'inerzia della meccanica dopo questa sostituzione? Se soddisfacente , ok. Poi, il suono si può migliorare con una buona intonazione. Resta il fatto che il feltro delle martelliere Bechstein di oggi, che ripeto sono comunque eccellenti, è più denso e sviluppa un suono più "spigoloso". Mi ricordo con piacere i colloqui col grande Daniel Magne, Accordatore e Tecnico dei più grandi pianisti. Si faceva una distinzione, che lui riporta nel suo libro, che delinea il "suono romantico" e il "suono moderno". I pianoforti di suono romantico avevano martelliere più leggere e meno dense, tavola di risonanza molto meno caricata. Quelli di suono moderno, che privilegiano il forte attacco, con martelli forte e densi, anche impregnati e tavole più, troppo, caricate. Questi ultimi, destinati anche alle grandi sale. Anche Bechstein, simbolo del grande suono del passato, dolce ,romantico, ricco di "mezze tinte", viene proposto oggi con un suono più aggressivo e all'altezza dei grandi spazi di ascolto. Ambedue sono grandi strumenti, ma di diversa concezione storica di fattura. Ecco, che , secondo me, quando si viene a sostituire alcune parti di strumenti d'Epoca, specie quelle che influiscono molto sul suono e sulle dinamiche ( come le martelliera), preferisco mantenere il più possibile l'identità dello strumento e del suo suono. Ciò è possibile facendo realizzare i martelli come da campioni, nella forma, nel peso, nella densità di compressione. Questo è il mio pensiero, ribadisco, senza nulla togliere all'eccellenza Renner "per Bechstein" e alle due diverse filosofie storiche di costruzione della grande Casa di pianoforti.
  13. Se sei magro…ti puoi mangiare qualche cosa…Ah ah ah Comunque grazie dei consensi e dei complimenti. Spero soprattutto di essere utile e di non creare troppi dubbi e dissensi. I suggerimenti devono essere ,sì, nuovi elementi di attenzione, ma non li dobbiamo mai porli davanti a noi, come ostacoli. La naturalezza è alla base. Tu la possiedi e, sempre secondo me, fai bene a lavorare su questa a piccoli giusti passi. Buono studio
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