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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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  1. Cara Giulia, benvenuta. Noi ci conosciamo e ci conosceremo meglio. Spero che tu non vorrai esitare a partecipare attivamente ai nostri scambi di idee. Ti auguro un buon lavoro con il tuo pianoforte!
  2. Proverò a dire la mia. A parte la bravura e la "sapienza" di Martha, la toccata, per definizione, è una composizione virtuosistica che viene scritta per dar prova delle qualità tecnico-interpretative del pianista. Questo nel significato moderno. All'origine il "toccare" apparteneva a tutti gli strumenti a tastiera. Si diceva "suonare il violino e toccare il clavicembalo...". Ora la "sapienza" nell'esecuzione di composizioni come questa, secondo me sta nel fatto di poter trovare dei momenti di riposo, al di là dei due veri momenti di interruzione del "moto perpetuo". Anche negli studi di Chopin, ad esempio, bisogna alternare momenti di rilassamento a momenti di pieno vigore. Questo non deve influire sul risultato sonoro e sulle sonorità "piene". Il tricipite deve essere sempre sotto controllo e più rilassato possibile. La spalla, sembra strano, partecipa molto perché, naturalmente, decide la compartecipazione dei muscoli forti in ausilio di quelli deboli. Polso sempre "disponibile", sia alla flessibilità e allo scarico delle tensioni, sia alla "fermezza" in sana contrapposizione ai muscoli grandi. In molti settori le dita sono anch'esse "ferme" e non rigide. Uso della rotazione quando possibile e sfruttamento dei piccoli crescendi come si si volesse andare sempre più verso il fondo della tastiera...per poi tornare in superficie. Naturalmente le mie parole non devono essere prese alla lettera. Vogliono essere solo una "figurazione" di ciò che potrebbe avvenire nella costruzione del "gesto pianistico". E poi...lo strumento. E' impensabile credere che si possa trovare una soluzione accettabile e di livello superiore, se non si ha a disposizione uno strumento di livello superiore e soprattutto ben regolato e intonato. La capacità dello stesso di dare una buona escursione tra il piano e il forte, favorisce il pianista a sfruttare quei momenti di riposo che oscillano tra il suonare "sullo scappamento" e "oltre lo scappamento". Le note ribattute non devono essere un problema e quindi lo strumento deve essere ben regolato e fluido, senza l'obbligo di caricare troppo la molla di ripetizione. La leva della tastiera è importante. Una leva più lunga, come nel grancoda, rende i ribattuti più facili e anche l'affondo dei tasti, non superiore ai 9,8mm, posò aiutare molto. E' praticamente difficile suonare questo pezzo su di un quarto di coda, magari con affondo10,35 e pesato 58-50!!! Ecco l'occasione per studiare la correlazione tra lo sviluppo della tecnica pianistica e il funzionamento del nostro caro strumento. Qui solo la sintesi del mio pensiero...ci sarebbe da sviluppare il discorso sia musicale che tecnologico davanti allo strumento
  3. Beh, un pianoforte che non viene seguito per 15 anni deve essere ben esaminato. Devi affidarti ad un bravo tecnico e valutare interventi di accordatura, regolazione, intonazione ed eventualmente restauro. Controlla le condizioni delle corde e della martelliera. Soprattutto controlla gli attriti dei perni della meccanica.
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