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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Questione delicata. Direi che puoi riprodurre perfettamente una martelliera. Abel lo fa e non solo lui. Vorrei che sia ben chiaro, per questioni e sciocche accuse che abbiamo subito in passato, che noi non possiamo e non vogliamo suggerire in esclusiva nessuna Ditta che fornisca ricambi per pianoforti, tanto più che , per principio, non accettiamo proposte pubblicitarie. Fermo restando che Renner , Abel, Rosen, e anche altre ditte orientali producono martelli di diversa fattura, abbracciando varie e diverse "filosofie" di costruzione, si deve sempre scegliere la martelliera identica o simile nella forma, nel peso, nel colore e nella qualità, a quella originale. Escluso che si possa montare una originale Yamaha ( ciò comporterebbe un lungo lavoro di impregnazione del feltro e di intonazione, molto vicino ai procedimenti di Fabbrica) Una Renner o una Abel vanno bene. Quest'ultima ha bisogno di poca intonazione e può essere costruita da Abel su richiesta con qualsiasi colore di sottofeltro ( anche coll'impregnare grigio come nella foto)e con durezza diversificata su richiesta. Ora, sarebbe interessante sapere perché hai deciso di cambiarla. dalla foto che posti il martello sembra buono. Va bene che si tratta del martello 2 poco suonato. bisognerebbe vedere gli altri. Comunque prima di cambiare ( il che non garantisce sempre un risultato sonoro migliore) conviene capire che cosa non va nella vecchia. Inoltre è opportuno montare la nuova su nuovi stiletti e conservare la vecchia . Mai gettare via la originale ( se è stata già sostituita e la precedente gettata via....molto male!!!!) P.S. lo spessore dei martelli deve essere quello stabilito dalla Casa. Non sono sicuro se il C3 abbia i bassi "tagliati" come nella foto...forse quella matricola....controllare!!! P.S. ....Questa non la fanno più,,,,ecc....direi tradotto .....Io ho questa e ci metto questa ( questa volta avanzo arditamente una critica alla sincerità del tecnico)
  2. Il feltro verde di riposo dei martelli non va toccato a meno che non si voglia cambiare la distanza martello-corda. Fermo restando ciò, se lo spignattare non torna sotto la noce si deve adire sul pilota del tasto. Si abbassa un poco avvitandolo cosicché , a meccanica ferma, lo spignattare possa tornare senza impedimento sotto la noce. Naturalmente c'è un punto di regolazione tale che non si avverta neanche il minimo vuoto sotto il tasto prima che il martello dia segno di movimento. La bretellina troppo tirata può alterare questa regolazione. Attenzione . Se tu guardi i miei video tutorial , spiego tutto ciò.
  3. Se tutto si potesse imparare da un libro saremmo tutti a posto.In realtà io credo personalmente che esistono già diversi buoni libri che forniscono nozioni sull'argomento. Il mio sarebbe uno dei tanti. La conoscenza, invece si forma non solo dalla nozione, ma dalla esperienza fatta e quella appartiene ad ognuno di noi. Nozione + esperienza= conoscenza.Uno degli arditi scopi di questo forum è , e non solo, quello di incoraggiare, ove possibile, a fare esperienze tecniche e musicali , sulla traccia delle nozioni fornite E' evidente che anche questo non sostituisce il competente intervento di un tecnico professionista o di un consumato insegnante musicista. Quindi, caro Saverio, anche se ti ringrazio per l'invito, che traduco come attestazione di stima, ti suggerisco di consultare libri di riferimento già esistenti e di fondamentale importanza. Il Reblitz è uno di questi. La lingua si capisce molto bene. E' scritto in un inglese facile e parla di una materia a noi conosciuta. Questo è un vantaggio. Marcello Sorce Keller, grande Etnomusicologo e allievo del grande Carpitella, un tempo mio docente di Etno,mi suggerì di leggere la materia che conoscevo direttamente nella lingua. Io che con le lingue me la cavo male ...anzi malissimo, scoprii che leggere un argomento a me ben conosciuto in una lingua a me non ben conosciuta ... e' possibile!. Merito dell'amico Prof. che mi regalò un libercolo anglo- americano scritto da un musicista e diretto a musicisti country che volessero imparare i primi rudimenti sulla Musica ( figure di valore, ritmo ecc..). Era di piccole dimensioni, tascabile, e il titolo era ironicamente americano. Tradotto suonava all'incirca così: " zampe di gallina e cacate di mosca", cioè le note....mi fu molto utile.
  4. Leggo ora Simone, che dice tuttavia cose giuste. E' evidente che partendo da un tempo meno lento è più facile trovare quella "tensione" invocata giustamente da Simone. Puoi provare a suonarlo leggermente più veloce e sentirai più facilmente il crescere della "corda tesa" dentro di te. Per conservare questa difficile continuità sonora nel lentissimo. sari costretto a suonare leggermente più forte, diciamo anche con più pressione. Anche una leggera libertà nel tempo, specie nella parte del recitativo renderà il pezzo meno "virtuale". E' comunque un' ottima esecuzione.
  5. Bravissimo. Mi piacciono molto. Hai scelto tempi lentissimi, molto difficili per legare il suono e dare un senso allo sviluppo della frase. Direi che ci sei riuscito molto bene. Solo l'accordo finale del Poeta non lo staccherei anzi cambierei il pedale in modo sincopato suonandolo pianissimo. Bravo
  6. Le forcole devono comunque muoversi agevolmente, Svitate dalla loro sede devono cadere lentamente e uniformemente sotto il peso della propria vite
  7. O bretella troppo tirata o controlla le guarnizioni del tasto. Controlla anche il perno della forcola del cavalletto e della forcola del martello!
  8. Il bel suono non dipende solo dalla martelliera, ma anche dalla vetustà delle corde e dalla carica della tavola di risonanza. La raffinatezza nel calcolo del progetto fa il resto.
  9. Andiamo per gradi. Per le punte delle bretelline nessun problema. Le puoi rifare con una pelle molto leggera o con una stoffa colorata. Lo scopo delle punte è di rinforzare il foro che subisce uno stress nel ritorno del martello. La colla vinilica diluita può andar bene. Per gli spingitori, prova ad estrarre il cavalletto e "massaggia" avanti e indietro lo spignattare, come se volessi "scaldare il pezzo. In questo modo si stressa e si scalda la parte del perno che sta nelle guarnizioni e ciò può favorire un ripristino del giusto attrito. Alcuni tecnici fanno uscire dalla sede pochissimo il perno e lo scaldano. Ciò favorisce il movimento del perno, perché....naturalmente il calore lo fa aumentare di calibro...ma attenzione....il perno allarga anche la sede centrale dove deve stare ben fermo nel legno. Quando si fredda rimane troppo lento anche nella parte interna e potrebbe col tempo sfilarsi dalla sede ( infatti il perno deve essere ben saldo al centro e agevole sui fori guarniti. Per questo quando si cambia si maggiora!). Niente sfilare, pulire, lubrificare. Niente!. Se non risolvi ...il perno deve essere sostituito! I Martelli. Dopo così tanti anni i martelli sono induriti e non più elastici. Nemmeno "disponibili" a farsi intonare. Non otterrai buoni risultati punzecchiandoli. Inoltre l'intervento è quello dove serve la maggiore esperienza. SI pensi che in fabbrica, colui che intona i martelli è pagato di più di altri tecnici-operai. Sui martelli nuovi si può usare o non l'impregnante che indurisce, sì, i martelli, che poi, di nuovo intonati, acquistano maggiore potenza. Alcune Case impregnano e alcune no. L'intervento di intonazione è complesso e non si limita solo al "punzecchiamento". Martelli ben intonati acquistano un bel suono e la differenza da prima dell'intervento è udibile anche dai non esperti musicisti. Si tratta di rendere alcune zone del martello più o meno elastiche per far si che l'imatio con le corde permetta di generare i giusti armonici che "vestono" il bel suono.
  10. Benvenuto "pianista ritrovato". Spero potremo scambiare molte opinioni sulla Musica e non solo.Benvenuto
  11. Non toccare assolutamente le viti del telaio. il rumore può dipendere o da ungerei scollamento del ponticello in quel punto. Se così, prova a spingere sul ponticello mentre suoni la nota; se la vibrazione scompare, allora dipende da ciò. Potrebbe anche essere anche il risonatore. cioè la parte libera della corda che risuona per simpatia. Allora, se così, puoi provare a stoppare il suono con dei piccoli "cavalierini" di feltro per impedire la risonanza. Sono naturalmente ipotesi e un bravo Tecnico saprà fare una diagnosi esatta.
  12. Non starebbe a me a rispondere, proprio perché il sottoscritto ha qualche difficoltà su qualche posizione( quinto dito non molto lungo!). In genere, posso dire che la mano piccola assume posizioni più aperte e quando deve salire con il pollice sui tasti neri ( vedi studio di Chopin op. 25 n. 11) si deve muovere con più decisione e ancora più in anticipo. Nelle posizioni late ( vedi studio di Chopin op. 25 n.1) descriverà un movimento laterale più ampio senza "vergognarsi" della scompostezza. Come ha detto Nancy, va cercata la posizione più naturale possibile. Mai contrarre! La piccola mano deve servirsi di più del movimento di rotazione longitudinale e trasversale. Imparerà da subito a legare le posizioni lontane lanciandosi con la spalla e ad essere molto elastica sul polso. Non che le altre mani non debbano farlo, ma per la piccola sarà esigenza primaria. Che dire ancora? anche le diteggiature "adatte", "dedicate" saranno di aiuto. Esempio principe lo scavalcamento del terzo all'inizio del tema delle 32 variazioni di Beethoven e/o . in generale, il 51,41 al posto del 52,41 nelle seste. Voglio dire maggiore e ardita mobilità del pollice quando si trova in posizione interna alla successione legata. Via via, come ha ben detto Nancy in due parole ( troppe le mie duecento!) si troveranno necessariamente e indispensabilmente le soluzioni. Buono studio
  13. colla sul legno della forcola? Non capisco dove potrebbe essere di aiuto. Tieni presente che al centro il perno deve essere ben stretto e sulle guarnizioni quel tanto che lo fa scorrere. allora avrai messo un poco di colla per bloccare la vite della piastrina.....( anche se il rimedio non mi pare ortodosso...)...comunque, l'importante è non compromettere la giusta rotazione dello stiletto del martello. Il perno fuoriesce quando non è ben stretto al centro. Ma se la vite e la piastrina stringono ...ok. altrimenti basta mettere uno spessorino minuscolo sulla sede centrale del perno in modo che la piastrina possa essere capace di serrarlo.
  14. Caro Angelo, devo dire che hai una capacità notevole di individuare le cause del mal funzionamento. Questo ti rende molto ben predisposto ad imparare come "curare" il pianoforte.Comincio col dire che non ti devi aspettare da un pianoforte con" meccanica a baionetta" ( mi sembra di capire che si tratta di questa meccanica) smorzi bene il suono. Purtroppo con quel tipo di meccanica gli smorzatoi sono montati al di sopra dei martelli e gli acuti non hanno quasi spaziosufficiente per smorzare il suono. inoltre il sistema lavora per "gravità" ed è ben differente da quello successivamente moderno che che è aiutato da molle. Ti devi contentare, anzi il feltro vecchio, perché segnato dalle corde, smorza un po' meglio di quello nuovo. E' chiaro che ti devi assicurare che le baionette scorrano bene e che i perni della meccanica degli smorzatoi non sia "pigra", altrimenti l'efficienza diminuirebbe. Bene per il feltrino mancante! il click dipende proprio dal rumore del montante di scappamento che non si riposa sul feltrino. Per il perno hai fatto bene....ma spesso non dipende solo dalla piastrina lenta bensì dal perno lento sui laterali fori guarniti di panno. In quel caso. allentando la piastrina( comodo sistema) si può sostituire il perno con uno di misura maggiore ( a volte basta una misura più grande ad es: da 1,30 a 1,325) Poiché per te è difficile reperire i perni, cerca di misurare con un micrometro il diametro esatto e individua quanti tasti hanno il problema. Se è solo qualcuno , ti spedisco io in una bustina qualche perno magari di di misure diverse ( mi manderai, se vuoi, l'indirizzo in privato sui messaggi) Per l'accordatura, mi sembra di capire che le caviglie hanno una buona tenuta. Bene a presto!Paolo
  15. Ciao Angelo e benvenuto. La tua storia è interessante e non è vero affatto che i dischi di Fabbri editore fanno ridere. Anche io li possiedo e devo dire che è stata un'opera ammirevole. Forse la qualità del vinile e dell'incisione lascia un po' a desiderare oggi, era del digitale, ma il valore editoriale è alto. In quanto al tuo pianoforte, bisognerebbe vedere perché messo in vendita ad un prezzo così basso. Io lo farei vedere ad un tecnico della zona e mi farei consigliare a riguardo. Comunque attendiamo, su apposita sezione, foto e notizie. Ciao
  16. Anna lascia un grande vuoto nel teatro moderno. Una grande innovativa espressione della comicita' e dell'ironia
  17. Benvenuta Viola...sei una musicista che ascolta...non è poco. Addirittura, posso dirti che durante alcune lezioni di "lettura di partitura" alle quali partecipai molti...ma molti anni fa, la classe era composta di musicisti diversi, pianisti, cantanti, strumentisti a fiato ecc. Ora esaminare una sinfonia di Beethoven fu di grande difficoltà per i non pianisti ( e difficile alche per questi!). Il docente, pianista e Direttore d'orchestra decise di mettere in atto una "lettura passiva" cioè attraverso l'ascolto. Io ti posso garantire, di aver conosciuto non musicisti, raffinati ascoltatori, che, penso, "sappiano" di una sinfonia...molto più di alcuni musicisti.... L'ascolto è una grande analisi, se non ci si ferma solo passivamente a goderne della bellezza. Benvenuta
  18. Un acustico è sempre un acustico. Anche dal punto di vista educativo-tecnico- musicale. Se lo Yamaha è ben "preparato" ( regolazione, accordatura intonazione martelli) e se non ha problemi meccanici, Allora può essere un buon riferimento.
  19. Anche io Kaway. Anche il Roland F 110 non lo vedo male
  20. Il 23 sono già al mare....ma voi fatela....poi....caso mai....ce rifamo!!!
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