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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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  1. una leggerissima fluttuazione del suono. Si può fare su buone code con corde abbastznza nuove
  2. Allora, quello che dice Simone è giusto. Non è facile realizzarlo. C'è bisogno di un buon accordatore ...e di un buono strumento. Da realizzare SOLO sul coda. Si scorda leggermente la corda di sinistra, che suonando con le altre due simultaneamente produce un suono cantabile. Quando si usa il pedale" una corda" si esclude proprio "quella" corda e allora va bene così. Se si operasse il "trucco" su quella di destra ( ho sentito alcuni accordatori dichiararlo!!!!!!) si avrebbe una contro una....una disastro!!!!!
  3. Rispondo con ritardo perché ero fuori Sede. Allora può dipendere da molte cose 1) sollevare il cavalletto spingendolo con un dito sotto la leva di scappamento. Il tasto, così, sarà libero di oscillare. Guarda se il tasto si muove con massima libertà. Se ciò non accade è la guarnizione anteriore o quella centrale. Rimedio: prendere il tasto col pollice sopra e l'indice sotto e forzarlo lateralmente mentre oscilla. Se non dipende dal tasto ....fase 2 2) può essere il cavalletto che ha un impedimento. se sei capace a smontarlo, guarda la forcola di snodo. Deve cadere sotto il peso della propria vite. Se non è così, va cambiato il perno. 3) SE non dipende da quanto esposto fino ad ora, smontare il martello, deopo essersi assicurato che non tocca, nella sua corsa, quelli adiacenti. Controllo della sua forcola.
  4. pianoexpert

    Ciao!

    Caro Alex, Benvenuto tra noi. Mi associo a Gennarino e a Simone. Vedrai che , in nostra compagnia, si alimenterà ancora di più la tua passione per la Musica. A presto Paolo
  5. Caro Saverio, la non prontezza può dipendere da mille ragioni.......come faccio a fare una diagnosi a distanza? I battimenti sono originati da differenze di frequenza. Se abbiamo un la accordato a 440 e la sua corda vicina a 441 diremo che si prduce un battimento al secondo. E' chiaro che questo avviene anche con i suoni armonici (8 o meglio parziali). Ecco quindi che i battimenti si producono ad es. su una quinta se gli armonici in comune si discostano tra loro come frequenza. Nella pratica li possiamo ascoltare abbassando o alzando la rispettiva frequesnza "sfasata". Spero di aver chiarito, anche se parzialmente il concetto
  6. pianoexpert

    Arpeggi

    Bella discussione. Bell'argomento. Scale. Arpeggi. Problemi simili Nelle scale, come negli arpeggi, si comincia lentamente e passando il pollice sotto. Ma non si deve tardare a sunare in velocità le scale col pollice sopra. E' uno dei classici esempi che ci fanno capire come, oltre "il muro della velocità" i movimenti divendano ben diversi. Così negli arpeggi. Se ci si ostina, secondo me, a velocizzare col pollice sotto, l'arpeggio diventa difficilissimo. Addirittura converrebbe pensare ad una posizione 123 e ad un'altra posizione ( dopo il passaggio) 1235. Cioè spostando il pollice (pollice sopra). Nella Wanderer di Schubert il finale è ad arpeggi du Do magg. In tutte le posizioni..a mani parallele. Ricordo di averle studiate ed eseguite girando dopo il 5° dito in modo da far fare alle due mani un uguale gesto simultaneo. Tecnicamente più difficile...ma mentalmente più facile, e meno fallibile. ( Tecnica avanzata, ma vale la pena di provare) Un altro esempio. provare il finale del presto agitato del chiaro di luna di Beethoven. Conviene partire a mani parallele fino al 5° e tornare indietro pensando a tutte le posizioni come accordi arpeggiati. Provare, naturalmente pedalizzando.....tutti gli arpeggi sono di Do diesis!!!!! Forse all'inizio è più difficile...ma non si gira MAI col pollice!!!!!! Pazzia? Provare.......
  7. Bravo!!!! L'unica precisazione. Ok studio lento e "pensato".....ma la lentezza non deve snaturare l'accentuazione. Es: se dobbiamo eseguire un valzer veloce in "uno", cerchiamo di conservare quell'"uno" anche nel lento e non frammentare ltroppo le accentuazioni. Sono d'accordo sul resto
  8. E' un lavoro molto particolare. Forse, al nord, qualche artigiano potrebbe chiederti di affiancarlo. Ma ci vogliono anni per diventare veramente esperti. Ne parleremo, se un giorno ci incontreremo. E' un lungo discorso. Per ora limitiamoci ad esaminare i tuoi martelli...che credo siano stati rasati. Vediamo come! A presto Paolo
  9. Che cosa intendi per "manovre rigenerative"? Quando i martelli si segnano, il suono diventa più aspro, specialmente se l'intonazione di base non è stata fatta a fondo. Comunque si più intervenire lievemente nei lolchi sui mertelli, possibilmente senza intervenire proprio in testa al martello. Caso mai si crea un piccolissimo cuscinetto "del piano", ma non profondo. Bisogna comunque vedere davanti a quale tipo di martelliera ci troviamo e che tipo di suono sia più giusto, anche in relazione all'ambiente d'ascolto.
  10. ok. Sei molto attento!!! Bravo!. Tienimi informato
  11. Caro Fabio, ha ragione SImone. Ti preghiamo di aprire la discussione nell'apposita sezione "problemi tecnici e loro risoluzione". Ti risponderò molto volentieri.
  12. Benvenuto Fabio. Si suona tutta la vita. Si smette...si ricomincia.....la musica ci appartiene sempre. La nostra compagnia sarà, spero, per te, di stimolo per ricominciare. Saluti Paolo
  13. l'armonia aiuta moltissimo. Ma mi sembra di capire che la mano diventi più fallibile! Credo che bisogna sviluppare una tecnica anche e soprattutto mentale. Ciò che il cervello fice la mano fa. Sentire la tranquillità della mano e ripetere quello che si farà in esecuzione. Mandami un video
  14. E' un po' complesso rispondere. cercherò di essere sintetico. "Quello che sappiamo veramente è quello che ci rimane dopo che abbiamo dimenticato tutto" Non è una mia frase, ma mi piace. L'assimilazione è senza meno una "garante" del risultato dell'esecuzione "D'acchitto". La Ripetizione ci conduce al risultato,...ma a volte non ce lo assicura nel tempo. Anzi, se ci succede che alla successiva seduta di studio ci rimane ben poco di quello che avevamo "studiato"...forse abbiamo studiato male...oppure non abbiamo risolto i problemi...Insomma non siamo diventati padroni del pezzo. Eppure, quando avevamo studiato...andava sempre meglio. Ripetendo si era arrivati ad un buon risultato. Sì, ma forse ci siamo affidati troppo all'addestramento "motorio" e meno alla consapevolezza mentale. Prova a diventare "cosciente" delle suluzioni e mettiti alla prova come se dovessi spiegare ad un allievo "come fare". Difficile? Chiaro? Non so, è arduo spiegarlo così.
  15. Stupendo. C'è tutto. Il Folkrore, la Festa, la Beffa, la Banda, la Raffinatezza, l'Amore, la Virilità, il Lirismo, il Divertimento, la Malinconia, i Perduti Ricordi, la Determinazione, il Coraggio, il Trionfo.... della Musica (nel finale). Grazie di avermela fatta conoscere.
  16. Procedura di studio: 1) prima di tutto, rendersi conto del "carattere del pezzo" , leggerlo, ascoltarlo, amarlo, capirne il senso musicale, .... 2) Ecco che, se siamo in grado di leggerlo, iniziare a conoscerlo. Anche uno studio a mani separate è buono, anzi ottimo. Anche qualche passaggio facile si puo suonare a mani unite. In quasta fase, secondo me, avviene la conoscenza, come tra due amici.Attraverso questa fase si deve capire se quel pezzo "è per noi" oppure no, perchè, magari, troppo avanzato o perché non ci è congeniale. Se non decidiamo di studiarlo....almeno lo abbiamo conosciuto. ( Certo ..che non dobbiamo fare continamente così..altrimenti conosceemo molto, ma studieremo e approfondiremo pochissimo) Anche il Maestro deve intervenire ed, eventualmente, consigliare l'Allievo. 3) fatto questo, si comincia a dividere il pezzo in sezioni ( cercherò di illustrarlo sul video). Per esempio, se trattasi di un primo tempo di sonata, individuare il primo e secondo tema dell'esposizione, poi dove inizia lo sviluppo, dove è la ripresa, e dove, nell'ambito della ripresa, si ripresenta il secondo tema (Che è quello che appunto nella RIPRESA si presenta nella TONALITA' Madre)...Questa parentesi è importante!!!!! Anche nelle prime sonate di Beethoven alcuni elementi inducono in inganno.....ma questa regola ci dice veramente dove sta il SECONDO TEMA. Poi segnare se il pezzo finisce con una Coda. 4) Contemporaneamente alla terza fase, individuare il tempo base e individuare le figure ritmiche che ci sembrano più difficili. Prima dell'esame di solfeggio o prima di una adeguata preparazione teorica, che consiglio di intraprendere parallelamente allo studio dello strumento, avremo un poco di difficoltà a realizzare alcune o molte figure ritmiche con la giusta accentuazione. E' compito costante del Maestro quello di "vigilare" e spiegare non solo il ritmo come "divisione (solfeggio) ma anche come "interpretazione" ( per es. una stessa figura puntata, pur nel rigore della divisione, può avere carattere "eroico" o melodico ...ecc e per es. più o meno accentuata e/o appoggiata......). Meglio esaminare tutti i "problemini separatamente ( mani separate) 5) Lo studio può iniziare a piccole sezioni compiute. Ripeto piccole. Rispettando sempre la MUSICA. un inciso+un inciso=mezzafrase. Mezzafrase+mezzafrase=Frase. Prima a mani separate e poi subito unite. Le piccole sezioni possono essere unite quando si conoscono veramente. E' molto importante non passare continuamente oltre!!!!! Si pensi ad una pentola d'acqua sul fuoco: quale economia avremo se mentre sta arrivando all'ebollizione, spegnamo ripetutamente il fuoco? 6) nella fase 5 si comincia a presentare l'esigenza di risolvere i problemi tecnici o almeno tutti quegli ostacoli che si presentano nel nostro "naturale" cammino. Bisogna comunque "salvare preziosamente" ( Il Maestro deve farlo) ciò che naturalmente realizziamo. Questo a qualsiasi livello di capacità. Alcuni studenti o pianisti già formati usano naturalmente e con efficacia diteggiature che per altri sono difficili. Ogni movimento o serie di movimenti (gesti) sono diversi da pianista a pianista. Divertirsi a vedere come pianisti con mani di diversa conformazione sia differenti nel "gesto"....ne parleremo. Bisogna in questa fase individuare i gesti fondamentali di base....Beh, questo passaggio con rotazione, quest'altro con dita ferme e un po' di braccio, quest'altro con la massima pressione..partecipazione della spalla ecc....... ( Il Maestro abituerà l'allievo e servirsi di questo "repertorio tecnico", che già lo stesso ha conosciuto nei "formulari" tecnici e attraverso dagli insegnamenti di base del Maestro stesso e lo arricchirà per l'Allievo) intermezzo: Per assimilare un pezzo possono essere adottate due strade. - imparare piccole cellule già subito a memoria, addirittura nominandole con lettere o segni di riconoscimento. Diventa un gioco: Suoniamo ora la A3 fino alla B1 ecc... - Lavorare sempre a piccole cellule, senza mai lasciare la lettura. Sono contrario ad una scelta intermedia. Personalmente credo che, anche adottando il secondo metodo, si debba esercitare la memoria, si debba imparare a suonare a memoria, si debba rischiare di suonare a memoria. Osserviamo la frase in francese : "a memoria"= "par coeur"....forse quando conosciamo bene l'opera a memoria ...ci è veramente entrata "nel cuore..." secondo intermezzo: se dobbiamo metterci alla prova con la memoria...proviamo ad eseguire il pezzo a memoria , a mani separate.....ne scopriremo delle belle!!!!! 7) ora il pezzo è musicalmente "su". Ancora alcuni errori, piccole cose o "cosette da risolvere" che abbiamo rimandato. La musica ci incoraggia e durante l'apprendimento non dobbiamo, a mio avviso, mai allontanarci da essa. Il Maestro farà alcuni esempi e farà sentire la differenza tra una buona e una cattiva realizzazione musicale, suggerirà le frasi, il modo di renderle secondo l'intenzione dell'Autore. 8) Il perfezionamento può e deve avvenire smontando ciò che non va per capire, dico "capire" perchè quel passaggio non viene o perché non riusciamo a suonarlo con abbastanza disinvoltura. A volte, non subito questo avviene. Dipende dalla nostra maturità e dalla maturità del pezzo. Già ...la Musica è come un frutto...che anche quando viene colto...continua a maturare. Riprendere, dopo tempo, le composizioni studiate in passato ci fa capire che dentro di noi, se ben studiate, è rimasta una radice che si è propagata e "maturata". Ogni tanto, anche dopo aver suonato in esecuzione pubblica un pezzo, conviene lasciarlo e dopo tempo studiarlo di nuovo. Anche i Grandi hanno fatto questo. Il grande esempio di Bachaus, che nella sua vita ha ristudiato e rieseguito,reincidendole, tutte le trentadue sonate di Beethoven e ripetutamente i 5 concerti, ci deve illuminare. Spero di non essere stato prolisso e noioso.
  17. Benvenuto Saverio. La Famiglia di Pianoconcerto ti apre la porta. Parlaci della tua musica e delle tue esperienze. Ciao Paolo
  18. Caro Demetrio, vorrei risponderti in modo più articolato. Innanzi tutto è una buona decisione aver ricominciato a studiare. Non condivido molto studiare con due maestri diversi. A volte ci possono essere delle diversità di vedute che creerebbero solo confusione. Io, nei miei circa 55 anni di Musica, mi sono formato delle convinzioni circa la tecnica pianistica e non solo. Dirò subito che un buon Maestro è alla base di una buona formazione. Un buon Musicista prende spunto anche da un passaggio per parlare di Musica. E parlare di Musica significa parlare della finalità che ci prefiggiamo:fare Musica. Qualcuno dirà: "Va bene, ma per fare Musica o qualsiasi altra cosa devo sapere come fare..." Certo e allora, al prima cosa è partire addirittura dall'ascolto guidato, soprattutto da esempi che il Maestro deve mettere a disposizione dell'allievo. Sin dai primi libri di studio, credo, sia utile individuare il senso musicale delle piccole composizioni, in modo da poter "motivare" il suono che iniziamo a produrre...che deve trasformarsi appunto in Musica. All'inizio la mano sarà carente, come la voce per il cantante, come l'archetto per il violinista, come il labbro per l'oboista. Il Pensiero musicale sarà sempre avanti rispetto al "mezzo" a disposizione, che ancora non sappiamo usare con padronanza. Allora, certo, all'inizio, ci deve essere un periodo di "impianto" durante il quale il Maestro suggerisce e trasmette all'allievo i principi fondamentali, dai quali non dovrà più separarsi. La scelta dei libri e degli Autori dei libri didattici è importante. Importante è la loro gradualità, perchè attraverso la gradualità cresce l'abilità in modo tranquillo. Molti metodi di insegnamento separano il periodo di formazione tecnica da quella musicale. Li separano nel tempo, come giornalmente o nell'ambito della stessa seduta di studio. A volte alcuni Maestri non vanno, per anni, oltre lo studio tecnico, esigendo dall'allievo un sublime superamento delle abilità, annunciando che solo dopo si potrà parlare di Musica. Ho ascoltato personalmente da alcuni Maestri dire che loro non insegnano Musica bensì tecnica. Tecnica viene dal Greco "Theknè" ( credo si scriva così.... ) che vuol dire "Arte" "Arte del fare" del " come fare" Ora, come si fa ad imparare a fare se non sappiamo che cosa dovemo fare? Sembra un gioco di parole, ma non lo è. Credo che solo la Musica, quella che dovremo fare, ci possa far capire e ci possa suggerire "come fare" Allora quali sono i mezzi per poter fare? Tecnica e Musica si sposano perfettamente il testo stesso ci suggerisce quale "gesto" compiere in un certo passaggio per realizzarlo con efficacia musicale. "Gesto". Chiamo "gesti fondamentali di base" quelli che dobbiamo compiere per realizzare in frammento o una frase mucicale. Così mi trovo molto d'accordo con Sandor nel classificare alcuni "elementi" come lo staccato il legato, pronazione e supinazione della mano, articolazione di dita, pressione ecc.... Il movimento giusto che dobbiamo compiere per trovarci con un buon anticipo sui tasti da suonare e sapere dove creare appoggi e alleggerimenti che creano gli accenti ...dove le contrazioni e i rilasciamenti.....come mettere fuori tensione i nostri muscoli e generare energia dalla rilassatezza. Questi e forse tanti altri principi da assimilare...e per sempre. Ben diversa è la disciplina che per ore ci costringe ad irrobustire le dita. Ore di esercizi e studi dei passaggi secondo varianti ritmiche che contrastano con l'originario ritmo che si dovrà eseguire. Inoltre il toccasana dello studio lento che dovrebbe preparare alla precisione e all'infallibilità durante la velocità. Mi domando per esempio come si possa imparare a correre camminamdo per ore!? C'è qualcosa, ad esempio, al di là del "muro della velocità" che si può conoscere soltanto....superando quel muro e andando "a trovare" la velocità! Per ora mi fermo qui, perché vorrei parlare di questo in un video. Caro Demetrio, personalmente condivido il tuo approccio. Si pùò studiare "tecnicamente" suonando. Quando cerchiamo il giusto tocco e il modo di realizzare il giusto suono....ecc....stiamo facendo "tecnica". Naturalmente è utile separare a volte un difficile passaggio studiarlo "da vicino" e subito, però, "rimontarlo" nel contesto dell'opera. Buono studio Paolo
  19. Carissimo Gennarino,...ma è il nostro amato Chopin!!!!!!!! Non è un pezzo facile. Chopin era un grande ammiratore dell'opera italiana. Quando mandò il manoscritto all'amico Fontana, gli scrisse che non aveva deceso che tempo usare se 6/8 o 12/8....gli disse ..."comunque copiala nello stesso tempo con cui è stata scritta la tarantella di Rossini" E' un pezzo che mi piace molto. Grazie
  20. Caro Demetrio, tocchi un argomento scottante. Perdonami se non ti rispondo subito, ma la risposta esige una lunga articolazione e a quest'ora..... Forse farò un tutorial su questo argomento, ma non ancora. Comunque mi trovo molto d'accordo con te. P.S. L'op. 740 è comunque bella. Non parlerei di esercizi, quanto di veri pezzi di Musica, da eseguire ed..interpretare. Parleremo di Tecnica e Musica Ciao Paolo
  21. Ricordo Carosone con molto piacere. Per me era un genio e un ottimo pianista. Il suo complesso ci trasmetteva felicità e la sua ironia solleticava il nostro umore.
  22. pianoexpert

    Mi Presento

    Benvenuto Demetrio. Ci darai molto aiuto e molta compagnia. Grazie per i complimenti. vedremo se saremo capaci di sviluppare altri temi importanti intorno alla Musica e al Pianoforte. Apprendo che sei un bravo pianista e che non lasci lo studio. Complimenti per la passione e per l'impegno. Quest,i aggiunti alla competenza di un buon insegnamento, realizzano preziose esperienze. A presto e Auguri Paolo
  23. Devi trovarti sempre in anticipo sugli accordi. Non devi "affrettarti" a suonarli,ma devi "anticipare" mentalmente il movimento. Appena suoni la nota estrema del basso, già devi pensare a trovarti sugli "accordini". Il movimento è tranquillo se ben "anticipato". Anche nei passaggi estremamente veloci conta la nostra anticipazione mentale. Un buon esercizio: suonare la nota del basso e trovarsi rapidamente sull'accordo senza suonarlo. Notare se le dita sono tranquillamente e rapidamente sulla giusta posizione. Se notiamo che "cercano le note" vuol dire che non "sappiamo" quali note suonare ovvero impieghiamo troppo mentalmente a pensarle, idividuarle e metterci nella giusta posizione. Tutto ciò deve avvenire prima ancora del nostro spostamento. La" precisione tecnica" è principalmente originata dalla "chiarezza mentale". Spero per ora di essere stato utile. Un esempio visivo è molto più di aiuto.....
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