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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Anche nel verticale si può usare la striscia di feltro. La stecca a molla, utilissima, servirà dove il feltro non può arrivare e sarà utile anche nel fare gli unisoni per isolare alternativamente le corde laterali di ogni coro.
  2. La centratura dei martelli è fondamentale. E' fondamentale anche che ogni martello colpisca simultaneamente le due o tre corde. Purtroppo, trascurando nel tempo questi controlli, i martelli subiscono un "solcamento" decentrato e quando si vorrebbe riportare tutto alle giuste centrature è bene che i martelli vengano prima rasati. Per far rasare i martelli occorre esperienza. Attenzione: deve esserci sufficiente feltro ( possono essere rasati una o due volte al massimo) ed è FONDAMENTALE che dopo la rasatura conservino una forma leggermente arrotondata nei bassi e più a punta sugli acuti. Cisì è anche importante conservare l'originario "punto di battuta, che, dopo la rasatura, per effetto di maggior corsa del marlello, deve essere ricalcolata. Un buon Tecnico, esperto, valuterà il da farsi. Seguire, comunque attentamente le operazioni. Dopo la rasatura, la martelliera necessita di nuova intonazione.Dopo queste operazioni il suono deve risultare nitido e compatto, compatibilmente con la qualità del progetto dello strumento.
  3. Non conosco questo termine. Spiegati meglio. Comunque al di là della terminologia, bisogna focalizzarsi sella funzione di ciascun pezzo. La terminologia deve essere esatta, ma l'importante è intendersi.
  4. Quelle sono molto utili per il verticale, ma in generale è molto pratico usare una striscia di feltro alta un cm. e spessa mezzo per isolare le corde( lasciare libera solo quella centrale). Successivamente, togliendo gradualmente il feltro si potranno accardare gli unisoni. Mi riservo di postare delle foto degli attrezzi minimi.
  5. Mi sembra di ricordare che sia un pianoforte che abbia un "sapore" italiano. Forse montato in Italia.
  6. Come avrai visto sui video Tutorials sono necessari un ferro a punta per girare i piloti, un altro piccolo attrezzo per girare le viti ad occhiello nonché l'attrezzo per girare i perni a testa piatta in testa ai bottoncini e un piccolo cacciavite. Naturalmente dei modelli di misura per stabilire le distanze dei martelli dalle corde e la loro distanza di caduta e di parata.
  7. E' fondamentale verificare lo stato di usura delle parti. L'usura dei feltri, delle pelli e la vetustà dei perni di centro della meccanica possono aumentare gli attriti , facendo aumentare il peso di abbassamento del tasto e diminuire quello di ritorno. Ti invito a leggere i miei articoli sull'argomento e vedere il video tutorial sugli attriti. Un bravo tecnico deve saper esaminare lo stato dei componenti e proporre gli eventuali interventi. E' giusto che tu sia attento a ciò.
  8. La matriciana mi piace!!!!!! CI STA BENE UN BEL ROSSO STRUTTURATO!!!! é chiaro che se una faccetta dello smorzatoio non si poggia simultaneamente può originare un armonico. Prova sulla chitarra: Puoi suonare gli armonici sfiorandosulla tastiera la corda a diverse distanze mentre la destra pizzica. Lo smorzatoio agisce da "sfioramento" e mette in moto un armonico. Ok? Il tuo accordatore chiede un giusto prezzo. Spero che l'accordatura sia per te soddisfacente e soprattutto duratura nel tempo.
  9. E allora. Fallo lentamente. Guarda se tutta la faccia del feltro dello smorzatoio poggi simultaneamente sulle corde e simultaneamente in tutta la sua lunghezza. Se è Ok. Puoi provare ad abbassare o alzare verticalmente la testina dello smorzatoio. Se si tratta di smorzatoio a feltro piatto, nessuna difficoltà: agisci sulla picola vite che ti permetterà di far scorrere la testina lungo il ferro. Poi, agendo sul ferro, ricentra la testina per bene. Se lo smorzatoio ha un feltro sagomato a due cuspidi, è più difficile ma puoi provare: dopo aver fatto scorrere la testina lungo il ferro, ricentra la stessa agendo sul ferro due volte, una nella parte bassa e una nell'alta. Così facendo la testina si ricentra muovendosi parallelamente. Buon lavoro
  10. Mi dai l'occasione di rispondere ad un quesito molto delicato. ogni tecnico dà un certo valore al proprio lavoro. Ognuno si è formato negli anni, investendo tempo e denaro ed ha acquisito una "certa" perizia. Non tutti i tecnici sono spesso preparati su ogni tipo di intervento. Alcuni sanno benissimo accordare, ma non Hanno esperienza, per esempio, di intonazione. Alcuni pensano di "standardizzare" la regolazione e/o pensano che quello che diceva il padre o il nonno fosse la verità. Alcuni perseguono filosofie personali chi li distinguono e vorrebbero fare un certo intervento su tutti i pianoforti che visitano, perché pensano che ttto o molto dipenda dal fare o meno questo o quello. Io credo che ognuno debba intervenire secondo la propria esperienza cercando di capire, innanzitutto, che cosa richieda il pianista di più urgente. E' comunque prefessionale analizzare e "visitare" tutto lo strumento, da capo a fondo, e rivelare tutto ciò che sarebbe necessario "fare". In questo scenario, non è facila dire quanto può costare una "accordatura". Spesso l'Accordatore o, meglio, il Tecnico, viene chiamato per una "accordatura", ma molte volte si trova a dover risolvere altri problemi. Ogni intervento fa i conti con la competenza, con il tempo, con i materiali e le attrezzature impiegate, con il tipo di pianoforte. E' difficile stabilire a distanza il costo anche di una sola accordatura. A volte un pianoforte non si fa accordare da molto tempo e si allontana dal diapason. Oppure ha corde molto vecchie e disarmoniche. Oppure....... Lo so che alzerai le spalle a questa mia risposta, ma credi, l'onestà del Tecnico e la sua Professionalità devono dettare l'impossibilità di standardizzare un costo di intervento. Naturalmente influisce anche la distanza da dover percorrere per raggiungere il cliente. Credo inoltre che si debba spendere un po' di tempo per parlare e decidere insieme come articolare il buon mantenimento dello strumento con la minima spesa e consolidare un buo rapporto reciproco di fiducia. P.S.L'emissione del parziale in questione è sicuramente evidenziato da una tua sensibilità a quel parziale, ma se si traducesse anche nella asprezza della nota fondamentale, allora andrebbe ben intonato. Potrebbe anche dipendere da un non perfetto allineamento di quella zona dei martelli secondo il punto di battuta ottimale. Tutto da vedere....Potrebbe dipendere anche dallo stacco dello smorzatoio ( troppo tardi e non simultaneamente in tutta la sia lunghezza, per esempio...controlla!!)
  11. Credo sia la stessa marca. Ma comunque non stà lì il problema. Ci sono pianoforti di marca sconosciuta che suonano bene e viceversa. Mi sembra di capire che questo non lo hai promosso?!
  12. Siamo d'accordo: AFFIDARSI AL PIANOFORTE, NON...SFIDARE IL PIANOFORTE. .......
  13. Caro Francesco, Che bella notizia!!!!!! Sarai un pianista. Già ti vedo in copertina per l'integrale delle sonate d iBeethoven ( naturalmente nel libretto della raccolta parlerai di come hai cominciato a suonare l'Adagio del Chiaro di luna!!!!!! ) Bene. Ora dobbiamo parlare di pianoforti. Bisogna capire la tua disponibilità economica. Comunque non ti orientare solo sul nuovo. Se tu nella tua zona tovassi una grande marca da restaurare forse sarebbe anche bello! Tu sei una persona speciale e non credo che il pianoforte ti serva solo per studiare. Sei uno che, come ero io da ragazzo, apprezza il suono e lo strumento per quello che è, e ne ama il possesso. Ora per studiare, te lo ha detto bene Simone, basta un bel digitale da 1500 euro. Ci studio bene anche io sull'FP7 Roland. Io fossi in te, cercherei, cercherei. Poi si vedrà come vederlo. Cercalo anche lontano da te.E vicino a te. Devi sentirlo tuo. Chissà che non scovi un vecchio Bechstein e Steinway e altro che ti fa innamorare? Non escludere nessuna possibilità. I pianoforti datati non valgono molto sul mercato, ma dipende come vengono ricondizionati e restaurati. L'importante è constatare lo stato della tavola armonica, dei ponticelli e l'integrità del telaio. Poi tutto è da vedere. Oggi si possono avere materiali perfettamente riprodotti identici. Si può ridonare, con amore e perizia, la vera identità ad un vecchio Bechstein e farlo suonare e funzionare vicino al 90% , forse qualcosa di più. Sul nuovo verticale Schimmel e Seiler in testa ( Ovviamente tralasciando Bluthner, Bechstein e Steinway, costosissimi, ma stupendi) Poi qualche Ibach e poi passiamo agli orientali ( alcuni buonissimi Tipo Atlas o Apollo...) Yamaha serie S e Kaway ( alcuni) Code...Seiler 180 buono. Yamaha dal C3 in poi. Anche il Rosenbach che vende la nostra iscritta a 6.000 è un ottimo pianoforte. è un 180 ed è nuovo. Ben messo a punto è buonissimo. é lontano, ma dovresti prenderlo in considerazione. è come nuovo a metà prezzo. Poi ovviamente ci avviciniamo alle grandi marche. Sulle code escluderei Schimmel e Ibach. Magari trovare uno Schidmeyer. Mason Hamlin è favoloso. là conosciamo un amico, il grande mio amico Bettin che si stà interessando a questi pianoforti. E' quasi come avere uno Steinway. Insomma, buona caccia, amico. Annulla le lontananze e cerca ad ampio raggio. Un saluto affettuoso al futuro Maestro Paolo
  14. Bhe, se scendiamo sul piano "acustico", allora c'è da dire che ai tempi di Beethoven, l'orecchio non ascoltava come l'orecchio di oggi. Per spiegare questo bisogna ricorrere ad alcune riflessioni complesse che interessano l'orecchio come organo sensoriale e la psiche che, coem una uscita midi decodifica e trasforma gli impulsi e li trasmette al cervello. I francesi sono i Principi di questo studio. Ricordo un bellissimo studio che fu oggetto di una mostra al Centro Pompidou a Parigi.Ne vene un testo che possiedo. " Il suono precede tutto e lo spazio auditivo viene prima dello spazio visuale". Queste alcune parole di un capitolo intitolato. " Je n'ai jamais vu un son"- Io non ho mai visto un suono.Potrei citare atri interessanti studi sull'argomento. Il visivo, però ha preso il sopravvento nei secoli dei secoli. Dico sempre la frase : "Quando l'Uomo sentiva crascere l'erba". In effetti, in origine il suo udito era raffinatissimo e sensibilissimo. Se ci portiamo ai tampi di Beethoven, sicuramente l'ascolto era di gran lunga più "selettivo" di oggi e la capacità audiometrica di ascolto era superiore almeno del 30%. Ora quando parliamo di Pedale pianistico a quei tempi dobbiamo immaginare come era costruito lo strumento. Corde di ferro, tavola armonica poco caricata, martelli più piccoli. Transiente d'attacco più modesto, con considerevole sviluppo di armonici dopo il colpo del martello. Suono poco frenato. In effetti con questo tipo di strumento, troppo pedale non farebbe che rovinare la coda del suono che si lega al successivo, ingannando troppo il sincero e ricco espandersi degli armonici. Inoltre il suono di quegli strumenti era di gran lunga inferiore, come pressione sonora, cioè come volume, ad un attuale grancoda. Oggi è un'altra storia. Via via nel tempo è venuta la necessità di stimolare sempre maggiormente gli organi sensoriali auditivi, regalando un transiente di attacco eclatante, forte, stimolante, che si possa ascoltare anche in una sala da concerto di notevoli dimensioni. Il suono da "privato" (da camera) è divenuto sempre più pubblico (da concerto). Quindi è aumentato lo spessore della tavola armonica, è aumentata la sua carica; martelli più grandi e corde d'acciaio, magari sovradimensionate. Oggi su molti pianoforti grancoda e non solo abbiamo un suono abbastanza frenato, ovvero, a discapito un poco dello sviluppo degli armonici, c'è un maggior decadimento del suono subito dopo il colpo del martello. Una successione di suoni può essere "pedalizzata" più abbondantemente senza il pericolo di "impastare" e confondere il profilo della linea melodica. Ne consegue, che il pianista, pur rimanendo in un profilo mentale e reale del legato, possa trattare la mano in modo più rilassato, senza dover ricorrere ad alcune scomode e stancanti posizioni irrinunciabili per "legare con le sole dita". L'Accademico che suggerisce di eseguire un primo tempo di Beethoven senza pedale, perchè non indicato, non tiene forse conto di questa evoluzione- trasformazione e intende che usare, anche se con parsimonia, il pedale equivalga a "tradire" la scrittura Beethoveniana. Non mi trovo d'accordo. Certo è che bisogna fare anche i conti con lo "stato" dello strumento. Suonare su di uno strumento scordato, non intonato, con noitevole discontinuità timbrica su diverse regioni della tastiera equivale a rendere sgradevole qualsiasi pedalizazione storico- compensativa, provocando così la corsa a rimedi insani e falsamente correttivi di una immagine sonora tutt'altro che referenziale
  15. Non mi intendo di Rock, ma posso risponderti all'ultima domanda. Almeno dirti quello che penso. Io credo fermamente che se i Grandi Musicisti del passato avessero posseduto gli strumenti di adesso....si sarebbero veramente divertiti a comporre "cose turche", cioè...fuori dal tempo...Ma sta proprio qui la questione. Anche a proposito dell'interpretazione ci chiediamo se oggi dobbiamo suonare una sonata di Scarlatti sfruttando le possibilità espressive del pianoforte o relegarci stilisticamente allo stile clavicembalistico, quasi imitando i suoni e gli effetti dei quegli strumenti ( Cioè operare una ricostruzione storica del suono) Fatto è che il Genio non ha limiti. Ce ne dà prova Leonardo, colui che è stato capace di anticipare Tutto. E allora perchè non potrebbe esere così per la Musica. Sicuramente Beethoven, anche come pianista, avrebbe realizzato a pieno e oltre il limite gli effetti già contenuti nella sua musica. Le sue idee musicali godono di ampio limite e lasciano all'interprete ben capire che l'Idea era molto più Grande della realizzazione. Bach è molto espressivo. Non a caso prediligeva il Clavicordo e amava scrivere "Fur Klavier", che significa "per strumento a tastiera" Quasi volesse lasciare indefinito lo strumentio da scegliere. Si potrebbe andare avanti con molti altri esempi. Non credete?
  16. Fantastico!!!!!!Sento che si diventa più "amici" discutendo!!!!!!! Bellissimo!!!!!!! Qua bisogna sviluppare il discorso davanti alle lasagne!!!!! E' indispensabile!!!!!!!!Lo faremo!!...A parte gli scherzi ( ma per le lasagne dico sul serio!!!) mi piace molto questa vivacità di opinioni tra un giovane e ....un meno giovane. Abbiamo "aperto" simbolicamente quella " ermeticità" che separa le generazioni. Sia d'esempio a quei giovani che, come dice Thesimon si palesano in tutt'altro modo da come i realtà sono. Benvenga l'"uscita allo scoperto" col pieno e sincero diritto di manifestare i propri scontenti. Il movente delle azioni del video è proprio quello di una sofferenza repressa. Buon appetito
  17. Le leve si distiguono e si chiamano di primo, secondo e terzo grado a seconda della posizione del fulcro rispetto alle due forze. Il tasto ( leva di primo grado) ha il fulcro centrale. Il cavalletto e la leva del martello hanno il fulcro laterale e la forza potente nel punto medio. L'altra "levetta" chiamata montante di scappamento è anch'essa di primo grado; lfulcro al centro (il suo perno) forza potente ( la spinta del bottone di scappamento che la leva incontra nella salita del cavalletto) e forza resistente ( il peso dell'asta del martello )
  18. Caro Pasquale, Grazie per i complimenti e benvenuto tra noi.
  19. Caro Lorenzo, mi dispiace deluderti, ma siamo in presenza di un piano a corde dritte!Non credo che possa reggere l'accordatura. Inoltre vedo che necessita di un restauro interno e non impiegerei cifre per poterlo far restaurare. virifica, comunque, lo stato del diapason e la tenuta. Un restauro esterno+ tastiera è stato già fatto, non andrei oltre. Commercialmente non può essere quotato. Questa è la mia modesta opinione. Mi dispiace
  20. Bell'intervento, Renzi!!! Sono d'accordo. I Mass Media non si interessano più alle "sincere forme d'arte" e i riferimenti che la Massa riceve e ai quali si "ancora" sono sempre più fatui e fuorvianti. Come si deve recitare? Come si deve suonare? Come si deve dipingere? Come, insomma, può l'Arte comunicare, attraverso quale linguaggio? Basterebbe, a scuola, parlare e chiarire questo tipo di concetti per donare qualche strumento di orientamento nel difficile mondo dell'Espressione e della Comunicazione. Tutto si "Impastoia": la musica nella pubblicità, la dizione nella falsa recitazione televisiva ( quella naturale!!!!), Il "tratto" pittorico ...ecc. Insomma, ben vengano tutte le forme di utilizzo e multimediali dell'Arte, ma affiancate dalla conoscenza delle basi e dei fondamenti. Qui è responsabile la Scuola che non possiede insegnanti capaci e disposti ad affrontare "L"ESSENZIALE", con sicuri e solidi messaggi di base( che forse a volte non possiedono). Poca responsabilità darei alle Famiglie. Chi ha la fortuna di nascere in casa di scienziati o musicisti potrebbe essere fortunato o avvantaggiato ( a meno che la presenza dell'eminente Paternità o Maternità non generi competizione). Ma anche la sola attenta valutazione delle qualità di un bambino, può suggerire e favorire l'incoraggiamento e illuminargli lastada giusta da seguire. Purtroppo nel declino dei valori, tutto scade e molte forme d'Arte, neanche vengono conosciute. Non si parla più di Teatro, di Pittura e su SKY bisogna comprare a parte l'unico canale di Musica Classica. Tutto ci è a portata di mano e sembra invece, così lontano!!!! Diciamo sempre le stesse cose...forse mi accorgo di questo...ma....forse...affrontare il problema, ormai Jurassico, ci fa paura. Allora benvengano, in un modello ideale, le scuole gratuite di Musica, le conferenze e i video gratuiti dei grandi scienziati e filosofi, le visite guidate dai grandi studiosi dell'Arte figurativa. Dobbiamo tornare all'Era dell'Oro, quando l'Uomo possedeva tutto questo e "sentiva crescere l'erba". (Scusate a volte i miei "voli" favolistici)
  21. Tu hai notato che sia nel verticale che nel coda il martello si allontana dalla corda dopo aver suonato. Ebbene, suonando un colpo "forte" Il martello ha bisogno di un "freno", cioè di qualcosa che lo blocchi e che non gli permetta di rimbalzare liberamente e indisciplinatamente contro la corda per esaurire la sua energia. Interviene il "PARAMARTELLO" che i Francesi chiamano appunto "ATTRAP". Nel Verticale il nasetto rivestito di pelle si "attrappa" al paramartello ( rivestito di feltro duro verde) e nel coda, la coda del martello si "attrappa" al paramartello che sta sulla parte erminale del tasto ed è rivestito di pelle. Nel verticale, il paramartello è piatto o, al massimo, leggermente arquato. Nel coda esistono due diverse ben definite forme. Una piatta e un'altra sagomata quasi ad S. La scelta dell'uno o dell'altro, da parte delle case, dipende dalla sagomatura delle code dei martelli stessi e non solo.
  22. Ti riferisci forse ad un altro tipo di molla. Non mi è chiaro
  23. Benvenuto, Sergio. Ci parlerai delle tue esperienze. Il Pianoforte è uno strumento meraviglioso ed entrare "in comunicazione" con lui ci apre uno dei fantastici mondi della Musica
  24. Il pedale aziona un asse di metallo che spinge in alto un'asta piatta feltrata, che a sua volta alza simultaneamente TUTTI gli smorzatoi.
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