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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Non vorrei essere banale...ma hai controllato la sordina ...che non smorzi anche parzialmente i martelli?. Inoltre: I martelli possono aver assorbito umidità i solchi degli stessi possono essere molto evidenti, specie sugli acuti può dipendere dalla regolazione. Infatti una non "piena" corsa del martelo può compromettere la potenza di attacco alla corda. Anche la regolazione degli smorzatoi può influire Mandami delle foto e in file audio, se vuoi. Ciao Paolo
  2. Tre mesi no compromettono il lavoro, se le basi gettate sono ben chiare. Ti mancherà la verifica e la guida, ma puoi cogliere l'occasione per riemettere in pratica tutti i numerosi suggerimenti del tuo Maestro. E' un buon periodo di verifica per capire cosa ti è rimasto dei suoi insegnamenti.
  3. Il problema è delicato. Se io fossi un bambino di oggi, mi sentirei giustamente attratto da mille stimoli e distratto da moltissime attrazioni affascinanti. Inutile elencarle. Credo che mai come oggi , sia necessaria una grande motivazione per studiare seriamente la Musica. Dico "seriamente", perché poi si può anche e sempre avvicinare la garande Arte con leggerezza e a livello di gioco. Saper suonare "un po'" uno strumento è piacevole e ricreativo...purché il tempo dedicato all'apprendimento non sia costrittivo, per l'allievo, più di tanto. C'è poi un momento in cui bisogna avere il coraggio di decidere se seguire un serio corso e andare verso esami e titoli o continuare a dilettarsi. Bisogna anche avrere la fortuna di incontrare un insegnante preparato sia mulicalmente che culturalmente , che abbia le idee chiare didatticamente e che infonda la piacevolezza della Musica. Anche a me è capitato più di una volta di avere un allievo che non voleva fare neanche lo stretto necessario perché si sentiva costretto. Ne sono capitati altri che apprendevano con grande facilità e dedicavano con piacere il loro tempo alla Musica. A volte conviene lasciare andare le cose come devono andare. Quando ero ragazzo, il pianoforte era un grande compagno, ora, come giustamente dici, può essere una cosa come tutte le altre. E' vero che dobbiamo lottare per far capire le differenze, ma a volte siamo spiazzati dalla voracità del consumismo. Con altre parole lo hai detto anche tu. Allora cosa fare? Tu stai facendo il possibile e sei straordinario nel non far perdere nessuna occasione per far conoscere ai tuoi figli la grandezza della Musica. Complimenti. Dovrebbero fare così la Scuola, i Mass- Media ecc....Si pensi che l'unico canale sulla Musica appartiene a Sky ....e si paga a parte!!!!!! Del Teatro neanche si parla!!!!! Insomma ci ripetiamo a dire: "Una vergogna"...però si vendono molti telefonini e ora, noi, grazie alla tecnologia, ci parliamo e ci scriviamo in tempo reale. Oggi chiunque suona "per Elisa" e si mette su You tube, tutti scrivono prima o poi un libro e molti si esibiscono senza valutare che cosa hanno da dire artisticamente. C'è molta confusione e rischiamo di non trovare più i "principi" delle cose. Ho sentito dire da un Compositore contemporaneo, durante una conferenza, che per noi è difficilissimo e quasi impossibile saper come deve essere eseguita un'opera di Mozart. Non la penso così. Credo che ci siano sempre meno musicisti che si dedichino alla ricerca a all'approfondimento che porta alla comprensione di quelle opere, questo sì. Ma vedere lontana e impossibile la soluzione o una possibile "interpretazione" è triste. Comunque troppe parole. Ti ringraziamo per aver posto sul tappeto un tema che è di molti e che si mostra interessante...lo puoi ben vedere dalle risposte. In bocca al lupo per i tuoi ragazzi e speriamo che la scintilla si accenda veramente dentro di loro. Ciao Paolo
  4. Sono d'accordo per l'ascolto. Ma niente forzature. In effetti bisognerebbe capire, come giustamente dice l'amico Frank, come loro la vivono e cosa ne pensano. Benvenuto tra noi
  5. Benvenuta tra noi, Lucia
  6. Benvenuto Paolo. Perché non sarai mai un pianista? Vedrai che il tuo polso andrà meglio col tempo. Te lo auguro!
  7. Benvenuto, Ingegnere - Pianista - Organista ....appassionato!!!!
  8. Concordo con Pianoaccordatore che mi ha anticipato. Il colpo forte serve a far vibrare e stabilizzarela corda in tutta la sua lunghezza "sinceramente". Colpo piano per ascoltare. Fortissimo per verificare la stabilità, dopo aver accordato
  9. Forse dopo tanto tempo di lontananza,desideri talmente la Musica, che ti affidi solo a lei. Allora ogni sforzo e ogni giudizio diventa assente. In quel momento non sei in corsa con il livello della tua prestazione. Approfitta di questa esperienza per capire quanto la Musica ti possa suggerire l'esecuzione. Scoprirari che devi accettare qualche imprecisione e qualche errore. Concentrarti invece sulle "scoperte" che la Musica ti suggerisce è molto vantaggioso. Troverai presto anche le soluzioni"tecniche" dei passaggi più difficili, accettando, all'inizio, di scoprire il "gesto", senza ostinarti a lottare contro le difficltà, apparentemente insormontabili. P.S. E' evidente che suonare bene dopo molto tempo che non si ripassa vuol dire aver assimilato il pezzo e aver superato le difficoltà tecniche attraverso la comprensione profonda e soprattutto "definitiva".
  10. Mi dispiace ma non ho approfondito questa nuova tecnologia.Mi informerò meglio.
  11. Complimenti Giampo e benvenuto!!!!!
  12. Va bene. qui si potrebbe citare la famosa metafora di Paderewsky ( forse non di Listz, come dice Baremboim in un filmato....credo proprio Paderewsky....ma poi ha poca importanza) . Un allievo gli chiese cosa fosse il "rubato" . Allora il Maestro (...chiunque fosse.....) invitò il giovane ad uscire ed osservare le cime degli alberi. Vedi, -gli disse- come il vento fa ondeggiare la cima dell'albero...che comunque ritorna sempre nella sua posizione. Aggiunbendo- ma il tronco, comunque è ben fermo. Voleva dire, con questa metafora romantica, che il ritmo base non deve essere alterato, cioè dobbiamo, all'ascolto, non avvertire una alterazione del tempo base. Il rubato...."trattiene e recupera" se vogliamo noi inventare una definizione. Naturalmente non bisogna scervellarsi. Col tempo e con la pratica si imparerà questa "dizione" che diverrà naturale, un naturale modo di espressione. L'ascolto dei Grandi ci aiuta. Rubinstein era Maestro in questo. Sapeva ben scegliere quando marcare il rubato chopiniano e quando essere nel rigore assoluto. Le due fondamentali caratteristiche della musica di Chopin sono infatti ( come dice Cortot, nel suo libro "Alcuni aspetti di Chopin") il "rubato" e la "vena classicheggiante". Il tempo in Chopin è molto più rigoroso che in Mozart ( anche se questa mia affermazione potrebbe creare scandalo!). E' una leggenda metopolitana ( si usa dire così...vero?) quella che attribuisce ai Classici il rigore del tempo e ai Romantici Il "tempo a piacere". Queste favolette sono sulla bocca di molti Maestri e Maestre che suggeriscono ai propri allievi di suonare Mozart inespressivo e senza pedale...per salvarsi dal rischio di renderlo "romantico" e di suonare Chopin con inutili rallentamenti di cattivo gusto alla chiusa delle frasi. Quindi suggerisco di praticare il "rubato" senza "lasciarsi andare". Essere sempre vigili al tempo base e....al buon gusto. Come al solito...sono io che mi sono lasciato andare...e ho parlato troppo! P.S. Naturalmente sono disponibile a fare esempi e forse ne parlerò in un Tutorial. Grazie di avermi suggerito questo spunto.
  13. Tardo a rispondere e mi scuso. Comunque concordo con Pianoaccordatore. Diciamo che un pianoforte ben accordato e che non presenti problemi di tenuta di accordatura si scorda gradualmente e uniformemente. E' molto importante come l'accordatore muove e stabilizza le caviglie. Concordo sui tempi. Anche tempi lunghi dovrebbero soddisfare il Musicista se lo strumento si "muove" uniformemente. Il mio "non solo" stava a significare che è necessario controllare anche l'intonazione dei martelli, possibilmente senza intervenire troppo "a fondo", modificando troppo la timbrica generale. Altra attenzione si deve porre ovviamente alle brusche variazioni di temperatura e soprattutto di umidità relativa. Queste contribuiscono a "scordare" e a modificare, se considerevoli, l'intonazione dei martelli. Ad esempio, martelli che abbiano assorbito molta umidità nell'ambiente possono modificare molto il suono. Una leggera stiratura con ferro caldo può rimuovere questa umidità eccessiva e ridonare ai martelli stessi quella fisiologica elasticità di un tempo. E' comunque un intervento che deve essere eseguito con cautela e solo se necessario. Insomma, poi ci siamo noi....oggi il nostro pianoforte è sordo...oggi il mio pianoforte è aspro....Una giornata molto piovosa può farci innervosire ....due ore nel traffico possono aver messo a dura prova il nostro orecchio...ecc. Quindi il suono pianistico e musicale in genere fa i conti con la messa a punto del nostro strumento, ma anche con le condizioni di ambiente e con le nostre condizioni psicoacustiche. Suggerisco di riposare e chiudere gli occhi in silenzio per 15 minuti prima di avvicinarsi allo strumento e studiare. Il giorno dopo ripetere l'esperimento senza questo piccolo periodo di "meditazione". Credo ci sarà differenza nella percezione del suono.Che ne pensate?
  14. Bravo Daniele. Volevo dire alcune cose proprio su Chopin. Il preludio, relativamente facile, mette alla prova il giovane pianista nel comprendere il "rubato" chopiniano. Tu a modo tuo lo hai reso abbastanza bene, però si avvertono degli "sbandamenti" improvvisi. Che vuol dire? Richiamo il concetto che nella libertà del rubato o semplicemente nella libertà del tempo, è opportuno tener conto del leggero rallentamento o velocizzazione del ritmo base ( unità di tempo o di suddivisione) e non semplicemente "delle note". Operando nel primo caso, non si avvertiranno "sbandamenti improvvisi" perché l'ascoltatore sarà "giudato" dalle leggere "perturbazioni" del tempo in modo "frenato". Una buona metafora è pensare di frenare in auto scalando la marcia invece che buttare il piede sul freno. Un pilota che usa molto il freno non farà sentire i suoi passeggeri al sicuro. Mentre invece, modificando "i rapporti" del motore entrerà con gradualità e sicurezza in condizioni diverse di velocità...quasi senza farsi accorgere delle grandi o piccole variazioni. Comunque bravo. Prova a riflettere e mettere in pratica questo concetto e dimmi che ne pensi. Prova a pensare , quando rallenti, ad un rallentamento del tempo base e poi prova poi a rallentare a piacere pensando di rallentare le singole note che stai suonando. Apprezzane la differenza. Ciao
  15. deve essere, secondo me, alla quinta o all'ottava. Altro intervallo non produce effetto,tantomeno se richiama il nono armonico!!!! Alcuni accordatori consigliano di isolarla,durante l'accordatura, con un nastro da carrozziere ( Vedi Reblitz)
  16. Sono d'accordo sulla tesi dell'arricchimento della risonanza generale dello strumento. Ho eseguito in passato un concerto su tale pianoforte, ma non ho avvertito sensibili vantaggi negli acuti. Direi che invece i segmenti di risonanza della scala duplex e i segmenti risuonatori anteriori degli acuti contribuiscano realmente ( a volte troppo da dover questi ultimi smorzare) ad arricchire quegli armonici che altrimenti sarebbero di ascolto quasi nullo.
  17. Aggiungo che è nostro vanto italiano di avere abeti rossi, tra i migliori, se non i migliori, che crescono in Val di Fiemme!!!
  18. Tutte le tavole di risonanza hanno una verniciatura speciale trasparente. E' una vernice molto elastica. In fabbrica, la stagionatura delle tavole avviene per un certo periodo naturalmente, poi, il grado di umidità viene abbassato artificialmente fino ad una certa percentuale, non vorrei sbagliare, tra il 10 e l'8%. La tavola così "stagionata" viene "bloccata" con vernice speciale. Preventivamente, viene data alla tavola quella che si chiama la "carica" ovvero quella bombatura, quella curvatura che gli permetterà di sopportare la spinta dei ponticelli. Viene, nel retro, rinforzata con delle asssicelle dello stesso abete chiamate "catene". Ho descritto per sommi capi un procedimento che ogni Casa costruttrice esegue secondo la propria "filosofia" di progetto.
  19. Credo che bisognerebbe pretendere un certificato che sicuramente Yamaha ha creato per quel pianoforte. Alcune marche seguono i loro strumenti e sanno a che sono stati venduti ( vedi Steinway).
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