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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Purtroppo ho il difetto di sintetizzare troppo le mie idee e a volte sono frainteso. Per Thallo: Carissimo, per tutta la mia vita ho sentito dire"prima la tecnica poi...." Ci ho anche creduto. I migliori risultati li ho raccolti più tardi, quando ho abbandonato questa idea. Vengo dalla Scuola di Carlo Zecchi e Casella, di Bajardi. Scuole non ....sarebbero state d'accordo con questa frase. E' mia ferma convinzione che la Tecnica e la Musica non siano cose distinte. La Musica è nella Tecnica e viceversa. lo so che è un discorso difficile da accettare, ma sono pronto a provarlo. Gratuitamente. Certo, bisogna lavorarci sopra e con dedizione. sarebbe interessante se qualcuno volesse sottopormi una audizione. Sono nei pressi di Roma ( Castelli Romani) suono su Steinway e sono disponibile , in nome delle iniziative che abbiamo lanciato su questo Sito. Non sono cantante, ma ho lavorato molto con i cantanti. Conosco, anzi "riconosco" la giusta impostazione tecnica...ma non la vedo anche qui svilupparsi solo a ridosso di estenuanti vocalizzi. E' pur vero che la voce, come la mano, vanno "formate". Nelle tecniche esistono aspetti di abilità mentale e aspetti di abilità corporea. Questo è giusto e scontato, ma ho ascoltato troppe volte 50 minuti di vocalizzi e 5 minuti di canto. Così sul pianoforte, conosco Docenti che costringono un allievo a stare due anni su una pagina dell'Appassionata di Beethoven o gli negano la possibilità di portare a termine un pezzo per una esibizione. E' vero , la mia prospettiva può sembrare bonaria e "umanitaria". In realtà è solo un percorso diverso. Non certo negherei all'allievo di eseguire le scale maggiori e minori ( magari parlando di "come" devono essere eseguite e ricordate a memoria) né sconsiglierei qualche "studio" geniale di Czerny, Clementi, Chopin, Listz. Ora è anche vero che l'insegnamento stia diventando settoriale. Ho sentito di recente un cantante dire: "io non insegno Musica..insegno tecnica vocale" ....non riesco a capire. Credo che chiunque possieda "il modo di fare", e si trovi ad insegnare, debba essere soprattutto un Musicista. Moltissime volte mi sono trovato a suggerire soluzioni musicali, soluzioni che rendono chiaro e intellegibile il discorso musicale e ho ottenuto contemporaneamente la comprensione , da parte dell'Allievo, di come dovesse realizzare quella soluzione. ....Chissà se sono riuscito a spiegarmi.Insomma non voglio assolutamento disconoscere l'utilità dell'acquisizione del "meccanismo" ( non Tecnica), nel caso del pianoforte, come della formazione dell'organo vocale ( nel caso del Canto), ma credo non debbano prevalere sul "Musicale"od essere sterilmente relegati al "propedeutico"...prima di..... Per Riccardo M: non credo che nessuno faccia più niente per passione. Questo sito e questo forum ne è un piccolissimo esempio.Saremmo alla rovina. La Musica non deve essere "speculativa". I soldi vengono ugualmente. Del resto, però, come dice giustamente Simone "tutti devono mangiare".A proposito dei Masterclass...benvengano, ma molto spesso il tempo a disposizione è poco e non viene detto molto. Chiunque di noi ne ha collezionati sul proprio curriculum, sono utili,ma credo che l'insegnamento più proficuo venga dalla frequentazione di quelli che tu chiami "maestri" cioè coloro che hanno fatta loro "con maestria" una esperienza e possono trasmettercela con tranquillità nel tempo. Da ognuno di loro possiamo prendere qualcosa...non tutto.....tantomeno quello che non hanno potuto o voluto sperimentare sulla propria "pelle". Va bene ...sono stato fin troppo provocatorio e assertivo.
  2. Dice bene Sisifo...ho paura di perdermi. Da un lato abbiamo l'esecuzione dei Grandi come esempio e dall'altro c'è l'allievo. In mezzo ci sono migliaia di considerazioni e suggerimenti che solo un Maestro può suggerire. Noi, osservando suonare, anche un Grande, vediamo il risultato finale che ci sembra semplice, senza alcuna difficoltà. La strada che Lui ha percorso ci è sconosciuta. Quale dobbiamo percorrere noi? Ognuno di noi ha la sua strada, a ridosso però, di regole e insegnamenti di base sperimentati che il MAestro che ci è vicino ci suggerisce con vigile controllo sui nostri progressi. Quindi, continuando ad alimentare lo scambio di idee che qui vedo vivissimo, consiglio sempre di affiancarsi ad un Maestro di guida....
  3. E' vero ho sbagliato! Perdono. Grazie, ma comunque le Sonate, intendo quelle di Cimarosa
  4. A proposito delle sonate di Cimarosa ( adesso non vorrei che tu le prendessi come un toccasana...ma sono bellissime) Puoi scegliere tra le brillanti quella che vuoi. Magari prediligerei quelle che hanno due temi. Sono naturalmente in un tempo come quelle di Scarlatti e il loro "sviluppo" è molto breve. riguardo alle scale: L'uniformità aumenta con i muscoli del braccio fuori tensione e polso flessibile. Le discontinuità possono, dico possono, essere generate dalla non "fiducia" dell'appoggio. All'inizio credo si debba gravitare abbastanza sulle dita, sentire il fondo del tasto. Poi si potrà divenire abili a sospendere il peso dalla spalla e passare dal forte la piano senza perdere aderenza alla tastiera....ma magari dico a te cose ben note. Comunque la rilassatezza, anche a discapito di una sonorità non proprio voluta, ci incoraggia a non perdere la perfetta "confidenza" con lo strumento. Per ciò che riguarda il piano: è un buono strumento anche se non troppo docile. Lo conosco bene Deve essere ben regolato ed intonato, interventi che mirano a far aumentare l'uniformità del "tocco" e vanno controllati i coefficienti di attrito delle parti, l'aumento eccessivo dei quali potrebbe far aumentare la "non docilità" della meccanica ( a volte, per es., quel modello ha le forcole dei cavalletti che non "vanno" molto, se sono di plastica....bisogna allora cambiare i perni di centro)( guarda i miei Tutorials sulla regolazione e sull'intonazione). Saluti e Buona Musica P.S. Credo anche che tu possa affrontare qualche valzer di Chopin. Brani efficacissimi e grandi pezzi di musica. Ci insegnano molto. Io quando suono in concerto ne scelgo sempre due o tre. Come pure amo molto le Mazurche, che ti consiglio di approfondire. Se casomai una volta avremo occasione di incontrarci davanti ad un caffè ( Con tre C, naturalmente!!!) ne parleremo più dettagliatamente ( In fondo siamo non troppo lontani...io a Roma-sud--tu a Napoli, meravigliosa città!!!)
  5. I giudizi, credo, non servano. Un Maestro può essere giusto per qualcuno, ma anche non perfettamente per un altro. L'importante è saper risolvere i problemi. Saper trasmettere molte conoscenze e soprattutto non più delle proprie esperienze. Un buon insegnante, credo, debba sviluppare una grande osservazione e saper suggerire il modo di correggere i vizii e gli errori. Questo, naturalmente, non solo. Deve parlare di Musica! Infondere la Gioia della Musica. Saper indicare lo stile dell'Autore e come "trattarlo". Esempi, ascolti, citazioni. Insomma deve essere di grande ricchezza per l'Allievo. L'Allievo sentirà lui stesso se il Maestro va bene per lui. Desidererà di andare a lezione e uscirà con l'impressione di aver appreso molto.....anche se durante qualche lezione avrà suonato poco. La "gestazione" di una conoscenza non si realizza provando e riprovando, ma riflettendo e "sperimentando" . Credo questo.
  6. Anche io in passato era molto analitico e "maniacale". Ho cambiato il mio orientamento. Ciò non vuol dire che accetti le cose mediocri e che reputi inutile il perfezionamento. Il perfezionismo assoluto, invece, credo, ci possa portare fuori strada. La visione d'insieme ci fa intravedere e raggiungere "il tutto", che (come sostirene la teoria della Gestalt, che mi sta molto a cuore) è "di più della somma delle parti". Poi, ognuno di noi cerca di "limare" le sbavature....fino a raggiungere il massimo delle proprie capacità. Inutile invocare un assoluto concetto del "perfetto" , che invece, per ognuno di noi, ha un "livello". Insomma, non tutti possiamo essere Pollini o Rubinstein, ma dobbiamo, credo, esigere il massimo da noi stessi. Ieri vedevo un video di Emil Gilels che esegue Beethoven. Ho pensato che non potrei mai raggiungere quel controllo e quella padronanza delle parti, del suono, della memoria.....Incredibile!!! E' un miracolo vederlo e siamo fortunati ad avere queste testimonianze. Però molti altri pianisti possono suonare anche se non sono straordinari come lui. Ognuno di loro può avere qualcosa di interesante da "dire" con la propria musica ed è staordinario che possano comunicarlo agli altri. Ognuno comunicherà le propie idee facendo i conti con il proprio talento. Quindi ti incoraggio a suonare, non certo a "dispetto" dei tuoi Maestri, che indubbiamente sono o erano dei Professionisti, considerando che vale la pena entrare nella Musica anche con qualche piccola imperfezione. Io ho scoperto che la Musica stessa ci premia e ci suggerisce le soluzioni che tanto cerchiamo e a volte non troviamo e ci aiuta a colmare e risolvere quelle imperfezioni. Tutto non si realizza mai al 100% e perseguire l'obiettivo della perfezione..può privarci proprio del "tutto". Le parole mi vengono a volte spontanee e ringrazio chi mi ha aiutato, creando questo sito, a far sentire agli altri la mia voce. Ho paura sempre che le parole siano troppe e/o ridondanti. Buono studio e complimenti per il tuo interessante programma di Diploma ( Le sonate di Cimarosa erano solo un suggerimento per "promuovere" queste composizioni che mi piacciono assai!!!)
  7. Caro Sorpas, non credo sia il caso di darci del "Lei". Io non so che livello hai ragiunto, ma come ho consigliato ad un'altra iscritta che voleva chiarirsi problemi sul pedale di risonanza, suggerirei le sonate di Cimarosa. Non stupirti dell'apparente facilità; sono utilissime e niente affatto facili. Bellissimi pezzi di Musica. domenico Cimarosa è, per me, un Autore straordinario. Successivamente potrai affrontare Mozart, dove sono presenti, come dico nei video, moltissimi e forse tutti i gesti fondamentali di base della tecnica pianistica. Per ciò che riguarda le scale, bisogna imparare a spostare la mano al momento del "passaggio" del pollice significa spostare il police "accanto" e non "sotto". In quell'attimo di spostamento il polso si abbassa un poco. In questo modo si arriva all'uguaglianza. Un altro suggerimento: Imparare a gravitare sulla punta delle dita e contemporameamente rilassare tutti i grandi muscoli. ( Vedere esempio eseguito su uno degli ultimi video con il contributo di Simone). terzo: Non è assolutamente tardi. Molte cose si comprendono definitivamente nella maturità. Aumenta la capacità di sintesi e, credo, si vedano le soluzioni attraverso altri percorsi. La passione è un "benzina" indispensabile.Buono studio
  8. Bravo. La mia insegnante, allieva del grande Zecchi e di Casella diceva: L'abbellimento è come il trucco per le donne. Una bella donna mal truccata può anche diventare brutta e/o più volgare; e questo non va bene......(vabbhe....salvo eccezioni!!! )
  9. Anche io sono per la nota superiore. Credo che la frase "sia più bello" è sovrana. Negli abbellimenti esistono regole precise, come in armonia del resto....ma il bello comanda. Il Mio Maestro sottopose a Celebidache un compito di composizione deve c'erano delle "quinte" parallele...volute, naturalmente. Il Maestro le segnò con la matita rossa. L'allievo fece un gesto come per dire.." ..lo so..ma le ho messe volutamente". Il Maestro ( del mio Maestro) colse questo disappunto e senza alzare lo sguardo, ma con un bel sorriso che che illuminava la sua bella espressione disse: "...Io le segno queste quinte...non perché siano un errore...ma perché qui ...non stanno bene":
  10. Comincerei a studiare le sonate di Domenico Cimarosa. Apparentemente facili, esigono attacchi precisi, chiarezza nelle decisioni e ........pedale giusto, quasi sempre in battere. Sono di facile lettura, ma sono molto apprezzate in concerto. Sono pezzi bellissimi, come bellissima e divertente è molta della Musica del grande Autore napoletano. Interessanti sia le lente che le brillanti. Ricordo di aver fatto un lavoro sulla sua Opera lirica più divertente e famosa "la Serva Padrona" che ti consiglio di ascoltare e, possibilmente, vedere. Se vuoi puoi anche produrre un piccolo video delle tue performances. Buono studio
  11. Benvenuto tra noi. Spero tu abbia visionato qualche mio video Tutorial sulla tecnica pianistica. Puoi pormi tutti i quessiti che vuoi, ma cerca, "saltellando" per il Forum alcune risposte e considerazioni che ho scritto sull'argomento. Per ciò che riguarda il suonare in pubblico, bisogna tentare, tra amici, a costo di sbagliare tutto, dico tutto. Prova ad autorizzarti a sbagliare, ma non rinunciare a comunicare le tue idee musicali. Bisognerebbe individuare quali dubbi nutre la tua coscienza, che, comunque, nel presentarsi a suonare , deve essere "a posto". Sicuramente hai studiato "coscentemente", ma qualche dubbio è rimasto. A proposito delle scale guarda bene anche il mio Tutorial sulla sonata di Mozart. Insomme, spero ne parleremo a lungo. Benvenuto e buona Musica Paolo
  12. Bhe, l'esperienza del pedale di risonanza ...è difficile da raccontare "a parole". Diciamo che ogni cambiamento armonico richiede un cambiamento di pedale per non creare confusione. Ma non basta dire questo. Bisogna sapere che esistono diversi modi di "cambiare" il pedale. In battere, in levare, sincopato...ecc. Un Maestro che viene dall'esperienza classica potrà indicarti come usare i diversi modi e quando. L'uso di questo pedale dipende anche da come è regolata la meccanica degli smorzatoi e da quanto il pianoforte risulti accordato e intonato. Anche la regolazione della leva che alza gli smorzatoi stessi influisce sul risultato. Quindi, alle scelte artistiche si sovrappongono regolazioni tecnologiche dello strumento, che deve essere ben preparato per fornire al pianista una "immagine" sonora chiara ed inequivocabile delle proprie scelte.
  13. Sono d'accordo anche io sullo studio a mani separate. Magari non a lungo. Cercare di unire le mani cercando il coordinamento dei gesti, per poi tornare allo studio a mani separate, come approfondimento della conoscenza del pezzo. L'alternanza con lo studio a mani unite ( anche per piccoli frammenti o per piccole frasi) sarà utile per chiarire al pianista quali parti dovrà ancora studiare a mani separate e quali non. Lo studio della sinistra, sono d'accordo, è fondamentale. Addirittura nello studio della memoria, la "sinistra a memoria" e "mani separate a memoria" saranno utilissime!
  14. Per ciò che riguarda l'avorio, si devono usare colle a freddo. E' un procedimento un poco delicato, perché si devono spianare le placchette che devono essere incollate con speciali morsetti individuali per ciascun tasto. A volte il legno va preparato con speciali telette bianche che non fanno trasparire dall'avorio il colore del legno. Per plastica, resina e ABS si può usare colla a contatto trasparente
  15. Caro Alessandro, benvenuto e grazie di averci raccontato la tua esperienza passata. Oggi puoi ricominciare ad interessarti, nel tempo libero, alla Musica e al pianoforte, se questo senti sia il tuo strumento. Ti auguro che questo Forum e questo nostro sito ti sia di aiuto. Ciao Paolo
  16. Come ben dice Rotore bisogna sempre valutare gli obiettivi. Io credo comunque che si debba studiare acquisendo una formazione classica. La Musica è una, cambiano le "modalità" di espressione e di esecuzione. Voglio dire che la conoscenza del ritmo e dell'apprezzamento del suono nonché della tecnica di esecuzione sono comuni a tutte le modalità. Un buon gezzista deve essere ben ferrato come un musicista classico e deve "attingere" ad un grande bagaglio di conoscenze musicali. Tutto viene con se. Consiglio di frequentare concerti e qualche "saggio" o concerto di fine corso di Masterclass. La frequentazione dell'ambiente favorirà lo scambio di idee e la conoscienza dei Maestri, tra i quali emergerà il proprio. Il periodo formativo deve essere tranquillo e privo di ansie per il raggiungimento dell'obiettivo finale. Molte piccole prime "tappe" offrono soddisfazione se ben realizzate, con professionalità. Studiare "per diletto" opp. "sul serio" richiede lo stesso tempo. Vale la pena quindi studiare uno strumento in modo professionale. Ben vengano le scuole popolari e/ o collettive di Musica. Buoni e rapidi sono i risultati ottenuti con metodi globali, peraltro vantati anche da qualche grande Scuola. A volte, però, è necessario fare qualche passo indietro e rivedere qualcosa che ci impedisce di progredire. Le composizioni dei Grandi Maestri rimangono una Scuola eccelsa e ci preparano veramente a diventare Musicisti. Certo, poi, tutto deve fare i conti con la capacità e il talento. Addirittura questi due ultimi grandi doni, a volte, non sono sufficienti. Si richiede una grande motivazione e spirito di sacrificio....Insomma...vedete.....non si può suggerire " il meglio"!
  17. La Musica è per tutti noi un grande "scudo". L'Arte è un grande scudo e una grande Amica. Ci porta proprio in un'altra dimensione, addirittura al di sopra di tutto, quel tutto che forse non finisce mai, ma si ricongiunge all'Energia universale. L'Arte ci aiuta ad avere, su questa Terra, in questa Dimensione, "gli occh"i per poter guardare e cogliere ciò che molti cercano e non riescono a trovare. Siamo fortunati. E' una sorta di meditazione e di avvicinamento all'Assoluto, contornati da meravigliosi profumi dell'Anima. Un Giardino Segreto che possiamo ammirare e far ammirare con la gioia nel cuore. La Morte non ne sa niente di tutto ciò. Adesso che ci siamo, Lei non c'è e quando Lei arriverà, noi non ci saremo più ( non è una mia frase). Il nostro Spirito, di piccoli o grandi uomini che siamo stati,invece, ci sarà sempre....da qualche parte. Come si può pensare che lo Spirito dei Grandi, e non solo, finisca per sempre. Alla morte di Benedetti Michelangeli qualcuno disse: "I geni non muoiono...svaniscono" e la cornetta di Louis Armstrong...suonerà il giorno del Giudizio Universale!
  18. benvenuta tra noi, Alessandra
  19. Il discorso sarebbe un po' lungo. Credo sia utile, all'inizio, almeno fino all'appendice al primo corso Ciriaco, opp fino al completamento del primo corso, far capire bene la suddivisione. Addirittura è necessario far capire ed interiorizzare la doppia suddivisione. Naturalmente, in esecuzione di solfeggio e in esecuzione musicale, la suddivisione e la doppia deve non essere evidenziata né dal gesto né dall'accento, ma solo interiorizzata e pensata quando serve. Naturalmente sto solo riepilogando cose che per molti insegnanti e non solo sono ovvie. Si prenda la prima pagina della Patetica op. 13 di Beethoven e si faccia questo esercizio anche sulla doppia suddivisione ( la biscroma) e otterremo la masima precisione della divisione dei tempi e delle figure che li rappresentano. E' anche ovvio che la frammentazione degli accenti, cioè l'evidenziazione degli stessi, aumenta con il rallentamento del tempo. In un grave, si attende un maggior numero di piccoli appoggi, e allora alcune suddivisioni divengono forti...anche nell'ambito di un tempo debole. Andando verso gli andamenti Adagio, allegretto, allegro, le accentuazioni diminuiscono fino ad arrivare a prendere in considerazione l'accento dei soli tempi forti o addirittura quello di inizio battuta. Classico è l'esempio di un 3/4 che in un andamento Presto si batte in 1. Opp. , eccezionalmente, non vi scandalizzate, un 6/8 molto lento che conviene dirigere in 6. Naturalmente, per ciò che riguarda il corso di solfeggio, è motivo di biasimo, all'esame, vedere un allievo che "suddivida", ma viene apprezzata molto la precisione ritmica e la naturalezza nella lettura di cellule ritmiche difficili, magari comprese profondamente( servendosi della visualizzazione delle suddivisioni) e "una volta per tutte e senza incertezze" in sede di studio col proprio Maestro. P.S. una lezione fondamentale è quella dedicata alle differenze tra tempi semplici e tempi composti. Ancora oggi, e a volte colgo un non assoluta chiarezza tra le due "differenti nature".
  20. Non è questa la sede, ma attenzione a non rischiare. La non scorrevolezza della meccanica deriva da fattori compositi e interdipendenti. E' necessaria esperienza per ottenere buoni risultati. Si può rischiare di danneggiare definitivamente la martelliera e non solo. Solo da un attento esame, eseguito con competenza si può risalire alle cause e agli interventi da eseguire. Alcuni piccoli problemi possono essere risolti col "fai da te", anzi, io stesso incoraggio i pianisti a capire come possono intervenire. Per gli interventi importanti necessita un Tecnico competente, che però, come spesso faccio, illustri tutto ciò che fa con chiarezza. Purtroppo alcuni interventi di manutenzione non vanno ritardati troppo nel tempo, con la penalizzazione di spendere di più quando si arriva al limite del cattivo funzionamento. Inoltre il pianista si abitua progressivmente a questi cattivi funzionamenti, compensando con "aggiunte tensioni" la non efficienza della meccanica e la non buona emissione del suono.
  21. Ogni gesto pianistico è importante. E' importante comprenderlo, applicandolo però al contesto musicale del passaggio. Qualcuno insiste per mesi ...e oltre a praticare esercizi sui gesti pianistici. Io credo che vada compresa la ragione e il vantaggio di ognuno di essi. Non è mia convinzione credere che si UTILE praticarli" isolatamente" per mesi. Applicarli, invece, al contesto musicale, ci fa capire "che cosa occorre fare", da caso a caso, per rendere utili ed "economici" i "gesti fondamentali di base. Nei miei Video- Tutorials slla tecnica pianistica, che puoi visionare sul nostro sito, illustro,anche se sommariamente, i principali gesti di base. Poi troverai anche due lezioni su di una sonata di Mozart, con qualche riferimento all'applicazione pratica dei gesti. In questo modo sono passato direttamente "sul campo" facendo anche vedere (spero di esserci un po' riuscito)come in una sonata possiamo ritrovare quasi tutti o tutti i gesti utili a risolvere tecnicamente le frasi musicali.Troverai il primo e secondo tempo della sonata K 330. Si parla anche degli attacchi, delle cadute. Per esempio nel caso delle cadute, la difficoltà consiste nel capire, e non solo, intuire, quanto deve essere, e in che istante, affidata alla gravità e quanto le dita e la mano debbano resistere all'impatto. Una trattazione a parte è costituita dall'altezza della caduta che, nelle passate Scuole pianistiche, si richiedeva considerevolmente. Poi questo concetto dell'altezza è stato ridimensionato a vantaggio della precisione che, prima, nell'altro metodo, si realizzava solo devo aver acquisito molta "destrezza". Insomma, guarda i video e dimmi. Vedrai che i movimenti, nell'obiettivo finale, saranno minimizzati. La caduta può essere minimizzata anche i un piccolo gesto di "attacco" ( per esempio l'attacco del primo tempo sul terzo dito) che però deve essere netto e deciso, e netta e decisa deve essere la "fermezza" ( non rigidezza!) con la quale le dita ricevono l'impatto generato dalla caduta. Le parole non sono sempre sufficienti a guidare un percorso. Il tuo Maestro, che ti siede vicino e ti controlla, ti potrà correggere e ti sarà sicuramente utile a realizzare queste applicazioni. Tieni comunque sempre presente l'ascolto della qualità del suono. Quello che chiamiamo realizzazione di un "buon tocco" proviene dalla valutazione attenta della produzione del suono e dalla raffinatezza dell'"essenzialità" e della "giustezza"dei gesti pianistici che produciamo per eseguire un passaggio. Constaterai, infine che quando il gesto è naturale , elegante e composto, anche il suono e la soluzione del passaggio saranno giusti. Buono studio.....tecnico-musicale
  22. Brava, Anastasia.Traspare un talento. Complimenti, speriamo che raggiunga grandi mete pianistiche. Studiare, studiare!!!!! Caro Enrico benvenuto e grazie dei complimenti. Il tuo pianoforte avrebbe bisogno di una attenzione particolare, tanto più che l'educazione musicale della piccola pianista è importantissima. Il Samick è un discreto pianoforte, ma diventa aspro e poco sensibile se mal regolato, non accordato e soprattutto non intonato. E' ovvio, come diceva pianoaccordatore, che il livellamento generale della tastiera( intervento che, peraltro, fa parte della "regolazione dellla meccanica") è importante. Va indivituata la causa del brusco disallineamento di qualche tasto ( uno in articolare) e vanno controllate e ripristinate le specifiche di regolazione dettate dalla Casa costruttrice. Una buona accordatura ( forse più di una) e poi una attenta intonazione dei martelli ridonerà allo strumento lo "smalto sonoro" di una volta. Un saluto
  23. un deumidificatore di ambiente. Cerca anche di non addossare lo strumento ad una parete umida. Comunque la cosa migliore è spostarlo.Si possono anche bloccare i perni di centro della meccanica. Sintomo: le parti meccaniche che ritornano nella posizione iniziale con difficoltà.
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