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Piano Concerto - Forum pianoforte

GnazzJazz

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Tutto postato da GnazzJazz

  1. In questo momento mi è chiaro il significato di omofono, ma non mi sovviene quello di omologo: forse (sempre nella scala temperata) il Mi nella scala di Do è omologo al Do diesis nella scala di La? cioè due cose diverse hanno le stesse caratteristiche/funzioni in situazioni diverse?
  2. Vorrei aggiungere e sottolineare che la tecnologia moderna digitale e informatica ha permesso non solo di emulare i suoni elettronici (e non) prodotti analogicamente, ma, fatto più stringente, ha permesso la possibilità del controllo e dell'elaborazione in tempo reale degli stessi suoni, aprendo alla musica un mondo nuovo! Quindi l'aumento della potenza di calcolo non ha solo velocizzato la produzione dei suoni complessi (magari mezzora a casa invece che tre giorni a pagamento a un centro di calcolo), ma ne ha permesso il controllo in tempo reale, potendoli quindi affidare dal compositore all'esecutore. ciao
  3. Quanta carne al fuoco! Eppure, quello che manca nella società e in particolare anche nella stessa "comunità" cattolica è proprio la spiritualità citata da TheSimon, come chiave di interpretazione del mondo che ci circonda e di quello interiore e quindi come fonte di ispirazione, cosa per nulla da poco, io credo, nel mondo dell'arte. Si registrano delle affermazioni dall'una e dall'altra parte (classica e jazz), specialmente da insegnanti, un po' misere. Nella nostra Italia, fuori non so', bisognerebbe educare all'ascolto, al predisporsi all'ascolto, alla "capacità" di emozionarsi, quando invece ci si limita spesso alla ricerca di facile soddisfazione personale, cavalcata alla grande da produttori di effimere banalità... ma qui si aprirebbe un discorso complesso. E' vero però che qualche disattenzione o atteggiamento aprioristicamente di chiusura nel mondo dei compositori "colti" del '900, verso il mondo del Jazz c'è stato (ricordo in particolare un'intevista di Cecil Taylor in cui veniva affrontato esplicitamente il problema). Per il fraseggio, io che non sono pianista, posso umilmente consigliare tanto ascolto selezionando pian piano i musicisti che più colpiscono, se ce ne sono, e che saranno sicuramente un riferimento iniziale. Puoi imparare tanta tecnica, ma poi, come tu stesso hai osservato, tutto deve venire da dentro. Ho deto una banalità, dato che sei un appassionato di Jazz, però il Jazz è vastissimo e forse non hai ancora trovato qualcosa che ti colpisce abbastanza. Suggerirei ad esempio, per questo caso specifico di incontro tra classico e jazz, il grande (secondo me) Enrico Pieranunzi, oppure Danilo Rea che ricordo di aver ascoltato in un seminario in cui spiegava agli studenti di pianoforte del conservatorio proprio come approcciare composizioni classiche con un fraseggio jazzistico, usando tra gli esempi la 109 di Beethoven! Buon Ascolto
  4. Il denaro facilita anche e soprattutto i lati negativi dell'esistenza, amplificando le debolezze e rendendo fragili di fronte agli "sciacalli". R.i.p.
  5. per altezza intendevo semplicemente lo spazio vuoto tra il suolo e il fondo della macchina e per forma delle ruote semplicemente la geometria delle ruote (alte e strette) e non il particolare battistrada... la Diane era alta e attraversava meglio la neve alta, certo si alza anche il centro di massa e questo, insieme agli altri parametri lodati, mal si concilia con l'alta velocità e potenza che "vogliono" le moderne vetture. In sostanza non si tratta di tecnologia, ma di cultura... ciao Ignazio p.s. A parte tutto, le così dette gomme termiche possono fare veramente la differerenza sulla neve!
  6. Anche la Diane andava a meraviglia sulla neve alta! Credo dipenda però dalla forma delle ruote e anche dal peso e dall'altezza... ciao Ignazio
  7. grazie per la risposta! Il punto è che nessuno spenderà soldi per quel piano, quindi pensavo di declassarlo a laboratorio didattico. Ho visto (allego immagine) uno pianoforte apparentemente uguale su internet in vendita a 500 euro e fuori almeno è tutto bello lucido, quindi... Certo, se appena si tocca si rompono tutte le corde e si spacca il somiere, allora è meglio lasciar perdere. Le corde sembrano avere solo segni alcuni segni superficiali di ruggine L'idea era quella di cominciare a provare ad accordare i cori e poi, verificata la tenuta e quindi la capacità di farlo senza procurare danni, passare ad accordare, al limite anche senza salire del semitono, se dovesse essere deleterio. L'obiettivo sarebbe quello di poterlo usare come base per un approfondimento musicale generale ad uso dei ragazzi della scuola, non quello di destinarlo ad un uso normale. L'altro problema è che avevo ben avvertito della possibilità di una rinuncia durante la fase esplorativa, ma l'operazione è stata invece già pubblicizzata! :-)) Quale potrebbe essere invece la base di spesa per un recupero completo? ciao Ignazio Prignano
  8. Scrivo in questa sezione, perché vorrei recuperare a un minimo di funzionalità, per solo scopo didattico, un vecchio pianoforte della scuola. Allego delle immagini dello strumento e poi allegherò un paio di file audio, rozzi, ma comunque utili a valutarne lo stato. Più in dettaglio: Espongo il “problema”: Nella scuola elementare del paese è presente, di fatto abbandonato a se stesso e in disuso, un vecchio pianoforte che appare in uno stato pietoso: meccanica rovinata e sporca, tavola armonica fessurata (tavole scollate?), accordatura calata in media di mezzo tono e con i cori tutti scordati, martelli che nella zona acuta colpiscono spostati lateralmente e via dicendo… Mi sono dunque proposto di “occuparmene” : una volta messa da parte l’idea di un restauro, che a mio avviso costerebbe più di un pianoforte usato e utilizzabile, ma su questo vorrei un vostro parere, potrei “metterci le mani” con due finalità concatenate: tentare di accordarlo, o meglio procedere per quanto possibile e senza illusioni verso un accordatura, facendo io esperienza senza rischiare di produrre danni a un pianoforte buono. Da ciò far scaturire poi una sorta di laboratorio didattico, orientato per i ragazzi delle medie o anche per altri fruitori al di fuori della scuola, che avvicini all’interessantissimo mondo del pianoforte, alla sua evoluzione, all’evoluzione della musica “occidentale” con la scelta del temperamento equabile, nonché alla fisica del suono, partendo dalla corda vibrante in relazione con gli armonici e la scala naturale e poi con i battimenti in relazione appunto al temperamento equabile. In realtà un work in progress tutto da inventare, ma sicuramente, io credo, fruttuoso. In questi termini, con un discorso più chiaro e organizzato, mi sono espresso con la dirigente che mi ha presto accordato il permesso a procedere, ringraziandomi anche a nome di altre persone dell’istituto. Penso anche sia stato importante smuovere le acque attorno a questo ed altri strumenti abbandonati nel paese (uno più importante presente nei locali del comune di cui pure vorrei discutere, ma assolutamente non toccare J). Ora però debbo fare la mia parte… L’aiuto che vorrei dunque chiedere gentilmente a voi è un parere generale sullo strumento e sulle mie affermazioni al riguardo e poi naturalmente dei consigli su come procedere, se approvate l’idea, in questa esperienza di accordatura e anche di piccolo restauro (giusto per rendere lo strumento un minimo funzionante). Per questo vi sottopongo delle immagini e anche dei campioni audio. In particolare vorrei capire quale sia la giusta misura della chiave per accordare, o meglio delle boccole da utilizzare. ciao e grazie Ignazio Prignano Resize.zip
  9. bel programma, probabilità bassissima, ma non è escluso... in ogni caso in bocca al lupo a Simone! Ignazio
  10. GnazzJazz

    Salve

    Sono capitato nel forum cercando informazioni sull'accordatura del pianoforte e ho trovato molto materiale interessante anche su altri temi tecnici, assolutamente da esplorare... Ciao a tutti!
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