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Piano Concerto - Forum pianoforte

Musick

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Tutto postato da Musick

  1. Non mi è mai capitato di suonare un pianoforte con la tasteria in osso, mi incuriosisce molto, tanto che l'altro giorno volevo ordinargliene qualche placchetta per sentirlo. Da come me lo immagino penso sia più adatto all'organo quel tocco...credo sia un po' più "ruvido" no? L'altro giorno ho suonato un vecchio coda R onìsch con la tastiera in avorio, era tanto tempo che non mi capitava. L'avorio è un altro mondo. Forse era meglio non farlo, ora il mio non mi piace più
  2. Non sono soddisfatto della tastiera, la trovo completamente liscia. Il materiale quindi dovrebbe essere resina (parlo dei tasti bianchi). Mi è balenata in testa l'idea di cambiarle prima o poi. Mi domando, esistono dei materiali reperibili che simulano l'avorio?
  3. Potrebbe darsi che con il tempo si siano solcati alcuni martelli e ora producano un suono leggermente più brillante. A sentirlo così non capisco molto. Ma ti riferisci al momento dell' impatto oppure al prolungamento del suono? Nel secondo caso potrebbe dipendere anche dalla corda, magari ossidata in qualche punto oppure non più perfettamente aderente al ponticello (e quindi c'è da controllare anche l'accordatura). Inoltre noti che lo sia quel settore in generale oppure delle note in particolare?
  4. Avendo visto le foto, sono d'accordo in tutto e per tutto con Pianoexpert e Giovannig. Per me sono scene già viste e testate personalmente. Spero che non succeda la stessa cosa nel tuo caso, la solcatura col tempo non farà altro che incrementare le numerore divergenze foniche, che (almeno all'inizio) vengono attutite dal fatto che è nuova ed è stato fatto in modo che ci sia uno strato lanoso per "mascherare"...... ma poi con il tempo si cominciano a sentire. Purtroppo con questi "lavori" non ci si rende conto delle prestazioni che un pianoforte può in realtà dare, se non quando lo si suona dopo averle corrette.... a quel punto dici "ma fin'ora su cosa ho suonato?" Voglio specificare che per quanto riguarda i "solchi" parlavo di differenze minimali (del 5%), nel caso in cui un pianoforte è in perfetta regola, da non confondere con quanto dicono alcuni tecnici per sollevarsi da perdite di resa del 20% e anche più, che non riescono a colmare o che non possono perché bisognerebbe fare tutto il lavoro da capo, spesso quello che hanno appena consegnato... Ciao!
  5. Ciao. Proviamo per logica forse tenderei ad escludere sia stata cambiata la ghisa e il somiere, che infatti eccede di 3 caviglie.... posso fare due ipotesi: o è stato cambiato il blocco tastiera inseme al blocco meccanica, mettendogliene uno di 88 tasti anziché gli 89 iniziali, magari preso da un pianoforte con la tavola armonica scarica o crepata. O forse il costruttore ha lasciato volutamente tre corde affinché risuonino per simpatia e ci sia un po' più effetto di insieme. Questo è quello che penso.
  6. Secondo me è giusto poi se fosse un feltro poco compresso, allora la solcatura è più rapida e il cambiamento più evidente. In quel caso ancora di più.
  7. non c'è una registrazione dove si sente un pianoforte d'epoca che suona con le turcherie? l'altra volta cercavo qualcosa ma non ne ho trovate, sono curioso
  8. No certo, sul martello europeo non mi sembra il caso è un'idea a parte per dopo, USA....
  9. Buonasera a tutti, anche se non sono quasi mai attivo seguo spesso il forum con molto piacere e dire che mi è stato di enorme aiuto è quantomeno riduttivo, vorrei approfittarne per rinnovare i miei ringraziamenti a tutti voi. Avrei una domanda. Da qui a poco mi procurerò l'impregnante per martelli (per la precisione quello consigliato da steinway) e il mio desiderio sarebbe fare degli esperimenti su qualche serie di teste che prenderò appositamente. Per ora sto studiando e valutando le varie tecniche, cercando di approfondire e confrontare più che posso ciò che ho a disposizione, so bene che ce n'è di strada da fare per ottenere (o almeno solo avvicinarmi) a ciò che mi piacerebbe..nel frattempo mi limito a provarci Ecco la semplice questione, recentemente mi sono posto il problema della diluizione della "lacca" impregnante, quale sarebbe il prodotto più adatto? grazie in anticipo, un saluto!
  10. Grazie a te invece, per l’impegno di mantenerci a disposizione questa community, mi spiace solo aver pochissimo tempo per intervenire. Ne voglio approfittare per ringraziare anche il Maestro degli indispensabili suggerimenti tecnici che mi ha dato in questi anni. Sono perfettamente d’accordo con te. La velocità, per quanto personale e soggettiva, ha sempre un coefficiente temporale abbastanza stretto nel quale si deve stare. Soprattutto su repertori che hanno una vasta discografia, altrimenti “il gioco non vale la candela”. Se poi si raddoppia come se fosse una rapsodia, non sono assolutamente di parte. Su questo argomento sono idealmente vicino a Celibidache, famosi i suoi tempi lenti, sempre leggermente sotto al coefficiente medio del pezzo. Non a torto lui diceva che la “lentezza è ricchezza”. Dico “non a torto” per un secondo motivo oltre all’acustica che spesso viene ignorato. Chi come te ha coltivato nel tempo un’ottima sensibilità e dei gusti sottili si è reso conto del magnifico “mondo” degli armonici della “nona ottava”, che si generano per simpatia a partire dalla cassa armonica dello strumento o dell’orchestra. Questo mondo in un tempo più veloce diventerebbe meno evidente e modulabile, quindi Celibidache ha capito che le composizioni di concezione palesemente lenta (come sono i Notturni) avrebbero avuto un vantaggio concreto sul risultato musicale se suonati un po’ più lenti (mi viene in mente la bellissima direzione del Requiem di Mozart). Ora alcuni, in maniera molto simile a quello che si è fatto con la linea, usano il nozionismo teorico arbitrariamente senza tenere in considerazione cosa succede alla resa artistica. Così non si tratta più di scelte sensate ma di un culto cieco. Sulla mia semplice tesi, nessun segreto, l’unico motivo per cui non mi espongo qui è un mio principio, perché dovrei fare una premessa sul contenuto di certi articoli pubblicati su giornali scientifici di rilievo che potrebbe indurre alcuni ad atteggiamenti troppo “liberali” nei confronti dell’opinione e potrebbero diventare soggetti a “credenze” personali, ed è quanto di meno io mi auguro (immagino tu mi possa capire). Non a caso ho usato le parole “azzardo” e “indizi”. Noi ci auguriamo che in questi casi si conservi il beneficio del dubbio. Magari ci sentiremo in privato.
  11. @Tiger Hai sbagliato argomento....noi apprezziamo artisticamente le avanguardie! Forse non hai letto con attenzione o non mi sono espresso abbastanza chiaramente. Mi auto-cito. Mephistopheles: "Ora Celibidache non ha l’intento di andare contro la musica di avanguardia, ma di dire che la musica tonale non può essere trattata (interpretativamente) come quella di avanguardia." (nonostante la tecnica volutamente provocatoria del suo linguaggio, che può sicuramente portare fuori strada). L'errore delle persone che sgradiscono l'arte contemporanea qual è? Di andare davanti ad un dipinto di Pollock e guardarlo con i criteri con i quali guarderebbe un affresco di Michelangelo, o di ascoltare Stockhausen con i criteri con i quali ascolterebbero Chopin. Dal punto di vista interpretativo, da un certo momento in poi c'è stata una netta scissione del "mezzo": Musica tonale: musica che è progettata per avere delle interconnessioni logiche riconoscibili consequenzialmente (rette concretamente dalla tonalità), è la rappresentazione della ragione, dell’io (o coscienza umana che dir si voglia). Musica atonale: musica che è progettata appositamente per non avere dei punti di riferimento riconoscibili dalla mente dell'uomo, è la rappresentazione del caos (detto molto a grandi linee, la crisi dell' "io", il caos interiore, la frenesia della vita quotidiana, l'idea di trovarsi scaraventati casualmente sul pianeta terra), di fronte ai quali l'ascoltatore si trova spaesato per volontà diretta del compositore: non c'è una tonalità che lo orienta nell’interpretazione. Chi sono? Da dove vengo? Forse dal caos. Malattie, disastri naturali, attentati. E il seguito della mia esistenza sarà quindi abbastanza casuale, è molto difficile da prevedere (però mi ci vedo bene a intrecciare pomodori ). Lo "sbaglio" di cui parlava Celibidache, "il male dei nostri tempi", non riguarda i compositori, né è una critica alle filosofie, ma gli interpreti, i quali dinamicamente trattano la musica tonale, (nel dosare la tensione emotiva), come se queste interconnesioni logiche non esistessero. Celibidache ci fa capire che anche volendo, non si può suonare la musica atonale senza la "linea", se non seguendo "alla lettera" lo spartito del compositore. L'errore interpretativo quale è stato invece? Si era diffusa l'idea che il culto del testo alla lettera si doveva applicare anche sulla musica tonale la quale, poveretta, non aveva fatto nulla di male per essere trattata così. Per fare un esempio pratico, ignorare la struttura implicita nella musica tonale è un po’ come intaccare le fondamenta di una casa: tutto crolla su sé stesso. Difatti quando si fanno delle modifiche, gli ingegneri la prima cosa che fanno è dirci dove sono le travi portanti affinché non vadano assolutamente toccate. L’interprete dovrebbe fare questo: sapere dove sono le travi portanti della musica che deve fare sua
  12. Riporterei ancora più precisamente l'affermazione "la musica si fa ad un certo momento", ossia dopo un lungo periodo di analisi ad un certo punto la coscienza (o a questo punto l'inconscio), potremmo tranquillamente dire che "si abitua" a correlazionare, viene preso da una "saggezza infinita" e, per coniare una sua espressione, la musica "si fa da sé". E' il momento in cui incalza la spontaneità, la teoria che si è dimenticata apparentemente ormai "appartiene al passato" perché passa nel subconscio....e la sensibilità da quell'istante in poi è in grado di fare tutto da sola grazie a quel meraviglioso strumento che è la mente
  13. @Simone Condivido come te la passione estetica dello stile coloristico più vicino a quello dei compositori… ma su questa si aprono naturalmente le tante parentesi soggettive di C. (lo specifico ovviamente per non confondere chi ci legge) ossia: il tempo che dipende dall’acustica la quale è "generatrice di forma" -è un'ottima nozione teorica che comunque trova applicazione personalissima, in base alla percezione di chi dirige o suona-, il colore, e altri fattori sui quali mi sembra che- nell’altra discussione- erroneamente ci si era soffermati come se fosse il fulcro principale del discorso, invece erano tematiche non strettamente necessarie da spiegarsi in sede di “fenomenologia”, al contrario dell’andamento dinamico oggettivo relativo alla tonalità (che è la fenomenologia vera e propria).. Sostanzialmente C. le aveva menzionate per far fare la distinzione tra ... Ecco, secondo me questo era un “difetto” comunicativo di Celibidache, proporre troppi concetti che allontanano dal punto cardine della discussione, lo sbaglio suo era che non teneva conto del tempo che serve all’interlocutore per pensare e capire bene ogni concetto anzi facendo dimenticare quelli detti prima, (inutile nasconderti che infatti ho dovuto vedere i suoi video un numero alto di volte per trapelare ogni cosa, ad ogni analisi vengono fuori nuove idee, frutto di anni di riflessioni di quello che era soprattutto uno studioso molto profondo e scrupoloso....). (Parentesi "Off topic" come si dice in gergo da parte mia, per il fatto dell’accordatura disuguale - per una serie di indizi scientifici di cui sono in possesso, e avendo avuto modo di sperimentare su me stesso le sensazioni rispetto ai diversi stimoli, ho dei forti sospetti per pensare addirittura che quelle leggere oscillazioni influiscano concretamente prima sotto l’aspetto neurologico e poi sulla reazione pratica dell’interprete –cioè un’induzione alla spontaneità della reazione successiva mediante processi chimici, che si innescano da un fattore istintivo di una teoria molto nota che sarebbe lunga da spiegare, la cui origine è nella pre-nascita - questa è la mia tesi chiaramente… come tante altre, in un ambito così complesso e per certi versi ancora misterioso come quello del funzionamento del cervello. Azzardo un po' anch'io.. )
  14. Questo non è esatto, è l'opposto anzi. Attenzione, lui non nega che sia possibile fare musica istintivamente, e fino ad un certo punto è stato così per la maggior parte, compresi i grandissimi. Difatti lui tributava a Franco Ferrara il titolo di uno dei più grandi direttori d’orchestra "istintivi", che spartisce il trono con De Sabata, Dice Celibidache "quando Franco saliva sul podio tutto funzionava, però non sapeva spiegare perché funziona". Ed ecco il punto. Celibidache afferma persino che tutto quello che lui dice sarebbe "rinfrescativo", e se anche gli altri lo facessero “tutti si ritroverebbero” come un tempo. (non ha difatti inventato nulla di nuovo). In due parole Celibidache dice che è contrario alla linea (bisogna innanzitutto auto-rispondersi, che cos’è finalmente questa linea? Chi l’ha inventata? E’ spontaneo applicarla ad un sistema tonale? Siamo già nell'applicazione della filosofia, mentre Celibidache è ancora più semplice e diretto ) e che questa non ha nulla a che vedere con la musica tonale. La musica tonale, a differenza dell’avanguardia, ha un punto di massimale espansione oggettiva dinamica e delle frequenze attraverso le quali ci si arriva. Più nel piccolo, ci ha spiegato che le note che risolvono vanno indebolite ecc. ecc. perché “ripiegano sulla tonalità madre”, e ci ha detto come si girano gli intervalli in modo musicale appoggiandosi alla tonalità madre, la quale è il punto di riferimento per porre accenti e frequenze, il "codice". Ora Celibidache non ha l’intento di andare contro la musica di avanguardia, ma di dire che la musica tonale non può essere trattata come quella di avanguardia. Ci dice razionalmente qual è l’elemento che rende efficace una buona interpretazione. Difatti nell’applicazione pratica, ciò non è affatto scontato. Esempio pratico su due professionisti: se facciamo zapping all’interno di una magnifica interpretozione di Horowitz, e prendo in causa quella eclatante musicalmente dello studio di Scriabin Op. 8 n. 12 nel concerto di Mosca, ci accorgiamo che fa un enorme climax a partire dal pianissimo fino ad esplodere al fortissimo prima della fine in un punto musicalmente ben definito. Se ascoltiamo quella di Kissin, ci accorgiamo che suona tutto forte senza fare nessuna relazione tra le frasi ripetute. Cosa diventano allora in quest’ultimo caso? Non muovono più la “coscienza umana” dall’inizio fino alla fine del pezzo ma è una “fabbrica” di sensazioni che non hanno una connessione logica di tensione emotiva (e l’aumento della tensione emotiva è data dall’aumento del volume). I fatti sembrano parlare chiaro: quante persone musicali ricordandosi di questo pezzo penseranno positivamente a Horowitz, e quante a Kissin? E’ logico che se io suono sempre in mezzoforte questa tensione, oltretutto, non avrò i mezzi per aumentarla, in quanto la dinamica di uno strumento non è infinita da arrivare fino al ffffffffffffffffffffffffff. La coscienza sente che c’è qualcosa che non va, lo sente perché sta andando non perfettamente a cavallo con la logica strutturale del pezzo, e si avverte grazie alla tonalità madre sulla quale tutto si appoggia (senza la quale non ci sarebbe alcun punto di riferimento logico per il nostro cervello) La domanda che bisogna farsi è infatti: perché c’è un’interpretazione che non ci piace? Perché non regge su quel codice unico che è la tonalità (sulla quale tutta la struttura si fonda con meccanismi che seguono la sua logica). A questa astuzia la sensibilità di molti direttori d’orchestra di oggi non arriva, disabituata tra l’altro a sentire il “naturale”. Ed ecco Celibidache che ci ricorda come si suonava un tempo. I direttori d’orchestra cui celibidache faceva lezione non avevano alcun dubbio che il modo che suggeriva lui era migliore ma…. Non sapevano spiegare perché. Ed egli (cercò) di spiegargli proprio questo. Sarebbe tutto qui.... non ci sono segreti della metafisica https://www.youtube.com/watch?v=pPTe1xMB9Uk
  15. Per approfondire io consiglio vedere diverse volte questo video con estrema attenzione. Qui fa esempi e via dicendo.... Bisognerebbe concentrarsi soprattutto sugli esempi che fa al pianoforte. I punti chiave sono da 17:33 in poi. Bisognerebbe partire dal concetto "la musica oggi si fa per associazione". Se si capisce cosa intende con questo concetto allora si è capito Celibidache. (nell'altro video parla solo di filosofia, mentre qui di elementi concreti in fase interpretazione vera e propria). E' molto semplice in realtà quello che vuole cercare di dire, proprio perché è semplice non è facile coglierlo. In genere ci si infastidisce per via suo tono perentorio e non lo si ascolta seriamente Bisogna per quest'ora e mezza disarmarsi di senso critico nei confronti dei suoi atteggiamenti e cercare di capire.
  16. buongiorno a tutti Spero di non aprire una discussione già fatta (non mi sembra di averla trovata..), e che mi perdonerete se vi farò domande che vi potrebbero sembrare banali. La prima che mi viene in mente è sul legno impiegato per la tavola armonica, quello della fabbrica di New York è americano o viene importato dalla Germania? Sulla meccanica ho avuto modo di vedere che ci sono delle leggere differenze sulla forma delle forcole e sui cavalletti -se non ricordo male anche sulla grandezza dei rullini-. Anche le martelliere pare che siano più impregnate (filosofie dettate probabilmente dal clima jazzistico degli USA). Quanto queste differenze incidono realmente sul tocco e come? Chiedendo negli Stati Uniti, mi hanno detto che Horowitz impiegava per i suoi concerti degli S&S di New York (non mi fido però, potrebbe essere un tentativo di rivendicare la propria nazionalità, quindi chiedo a voi). A quanto pare la finitura del mobile era leggermente più opaca (ma questo potrebbe non voler dir nulla, poiché sia a New York che ad Amburgo la Steinway può produrre le finiture su ordine del cliente). Grazie anticipatamente.
  17. Sono d'accordo con voi e, secondo me, lo sbaglio è nella convinzione che a maggiore pulizia corrisponda maggiore qualità del suono e/o artistica.... Mentre a mio parere è l'opposto... Farei una nota sulle accordature, i vecchi pianoforti "tolleravano" più le scordature, anche per via del suono più corto, che davano origine a un'infinita gamma di simpatie e rendevano personali interpretazioni come quelle di Cortot... Oggi purtroppo si va sempre di più sulla direzione del suono fermo, senza colore. Si è, in un certo senso, sempre più disposti a rendersi tutti uguali, a sottomettersi alla globalizzazione e alla volontà del marketing. L'arte risente della crisi dei valori dell'individualità di ogni uomo che si sposava con l'imitazione della natura... Franz Mohr, l'accordatore di Horowitz, provando il pianoforte di Lang Lang prima di un concerto, espresse l'opinione che fosse accordato orribilmente...quindi in un certo senso non dipende solo dagli strumenti ma dalle mode e dal volere di chi suona. La mia opinione è che l'arte non dovrebbe dipendere dalle mode, così come non si spoglia la facciata di un palazzo storico dei suoi fregi perché i tempi sono cambiati. Il patrimonio musicale, dal punto di vista interpretativo, dovrebbe essere un patrimonio di inestimabile valore che deve essere conservato nel tempo così come nei musei, che migliora sì al migliorare del mezzo, ma che non vengano applicate filosofie che ne alterino la matrice principlae...
  18. Giustissima osservazione Simone, però non sono d'accordo con l'atteggiamento pessimista... confido moltissimo nell'approfondimento di chi ci leggerà Un saluto a tutti e buona Musica!
  19. in termini letterari sarebbe in pratica come allontanare un lettore da Umberto Eco e avvicinarlo a Federico Moccia. Uno premio nobel, l'altro autore di romanzetti, non so se si capisce il nesso......XD
  20. Cara Pink, ti mentirei se ti dovessi dire che le opere di G.A. sono profonde... e non lo dico senza averlo ascoltato con estrema attenzione, anzi... Ma i fans di Allevi, hanno sentito con estrema attenzione il resto? L'unica cosa che mi sento di dirti è quello che già disse F. Liszt molto prima di me <<sfortunato quell'artista o quello scrittore che si accontenta di questi falsi valori: egli si addormenta compiaciuto nella sua fittizia celebrità e si risveglia per trovarsi di fronte a qualche articolo di giornale vacuo e vuoto, tutto stupito che il pubblico non si accontenti più di quelle belle frasi così rindondanti, di quelle belle parole di cui resta solo il ridicolo>> . "come mai vengono tirati in ballo Horowitz Brahms ecc?" Perché allevi dice di fare musica classica, nessuno per esempio li tira in ballo con Einaudi. E' Allevi che non attraverso la sua musica ma tramite le sue provocazioni verbali che stimola a parlare di ciò che è veramente di qualità. Magari accadesse! Ma a nessuno dei suoi fans è mai venuto in mente di farlo davvero... te l'assicuro Altrimenti lui avrebbe smesso di esistere.... è un luogo comune infatti che Allevi avvicini il pubblico alla musica colta, purtroppo lo allontana.
  21. no ma che contrapporre c'è una realtà meravigliosa e ricchissima e nel mio piccolo cerco di farla conoscere affinché tutti ne possano godere! e tra i tanti sono sicuro che ci sono anche quelli che capiranno! Stravinskij e kachaturian sono contemporanei! uno è morto nel 1970 e l'altro 1978... sono due tra i compositori che preferisco... non posso contrapporre la persona di Allevi neppure ad Einaudi, che pur componendo lo stesso genere dimostra decisamente più serietà e onestà intellettuale come uomo, senza autodefinirsi il "nuovo Brahms", dire che "Beethoven non ha ritmo" o "sono compositore di musica classica contemporanea". Sai, nell'ottocento c'erano degli scrittori e dei musicisti che venivano criticati. Baudelaire e Liszt criticavano la moglie di Chopin, George Sand, per le sue frasette che "compiacevano tanto i borghesi", faceva davvero degli ottimi cachet: guarda quante persone oggi leggono Baudelaire e ascoltano Liszt, e quanti invece leggono George Sand? E' veramente triste che spesso non venga questa voglia di emanciparsi, non ci sia quella frizzante curiosità che ci spinge a migliorarci e ci chiudiamo nel nostro guscio delle convinzioni... La curiosità dovrebbe essere una fonte di energia inesauribile, perché la musica è vita, fatta da uomini vivi per altri uomini vivi. Non una forma di ritorsione per chi guadagna sulle nostre spalle senza che gli spetti?
  22. *kLeiber* Mendelssohn (oh non ne azzecco una oggi) (ho fatto un distrastro, mandato i post cento volte, scusate! ho la connessione lenta
  23. ascolta più musica che puoi.... Mahler, Mozart, Bruckner, Bach, Prokofiev, Rachmaninov, Chopin, Liszt, Mendhelsonn, Brahms, Tchaikovsky, Saint Saens, Kachaturian, Mussorgsky... Stravinskij! cerca i più bravi direttori d'orchestra della storia, Toscanini, Furtwangler, Celibidache, Kreibler, Franco Ferrara, De Sabata ecc... i pianisti Horowitz, Cortot, Rubinstein, Eugene D'Albert, Bohzanov, Sokolov, Kocsis, Gilels, Wilhelm Kempff, Schnabel la lista è molto lunga....
  24. Mi dispiace danielescarpetti ma devo dissentire completamente. (pur non avendo gli esatti colpevoli, abbiamo le conseguenze, che penso sia già qualcosa di valido) Attenzione a non fare, a monte, il nostro solito errore tutto italiano: banalizzare l’ovvio. E’ stato proprio questo il danno maggiore. Esattamente perché considerato tale è stato spesso accantonato creando danni molto maggiori. -Ci sembrava così ovvio fornire delle basi solide dell’arte e della musica nelle scuole ai nostri figli? -Ci sembrava così ovvio che chi siede nelle poltrone istituzionali fosse competente per stabilire un criterio serio e appropriato? (mi viene da pensare anche al modo disastroso nel quale sono organizzati i trienni, parlando di noi musicisti). L’ “ovvio” ha sempre portato ad una mancanza di approfondimento profondo. Occhio all’argomento scientifico di base: è l’Antropologia, che lo stato ci rientri è solo una logica conseguenza. Non si può, antropologicamente, non considerare lo Stato parlando dei problemi della società, sarebbe come non considerare le sigarette parlando di un tumore ai polmoni: sia che lo amministra bene sia che lo amministra fa male è lui il primo responsabile della situazione culturale, non meno della mentalità collettiva che determina quella economica e sociale. (Il suffraggio universale, in questo senso ci ha rovinati). Chi è che ha organizzato le scuole? Chi è che ha formato la generazione attuale? Chi è che ha formato culturalmente i loro padri? Difatti in una società lo stato fa le veci del buon padre di famiglia, e i figli di un inetto, hanno molte più probabilità di diventare inetti… La mentalità non cambia certo da sola, cambia al variare dei contesti in cui si vive, della qualità delle scuole, e molto gradualmente: se oggi non si fa nulla per migliorare la cultura, tra due generazioni non potremo stupirci o banalizzare il fatto che non sia cambiato nulla. Bisogna cominciare innanzitutto a cambiare la mentalità dei figli attraverso le scuole e le istituzioni, che quando saranno padri a loro volta, dal punto di vista psicologico potenzieranno ulteriormente i loro figli.
  25. Il pubblico di Allevi ha tutta la mia comprensione, capisco il suo disagio culturale e questo mi dispiace moltissimo, non mi rende assolutamente contento perché so che in gran parte la colpa non è sua, è solo la vittima finale della lunga catena di un circolo vizioso che ha come primo anello le istituzioni. Queste non formano e non elevano l’uomo alla cultura ma lo spingono verso la mediocrità perché sono gestite da mediocri, che, non avendo i mezzi intellettuali per migliorare il loro popolo e un po’ per interesse personale cedono “alla richiesta dei più” anche se questo fosse antiformativo e distruttivo: ecco cos’è il populismo di cui si parla tanto. Allevi ha composto sia del pop commerciale, sia ha fatto dei vaghi tentativi inneggianti alla musica colta" di qualità estremamente più bassa rispetto a quello che un bravo compositore è mediamente capace di scrivere… c'è un continuo “fare occhiolini a tutti” che rende le sue composizioni sciatte e prive di un messaggio sincero e profondo: manca la sostanza realmente di valore. Persino nella musica di tradizione che si definisce "colta", composta nel 1700-1800-1900 c'è una parte che si può considerare scadente, quanti compositori del passato sono stati dimenticati? Lo stesso accadrà con Allevi. Quindi sulla vicenda Allevi per me hanno delle colpe un po' tutti, meno che il suo pubblico: -Le ha Allevi perché si pone come il "Mozart del 2000", provoca in modo del tutto fuori luogo per far parlare di sé e disinforma il pubblico. -Le hanno le istituzioni, es. il concerto di Natale al senato che lo ha pubblicizzato moltissimo, e non dimentichiamoci delle numerose apparizioni televisive in RAI dove è idolatrato da presentatori non competenti in trasmissioni che hanno un enorme auditel (quanta influenza ha la tv di stato sulle masse? come è gestita? E da chi?). Come può una persona avvicinarsi alla cultura se non ha alcuno stimolo? Il consiglio che di solito cerco di dare a chi ascolta Allevi e se ne compiace in maniera sproporzionata è di fare un percorso di ascolto sulla grande musica, sia "colta" che "pop". Deve affrontare la sua condizione culturale poco per volta, con onestà, e senza la presunzione di saperne più dei professionisti di livello. Anch'io quando mi sono approcciato per la prima volta alla grande musica non capivo alcuni compositori, e certa musica risultava per me pesante. Così come un lettore novello farebbe fatica a leggere e comprendere libri di alta filosofia: è fisiologico che sia così. Allevi può vantare per il 95% di un pubblico ingenuo e non competente. Questo dovrebbe far riflettere.
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