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Piano Concerto - Forum pianoforte

OrlandiArmando

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Tutto postato da OrlandiArmando

  1. Amici miei, Nella sezione "Avvenimenti" ho inserito l' articolo circa la prima performance dell' 8 settembre 2013 del Lied per tenore e pianoforte Hess 137 “Ich wiege dich in meinem Arm”. ... International Beethoven Project ha presentato la prima performance assoluta del lied Beethoveniano “Liebe” ovvero “Ich wiege dich in meinem Arm” (Hess 137) al Chicago Beethoven Festival, Sabato 8 settembre 2013, presso il Central Daylight Time. (leggerete i particolari sul sito). In poche parole, non abbiamo i diritti, per ora, di inserire la registrazione sul sito. Ma io ho questa registrazione..... ed ha anche un indirizzo di posta privato.....ed anche la possibilità di ricevere sul forum messaggi privati..... Amicizia, A----------------------------------------
  2. Il lavoro è obiettivamente ottimo (non ci incensiamo, è semplicemente ben pensato). La parte seguente riguarda lo "smontaggio" delle 311 opere (però già parzialmente effettuato) e la successiva singola collocazione. Ora, se pensiamo che le Opus sono 142 e le WoO 230, (e senza contare le opere 6x tipo op.18 e 3x tipo 1,2,10,30 ecc. ) ne mancano almeno una settantina all' appello. Come dicevo, furono pubblicate da Hess, e il grosso problema è che qua i diritti sono tuttora vivi e vegeti. Naturalmente, facendo patire ai miei poveri figli la fame, ho in casa tutti i Supplemente zur GA., che maledetti, costano un' Iradiddio, pur essendo stampati sulla carta da focaccia. L' escamotage sarebbe di rifare tutto in Finale o Sibelius, cosa fattibile per parecchie di loro. Minor problema mi danno i Biamonti, che normalmente sono molto brevi, e che posso passare dal midi a Finale. Intanto implemento le opere con questi PDF, poi vediamo. Intanto, fra qualche giorno mi arriverà l' Eroica Skizzenbuch fresco di uscita, e quindi colmerò i buchi di parecchi Biamonti. A presto e grazie (aprirò un nuovo topic sull' eccezionale ritrovamento del lied per voce e pianoforte Hess 137 "Ich wiege dich").
  3. Cari amici, Da molte parti ci si riferisce - per scaricare partiture beethoveniane - al sito di Petrucci, (IMSLP) ovvero http://imslp.org/wiki/Category:Beethoven,_Ludwig_van Per guadagnarmi la mia giusta Corona di Spine (ma anche perché ho notato molti files incompleti, erronei e mancanti) ho deciso di mettere io on-line la Alte Gesamtausgabe. Completa. Senza errori o manomissioni. La Gesamtausgabe, (GA) venne pubblicata nel 1862 - 1865, nonchè arricchita di un supplemento nel 1888. (in realtà riportiamo anche la seconda parte del supplemento, del 1890) La Gesamtausgabe è la prima edizione "completa" dei lavori di Ludwig van Beethoven. Il suo titolo recita: Ludwig van Beethovens Werke: vollständige kritisch durchgesehene überall berechtige Ausgabe. L'edizione conta di 263 opere suddivise in 24 "serie", suddivise in uno o più volumi (Banden), più un volume di supplemento ed uno di apparato critico a detto volume (in questo modo le opere vengono portate a 309, che divengono 311 col supplemento del 1890). Apparve subito evidente che queste "serie" non fossero adeguate alla bisogna, e al quarto Congresso della Società di Musica Internazionale del 1911 il musicologo Friederich Spiro propose una revisione generale della Gesamtausgabe. Il musicologo indicò anche una serie di imprecisioni ed omissioni, come la versione per pianoforte a quattro mani Opus 134 della Grosse Fuge Opus 133. Conseguentemente, Willy Hess preparò un catalogo di tutti quei lavori ritenuti autentici non inclusi nell' edizione precedente. che usci' alle stampe nel 1957. Attualmente, è in corso di pubblicazione una nuova edizione delle opere di Beethoven, Die Neue Beethoven-Gesamtausgabe (Ludwig van Beethoven, Werke. Gesamtausgabe, abgekürzt NGA), di cui potete trovare un prospetto nel nostro sito nella sezione dettagli delle opere. Ecco, adesso non abbiamo più la necessità di andare da Petrucci (in realtà ci sono stato un paio di volte a Parigi). L' intento finale è quello di costruire un sito omnicomprensivo; la strada mi sembra giusta. Amicizia,
  4. e questa è la mitica prima edizione "33" di Nohl.
  5. No no ragazzi capiamoci: (mi sono sicuramente espresso male) il manoscritto che vi ho allegato è del 1822 ( la scrittura è inconfondibile) ovvero quello che Beethoven propose per la pubblicazione con le modifiche che vi faccio sentire a breve qui: http://www.lvbeethoven-music.it/Beethoven-Mp3/WoO/WoO059a.mp3 . Come dice il testo che vi ho allegato, il primo è disperso. (Nohl era ottima persona, e credo veramente che sia così). Mi darò pegno di tradurlo, con buona pace del nostro Goethe. Il klavierstuck per pianoforte in a-Moll, ( La minore) "Per Elise", WoO 59„ “Il Professor Nohl, a Monaco di Baviera, ha recentemente pubblicato una piccola composizione per pianoforte finora assolutamente sconosciuta, in la minore, in 3/8, con la scritta,: "Per Elise, 27. Aprile" nel manoscritto originale questa scritta si trova in testa e il dott. Härtel di Lipsia a causa dello stato avanzato di composizione, ha deciso di inserirla nella Gesammtausgabe." Questa notizia della rivista Wiener Zeitschrift Recensionen del 5 agosto 1865 è la prima notizia su questo pezzo per pianoforte, che figura oggi fra le composizioni più note di Beethoven nell'elenco delle opere di Georg Kinsky e Hans Halm, come opera senza numero di Opus 59 (WoO 59). La trattativa dell’ epoca di Ludwig Nohl con la casa editrice di musica Breitkpof & Härtel non fu coronata da successo. Il pezzo non divenne per il momento parte dell'edizione generale delle Opere, in 24 volumi, 1862-1865. E’ possibile che le riserve degli illuminati recensori della casa editrice furono soprattutto circa l’ integrità del pezzo. Conseguentemente Nohl pubblicò esso stesso due anni più tardi, e precisamente come numero 33 nel suo libro di Nuove Lettere di Beethoven entro un gruppo di lettere scritte ad Ignaz di Gleichenstein. Sull’ origine del pezzo sentiamo le parole del Nohl: “Quel che segue è uno, finora sconosciuto, abbozzato pezzo per pianoforte, però piuttosto rifinito, ritrovato dal [...] dal lascito della donna Therese di Droßdick, nata Malfatti, che lo ha regalato alla Sig.na Bredl di Monaco di Baviera. Non scrive per Therese ma contiene la scritta della mano di Beethoven: "Per Elise il 27 aprile come ricordo di L.v. Bthvn" qual fosse questa Elise la baronessa non lo ricorda. ……………….Anche di una scritta trovata - per così dire - aggiuntivamente del maestro “al bel ricco bruno di Therese” (penso che si riferisse ai capelli, e non ad altra parte NDArmando) non se ne ha traccia. Purtroppo è sparito il "manoscritto originale", dopo la pubblicazione del Nohl. A causa di questo, c'è tolta la possibilità di verificare la correttezza della “edizione Nohl”. Diversi anni dopo la pubblicazione della prima edizione della GA, il pezzo venne accolto nel 1888 nel volume di supplemento (volume 25). Ancora nella versione Nohl, necessariamente acritica. Avvia al dubbio della correttezza del testo Nohl già il titolo "per Elise." Quale scritta di Beethoven Nohl potrebbe aver letto? ………………… (fine parte1)
  6. E poi vado di uno studio definitivo sull' argomento e vi saluto. PS per chi non capisse il teutone, è riportata anche la notizia della revisione della composizione da parte di Barry Cooper (novello Nohl?) del 1822. Ho la partitura; se volete ne faccio l'MP3 e lo sbatto sul sito; tanto manca.... ma adesso parola a Sieghard Brandemburg: Beethovens Klavierstück in a-Moll, „Für Elise“, WoO 59 „Professor Nohl in München hat neuerlich eine bisher völlig unbekannte kleine Beethoven’sche Klavierkomposition (in A-moll 3 8 mit zwei Zwischensätzchen) mit der Aufschrift: „Für Elise, 27. April“ im Originalmanuskript aufgefunden und steht mit Breitkopf und Härtel in Leipzig wegen Einreihung derselben in die Gesammtausgabe in Unterhandlung.“ Diese Meldung der Wiener Zeitschrift Recensionen vom 5. August 1865 ist die erste Nachricht über ein Klavierstück, das heute zu den bekanntesten Kompositionen Beethovens zählt.1 Im Werkverzeichnis von Georg Kinsky und Hans Halm figuriert es als Werk ohne Opuszahl Nr. 59 (WoO 59). Ludwig Nohls Verhandlungen mit dem Musikverlag Breitkopf & Härtel führten nicht zum Erfolg. Das Stück wurde vorerst nicht in die Gesamtausgabe (24 Bände, 1862-1865) aufgenommen. Möglicherweise bestanden Zweifel an seiner Echtheit. Infolgedessen publizierte Nohl es zwei Jahre später selbst, und zwar als Nr. 33 in seinem Buch Neue Briefe Beethovens innerhalb einer Gruppe von Briefen an Ignaz von Gleichenstein.2 Zur Herkunft des Stückes gibt Nohl an: „Das nachstehende bisher unbekannte, zwar nicht eben bedeutende aber recht anmuthige Klavierstückchen stammt [...] aus dem Nachlaß der Frau Therese von Droßdick geb. Malfatti, die es der Frl. Bredl in München geschenkt hat. Es ist zwar nicht für Therese geschrieben, sondern enthält von Beethovens Hand die Aufschrift: „Für Elise am 27 April zur Erinnerung von L.v. Bthvn,“ - welcher Elise sich Freifrau von Gleichenstein nicht erinnert. Es möge aber hier gleichsam als Zugabe zu dem anmuthigen Verhältniß des Meisters zu der schönen braunlockigen Therese auch eine Stelle finden.“ Leider ist das „Originalmanuskript“, also Beethovens Autograph, nach Nohls Veröffentlichung spurlos verschwunden. Dadurch ist uns die Möglichkeit genommen, Nohls Ausgabe auf ihre Korrektheit zu prüfen. Als sich die Alte Gesamtausgabe 1888 schließlich entschieden hatte, das Stück in den Supplementband (Band 25) aufzunehmen, stand als Quelle nur noch Nohls Publikation zur Verfügung, die sie freilich nicht ganz unkritisch nachgedruckt hat. Anlass zum Zweifel an der Korrektheit des Nohlschen Textes gibt bereits der Titel „Für Elise“. Könnte Nohl Beethovens Handschrift verlesen haben? Wenn das Stück aus dem Nachlass der Therese Vöri Droßdick geb. Malfatti (1. Januar 1792 - 27. April 1851) stammt, sollte es dann nicht eher .JFur Therese“ geheißen haben, wie schon 1923 Max Unger argumentiert hat?3 Aber diese Frage scheint sich Nohl selbst gestellt zu haben, denn er erkundigte sich eigens nach jener ^Elise“. Er fragte Thereses jüngere Schwester Anna von Gleichenstein geb. Malfatti (6. Dezember 1792 — 25. September 1869). die er 1865 im Zuge seiner Beethovenstudien in Freiburg und Oberrotvveil am Kaiserstuhl besucht hatte. Dass das Klavierstück ursprünglich vielleicht doch nicht für Therese bestimmt war, legt eine Notierung aus Beethovens Skizzenbuch zur Pasto- ml-Sympkonie vom Frühjahr 1808 nahe,4 die Nohl übrigens nicht kannte. Die liedformig gebaute, 16taktige Melodie ist eindeutig als Kern des Klavierstücks WoO 59 zu erkennen. Durch Einschub eines zweitaktigen Orgelpunktes auf E nach Takt 12 und Verlängerung des Schlusses in Analogie zum Anfang (T. 1-8) konnte das Thema leicht auf jene 22 Takte erweitert werden, die aus dem Klavierstück „Für Elise“ geläufig sind. Im Frühjahr 1808 war Beethoven mit der Großhändler-Familie Malfatti noch nicht bekannt. Nach eigenem Zeugnis war es sein Freund Ignaz von Gleichenstein, der ihn dort einführte,5 und zwar, wie man aus dessen Biographie schließen muss, im Frühjahr 1810.6 Der k k. Hofkonzipist beim Hofkriegsrat a.D. verlobte sich mit Anna Malfatti, Beethoven schwärmte für die ältere Schwester. Er erteilte Therese einigen Klavierunterricht und beschenkte sie mit verschiedenen, ihren Fähigkeiten angemessenen Übungsstücken. Warum sollte er nicht auch auf ein älteres Stück zurückge- griffen haben? Es könnte freilich sein, dass Beethoven die 1808 gefundene Melodie zunächst achtlos liegen ließ und erst zwei Jahre später wieder aufgriff. Für diese Annahme spricht ein Skizzen-Doppelblatt im Besitz des Beethoven-Hauses (BH 116), das hier als Faksimile wiedergegeben wird. Es enthält auf den Seiten 1 und 4 einen sehr weit ausgeführten Entwurf zu dem besagten Klavierstück, nach dem Beethoven ohne weiteres das heute verschollene Autograph hätte ausschreiben können. Nach dem Papier (Wasserzeichen: KIESLING jj) und dem Kontext zu schließen, stammt das Doppelblatt aus dem Frühjahr 1810. Auf Seite 2 befindet sich eine Bemerkung, die auf die Zwischenaktmusik op. 84 zu Goethes Egmont zu beziehen ist: „Der Tod könnte ausgedrückt werden durch eine Pause“. Und eine weitere Bemerkung auf Seite 4 könnte ebenfalls mit der Bühnenmusik in Zusammenhang stehen: „indem der Vorhang aufgezogen wird[,] wird gleich wieder angefangen“.7 Im Übrigen sind die Seiten 2 bis 4 mit Skizzen ( Bleistift und Tinte) zu dem Militärmarsch F-Dur WoO 19 ausgefüllt, dessen Autograph8 mit dem 3. „Sommermonath". cLh. Juni 1810 datiert ist. Die Notierungen zu dem Klavierstück WoO 59 auf den Seiten I und 4 (Tinte) dürften ihrer Position nach die ersten Eintragungen auf dein Doppelblatt gewesen sein. Beethovens Datum auf dein verschollenen Autograph wäre demnach mit „27. April 1810“ zu vci vollständigen. Dies ist die Zeit des engsten Kontakts mit der Familie Malfatti. Hatte Beethoven also doch eine Widmung an Therese im Sinn? Wichtiger als die Klärung dieses Problems erscheint die Frage, ob Nohl den Notentext korrekt wiedergegeben hat. Der Abdruck in den .. Netten Briefen " erweckt nicht den Eindruck besonderer edi- torischer Sorgfalt. Auch ohne die Vorlage zu kennen, geben einige Stellen Anlass zu Zweifel. Takt 7 r.H.: 2. Note e1; an allen Parallelstellen dagegen d1. vgl. T. 21,44. 58, 88 und 102. Takt 9 Taktanfang: Doppelstrich und Wiederholungs punkte fehlen. Takt 14 r.H.: 1. Note möglicherweise 16tel mit nachfolgen der 16tel-Pause. vgl. T. 51. Takt 23 r.H.: Vorschlagnoten möglicherweise 16tel. Takt 29 I.H.: 4. Note möglicherweise e1. Takt 34 r.H.: 1. Note wohl e2. Takt 35 r.H.: 1. Note punktiertes Achtel. Takt 64.65 I.H.: 16tel-Faulenzer-Striche fehlen offenbar. Es lasst sich allerdings nicht mit Sicherheit sagen, ob hier Schreibversehen von Nohl vorliegen. Die Fehler könnten sich schon in seiner Vorlage, Beethovens Autograph, befunden haben. Nohl folgt ihr offenbar sehr eng, was an der Behalsung, der Balkung. der Akzidentiensetzung und der Uneinheitlichkeit der Artikulation wie der Pedalbezeichnung zu erkennen ist. Auch die lückenhafte dynamische Bezeichnung ist als ein Merkmal für die Nähe zum Autograph zu bewerten. Für den Herausgeber einer praktischen Ausgabe ist dieser Text unzureichend. Zu oft wird es dem Spieler überlassen, ob er Beethovens erkennbare Intentionen, die aus so vielen Parallelstellen zu erschließen sind, verwirliehen will oder nicht. Kaum eine der seit 1890 einsetzenden Editionen hat auf herausgeberische Eingriffe in Notentext verzichtet. Das Klavierstück hat eine fünfteilige, rondoartige Form A B A C A. Teil A weist in der Textfassung Nohls bei jedem Erscheinen kleinere Abweichungen auf, ohne dass hinter ihnen eine Absicht zu Variierung zu vermuten ist. Können die Parallelstellen aneinander angeglichen, Dynamik, Artikulation, Pedalbezeichnung vervollständigt werden? Vereinheitlichung kann übrigens auch durch Auslassungen erreicht werden.9 Sind sie zulässig? Es sind die alten Fragen, die je nach dem künstlerischen Credo des Herausgebers unterschiedlich beantwortet werden. Wie verschieden die Lösungen sein können, lehrt ein Textvergleich der zahlreichen Ausgaben, in denen das Klavierstück verbreitet ist. ln neuerer Zeit ist verschiedentlich auch das hier faksimilierte Skizzen-Doppelblatt BH 116 als Quelle für den Notentext des Klavierstücks herangezogen worden.10 Dies könnte jedoch die Frage aufwerfen, ob ein solches Vorgehen methodisch korrekt ist. Muss nicht grundsätzlich zwischen Skizze und Autograph unterschieden werden? Die Skizze ist ein provisorisches unfertiges Gebilde, nur für die Augen des Komponisten bestimmt, jederzeit widerrutbar und änderungsfahig. Das Autograph (im engeren Sinne) stellt dagegen eine stabile, abgeschlossene Gestalt dar. die aus der Obhut des Komponisten entlassen ist. so das landläufige Verständnis. Aber diese Definitionen sind etwas „akademisch", die Praxis sieht häufig anders aus. Die im Verlauf des Kompositionsprozesses niedergeschriebenen Skizzen nähern sich der endgültigen Gestalt nach und nach an. Obwohl potentiell in toto verwertbar, bleiben sie doch in vielen Bereichen stabil. Das Autograph demgegenüber ist kein von den Skizzen völlig losgelöstes Endprodukt. Seine Niederschrift ist nicht in allen Phasen ein schöpferischer Akt. Vieles ist nur Schreibroutine. Im Übrigen ist auch das Autograph für den Komponisten nicht unantastbar. Es gibt genug Beispiele, welche zeigen, wie ein Autograph im Laufe der Niederschrift oder durch spätere Überarbeitung ins Skizzenstadium zurückfallen kann.11 Das vorliegende Doppelblatt BH 116 belegt umgekehrt, dass bereits verworfene Skizzen neu aufgegriffen werden mochten. Die Grenze zwischen Autograph und Skizze ist fließend. Die Skizzen zu WoO 59 auf dem Doppelblatt BH 116 stellen, wie bereits gesagt, ein sehr weit fortgeschrittenes Stadium der Komposition dar. Es handelt sich um einen mehrteiligen „Entwurf“, der die gesamte Komposition betrifft und teilweise schon als Partitur ausgefuhrt ist. Er ist nicht völlig zusammenhängend ausgeschrieben, sondern bricht gelegentlich ab. Dies geschieht insbesondere an jenen Stellen, welche als da capo von Teil A zu verstehen sind. Am Anfang des Mittelteiles B ist eine viertaktige Notierung abgebrochen worden, die offenbar verworfen werden sollte (BH 116, Seite 1, Ende Zeile 6/7 bis Anfang Zeile 9/10). Bleistiftnotierungen unterhalb (Zeile 8, 10) deuten an, dass Beethoven sie in späterer Zeit wieder aufnehmen wollte. Eine alternative Übergangspassage wohl von Teil B zurück nach Teil A (Seite 1, Zeile 15/16 rechte Hälfte, Bleistift), gekennzeichnet durch ein „=de“ ohne entsprechendes „Vi=“, wurde wohl gleich nach der Niederschrift verworfen und durchgestrichen.12 Beethoven hätte diesen „Entwurf“ in späteren Jahren wie bei seinen letzten Klaviersonaten vermutlich als „Konzept“ bezeichnet, in Anlehnung an die übliche Praxis in den Kanzleistuben, wo nach dem „Konzept“ des Konzipisten die offizielle Reinschrift durch den Schreibgehilfen ausgeführt wurde. Wahrscheinlich hat Beethoven unmittelbar nach dem „Konzept“ in BH 116 das Autograph ausgeschrieben, das er mit dem 27. April [1810] datiert hat. Ein Teil seiner Arbeit bestand lediglich darin, dass er seine Vorlage sauber abschrieb, Abkürzungen auflöste und nach den geläufigen Regeln des musikalischen Satzes vervollständigte. Nur an wenigen Stellen musste er noch Neues hinzukomponieren. Es scheint also methodisch statthaft, alle jene Passagen des Konzepts als Quelle für den Text des abgeschlossenen Klavierstücks heranzuziehen, die nur noch mehr oder weniger mechanisch ins Autograph zu übertragen waren. Allerdings muss dabei beachtet werden, dass der Entwurf BH 116 in sich nicht einheitlich ist. So wie er sich heute darbietet, vereinigt er drei zeitlich von einander abgrenzbare Arbeitsphasen. Die erste Arbeitsphase, ausgefiihrt mit brauner Tinte und einer sehr dünnen Feder, ist in der Transkription mit Ia bezeichnet. Sie legt das Grundgerüst der gesamten Komposition fest.13 Die zweite Arbeitsphase (Ib) stellt zum einen Korrektur, zum anderen Vervollständigung der ersten dar. Hier werden die Wiederholungen der beiden Abschnitte im Anfangsteil A eingeführt, der Zweisech- zehntel-Auftakt in Takt 4/5 sowie in Takt 8/9 zu drei Sechzehnteln erweitert. In Mittelteil B (Takt 23-34) wird die Begleitung der linken Hand ergänzt und die neue Oberstimme von Takt 25 eingefügt. Die ursprüngliche Fassung wird gestrichen. In der zweiten Arbeitsphase bediente sich Beethoven derselben dünnen Feder mit derselben braunen Tinte wie in der ersten. Die Textversionen Ia und Ib dürften zeitlich nicht weit auseinander liegen und beide in den April 1810 fallen. Die dritte Arbeitsphase ist dagegen zwölf Jahre später zu datieren. Sie wird durch etliche knappe, grob eingefügte Bleistifteintragungen repräsentiert (BH 116, Seite 1 und 4; die Bleistifteintragungen zum Marsch WoO 19 und die Bemerkungen zu Egmont auf den Seiten 2, 3 und 4 gehören, wie bereits ausgeführt, in das Frühjahr 1810). Im Herbst 1822 war Beethoven damit beschäftigt, eine Sammlung von Klavierstücken, „Bagatellen“, zusammenzustellen.14 Mehrere Verleger hatten daran Interesse bekundet. Beethoven ging deshalb seine Arbeitspapiere durch und zog allerlei Material hervor, das ihm irgendwie noch brauchbar erschien. Während der Sichtung sind ihm aber wohl Bedenken gekommen, denn manches Stück war schon recht betagt und konnte seinen künstlerischen Ansprüchen nicht mehr genügen. Er begann, die Stücke zu revidieren und durch Nummerierung in eine befriedigende zyklische Ordnung zu bringen. WoO 59 sollte das zwölfte in dieser Reihe sein, wie aus der Notierung am Kopf von Seite 1 in BH 116 zu erkennen ist. Die eigenen Vorbehalte und wohl auch die negative Kritik, die Beethoven auf eine Auswahlsendung von dem Leipziger Verleger C.F. Peters erhalten hatte, bewirkten schließlich, dass das Projekt 1823 aufgegeben wurde. Die meisten der 1822 zusammengestellten Stücke wurden erst aus dem Nachlass Beethovens bekannt. Bei WoO 59 ist die Sachlage insofern etwas verschieden, als Beethoven 1810 bereits ein Autograph aus der Hand gegeben hatte, über das er nicht mehr verfügen konnte. 1822/23 besaß er nur noch den „Entwurf* auf BH 116. Wie ist die dritte Arbeitsphase im Entwurf BH 116 (in der Transkription als Fassung II gekennzeichnet) zu beurteilen? Offenbar zielt sie auf Verfeinerung ab. Es fehlte anfangs eine Tempoangabe. Im Autograph von 1810 wurde die Anweisung „poco moto “ zugefugt. 1822 überschreibt Beethoven das Stück mit der charakterisierenden Bezeichnung „molto grazioso “ (in BH 116, Seite I, von fremder Hand nachgezogen; die Klammer am rechten Rand und das Wort „Ende“ stammen ebenfalls von fremder Hand). Die Begleitfigur der linken Hand in Teil A verschiebt er jeweils um ein Sechzehntel. Dadurch wird der Akzent auf der ersten Zählzeit der Takte leichter, die Akkordbrechung beim Ineinandergreifen der linken und rechten Hand komplizierter. Entsprechend wählt Beethoven in Teil B (Takt 25 in der Fassung von 1810) die melodisch und rhythmisch kompliziertere Form, die er in der zweiten Arbeitsphase schon verworfen hatte. Die Revision von 1822 lässt das Stück in seinem Aufbau im Wesentlichen unangetastet. Allerdings sollten die ungenutzten vier Takte am Anfang vom Mittelteil irgendwie wiederhergestellt werden. Wie die Fortführung gedacht war, bleibt unklar. Auch am Schluss der Bagatelle ist die mit der dritten Arbeitsphase beabsichtigte Revision nicht völlig eindeutig. Ein Verweis über Takt 22, „Ende Vi= 100“, verknüpft durch ein komplementäres „ -de 100" Teil A direkt mit den Triolenkaskaden aus Teil C (in der Fassung von 1810 Takt 78-81). Das mag eine fehlerhafte oder jedenfalls missverständliche Notierung sein. Eigentlich sollten die Verweiszeichen „ Vi— 100" und „ =de 100" bei Teil C (Seite 1, Zeile 15/16; in der Fassung von 1810 Takt 76) stehen. Nach den Triolen (Takt 78-81) folgt eine weitere unklare Notierung aus der Revision von 1822. Es schließt sich der erste Takt von Teil A an, möglicherweise zu verstehen als Beginn eines geplanten da capo, wie es in der Fassung von 1810 vorgegeben ist. Es folgen die Anweisung „una corda", die vielleicht für die ganze Reprise gedacht ist, und drei einstimmig notierte Takte, die eventuell Schlussakkorde repräsentieren. Beethoven notierte diese Akkorde wohl deswegen nicht voll aus, weil es ihm an Platz fehlte. Die Seite war hier bereits mit einer Anweisung für den Egmont („indem der Vorhang aufgezogen wird [...]“ s.o.) beschrieben. Die nähere Betrachtung des Entwurfs BH 116 lehrt, dass er zwei Fassungen der Bagatelle WoO 59 enthält: Eine Fassung I aus dem Jahre 1810 (Arbeitsphasen eins und zwei) und eine intendierte Fassung II vom Herbst 1822 (Arbeitsphase drei). Der Fassung I entspricht das von Nohl entdeckte Autograph mit dem Datum vom 27. April [1810]. Fassung II wurde nicht in einem neuen, vollständigen Autograph realisiert, sondern unfertig liegen gelassen. Aus den Notizen von 1822 eine spielbare Version zu konstruieren (nicht rekonstruieren), mag eine reizvolle Aufgabe sein. Das Ergebnis kann aber keineswegs Authentizität fair sich beanspruchen. Es stellt in jedem Falle eine Bearbeitung mit fremden Zutaten und vielen unsicheren Textentscheidungen dar.15
  7. Grande Daniele. Aggiungo che il manoscritto (come erroneamente riportato da molte fonti) esiste ed è ben vivo:
  8. Ed ecco il risultato! http://www.massimoanfossi.net/audio-1/index.htm (E potete ascoltare in streaming anche la Fantasia, cosa non disprezzabile, vista la rarità dell' Opera) Ancora un plauso a Massimo (che ci onora anche con la sua iscrizione al forum) Grazie, Massimino!
  9. Ciao a tutti. Comunicazione di servizio che mi riempie di giustificato orgoglio per il nostro Massimo Anfossi. Lunedì 19 ore 16 - Radio Svizzera Italiana- Rete DUE- all’interno del programma Reteduecinque, sarà trasmessa l' intervista che Massimo, concertista di chiara fama internazionale, rilasciò a suo tempo circa la WP della Fantasia per pianoforte Biamonti 213 e sulla sua successiva incisione discografica. Si potrà goderne il contenuto anche in streaming qui : http://www.rsi.ch/ho...na-con-Rete-Due Grazie Massimo!
  10. Ecco. Dopo avere lungamente lavorato "carsicamente" nel sito, chi avrà avuto la voglia di visitarne la prima pagina, in quest' afoso agosto, avrà notato i cambiamenti che tanto mi stavano a cuore. Sebbene non finite (se mai lo saranno) adesso disponiamo di tre pagine principali, ovvero le opere suddivise per numero di opera, gli approfondimenti e ultima, ma a lungo desiderata, la pagina delle opere suddivise per genere musicale. Tenevo molto a quest' ultima sezione, quasi riepilogo degli approfondimenti. Chiunque può così avere un prospetto snello e sintetico di quanto scrisse LVB con un dato organico. Buon peso, ieri ho anche inserito un rarità assoluta, ovvero il frammento per viola e pianoforte che mi risulta essere stato inciso solamente una volta in un CD della Toccata Classics. Buon SitoTour! Nel prossimo post indicherò anche una data circa un' intervista che Massimo Anfossi rilasciò alla Radio Svizzera sulla Fantasia Biamonti 213. Abbracci musicali a tutti,
  11. Grazie Luigi (intanto ne approfitto per salutarti) di avere portato la conversazione a livelli consoni, pur essendo partiti da una base impresentabile. Normalmente le riflessioni su problematiche complesse come quella sull'aborto o simili (senza offendere nessuno, sia ben chiaro) partono da presupposti disgustosi tipo "avresti ucciso Beethoven, invece salvando il naturista vegetariano astemio avresti salvato Hitler". Credo che la qualità morale ed esecranda di questi ragionamenti disgustosi contenga in sé la sua stessa condanna. Per definire questi ragionamenti riprovevoli forse conierò un neologismo tipo "ragionamento Allevico" o "Allevismo".... mah, vedremo... Comunque vale la pena di proseguire sull' argomento, anche perché i preziosi ricordi del fornaio Fischer ed altri ricordi del periodo di Bonn non sono stati tradotti nella nostra lingua, quindi non sono che accessibili agli studiosi come Luigi. Torno a ribadire, infine, che, per una ricerca seria e competente, l' unica soluzione esistente è di andare a ricercare le fonti certe. Tutto il resto (dicerie, sensazionalismi, gossip ottocentesco et similia) è.... "Allevismo" (buono il neologismo! ci sta' proprio bene!). A presto, Armnd
  12. Cari amici, Dopo aver fatto restyling (parziale, non cominciamo con le osservazioni!) delle pagine dei cataloghi, ho inserito una sezione cui tenevo da tanto tempo, e che questi giorni estivi (ma non vacanzieri, ahimè) mi hanno permesso di finire, ovvero la pagina dedicata ai lavori di studio che il Nostro fece con Haydn ed Albrechtsberger: http://www.lvbeethov...ano.html#Studio . Naturalmente questo è il più grande contributo che si possa dare alla causa; tutte le fonti sonore che ho sono state messe sul sito. Molti studi risalgono ancora al vecchio (ma ancora validissimo) saggio che fece il Nottebohm Beethovens Unterricht bei Haydn, Albrechtsberger und Salieri. Leipzig und Winterthur. Reiter Biedermann - 1873 , che parimenti trovate sul sito nella sezione "Libri on line". La seconda parte del mio lavoro è incentrata sull' altra parte degli studi beethovenaiani, ovvero quegli esercizi di declamazione che "L uomo senza ritmo" fece con Salieri. (Io sono d' accordo col MAESTRO ALLEVI, oh gente proterva ed ignorante!: in nessuna parte dei quaderni risulta che Beethoven avesse Ritmo, né una "Duna" o tantomeno una "Multipla" come giustamente, dall' alto della sua pressoché illimitata capacità intellettuale ci illumina il MAESTRO. Perdonali, perché non sanno quel che dicono, e facci beare con una prossima tua creazione, o sommo fra i sommi!). Ok, la descrizione di detti esercizi si trova qua: http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-Italiani-a-Cappella.html e dal catalogo Biamonti ne ho tratto una tabella con le concordanze fra i cataloghi. Adesso non ci resta che trovare le parti delle opere di Cornet e di Doblhof, per avere il più grande prospetto che esiste sull' argomento in rete. (ho già pronte le descrizioni ed i files audio di tutte le WoO 99.) Buon estivo torrido calore a tutti, cari amici Armonici e Melodici (perché gli Amici Ritmici me li devo andare a prendere a.... Cortona!).
  13. Cari Amici, Troppo onore, che non merito. (la dedica della canzone di Elio è poi... eccedente! Mi va benissimo il bis) Eh si, 48.... non so proprio come sia arrivato sino a qui... La vita è veramente volata, sino ad oggi. Sono stato molto fortunato; sono nato con mia moglie che conosco da sempre, i miei ragazzi sono proprio splendidi (18 e 15). Qualche seria avventura che mi ha fatto riflettere sul vero significato della vita e... molti amici, fra cui tutti voi, una casa in campagna, vicino al mare della mia città, Genova, che amo molto. Infine, un sito internet che ho ricostruito dopo l' abbandono del caro Dominique. Ecco, non c' è niente di straordinario in questo, ma permettetemi idealmente di abbracciarvi fraternamente tutti quanti. Grazie di cuore!
  14. Ed io che pensavo che per la tivvù "La Quinta" fosse solamente una misura di reggiseno... a 48 anni oggi ne so una in più.... splendido! come molte - ma non tutte - le torte di Buddy (chissà perché quando sono troppo belle esteticamente non mi solleticano l' appetito)
  15. D' accordissimo Frank e Dies! In effetti si può tranquillamente parlare di filosofia della musica, ma quando capitano osservazioni come questa di Red, è molto stimolante per chi fa ricerca diretta sulle fonti, come fa Luigi o - molto modestamente - anche io. Bene bene. Proprio un bel topic! Bravi tutti. Infine, ecco un altro buco chiuso: con il WoO 100, che si trova a pagina 26 del manoscritto abbiamo le due opere che mancavano al sito. http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-Canoni.html#WoO100 Con tutti questi buchi che si colmano, avremo strade liscissime, quest' estate. I prossimi giorni saranno dedicati a mettere on-line gli studi di Beethoven, ovvero le opere che vanno da Hess 233 a Hess 246. Sono molti esercizi, fughe, contrappunti, che dividerò in lotti per metterle on-line entro fine luglio - primi di agosto. Buona notte a tutti!
  16. Luigi, la nostra profonda amicizia non può essere un ostacolo nel dichiararti tutta la mia più incondizionata stima. Sei insostituibile, poiché il nostro piano di lavoro è il concreto, la parte esistente della creazione, ovvero il tangibile. A tal proposito, colgo l' occasione che mi offri per inserire sul sito proprio l' abbozzo di canone che sta a pagina 26. Lo troverai e lo troverete qua: http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-Canoni.html#Hess254 Dovrebbe essere a quattro o più voci, ma chi ha altre soluzioni, sia il benvenuto. Anche WoO 100 sarà presto sul sito, anche se, a rigore, non mi sembra affatto un canone, come riportato da alcuni, ma giustamente uno scherzo musicale con una voce ostinata. Bravo Luigi! Avremmo tanto materiale per un nuovo articolo sui "Neue Beethoven Studien"!
  17. E no, poiché, se noti bene, la grafia della numerazione delle pagine è la stessa di chi scrive "BH116" in alto a sinistra. Questa numerazione è stata fatta con una matita da copisteria al momento della preziosa rilegatura, ovvero ad ottocento inoltrato (o addirittura fine ottocento). Presuppongo (ma dovrei avere ragione) si tratti dell' archivista della BH. (Con una visita con Luigi a Bonn potremo facilmente scoprirne il nome) Questa grafia SX/DX si ritrova in altri manoscritti nello stesso museo. Intanto, abbiamo stabilito che le pagine erano già mancanti all' atto della bellissima rilegatura vittoriana! La grafologia è il mio campo..... notate il"28" con l' otto chiuso dalla data: né la penna né la mano sono di Beethoven.... invece notate nella data 1801 ed in basso l' altro "28": l' otto è aperto, scritto nella tipica maniera del Beethoven trentenne.... Ogni manoscritto deve essere analizzato in modo maniacale!
  18. Grande Red, avevi centrato la questione, la frase anche armonicamente non stava in piedi. (per gli altri solo un premio di consolazione) Il "problema" dei fogli dati in omaggio o dispersi è una questione che affonda le radici già dalla vita di Ludwig. Molti manoscritti sono spariti in tempi remoti, come le belle copie dei trii Opus 3, che si dovevano trovare presso Artaria, o il manoscritto della serenata opus 8, che era presso Cappi almeno sino al 1830. Per quanto riguarda i quaderni di abbozzi, il loro destino fu ancora peggiore: considerati poco più di "souvenirs" furono distrutti in vita, donati post mortem smembrandoli in singoli fogli; ho sotto le mani gli abbozzi dell' opus 22 proprio adesso: su 34 fogli / recto-versus abbiamo queste collocazioni: Berkley, Berlin, Bonn, New York, Collezione privata, Stockholm, St. Petrsburg, Vienna, Parigi.... un disastro ciclopico. Pensate che sino agli studi di Nottebohm o Thayer (parliamo già di ottocento inoltrato) neppure i fondi dei musei li prendevano in carico.... Comunque, grande Luigi, come sempre. Devo ancora una precisazione a Eagle ..... Naturalmente è una boutade mediatica, la questione "Per Elisa" (chiamiamo così il Klavierstück WoO 59) ho proprio qui il manoscritto BH 116, ed il buon Nohl non ha aggiunto niente che non potesse fare anche uno studente del terzo anno di conservatorio. Onore a Nohl, quindi. Ed una nota dii risentimento a chi, televisivamente parlando, cerca sempre la notizia a tutti i costi. Amicizia e fraternità,
  19. Dunque, ecco rifatta anche le pagina Hess (335 numeri). Adesso tutte le opere con il numero del benemerito e sant' uomo di Winterthur sono state corrette(nei limiti dell' umana comprensione) ovviamente mi ha aiutato il "nostro" catalogo di Green. Molte opere devono ancora essere descritte, quindi non esiste ancora una corrispondenza diretta. Ho messo, invece, i link alle opere che Hess onora con un suo numero di opera, sebbene già dotate di un numero loro. Ovvero, se si andasse a cercare l' Hess 86, ci si rimanda alla Grosse Fuge Opus 134. (La nomenclatura Hess 86 appare nella descrizione dell' opera stessa: Bruers 134 - Hess 86 - KH. 134 - L. IV, p. 303 - Nottebohm 134). Ah, la vertigine della lista! Comprendete e correggete gli errori! Entro quattro - cinque anni conto di avere messo on-line tutte le opere del Nostro; per ora passo alla lista Biamonti, che sarà trattata come questa, o meglio, accorpata in una unica lista di 849 opere! Ascoltatevi le strane Hess 330, 331 e seguenti, che ho messo sul sito; intanto io mi scalo il Monte Fato, e pure senza Mithril....
  20. Ciao Massimo! (Il van Beethoven è una Lesa Maestà, ma non credo che possa esistere un ipotesi di reato. In tutti i casi ti voglio troppo bene per non perdonarti questo piccolo birignao semantico). Benvenuto, quindi. La tua incantevole personalità sarà un valore aggiunto per il nostro - già molto bel - forum. (Ho il piacere di conoscere Massimo da tempo, lui e la sua splendida e grande famiglia) A tal proposito, voglio proprio qui ringraziare tutti quelli che, con il loro apporto, hanno portato lustro alla nostra sezione. Quindi: Benvenuto Massimo! (senza il bruttino Van Beethoven) Grazie a Tutti, amici! vostro Armando Orlandi
  21. Ecco, in 48 ore ho trasformato le vecchie suddivisioni nelle sezioni "ufficiali" raccomandate dalla Beethoven Haus, seguendo la NGA. Intanto la suddivisione è questa: Abteilung I, Symphonien, 5 Bände geplant – 1 Band erschienen, mit Kritischem Bericht Abteilung II, übrige Orchesterwerke, 4 Bände geplant – 3 Bände erschienen, 2 mit Kritischem Bericht Abteilung III, Konzerte, 5 Bände geplant – 4 Bände erschienen, 3 mit Kritischem Bericht Abteilung IV, Kammermusik mit Klavier, 3 Bände geplant – 2 Bände erschienen, 1 mit Kritischem Bericht Abteilung V, Werke für Klavier und ein Instrument, 4 Bände geplant – alle 4 Bände erschienen, 2 mit Kritischem Bericht Abteilung VI, Kammermusik ohne Klavier, 6 Bände geplant – 5 Bände erschienen, 3 mit Kritischem Bericht Abteilung VII, Klaviermusik, 8 Bände geplant – 5 Bände erschienen, 2 mit Kritischem Bericht Abteilung VIII, Geistliche Musik, 3 Bände geplant – alle 3 Bände erschienen, alle 3 mit Kritischem Bericht Abteilung IX, Bühnenwerke, 8 Bände geplant – 1 Band erschienen, mit Kritischem Bericht Abteilung X, Gesangswerke mit Orchesterbegleitung, 3 Bände geplant – alle 3 Bände erschienen, alle 3 mit Kritischem Bericht Abteilung XI, Volksliedbearbeitungen, 3 Bände geplant – 1 Band erschienen, mit Kritischem Bericht Abteilung XII, Lieder und Gesänge, 2 Bände geplant – 1 Band erschienen, mit Kritischem Bericht Abteilung XIII, Kompositionsstudien u. ä., 2 Bände geplant – noch kein Band erschienen Cioè, mettiamo il caso che lo studioso o l' amatore, o anche un povero pazzo che acquistasse dalla HENLE il VOLUME 1 degli Schauspielmusiken, per consultare - che so - Tarpeja - troverebbe esattamente la corrispondenza sul sito cliccando sull' icona con la dicitura "Sezione IX volumi 8 e 9 - Musiche di scena" che corrisponde appunto alla dicitura teutone "Abteilung IX, Bühnenwerke, Bänd 8" del suo libro. Sono contento ma -----ovviamente---- non soddisfatto. Adesso vado a rifare completamente i cataloghi, ancora mutuati dal vecchio sito francese: hanno una veste grafica e una descrizione vecchia ed obsoleta (cosa insopportabile oramai) e la pagina non ancora visibile, quella delle opere divise per genere, che si devono uniformare alle sezioni con descrizione. Finito il lavoro (mia moglie chiederà il divorzio) avremo (il "noi" è d' obbligo) finalmente il sito come l' ho sempre desiderato, e con più opere della NGA, poiché abbiamo tutti gli abbozzi e gli Hess che non rientrano nella revisione. Ragazzi vedo la luce!
  22. Bravo Daniele ottima segnalazione! La descrizione di questo concerto è qui: http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-Concerti.html#Hess012 In effetti sul Kafka è rimasto pochino, solo del secondo tempo: sono abbozzi della parte centrale che si trovano a pagina 150 Versus, assieme ad un piccolo allegro moderato e un rondò - allegretto. Gli incipit sono presi da un catalogo conservato alla BH, (SBH 772) Pubblicato come Katalog der Handschriften des Beethoven-Haus und Beethoven Archivs Bonn, numero 135, 1935. La prima incisione del tempo lento è stata registrata nel (per me) famoso concerto di Rennes, in Bretagna, cui ero presente. Il direttore era Stefan Sanderling, figlio del famoso Kurt, che ci sottopose durante cena alla visione di 5000 fotografie del matrimonio del figlio (alla cena era presente anche il pianista Fazil Say, che si diede per disperso. Sanderling mi diede il master per la pubblicazione (mai avvenuta) per l' AVS Records delle rarità beethoveniane per orchestra: Il concerto per Oboe, La decima, il Macbeth, Un minuetto per sinfonia... ecc..... se qualcuno volesse queste registrazioni inedite, posso mettere un comodo link nei prossimi post! Ciao a tutti PS: Roberto Diem Tigani non ha voluto mettere il concerto-ricostruzione sulla linea delle Beethoven Rarities; questo perché mi ripete da tempo che il concerto esiste - e completo - anche se non mi ha ancora detto molti dettagli circa questa sua sicurezza.. Un indagine per le celluline grigie di Hercule Poirot!
  23. Ciao a tutti. In questi giorni (Spero non settimane) il sito sarà in manutenzione, sebbene sempre visibile; questo lavoro deve portare alcuni cambiamenti. Il più significativo sarà l' adeguamento della sezione http://www.lvbeethoven.it/Midi/indice_It.html Questa sezione in realtà è funzionale, tuttavia (come saprete) stanno uscendo in questi anni i nuovi volumi della GA (GesamtAusgabe) Ovviamente la divisione di questi volumi è eccellente ed io ho pensato di adeguare il sito integralmente alla nuova GA. (considerando anche il link che Mamma Beethoven Haus ha dedicato al "nostro" sito) Lo spostamento delle opere nelle nuove pagine sarà lungo e noioso, ma lo ritengo indispensabile. Aggiornerò anche una pagina non visibile ed ancora in corso di costruzione http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Opere-Suddivise-per-genere.html Spero che potremo godere di un sito adeguato alle nuove ricerche beethoveniane, pur mantenendo intatto il suo confortante aspetto grafico! Amicizia Armando------------------------------
  24. Sul sito ti consiglio anche di dare un' occhiata a questa bella performance dei miei amici Graziano e Roberta: (scusate se mi autocito): "Dopo l' eccellente studio portato in tempi recentissimi da Egon Voss sui "Neue Beethoven Studien" volume 9, a cura della Beethoven - Haus di Bonn, Carus Verlag, 2011, ecco due valenti musicisti che hanno deciso di compiere uno studio definitivo sui tre duetti. Si tratta di Graziano Denini, violoncello, e Roberta Piras, flauto. La scelta del flauto - violoncello non è oziosa, trattandosi di una alternativa coeva. Alternativa forse è parola persino esagerata: i tre duetti, (come sottolinea Egon Voss) uscirono contemporaneamente in diverse sfumature d' organico: clarinetto e fagotto, violino e violoncello, flauto e fagotto ed appunto flauto e violoncello. Ecco questi duetti, offerti in WP nel sito. Grazie a tutti e due per la splendida interpretazione, ma, mi sia consentito, un plauso particolare a Graziano per l' ottima revisione dei tre duetti; si è trattato di un lungo lavoro di "restauro" che ha riportato le tre partiture al primigenio splendore. Attualmente (17-Gennaio-2013) abbiamo disponibili il primo ed il secondo duetto. A seguire il terzo ed ultimo. http://www.lvbeethoven.it/Opere/Beethoven-Midi-Mp3-MusicaCamera-Fiati.html#WoO027
  25. Ciao a tutti! Il modello di riferimento è il sito; li potete trovare la lista delle composizioni che B. dedicò al flauto. Prima che Magic Dan vi illustri la lettera in cui il Nostro scrisse del flauto "c' est vraiment trop imparfait pour...." (qui sarebbe bene una digressione sulla meccanica dei flauti della fine del XVIII secolo), vi risparmio la ricerca sul sito (sebbene sarebbe molto istruttiva) e vi faccio l' elenco delle opere con flauto solista: Opus 25 - Serenata in re maggiore, per flauto, violino e viola, 1795-1796, pubblicata a Vienna, Cappi, primavera 1802. Opus 41 - Serenata in re maggiore per pianoforte e flauto, dalla Serenata per flauto, violino e viola, opus 25, estate 1803 Opus 105 - Temi variati (6) per pianoforte con accompagnamento di flauto o violino a piacere ("ad libitum") , op. 105, 1817-1818 Opus 107 - Temi variati (10) per pianoforte con accompagnamento di flauto o violino a piacere, op. 107, 1817-1818. WoO 26 - Duetto in sol maggiore (Allegro e minuetto) per due flauti, dedicato all’amico J. M. Degenhardt, 23 agosto 1792 WoO 37 Trio in sol maggiore per clavicembalo, flauto e fagotto, 1786-1790. WoO Anhang 4 - Sonata, in si bemolle maggiore, per pianoforte e flauto - 1790. (è autentica??? mah!). Hess 13 - Romanza cantabile (incompiuta) in mi minore, per cembalo, flauto e fagotto, con accompagnamento di 2 oboi e orchestra d'archi, 1792-1793 Hess Anhang 8 - Quintetto per flauto, violino, due viole e violoncello.(E' una trascrizione della sonata per pianoforte e violino Opus 30 numero 3, pubblicata da I.P. Spehr, Braunshsweig, 1811. Autenticità molto dubbia). Biamonti Nota Aggiunta II 64. Trio in sol maggiore per tre flauti (Allegro - Andante, Rondò - Allegretto). Posseduto in copia di provenienza cecoslovacca dal Prof. Pierre Rampal di Parigi e inciso nel disco Vox Turnabout 4059. Sarebbe un' opera giovanile di Beethoven. La sua autenticità non è, per quanto ci consta, provata. Poi c' è ancora una delle ultimissime lettere la lettera a Diabelli del 26 settembre 1824 in cui Beethoven prometteva di consegnargli, possibilmente entro 6 settimane, un quintetto; in altra lettera dello stesso mese, forse di poco posteriore, egli parla ancora di un quintetto con flauto. Infine, ecco un bell'Abbozzo di un andante per flauto, fagotto ed orchestra d' archi in sol maggiore. Quaderno Kessler, folio 87 versus, righe 1 - 12. (che parimenti trovate sul sito) http://www.lvbeethov...te-Kessler.html Direi che mi sono dimenticato di poco.... Un saluto a tutti!
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