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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Tutto postato da thesimon

  1. thesimon

    Scommessa

    Non sono assolutamente d'accordo Gerardo o forse hai letto in modo molto sbrigativo il link Wikipedia che hai anche postato, se ti soffermerai maggiormente a leggere ti accorgerai che non volendo hai fatto te disinformazione. Il canone viene denominato "Canone Televisivo" o anche "Canone RAI". Per la seconda denominazione deve esserci una motivazione... Infatti se scenderai in basso vedrai che esclusa IVA e Tassa di concessione governativa l'intero importo del canone va a finire nelle casse della RAI; è sempre stato così. Non a caso infatti a fine anno capita spesso di vedere l'informativa sul pagamento del canone sui canali RAI, non mi è mai successo di vederlo sulle reti mediaset. Inoltre non è affatto vero che basta avere un cavo di rete per pagare... Si dovrebbe pagare il canone infatti solo per apparecchi radio televisivi, il testo riporta: "Un apparecchio si intende atto a ricevere i segnali radiotelevisivi se, e solo se, include nativamente gli stadi di un radioricevitore completo: sintonizzatore radio, decodificatore e trasduttori audio/video per i servizi televisivi e solo audio per i servizi radiofonici.", inoltre su altro comunicato del 21/02/2012 si legge: " il pagamento dell'imposta è riservato per il solo possesso di apparecchi atti alla ricezione televisiva e che non è mai stato richiesto il pagamento del canone per altri mezzi come computer, tablet e smartphone". Pertanto Mediaset non prende proprio una lira dal canone RAI, nonostante la mia aperta e già nota avversione per Berlusconi, quello che è giusto è giusto e bisogna riconoscerlo.
  2. thesimon

    Scommessa

    @solminore Ho effettuato questa prova su facebook proprio perché ho pochissime persone addette ai lavori. Su 450 contatti circa, 15 sono addetti ai lavori. Tra le altre cose ho notato, credo volutamente, che gli addetti ai lavori si sono astenuti. salvo rare eccezioni, dal votare sia l'uno che l'altro forse capendo la finalità della prova e non volendo inficiare. Venendo ai discorsi da voi affrontati finora, credo sia vero il fatto che l'arte non è per tutti come credo che la cioccolata non sia per tutti (ci sarà sicuramente un campione di persone alle quali la cioccolata non piace), il problema è che sarebbe il caso di far assaggiare e far conoscere i vari tipi di cioccolata alla gente per poi poter dire "la cioccolata fa schifo". Che l'arte non sia per tutti mi sta bene ma non credete che i media non diano neanche la possibilità di far scegliere all'utente se quest'arte possa piacergli oppure no ? Mi spiego meglio... Fare, diciamo genericamente cultura può essere rischioso per chi deve muovere i fili del burattino, perché se il burattino avesse l'intelligenza e la capacità di poter scegliere in base a ciò che ha studiato probabilmente si chiederebbe come mai si sta facendo muovere da un cretino. Pertanto la decisione di non fare cultura mi pare proprio fatta a tavolino. Mi sembra di tornare all'asino che vola che si dice ai bambini... Infatti ritengo che un popolo si controlli meglio se non istruito perché dinnanzi ad un discorso capzioso di un buon politicante oratore, la popolazione ignorante (inteso nel senso stretto del termine latino ignorans-ignorantis, "che non sa") è più solita a cadere nel tranello. Del resto ultimamente mi sto concentrando a cercare la via più semplice per dimostrare i ragionamenti più difficili. Vogliamo veramente supporre che per la crescita di un paese i politici non sappiano che investire sulla cultura e la ricerca è una cosa di fondamentale importanza ? Se diamo per appurata la NON validità di questo concetto come si spiega il fatto che i tagli vengono sempre fatti alla cultura ? Probabilmente è una scelta ! Porto un esempio sulla musica classica... Da buoni cittadini italiani, la maggior parte di noi paga il canone RAI al fine di usufruire di un servizio PUBBLICO. Usufruire di un servizio pubblico significa che tale servizio deve essere libero da qualsiasi corrente politica e che i contenuti emessi dall'emittente debbano essere finalizzati solo ed esclusivamente ad un "miglioramento" della condizione di vita (che sia fisica o mentale) del cittadino pagante che ne usufruisce. Ora in RAI, nel palinsesto durante le ore dove lo Share è massimo ci sono i soliti giochetti, spesso copie di altri giochi americani, oppure fiction e telefilm. Alle 4 e mezza di mattina un concerto di musica classica oppure un programma culturale (che probabilmente non vedrà mai nessuno). C'è anche da fare un altro discorso però, che se oggi cambiasse il palinsesto e mettessero programmi culturali nelle ore pomeridiane, a pranzo oppure in prima serata, la RAI dovrebbe chiudere perché ormai il popolo è talmente assuefatto e rincoglionito che non apprezzerebbe più contenuti di un certo spessore, nessuno li guarderebbe, non si venderebbero più pubblicità ed il resto lo conosciamo tutti. Se consideriamo che ci sono persone che pagano a mediaset circa 100 euro per vedere il Grande Fratello e restano davanti alla televisione anche fino alle 4 di mattina per vedere questi imbecilli che si muovono dentro casa non mi sembra di aver detto proprio una cretinata !! Se avessero trasmesso il grande fratello ai tempi di mio nonno probabilmente avrebbero fatto la "prima rivoluzione mediatica" della storia. Pertanto l'unica nostra speranza è che le nuove generazioni incontrino insegnanti degni di questo nome che trasmettano non tanto la cultura ma la passione per il sapere. L'idea di non accontentarsi di ciò che qualcuno ha deciso di farci vedere ma di andare a cercare le informazioni per conto nostro. Questo deve cambiare nel nostro paese. Compito dell'insegnante alle medie e superiori deve essere anche quello di dare succulenti assaggi di cultura affinché un individuo possa trovare la sua passione in una delle branche culturali. Ma c'è poco senso di responsabilità anche in questo settore, perché eccetto rari casi, gli insegnanti, trovandosi a combattere con alunni che sono al limite del vandalismo e della delinquenza si arrendono a fare la vita di chi vuole arrivare solo fino alla fine del mese tanto per percepire qualche soldo. Io questa Italia la vedo proprio male male, sotto tanti, troppi punti di vista, ma non demordo, spero che prima o poi qualcosa cambierà, deve cambiare ! Le cose così non si reggeranno ancora in piedi per molto tempo...
  3. thesimon

    Tunelab

    Figurati, spero di essere stato preciso nell'esposizione ma se avete domande o punti da chiarire, sono qui...
  4. thesimon

    Scommessa

    Incredibile ma vero, le variazioni hanno preso più likes di Yiruma !
  5. Seconda parte della scommessa. Posterò le variazioni su Facebook. A dire la verità Yiruma non ha riscosso grande successo. Vedremo le variazioni. https://soundcloud.com/thesimon82/simone-renzi-plays-mozart-12
  6. Ma in che puntata fa questa digressione su Chopin ? A quale minuto ? Un link please !
  7. Io credo che dipenda molto dal suono che si vuole ottenere. La tecnica è il mezzo meccanico per dare luogo all'immagine sonora che abbiamo in testa. Articolare produce un determinato suono che non si ottiene minimizzando i movimenti. Se dovessi lavorare su un bambino, lo metterei prima in condizione di conoscere le varie tecniche per poi saperle applicare all'interno di una composizione d'autore. L'uguaglianza delle note, la pulizia ed un certo suono caratteristico di alcuni punti delle sonate di Mozart, ad esempio, non si possono ottenere se non per mezzo dell'articolazione con il polso basso. Non dobbiamo per forza utilizzare il peso quando questo non è necessario, va invece utilizzato quando si rende necessario al fine di evitare contrazioni muscolari inutili, ed anche il suono cambia a parità di tecniche, perché il suono realizzato attraverso tensione muscolare non è paragonabile nella qualità del suono a quello di stessa ampiezza realizzato con il peso. Questa è la mia idea.
  8. Bang & Olufsen è l'analogo Apple nel settore audio Hi-Fi.
  9. Mi dite in che puntata Bollani ha sostenuto questa cosa ? Non ho avuto modo di vedere. Vorrei visionare anche io quella parte...
  10. A tutti quelli che mi rimproverano o mi hanno rimproverato di non prendere mai decisioni con il cuore ho rivolto sempre questo mio motto: "Il cuore serve 'solo' a pompare il sangue al cervello !"
  11. Sempre più immagini dell'Italia di oggi...
  12. Mmmm problema di routing del segnale ? Prova a vedere se nelle impostazioni di registrazione della scheda audio del tuo pc come sorgente c'è "What you hear" oppure in italiano "Quel che senti".
  13. Su alcune cose non piace neanche a me, altre interpretazioni mi piacciono molto. Ma non dobbiamo fare l'errore di valutarla solo per un brano come la Berceuse. Come ho ricordato anche in altri post, l'intento originale di Chopin era quello di fare uno studio sulle variazioni tanto che il titolo originale fu "Variazioni", poi cambiato in Berceuse dall'editore. Bisognerebbe vedere storicamente se il suggerimento dell'editore aveva a che fare con un'ascolto dello studio che gli ha ricordato una ninna nanna. In ogni caso anche a me non piace la Berceuse della Lisitsa, io la preferisco come una ninna nanna, chiara, cantabile, rilassante e serena.
  14. Ricordo con rammarico un intervendo dell'ahimé ormai scomparsa astrofisica Margherita Hack sul tema università. Non ricordo le parole testuali ma diceva che il futuro del genere umano è nelle università e nella ricerca. Come non darle torto. Io credo che i potenti del mondo abbiano un progetto, che non è il bene del mondo ma il curarsi dei loro interessi facendolo nel modo più astuto possibile senza che la massa se ne accorga. Tagliando le gambe alle università, o per dirla tutta, dando l'immagine che oggi come oggi il pezzo di carta non serve più a nulla, le persone non imparano, e dare in pasto bugie a persone ignoranti è molto più semplice che somministrarle a chi è conoscitore di come gira il mondo. Mi dispiacerà tanto per i miei figli e per le generazioni future alle quali IO vorrei lasciare un mondo migliore, basato sul rispetto delle regole e del prossimo, tutelando l'ambiente ed eliminando le politiche terroristiche che oggi stiamo vivendo.
  15. Vorrei dire anche la mia a distanza di qualche giorno dall'ultima risposta. Purtroppo ultimamente non ho il tempo per essere molto presente qui sul forum e cerco di rimettere a paro quando posso. Che ci piaccia o no, altezza, colore degli occhi, lunghezza delle mani e qualsiasi dote fisica che possiamo vantare o di cui rammaricarci era già stata scritta e decisa nel nostro DNA. L'intelligenza, che si scinde poi in varie capacità e forme, è anch'essa frutto di una componente genetica (anche se non ne è stata dimostrata l'ereditarietà), ma mentre le qualità fisiche sono più figlie delle informazioni genetiche, l'intelligenza segue anche o forse per lo più una strada dettata dall'ambiente e dalle sollecitazioni che questo provoca nell'essere umano (Non sono cose che mi sto inventando, sono ricerche condotte da gruppi di neuroscenziati pertanto fin qui non ho detto nulla di nuovo e di mio). Avere un maggior numero di terminazioni nervose non implica necessariamente che la qualità intellettuale di un individuo debba essere necessariamente migliore di un altro individuo fisicamente (a livello cerebrale) meno fornito. Tutto questo non può prescindere dall'ambiente in cui si nasce, si cresce e più in generale si vive. Analizzare il perché e per come, nella mente delle persone nasca il talento è una cosa quasi impossibile da scoprire. Basti pensare che ancora oggi moltissimi gruppi di neuroscienziati si "passano" il cervello di Einstein per cercare di comprenderne le proprietà neurologiche e intrecciare informazioni della sua vita per capire come anche queste abbiano contribuito alla formazione del genio. Recenti scoperte di un gruppo di neuroscienziati di New York hanno dimostrato che il cervello di Einstein aveva un numero molto maggiore di terminazioni nervose nell'area logico-matematica-deduttiva, il ché lo rendeva un uomo dalle capacità straordinarie. Ora ammettiamo per assurdo che Einstein fosse cresciuto in una famiglia di contadini con scarso reddito che non avrebbero potuto permettergli di studiare; molto probabilmente non sarebbe mai arrivato alla scoperta della relatività ristretta e a tutte le scoperte come la dimostrazione della teoria dei quanti di Plank. La vita di Einstein è stata invece favorita in questo senso: il padre aveva un'azienda produttrice di macchinari elettrici e meccanici, Einstein già da piccolo sviluppava modelli meccanici e si era appassionato alla scienza. Suo zio molto spesso gli poneva quesiti matematici difficilissimi che lui risolveva brillantemente in tempi record. Per farla breve credo che sia già molto difficile scoprire per cosa si è più portati, e non sempre è possibile perseguire un certo obiettivo. Di base comunque se si hanno le possibilità intellettive ed economiche per iniziare un certo percorso i risultati prima o poi arrivano (i tempi variano da persona a persona logicamente); ma per essere i numeri uno è necessario avere quel qualcosa in più e badate bene, non mi riferisco solo a doti intellettive date da una diversa morfologia del cervello, ma mi riferisco, forse di più, al sovrapporsi di situazioni favorevoli all'indirizzamento per quell'essere umano verso la giusta strada; quella scritta e massimamente compatibile con i suoi geni.
  16. Concordo in pieno ! Ognuno ha biologicamente la sua inclinazione scritta nel DNA. Lo stretto corridoio scolastico impone delle mete comuni da raggiungere. Con questo approccio si spiega anche come mai persone bocciate diverse volte alle medie ed al liceo si laureano brillantemente ed in poco tempo quando approdano all'università. Quello che fa la differenza tra un soggetto ed un altro è infatti un discorso legato alle attitudini secondo me, ma siamo abituati a giudicare quello che ha voti bassi come un asino ed il secchione di turno come un genio. Spesso è proprio l'opposto. E' necessario seguire il flusso delle proprie inclinazioni quando si parla di istruzione ed è compito dell'insegnante scoprire per quale settore un adolescente è più portato. Il sistema scolastico sotto questo punto di vista dovrebbe assomigliare di più a quello inglese dove una volta arrivati al college si fa moltissima pratica (anche troppa a sfavore della teoria). Forse noi dovremmo cercare di assomigliare più agli inglesi e gli inglesi più a noi, trovare una via di mezzo tra i due metodi di insegnamento. Ricordo che fino a prima della crisi, i laureati italiani andavano a ruba nel Regno Unito, proprio perché la figura teorica mancava all'interno degli ambiti aziendali, mentre da noi ci siamo sempre lamentati del contrario, dal momento che i neolaureati arrivati finalmente nel mondo del lavoro non erano capaci di fare nulla e dovevano essere spesi tempo e soldi per corsi di formazione al lavoro. Questo approccio che viene proposto in questo video segue più la natura e dice... A prescindere da ragioni economiche i ragazzi devono poter interagire, scoprirsi e lavorare sulle proprie inclinazioni. Mi ha fatto riflettere quando nel video si parla che nela scuola non bisogna leggere le soluzioni perché altrimenti si sta imbrogliando. Sono dell'opinione, tanto per portare un esempio, che imparare a memoria non serva a nulla, e spesso nella scuola di oggi è così. Credo sia necessario piuttosto capire quello che si sta facendo, capire il ragionamento alla base di una formula matematica e capirne il contesto in cui questa deve essere utilizzata o può esserci utile. Che male c'è a consultare un libro per ricordarla ? I libri esistono apposta ! Sfido chiunque di voi a ricordare tutte le formule di matematica e fisica con cui abbiamo avuto a che fare nel corso della propria vita. Sono sicuro che neanche i professori universitari che recitano la stessa pappa da anni le ricordino tutte a memoria. Ecco dunque che bisogna utilizzare l'intelligenza e saper dare delle priorità che nel caso specifico sono quelle destinate al proprio DNA che determina le proprie inclinazioni verso un certo settore specifico. Solo in questo modo si può crescere ed essere utili all'umanità. Anche perché è impensabile essere migliore di tutti in tutto.
  17. thesimon

    Tunelab

    Ti quoto almeno non rischio di dimenticare parti dove risponderti. Tunelab fa quello che dico io, è vero, ma questa cosa l'ho detta per poi far capire che non funziona. O meglio, funziona al centro della tastiera ma non sui gravi e sugli acuti perché la percezione dei gravi e degli acuti è qualcosa di soggettivo a prescindere dalla disarmonicità delle corde. La disarmonicità è qualcosa che riguarda lo scostamento in frequenza degli armonici di un suono dalle frequenze ideali. La percezione dell'altezza di un suono è data dalla fondamentale pertanto con la percezione dell'altezza c'entra poco con la disarmonicità. L'insieme di tutti i suoni armonici di un suono costituiscono il timbro dello strumento. Ora la disarmonicità è importante da calcolare perché i battimenti che si utilizzano durante l'accordatura tengono conto di questa variabile, poiché armonici isofrequenziali, come abbiamo visto sono inficiati proprio dalla disarmonicità che tende a farli calare in frequenza rispetto alle frequenze ideali. Pertanto se il software accorda nota per nota deve prima conoscere la disarmonicità così da poter calcolare per quella frequenza gli armonici corretti come sono distribuiti nello spettro. A quel punto quando si suona una nota l'accordatore elettronico ha una frequenza calcolata con la quale compara quella in ascolto e ci indica se innalzare o abbassare. Il metodo che avevo pensato io è, non far ascoltare una singola nota all'accordatore elettronico ma un bicordo, in questo modo l'accordatore non svolge più operazioni sulle frequenze ma sul conteggio delle modulazioni in ampiezza per secondo. Se sappiamo che La3 - Do#4 deve avere una velocità di battimenti di 8,73 al secondo, nel bicordo mi conta il battimento e se ne frega della frequenza. In altre parole emula il metodo di accordatura ad orecchio. Ovviamente la nota di partenza deve essere accordata con riferimento a 440 Hz anche utilizzando il modello standard. In questo modo nell'ottava centrale che dobbiamo spartire non ci interessa più della disarmonicità perché il battimento tra isofrequenziali che devono battere a 8,73 al sec sono già inficiati della disarmonicità; possiamo dire che la disarmonicità è già compresa. Il problema viene poi nel riportare le ottave, perché l'orecchio in modo soggettivo tende ad innalzare (per i suoni gravi) o abbassare i suoni (per i suoni acuti) e questa cosa varia da persona a persona, ecco perché concludo dicendo che l'accordatura perfetta non esiste. Bisognerebbe misurare di quanto cambia e se è effettivamente apprezzabile, ma anche per gli interventi futuri la disarmonicità sarà sicuramente cambiata. Perché la corda stabilizzandosi si assottiglia sotto l'effetto della forza. L'assottigliamento corrisponde ad un coefficiente di disarmonicità diverso, ma ripeto bisognerebbe valutare se questa variazione risulta poi apprezzabile, non ho mai fatto esperimenti al riguardo. Sono d'accordo, certamente i tuner aiutano e smaltiscono di molto il carico di stress degli accordatori. Quindi perché non utilizzarli dove funzionano ? Resto sempre dell'idea comunque che in basso ed in alto non ci sia accordatore elettronico che funzioni. L'orecchio è uno strumento di gran lunga più potente di questi software.
  18. thesimon

    Scommessa

    Terribilmente noiosa direi. In ogni caso il pianista deve interpretare anche se quello che gli somministrano non è di suo gradimento. E' come se uno avesse uno studio di registrazione e deve registrare cose che non gli piacciono. Che fai li mandi via ? Bisogna cercare sempre di fare il proprio lavoro nel migliore dei modi, anche in questo caso...
  19. Sembra che ci siamo telefonati per postare insieme ! Questo è legame mentale !
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