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Piano Concerto - Forum pianoforte

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  1. NON SUL FELTRO! Nell'incavo dell'astina di legno dove scorre la molla!!!!!!! GRAFITE LIQUIDA Deve essere passata con un pennellino leggermente . Se resta difficile, devi incaricare un tecnico MAI TOCCARE I FELTRI!!!!!! Bisogna liberare la molla, PULIRE SE C'E' SPORCIZIA che impedisce lo scorrimento e GRAFITARE. POCA GRAFITE!
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  2. Sei una persona molto attenta e hai notato il decentramento di alcuni martelli. Questo influisce certamente sulla qualità del suono, come influisce sul suono la non contemporaneità con cui il martello colpisce le due o tre corde. Però se ormai i martelli stessi sono segnati dalle corde, anche minimamente, non si possono ricentrare, pena l'ottenimento della diversità timbrica! Non si deve pensare neanche, come certi tecnici consigliano di "rasare "la martelliera. Io sono personalmente assolutamente contrario! Togliere una parte della struttura del martello significa avvicinarsi troppo all'anima di legno, accelerando la durezza eccessiva e il fine vita di tutta la martelliera. Se poi, come impropriamente spesso viene fatto, si snatura la forma dei martelli stessi, tondeggiandoli, ad esempio, sugli acuti, si rende incerto il punto di battuta, si altera la distanza del punto di battuta rispetto al capotasto e si altera tutta la geometria della meccanica ( con conseguente perdita di energia) Per il pedale del piano è possibilissimo regolare l'alzata della balla che avvicina i martelli alle corde. Basta agire sul dado del relativo pedale. Per il poliestere usare panno di tela vecchia, mai di lana! Qualche piccolo graffio può essere rimosso con Polish per Auto o al massimo con pasta abrasiva finissima per lucidare. Le ditate si tolgono il giorno dopo( quando la parte grassa si è asciugata) usando solo tela di cotone. Evitare nel tempo prolungato microfibre e piumini.( Il piumino swiffer è antistatico perché è grasso!) Per i segni più profondi esistono dei Kit con pigmento nero a due componenti, ma molto difficili da usare e quindi li sconsiglio. Si può colmare qualche piccolo punto profondo, usando vernice nera lucida a mo di ritocco, con un piccolo pennello. Capisco la totale dedizione all'insegnamento. Io in passato ho insegnato tanto. Nel tempo ho sviluppato interesse per la correlazione tra il buon funzionamento del pianoforte e lo sviluppo della tecnica pianistica. Mi chiedo ancora oggi come alcuni Conservatori ( e non solo) non curino periodicamente i pianoforti in dotazione. Martelli appiattiti e rullini pure essi appiattiti, fuori regolazione, fuori intonazione, fuori accordatura...nessun pianoforte in questo stato può far capire all'allievo cosa deve fare per superare questo o quel passaggio! Capire da subito se le nostre insoddisfazioni dipendano da noi o dallo strumento che stiamo suonando, credo sia fondamentale. Ne parlo nei miei Video Tutorial e questi concetti hanno mosso il desiderio di creare questo sito e questo FORUM. Buon lavoro
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  3. non si tratta di accordatura. Il martello probabilmente è stato un po' troppo intonato. Aspetta un po' che si solchi...il suono dovrebbe divenire più brillante. Se comunque la differenza è tanta, bisognerà intervenire con un poco di impregnante e poi reintonarlo di nuovo.
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  4. Se ben restaurato e ben seguito può suonare benissimo per molti anni. Bisogna scegliere la martelliera giusta e seguire l'intonazione della stessa, curandola insedi di accordatura. Lo stato della cordiera, delle caviglie e la giusta carica della tavola di risonanza sono essenziali.
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  5. diciamo che il "tonfo del tasto" è troppo evidente. Potrebbe essere eccessivamente duro il feltro di riposo dei martelli e potrebbero essere troppo incollati( anche al centro) i feltri dei talloni dei cavalletti. Bisogna esaminare ed eventualmente sostituire. Il tallone del cavalletto porta a contatto col pilota di ottone un feltro che ammortizza il colpo e deve per questo essere incollato solo ai lati del tallone lasciando al centro una zona priva di colla che indurirebbe il feltro stesso . Anche il feltro verde di riposo dei martelli mi sembra un po' rigido.
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  6. E' possibile, ma vanno esaminati attentamente e rispettare le scelte costruttive dell'epoca. Naturalmente vanno sciolte alcune riserve. Sto restaurando totalmente uno Steinway mod. B , in una Ambasciata a Roma, di iniziò 900 bellissimo: sta venendo molto bene. lavoro lungo. Tavola di risonanza ottima. Carica della stessa controllata. Corde nuove e meccanica completamente revisionata con martelli nuovi e tutte le altre parti ( feltri, pelli e guarnizioni tastiera) restaurate. Martelli fatti appositamente e stiletti per quel modello di New York.
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  7. Non si può dire quale è meglio acquistare. Bisogna vedere lo stato e l'efficienza dei singoli pianoforti. Le meccaniche possono avere differenze di fattura, ma l'importante è che funzionino! Voglio dire che se una meccanica delle migliori viene lasciata in un magazzino, magari con un'alta umidità relativa, per un periodo di tempo in attesa dell'esposizione di vendita, potrebbe funzionare in modo pessimo, rendendo la sensazione di "durezza" e di non docilità al tocco! Quindi tutto da vedere
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  8. Schimmel è il principe dei verticali!
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  9. Spero che tu ti sia affidato ad un Maestro. E' fondamentale! Lui può suggerirti i progressivi ascolti e i progressivi studi da affrontare sul pianoforte. Il " fai da te" non genera quasi sempre buoni risultati. Tutte le domande che poni e che ti poni avranno una risposta con il tempo e con la vicinanza di un Maestro che saprà consigliarti e guidarti.Ciò vale sia per lo studio del pianoforte che per la cura del pianoforte. Non possiamo inforcare gli sci e buttarci giù dalla montagna. Sembra banale ma è così. Il corso di studi prevede una gradualità che deve essere affrontata con l'osservazione di un occhio e l'ascolto di un orecchio esperti. Buono studio
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  10. Ti consiglio un libro: ARTHUR A. REBLITZ: piano servicing tuning & rebuilding. EDIZIONE VESTAL PRESS. E' in Inglese
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  11. I Kawai serie CA li trovo molto validi
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