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Piano Concerto - Forum pianoforte

La Tecnica Per Il Benessere Del Pianista


maestrosfredda
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L'aspetto che ho sempre ritenuto fondamentale, nello studio dello strumento, è la congiunzione di obiettivi che riguardano l'educazione liberante del corpo, dell'emotività, dell'intelletto e della spiritualità, in una visione olistica che implica la compartecipazione coordinata di tutte le facoltà umane e quindi esclude la separazione dei singoli elementi.

 

Perciò "tecnica pianistica" (in realtà inseparabile dall'idea musicale che si vuole esprimere) significa individuare i corretti movimenti e posizioni utili ad un meccanismo strumentale che tenga conto di questa fondamentale esigenza di benessere dello strumentista.

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Forse in una visione "classica" della cosa, sì, ma con la modernità secondo me questo principio non è più accettabile. Almeno non per tutte le poetiche espressive. La priorità di un compositore non è il benessere del musicista ed in teoria non dovrebbe essere neppure la priorità del musicista. Ci sono repertori in cui è possibile unire capra e cavoli, ma repertori in cui non è possibile, o non è richiesta. Cantare il growl o lo scream o altre tecniche vocali tipiche del death metal

 

 

fa malissimo :-) la tecnica si studia anche per "sopravvivere", ma è l'effetto quello che conta, il valore estetico di questo effetto.

E' un discorso facile da spiegare solo se si mettono in campo degli estremi, ma in linea di principio ogni tecnica musicale sviluppata nella storia mette il benessere al secondo piano, e al primo piano l'effetto estetico. Almeno se parliamo di musica artistica e non di musica come pratica terapeutica ... pressocchè tutte le tecniche strumentali sono innaturali e a lungo andare logorano alcune funzionalità fisiologiche. Il modo migliore per evitare le tendiniti quando suoni rimane smettere di suonare :-)

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Il modo migliore per evitare le tendiniti quando suoni rimane smettere di suonare :-)

 

Mi avevi quasi convinto... ma questa ultima frase no, non posso sottoscriverla! Le tendiniti sono quasi sempre la conseguenza di una impostazione strumentale scorretta. Ci possono essere casi particolarissimi di predisposizione a questa patologia (perché di patologia si tratta), ma nella norma la tendinite è il risultato di un uso scorretto dell'apparato, la prevalenza dello "sforzo" sul coordinamento e l'interdipendenza dei muscoli coinvolti nell'azione.

 

Oltre a ciò, l'impostazione "rigida" (quella che provoca le tendiniti) ha effetti negativi sulla qualità del suono, dunque proprio su quell'aspetto estetico che hai contrapposto a quello "terapeutico". Ovviamente, sono d'accordo con te sulla pluralità dei linguaggi e degli strumenti espressivi, per cui, anche volendo limitarci alla musica per pianoforte, non sempre il concetto di "artistico" coincide con quell'idea di bellezza eufonica alla quale spesso pensiamo. Certamente il suono richiesto da Bartok non è lo stesso di Chopin, così come il growl non ha gli stessi obiettivi del suono della Tebaldi.

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Io faccio spesso esempi canori perchè quello è il mio campo, mi scuso se per qualcuno alcuni esempi non sono immediati.

Sulle tendiniti, ho preso veramente la prima cosa che mi è venuta in mente. Ma in linea di principio qualsiasi medico che cerca di curare quella patologia in un pianista come prima cosa ti dice di smetterla di suonare. Per un po', per molto, per sempre, chissà. Ma suonare il pianoforte in modo assiduo è chiaramente una pratica non fisiologica. Ed è questa la base del mio concetto della "tecnica per sopravvivere"... fai una cosa che di per sé ti potrebbe far male, e l'unico modo per "difendersi" è imparare una tecnica che unisca capra e cavoli, ovvero resa estetica e salvaguardia della salute. Bene, la didattica classica ci insegna che è possibile unire capra e cavoli. Ma, e qui vado al canto, ci sono moltissimi esempi di persone che, pur adottando tecniche classiche, a un certo punto si sono trovati con patologie più o meno croniche. E questo perché, per quanto perfetta sia la tecnica in sé e per quanto alta sia la nostra attenzione nell'applicarla, c'è sempre un range di pericolo, la possibilità che in alcuni momenti non si riesca a tenere sotto controllo quel gesto che di base è logorante. E' come nello sport, l'allenamento serve anche a minimizzare la pesantezza degli infortuni (ho una struttura forte, se cado non mi spacco), ma l'infortunio avviene lo stesso.

E l'extrema ratio è smettere. Vista da un altro punto di vista, non è l'extrema ratio ma la soluzione più ovvia, da rasoio di Ockam. Ho un nodulo alle corde vocali, non canto. Ho la sciatica, non mi siedo al pianoforte. Mi si è rotto il labbro, non suono il trombone.

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